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Nord Est Europa novembre - greenfvg.it

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il Rapporto<br />

E la fiera rivede la luce<br />

essere accanto alle imprese e ai loro mercati<br />

internazionali. Questa la missione dell’ente fieristico<br />

veronese, alla continua ricerca di opportun<strong>it</strong>à fuori<br />

Italia, come dimostra la cost<strong>it</strong>uzione di Veronafiere<br />

India. e ora, dice il direttore generale mantovani,<br />

«più servizi alle aziende» e consolidamento della<br />

nostra specializzazione nel food, arredamento,<br />

costruzioni e stile di v<strong>it</strong>a<br />

l’umore è alto perché i bei ricordi sono i più freschi: Fieracavalli «è stata<br />

un successo» e Giovanni mantovani, direttore generale di veronafiere, si<br />

gode il momento. d’altra parte la fiera è lo specchio dell’economia di un<br />

terr<strong>it</strong>orio e le crepe non mancano anche in terra scaligera: a segnare il<br />

passo è «soprattutto il settore delle costruzioni».<br />

direttore, questa crisi come sta cambiando l’economia veronese e il mondo<br />

fieristico?<br />

«stanno mutando gli scenari complessivi delle aziende, ma non tutto cambia<br />

in negativo. l’agroalimentare, ad esempio, pur con una piccola frenata<br />

si sta confermando un settore importante. ci aspettiamo un buon vin<strong>it</strong>aly<br />

2010, soprattutto sull’onda favorevole di nuovi mercati come la cina, il<br />

brasile o il nord europa».<br />

Il 2009 è stato l’anno nero del marmo.<br />

«tutto il settore delle costruzioni ha registrato cedimenti. ne abbiamo sent<strong>it</strong>o<br />

le conseguenze a marmomacc e alla stessa ab<strong>it</strong>are il tempo. nonostante<br />

questo le aziende hanno utilizzato le fiere con grande attenzione. c’è stato<br />

un lieve calo di presenze, ma marmomacc ha tutto sommato tenuto.<br />

È l’anno in cui marmo ha fatto crack, con un crollo dell’export di quasi il 40% nel primo semestre; ma<br />

anche l’anno in cui bauli ha comprato motta-alemagna piazzando uno dei colpi più sensazionali del comparto<br />

agroalimentare. i dodici mesi in cui l’export complessivo del sistema verona si è ridotto di un quinto,<br />

in linea con l'andamento veneto; ma anche i mesi in cui il sistema moda ha superato le vend<strong>it</strong>e all'estero<br />

del vino, che comunque non se la passa male.<br />

«butei», che tempesta! se una cosa è certa, è questa: il 2009 della crisi, anche in terra scaligera, ha già<br />

prodotto mutamenti di scenario. Quasi tutti gli indicatori economici sono di segno negativo, ma a voler<br />

trovare segnali di ottimismo basti l’ultima fotografia di Unioncamere del veneto: la veloc<strong>it</strong>à di caduta sta<br />

calando o, detto altrimenti, rispetto alla seconda parte del 2008 ci sono timidi segnali di miglioramento. la<br />

produzione, nei primi sei mesi 2009 ha segnato un -10,4% contro il -12,3% del semestre precedente e<br />

contro il -19,1% del veneto. incoraggiante.<br />

verona, terza provincia del veneto per valore delle esportazioni, undicesima in <strong>it</strong>alia, è in mezzo al guado.<br />

alcuni storici e solidi distretti vivono grande incertezza. il settore lapideo - legato alla flessione del mercato<br />

delle costruzioni - sta soffrendo come mai in passato: un crollo delle esportazioni di quasi il 40% ha ridisegnato<br />

le aspettative di un comparto che dà lavoro a 5mila addetti (oltre all’indotto), mille dei quali sono in<br />

cassa integrazione. negli ultimi tre mesi, tuttavia, sono spuntati segnali di risveglio e gli operatori del settore<br />

indicano nel 2010 l'anno della rinasc<strong>it</strong>a, almeno parziale.<br />

come rileva Unioncamere del veneto, nel complesso il sistema verona, nel primo semestre, ha venduto<br />

