24.04.2013 Views

corrispondenze d'amore - Cascina Macondo

corrispondenze d'amore - Cascina Macondo

corrispondenze d'amore - Cascina Macondo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Tornando alla lirica greca arcaica, non si può non menzionare Archiloco 7 , che in tre frammenti (191, 193, 196<br />

West) descrive lo stato psicologico causato dall'incombere violento di Eros in termini decisamente più carnali e<br />

violenti rispetto alla delicatezza della lirica nipponica:<br />

“Tale d'amor la passione nel cuore avvolta<br />

profonda tenebra sugli occhi versava,<br />

rubando dal petto la delicata anima.”<br />

“Sventurato giaccio dal desiderio (ό ω ),<br />

senza respiro (άυς), per volere degli dei<br />

trafitto da aspri dolori alle ossa.”<br />

“Amico mio, il desiderio che scioglie le membra (υής) mi doma.”<br />

Claude Calame, in un saggio dedicato al tema dell'Eros nel mondo greco 8 , ha fatto notare come nella lirica greca<br />

arcaica, come anche per la tragedia, l'aspetto di Eros maggiormente trattato dai poeti sia proprio quello<br />

dell'insoddisfazione, del dolore e della crudeltà. L'epigramma ellenistico, depositario di tutta la tradizione<br />

letteraria greca, continua a descrivere l'insoddisfazione, la fragilità ed il male provocato dall'amore, arrivando<br />

ad assimilarlo alla morte. Si pensi, ad esempio, ad un epigramma callimacheo contenuto nell'Anthologia Palatina<br />

(XII 73), dove nel primo distico elegiaco la passione amorosa corrisponde al rapimento dell'anima da due forze<br />

opposte, Eros e Ade:<br />

“Metà della mia anima respira, l'altra metà è scomparsa,<br />

rapita da Eros o da Ade, non so bene.”<br />

Un altro epigramma callimacheo dell'Anthologia Palatina (XII, 71) è dedicato, invece, ai riflessi distruttivi sul<br />

fisico di chi è vittima di Eros:<br />

“O povero Cleonico di Tessaglia, non ti ho riconosciuto,<br />

in nome del cielo! Che t'è successo, poveretto?<br />

Sei tutto ossa e capelli! T'è capitata la mia disgrazia,<br />

sei nella stessa mia brutta situazione?<br />

Ho capito: anche tu innamorato di Eussiteo; è chiaro,<br />

poverino: l'hai guardato con tutt'e due gli occhi.”<br />

Questo modo di ritrarre l'amore (Eros=Thanatos) ha come possibile modello alcuni versi di Saffo, la poetessa che<br />

ha fatto dell'amore la materia principale del suo canto, nei quali descrive il dramma di amare in termini<br />

talmente drammatici da paragonarlo alla morte, o meglio, ad una anticipazione della morte. Il noto carme (fr. 31<br />

Voigt), tramandatoci quasi integralmente dallo Pseudo-Longino 9 (X), rappresenta, all'interno della letteratura<br />

greca, una delle più lucide analisi che siano mai state fatte sugli effetti fisici e psichici di Eros:<br />

“È un dio per me quell'uomo:<br />

a te di fronte<br />

siede e ascolta da vicino<br />

la tua parola dolce,<br />

il tuo sorriso <strong>d'amore</strong>. E il cuore<br />

mi sobbalza in petto.<br />

Ti guardo un solo istante<br />

e non ho più voce,<br />

la lingua si spezza, e un sottile<br />

fuoco corre nella pelle,<br />

gli occhi non vedono più nulla,<br />

e rombano le orecchie.<br />

7 Nativo di Paro, dove visse nella prima metà del VII secolo a.C., fu autore di elegie, epodi, trimetri giambici (ordinati in nove libri<br />

dai grammatici alessandrini), dove prevalgono toni passionali, che sfociano non di rado nell’invettiva.<br />

8 Cfr. C. Calame,

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!