Nord Est Europa novembre - greenfvg.it

Società
anche la legge veneta deve cercare risposte.
Nel calderone insistono alloggi,
ristorazioni, fattorie didattiche, aziende
di vendita diretta di prodotti tipici. La
Regione Veneto, sommando tutte le specificità,
arriva a 1.400 imprese. E uno dei
punti caldi riguarda anche la capienza per
evitare che ogni crescita incontrollabile
dell’offerta mini alla qualità.
La storia ci dice infatti che molte strutture,
capendo che il motore principale è la
ristorazione, hanno aumentato nel tempo
posti a sedere e completato i menu. Non
sempre tenendo fede al requisito della
produzione in loco del cibo. C’è poi chi
è andato anche oltre, trasformando l’agriturismo
in un vero e proprio relais ben
oltre la formula del Bed & breakfast. «Ma
confondere l’agriturismo con un albergo
o un ristorante è mettere sul tavolo modi
diversi di vedere la recettività – dice Alessandra
Da Porto, presidente dell’associazione
agriturismi del Friuli Venezia Giulia
-. Chi sceglie le nostre strutture cerca
un’esperienza diversa, a contatto con la
natura e i suoi ritmi, sceglie un rapporto
diverso con chi lo ospita, sceglie soprattutto
qualcuno che abbia tempo e voglia
di fermarsi a parlare e raccontare cosa
offre il luogo». «Per questo, a differenza
dei ristoratori, i gestori degli agriturismi
hanno limiti molto rigidi da rispettare e
con i controlli periodici regionali è diffici-
nordesteuropa.it
le non farlo; penso ad esempio all’obbligo
di restare aperti solo 210 giorni l’anno e
a quello di usare per la ristorazione solo i
prodotti dell’agriturismo stesso. In questo
posso dire cha la nostra regione ha negli
agriturismi una vera e propria eccellenza,
perché offre una cucina ricercata, spesso di
sperimentazione, e di ottima qualità solo
con pochi prodotti locali e stagionali».
LA mASSIFICAzIoNe e LA PoLITICA
deI CoNTroLLI
Non sempre il consumatore-cliente ha
tuttavia la capacità di capire il genuino,
e allora è certamente augurabile che la
politica dei controlli e delle licenze sia
garantista sì per l’imprenditore ma anche
per il suo ospite. «Il turista, l’ospite – recisa
Hannes Knollseisen, dell’Associazione
Gallorosso che riunisce gli agriturismi
dell’Alto Adige - è esigente, richiede
qualità e strutture organizzate all’avanguardia,
non basta essere country, servono
servizi di eccellenza. La presenza da noi è
massiccia, ma nonostante i ricavi turistici
legati a quest’offerta siamo solo il 6% del
totale strutture in provincia». «La clientela
è varia – specifica - abbiamo moltissime
famiglie ma anche single, coppie e anziani
distribuiti nei vari periodi dell’anno.
Questo ci ha spinti a modificare l’offerta
agrituristica specializzandola; se prima
l’agriturismo era un modo per entrare in
0
contatto con la natura, oggi è più ricerca
di un servizio specifico. Per questo i nostri
masi sono divisi in categorie: antiallergici,
vinicoli, storici per famiglie, sportivi e
biologici». Il tutto, naturalmente, inserito
in un ben preciso contesto territoriale
perché i locali a marchio Gallorosso sono
a tutti gli effetti parte integrante dell’offerta
turistica dell’Alto Adige e hanno pari
dignità, anche nelle pubblicazioni rivolte
alla clientela potenziale, rispetto ai rinomati
cinque stelle.
Le PIAzze deL PAeSe
«Quello che bisogna sempre tenere ben
presente – sottolinea Sandra Chiarato,
che si occupa del settore per Coldiretti del
Veneto – è che l’agriturismo è una sorta
di mondo a sé, è oggi un vero e proprio
stile di vita, da scoprire, da recuperare e in
alcuni casi da insegnare; ne sono la prova i
tantissimi agriturismi veneti che puntano
soprattutto sulla riscoperta della vita sull’aia.
Fino a pochi anni fa nel mondo contadino,
l’aia era la piazza del paese, qui ci
si sposava, si festeggiavano i momenti più
belli, si giocava, si lavorava, si vedevano
passare le stagioni».
«I nostri agriturismi seguono proprio questo
percorso – aggiunge - raccontano
storia e tradizioni venete, fanno vivere il
concetto di vita slow, legata alle stagioni,
ai suoi ritmi lenti e operosi. Da un paio
d’anni è stato creato inoltre il concetto di
fattoria didattica – aggiunge - proprio per
non far perdere le tradizioni che da sempre
caratterizzano la vita contadina, abbiamo
una richiesta sempre crescente per questi
laboratori che vanno dalla raccolta della
frutta, al fare il pane o a pigiare l’uva. I
bambini si divertono, arrivano a gruppi
con le scuole e ritornano poi durante il
fine settimana con le famiglie. Questo
successo ci ha spinti a creare anche laboratori
e, a volte, veri e propri corsi anche per
adulti». «Chi sceglie l’agriturismo – conclude
Chiarato - lo fa perché vuole vivere
il contatto con la natura in un luogo
sicuro in cui i bambini possano giocare
liberamente senza pericoli e imparare che
può essere più stimolante scoprire come
dal grano si arriva al pane che troviamo in
tavola ogni giorno piuttosto che giocare
con i videogiochi o stare ore davanti al
televisore».
60 tecniche – dal “brainstorming” alla tecnica dei “supereroi”, dal “concassage”
alla tecnica “due cervelli in un acquario” – per guidare, passo dopo passo,
lo svolgimento di una riunione creativa. Uno strumento utile per formatori e
direttori creativi, per responsabili finanza e controllo, per manager vendite,
politici e autori televisivi, per mettere un gruppo in condizioni di produrre
idee in modo rapido ed efficace e fornire risposte creative alle sfide imposte
dal mondo esterno.