all’estero per 3,2 miliardi di euro, il 19,7% in meno rispetto allo stesso periodo del 2008 quando si supera-<br />

e non tutto il mondo è fermo:<br />

per non c<strong>it</strong>are la sol<strong>it</strong>a cina,<br />

ci sono Paesi del nord africa<br />

ma anche dell’america latina<br />

che possono diventare nuovi<br />

mercati. È una fine dell’anno<br />

di ombre, ma dove la luce<br />

comincia a farsi vedere».<br />

Come va l’invocata collaborazione<br />

tra fiere nordestine?<br />

«bene. oggi in veneto il processo<br />

di specializzazione è<br />

forte. noi ci siamo consolidati<br />

nell’agroalimentare, nell’arredamento,<br />

nelle costruzioni e<br />

nello stile di v<strong>it</strong>a. ormai non<br />

ci sono sovrapposizioni con<br />

altre fiere».<br />

Che cosa vi chiedono le<br />

aziende?<br />

«Più servizi. le imprese vengono alle fiere chiedendo che siano presenti gli<br />

operatori dei mercati internazionali. e ci chiedono anche di accompagnarle<br />

in quei mercati. È in quest’ottica che quest’anno siamo andati alla ricerca<br />

di nuove opportun<strong>it</strong>à, cost<strong>it</strong>uendo veronafiere india, di cui controlliamo il<br />

51% a fianco di un operatore fieristico indiano. il progetto di sviluppo è<br />

triennale.<br />

dopo questo anno faticoso tutti si sono resi conto che il mercato è davvero<br />

globale. e i nostri orizzonti devono adeguarsi».<br />

Bolla: «La ripresa?<br />

Con alleanze tra imprese»<br />

«Le aziende non possono fare tutto da sole»,<br />

dice il presidente degli industriali scaligeri.<br />

e c’è bisogno «del sistema Paese alle spalle».<br />

Con le banche «il rapporto deve essere<br />

di «collaborazione e non di antagonismo»<br />

e serve una pol<strong>it</strong>ica attenta al rapporto<br />

spese-benefici per la «riduzione del carico<br />

fiscale». A partire dell’Irap<br />

«verona è in questo periodo in<br />

una s<strong>it</strong>uazione privilegiata: grazie<br />

al suo mix di imprese fatto<br />

di realtà attive in settori diversi<br />

tra loro, sta reggendo in media<br />

meglio di altri terr<strong>it</strong>ori». ne è<br />

convinto andrea bolla, presidente<br />

di confindustria verona,<br />

che analizza qui la crisi e le trasformazioni<br />

che sta producendo<br />

sul tessuto produttivo scaligero.<br />

«accanto a settori che sono<br />

affetti da una crisi strutturale<br />

- prosegue - ci sono s<strong>it</strong>uazioni<br />

di rallentamento dovute al mercato<br />

che non tira e che, quindi,<br />

sono destinate a riprendere. ci<br />

sono invece settori anticiclici<br />

che vanno bene. vedo con soddisfazione<br />

la determinazione<br />

degli imprend<strong>it</strong>ori veronesi a<br />

tenere duro».<br />

nordesteuropa.<strong>it</strong> 26<br />

2<br />

Presidente, c’è una ricetta per superare la crisi?<br />

«non sarà una ripresa facile e nulla sarà come prima. l’impegno del<br />

governo sugli ammortizzatori sociali è stato lungimirante. adesso, gli<br />

imprend<strong>it</strong>ori si aspettano un intervento che incida sulla ripresa e non più<br />

sulla crisi. bisogna guardare avanti, investire sui giovani, colmare il gap<br />

infrastrutturale, materiale ma anche immateriale.<br />

Le aziende soffrono la mancanza di liquid<strong>it</strong>à. Com'è il rapporto con il cred<strong>it</strong>o?<br />

credo che il dibatt<strong>it</strong>o sulla liquid<strong>it</strong>à sia stato e sia ancora ambiguo. le<br />

imprese reclamano più disponibil<strong>it</strong>à da parte delle banche e queste si<br />

