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Marta era incredibile. Una donna di una classe eccelsa, dal linguaggio<br />

forbito, mai volgare. Ma nell’intimità, quando facevano sesso<br />

o quando lei aveva voglia di farlo, il suo idioma sconfinava in qualcosa<br />

che in altri contesti sarebbe sembrato volgare e inopportuno. E a<br />

Johnny piaceva da matti. Lo eccitava.<br />

Marta Lustri e Johnny si conoscevano da oltre vent’anni, da quando<br />

lei aveva sposato un suo amico, Luciano Rocchi Dallabona; e andavano<br />

a letto insieme da circa sei, più o meno da quando lui aveva<br />

rotto con Sandra.<br />

Si era chiesto più volte se le due cose avessero una qualche relazione,<br />

ma non era mai riuscito a darsi una risposta.<br />

Se c’era una cosa nella vita di Johnny che riusciva a farlo vergognare<br />

di se stesso, era proprio la relazione con Marta.<br />

Aveva una storia con la moglie di Luciano, un suo amico, un suo<br />

caro amico. E per di più, a complicare il tutto, avevano anche uno<br />

strettissimo legame professionale. Con Marta, aveva violato due delle<br />

sue regole più ferree:<br />

1) Mai, per nessuna ragione al mondo, avere una relazione con le<br />

mogli dei propri amici.<br />

2) Mai avere una relazione con una donna con la quale si è legati<br />

professionalmente; in caso di rottura gli effetti e gli strascichi potrebbero<br />

essere devastanti.<br />

Aveva violato entrambe le regole. E a completamento del già desolante<br />

quadro, era stato lui a provarci per la prima volta, in modo quasi<br />

ignobile. Non che lei non avesse manifestato un interesse ed una simpatia<br />

nei suoi confronti. Tutt’altro! Ma non giustificava il modo in cui<br />

lui si era fiondato in casa sua, consapevole dell’assenza del marito; ed<br />

in preda ad un raptus incontrollabile, dall’intensità sconosciuta,<br />

l’aveva posseduta sulla porta di casa, senza lasciarle il tempo di salutarlo.<br />

Lei non si oppose. E quella sera prese vita un’interminabile sinusoide,<br />

il cui picco massimo era rappresentato dall’estasi del piacere e<br />

il picco minimo da fortissimi sensi di colpa di entrambi.<br />

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