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Le produzioni degli impasti orientalizzanti<br />

in area mediotirrenica<br />

Sullo scorcio dell'ultimo quarto dell'VIII secolo a.c. nei territori dell'Italia centrale<br />

tirrenica si attuano radicali trasformazioni ideologiche, economiche e sociali in<br />

conseguenza di quel vasto e complesso fenomeno culturale che prende il nome di<br />

Orientalizzanre. I profondi mutamenti ad esso connessi si riflettono, tra l'altro, anche<br />

nelle produzioni delle ceramiche d'impasto, nell'ambito delle quali si assiste da<br />

un lato ad UTI rinnovamento delle forme vascolari, determinato da apporti esterni<br />

e dalle nuove ideologie, dall'altro alla conservazione di tipi e forme locali.<br />

Per le aree che vengono prese qui III considerazione (Etruria meridionale, Agro<br />

faliseo, Sabina, Agro capenare e Latimn Vetus) non esistono allo stato attuale studi<br />

complessivi sulle problematiche connesse alle produzioni d'impasto di età<br />

orientalizzante (tipologie specifiche, individuazione di officine, diffusione), se<br />

non per alcune aree culturali quale il Lazio, che ha visto una rnaggiore sistematizzazione<br />

dei dati (FormaZione della città 1980; Osteria dell'Osa 1992; CARAFA<br />

1995). Pertanto ancora oggi per un panorama complessivo dei dati relativi a questa<br />

classe ci si deve basare sulle evidenze materiali di ogni singolo sito.<br />

La documentazione disponibile proviene essenzialmente dalle necropoli; da una<br />

rapida rassegna dei risultati degli scavi editi relativi sia agli abitati elle ai luoghi<br />

di culto risulta comunque una omogenea diffusione di tipi e forme rispetto alle<br />

necropoli.<br />

I principali tipi di impasti attestati nel periodo orientalizzante nell'Italia mediotirrenica<br />

sono rappresentati dall'impasto grezzo (coane ware), dall'impasto bruno,<br />

bruno sottile e dall'impasto rosso.<br />

La superficie è rifinita talora semplicemente mediante lisciatura e lucidatura, più<br />

frequentemente con uno strato di argilla diluita (ingubbiatura) - stesa a pennello<br />

o con uno straccio o per immersione - che costituisce la base per le varie tecniche<br />

decorative. Queste comprendono l'incisione, l'excisione (talvolta campite<br />

in colore per lo più rosso), la stampigliatura e la suddipintura, nelle due versioni<br />

della pittura rossa su ingubbiatura bianca (definita red on tubi/e) e in queLla meno<br />

frequente deLla pittura bianca sul rosso (wbite on red). Retaggio di tradizione<br />

villanoviana è la sporadica utilizzazione di lamelle metalliche applicate. CompIeta<br />

il panorama la decorazione plastica, rappresentata per lo più da elementi zoomorfi<br />

impostati sulla sommità di anse e di orli; peculiare dell'Agro falisco, questo<br />

tipo di decorazione è attestato anche in realtà culturali diverse, quali l'Etruria<br />

interna, la Sabina, il Lazio, Ja Campania, il Piceno.<br />

L'innovativa introduzione del tornio, sulla scia dei contatti con il mondo euboico<br />

alla fine dell'VIII secolo a.c., si estende in questa fase anche alle ceramiche<br />

d'impasto, facilitando il sorgere di una produzione maggiormente perfezionata e<br />

di serie che soppianta queUa di ambito familiare, conIa conseguente nascita di<br />

botteghe specializzate. Non cessa comunque la produzione di ceramiche non tornite<br />

(cfr. ad esempio un raro tipo di oinochoe dalia necropoli di Osteria dell'Osa:<br />

Osteria dell'Osa 1992, p. 325, tipo 95a, tav. 29;), soprattutto nel vasellame di lavo VIII, 5<br />

uso comune e per particolari forme ceramiche quali gli holmoi e le olle, nelle qua-<br />

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