lamentano che non ricevono richieste per investire i loro soldi. serve un<br />

cambiamento culturale. vorrei vedere nascere da questo momento di<br />

difficoltà l'energia per una relazione tra partner più che tra antagonisti.<br />

dalla crisi si esce tutti insieme. nel rapporto con le banche, confindustria<br />

verona ha fatto molto in termini di dialogo e azioni concrete. siamo stati i<br />

primi ad aprire il tavolo già dieci giorni dopo i primi fallimenti internazionali.<br />

volevamo dare il messaggio che si doveva stare dalla stessa parte. abbiamo<br />

organizzato un servizio di consulenza finanziaria per le aziende e chiuso<br />

accordi con ist<strong>it</strong>uti per mettere a disposizione plafond dedicati.<br />

Che cosa va cambiato nel modo di fare impresa nel Veronese?<br />

«verona è una c<strong>it</strong>tà d'impresa: ci sono tante aziende leader a livello internazionale,<br />

un’altissima concentrazione di aziende a cap<strong>it</strong>ale estero. Questo ci dà<br />

solid<strong>it</strong>à. da qui dobbiamo partire per un futuro di cresc<strong>it</strong>a delle imprese. non<br />

un allargamento dimensionale, ma una cresc<strong>it</strong>a per alleanze. verona è un<br />

esempio concreto di come i distretti possano funzionare. ma le imprese non<br />

possono fare tutto da sole. Hanno bisogno del sistema Paese alle spalle».<br />

Alla pol<strong>it</strong>ica quali azioni chiedete a breve termine?<br />

«la pol<strong>it</strong>ica è sovrana nelle scelte strategiche, ma ora serve il coraggio delle<br />

grandi scelte per avviare le riforme strutturali. È il momento di pensare a<br />

una ristrutturazione della relazione tra c<strong>it</strong>tadini, imprese e fisco che porti il<br />

carico fiscale a ridursi. in questo sentiero c’è anche la riduzione compatibile<br />

dell’irap. anche gli enti locali possono fare la loro parte. abbiamo davanti la<br />

grande sfida del federalismo: non sarà facile ma riconquisteremo lo spazio<br />

per legare spesa e benefici».<br />

vano i 4 miliardi. È una flessione in linea con quella regionale, peggiore solo a quelle di treviso e vicenza.<br />

ma in terra scaligera c’è chi la testa fuori dall’acqua l’ha sempre mantenuta. l’agroalimentare, in particolare<br />

il vino, ha tenuto nonostante la buriana mondiale e resta un fiore all’occhiello. e il sistema moda nel<br />

primo semestre ha superato nell’export proprio le bevande, con 332 milioni di euro, rispetto ai 264 milioni<br />

del vino. così la moda rappresenta il 10,2% del totale dell’export veronese.<br />

Forse il burrascone sta per passare. ma non per l’occupazione: i riflessi della crisi sul lavoro hanno un effetto<br />

r<strong>it</strong>ardato rispetto agli indicatori congiunturali. così, per la prima volta dopo anni, il saldo tra nuove<br />

assunzioni e usc<strong>it</strong>e, a fine 2009, sarà negativo: 4.800 posti di lavoro in meno, secondo una proiezione di<br />

Unioncamere, che equivale a una contrazione del 2,2%, leggermente superiore alla media regionale (-<br />

2%). anche la cassa integrazione fa segnare numeri elevati: a settembre sono state 716mila le ore autorizzate,<br />

un ammontare che si sta stabilizzando.<br />

ma verona sta soffrendo anche in un altro comparto, il commercio. la c<strong>it</strong>tà scaligera è l’unica, nel 2009,<br />

che sta vedendo più chiusure di negozi rispetto alle nuove aperture (-16). soffre anche il turismo, sebbene<br />

il lago di Garda sia sempre una grande attrazione. il momento è difficile ma il sistema verona non ha<br />

paura di guardarsi allo specchio. sapendo di vedersi, giocoforza, in mutamento, come nel bel mezzo di<br />

ogni tempesta. ma sapendo che, prima o poi, tornerà il sole.

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