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Nord Est Europa novembre - greenfvg.it

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L’età di Courbet e Monet<br />

La diffusione del realismo e dell’impressionismo nell’<strong>Europa</strong> centrale e orientale<br />

VILLA MANIN PASSARIANO DI CODROIPO (UD)<br />

DAL 26 SETTEMBRE 2009 AL 7 MARZO 2010<br />

IL VOLTO E LA PAROLA.<br />

OMAGGIO A ELIO CIOL.<br />

CONVENTO DI SAN FRANCESCO - PORDENONE<br />

DAL 28 NOVEMBRE 2009 AL 31 GENNAIO 2010<br />

La mostra propone una rilettura di dettagli dei<br />

grandi cicli di affreschi della Basilica di<br />

San Francesco di Assisi.<br />

PRESEPI IN VILLA: 1° RASSEGNA DELL’ARTE<br />

PRESEPIALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA<br />

VILLA MANIN - PASSARIANO DI CODROIPO<br />

DAL 4 DICEMBRE 2009 AL 16 GENNAIO 2010<br />

Accanto alla mostra il giardino d’onore<br />

accoglierà “Il Gregge più Grande del Mondo”,<br />

a cura degli alunni delle Scuole Primarie del<br />

Friuli Venezia Giulia.<br />

FIORE D’INVERNO<br />

SACILE (PN)<br />

DAL 6 DICEMBRE ALL’8 DICEMBRE<br />

6ª edizione. Esposizione guidata alla scoperta<br />

della varietà di cicorie rappresentate dalla<br />

miglior produzione del nord-est.<br />

11° STAFFETTA TELETHON<br />

24 X 1 ORA<br />

CENTRO STORICO - UDINE<br />

11 DICEMBRE<br />

In amb<strong>it</strong>o regionale è la manifestazione più<br />

importante legata alla nota raccolta fondi.<br />

Tra le numerose iniziative collaterali segnaliamo<br />

il concerto degli studenti del Conservatorio<br />

Tomadini di Udine, alle ore 17.00 in Piazza Libertà.<br />

PACCHETTO SPECIALE MOSTRA<br />

Pacchetto turistico promozionale: prenota un<br />

soggiorno di una notte negli hotel convenzionati<br />

nelle province di Udine, Pordenone e Gorizia<br />

e verrai omaggiato di un biglietto di ingresso<br />

alla mostra di Villa Manin.<br />

SAPORI DI CARNIA<br />

RAVEO (UD)<br />

13 DICEMBRE<br />

Nei vari borghi è possibile degustare le<br />

special<strong>it</strong>à carniche preparate con gli ingredienti<br />

genuini e la fantasia di una cucina povera<br />

caratterizzata da sapori autentici.<br />

MESSA DI NATALE SUBACQUEA AL GORGAZZO<br />

POLCENIGO (PN)<br />

24 DICEMBRE<br />

Fiaccolata in superficie dei sommozzatori e<br />

successiva immersione con deposizione della<br />

corona votiva alla Statua del Cristo Sommerso.<br />

w w w . r e g i o n e . f v g . i t<br />

Claude Monet “Il vecchio forte ad Antibes” - 1888<br />

loudadv.com<br />

di Roberto Morelli<br />

Liberiamo sub<strong>it</strong>o il campo dalla retorica talvolta<br />

insopportabile che ammorba il tema: l’economia verde non<br />

sarà l’Arca di Noè del <strong>Nord</strong>est, e men che meno del pianeta.<br />

Attribuirle una missione salvifica rispetto alla crisi mondiale,<br />

come pure rispetto ai cambiamenti climatici oggetto in queste<br />

settimane della conferenza Onu a Copenhagen, significa<br />

mancare di senso delle proporzioni.<br />

Epperò il fenomeno è vero, concreto, anticipatore. La “green<br />

economy” non è solo una definizione alla moda impostasi<br />

in questi tempi di pauperismo recessivo, ma un complesso di<br />

aziende e processi che stanno già oggi esprimendo il meglio<br />

dell’innovazione nella realizzazione di nuovi prodotti e<br />

servizi, o nel modo di produrre quelli vecchi, e intercettano un<br />

mutamento forse epocale nei gusti del consumatore-c<strong>it</strong>tadino<br />

moderno. Credere che un tanto sia una promessa di catarsi<br />

mondiale, è retorica; vedervi una spinta essenziale all’usc<strong>it</strong>a<br />

dalla crisi e all’ingresso in un nuovo concetto di modern<strong>it</strong>à, è<br />

più che realistico.<br />

Dalla produzione di energia rinnovabile al trattamento<br />

ecologico dei rifiuti, dai materiali riciclabili ai miglioramenti<br />

nell’efficienza ambientale in cui è impegnata la gran parte<br />

delle aziende, il <strong>Nord</strong>est è all’avanguardia europea nel campo:<br />

nel solo Veneto, come racconta la nostra inchiesta di copertina,<br />

vi si dedicano direttamente duemila imprese e quarantamila<br />

addetti, per almeno 21 miliardi di giro d’affari.<br />

Il che ci dice alcune cose di non poco conto. La prima è<br />

che lo stereotipo del capannone e dell’industrialotto fattosi da<br />

sé nel garage di casa, se mai è stato vero fino in fondo, è oggi<br />

morto e sepolto. La reattiv<strong>it</strong>à del <strong>Nord</strong>est alla crisi economica<br />

mondiale, come pure le aspettative di una ripresa più rapida,<br />

si affidano oggi ai direttori dei dipartimenti di ricerca e<br />

sviluppo nelle imprese, alla qual<strong>it</strong>à energetica dei processi<br />

produttivi, ai parchi scientifici e distretti tecnologici, ai progetti<br />

aziendali in collaborazione con le Univers<strong>it</strong>à e agli spin-off<br />

sviluppo d’imprese,<br />

non arca di noè<br />

che ne derivano. Non è solo un segno dei tempi o un’arcadica<br />

prospettiva ecologica: è proprio il segno di una cresc<strong>it</strong>a del<br />

sistema <strong>Nord</strong>est, e delle sue capac<strong>it</strong>à di adattamento a un<br />

mondo rovesciatosi da capo a piedi in meno diciotto mesi.<br />

La seconda osservazione è che sarebbe miope e riduttivo, da<br />

parte delle nostre imprese (persino le più piccole), interpretare<br />

questa tendenza come una mera opportun<strong>it</strong>à di riduzione dei<br />

costi, tipicamente offerta dalla maggiore efficienza energetica.<br />

È molto di più: è la capac<strong>it</strong>à d’intercettare la crescente<br />

sensibil<strong>it</strong>à ambientale dei mercati europei e americani, sbocchi<br />

obbligati dei nostri prodotti. Ben al di là dell’energia e della<br />

gestione dei rifiuti, il senso della riduzione dello “spreco” è già<br />

oggi nel mondo sviluppato un punto decisivo nel successo di<br />

qualsiasi prodotto, sia il macchinario o il bene di consumo.<br />

L’economia verde non serve solo a ridurre i costi, ma a vendere<br />

di più.<br />

Se c’è una possibile chiave, per il consumatore, della “nuova<br />

normal<strong>it</strong>à” di cui si dibatte oggi nel mondo, è la fusione tra<br />

l’economic<strong>it</strong>à di un bene e la maggior sostenibil<strong>it</strong>à ambientale<br />

che esso incorpora. E per quanto il tema sia a sua volta<br />

fortemente venato di retorica (non ci vuol molto a definire<br />

compatibile un involucro semplicemente più povero), è una<br />

delle future componenti di cresc<strong>it</strong>a di un sistema terr<strong>it</strong>oriale.<br />

L’economia ambientale funziona in quanto si sposa alle<br />

esigenze di redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à d’impresa, altrimenti rimane un lodevole<br />

ma generico anel<strong>it</strong>o affidato alle esangui casse pubbliche. Se<br />

ieri il <strong>Nord</strong>est ha rappresentato l’economia dei capannoni,<br />

oggi può porsi l’ambizione d’incarnare la fusione di tecnologia<br />

e rispetto del mondo che ci circonda. Una concezione che la<br />

nostra imprend<strong>it</strong>oria di origine familiare incarna ben più dei<br />

voraci fondi d’investimento internazionali, intenti a spolverare<br />

di verde gli impianti che oggi acquistano e domani rivendono.<br />

ed<strong>it</strong>oriale

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