Nord Est Europa novembre - greenfvg.it
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Economia<br />
di Roberta Benedetto<br />
gas di<br />
frontiErA<br />
Sfiora ormai il caso diplomatico tra Italia e Slovenia<br />
il progetto per il rigassificatore nel golfo di Trieste.<br />
dei due progetti in campo, quello nella zona industriale<br />
dismessa di zaule pare in dir<strong>it</strong>tura d’arrivo. ma Lubiana<br />
ha posto il veto, gli ambientalisti propongono un<br />
referendum popolare e i tempi si allungano. In ballo ci<br />
sono 370 nuovi posti di lavoro, meno costi di bolletta<br />
energetica per famiglie e imprese e, per l’Italia,<br />
una minor dipendenza dall’estero<br />
«L’ho detto mille volte agli sloveni: se salta il mio rigassificatore,<br />
sentiamo un botto. Se salta la centrale nucleare di Krsko, diventiamo<br />
tutti come Pompei. Ma loro alzano il prezzo e non so per quali moti-<br />
vi. E poi ci sono gli ambientalisti che hanno bloccato lo sviluppo del<br />
nostro Paese…. beh, a Monfalcone hanno fatto una battaglia contro<br />
il gas e si sono tenuti il carbone. Secondo lei sono andati meglio o<br />
peggio?». È un fiume in piena il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.<br />
Il no dei “vicini” all’opera di cui ormai si parla dal 2000 non gli<br />
va proprio giù. Anche perché alla realizzazione del rigassificatore è<br />
legato il suo “sogno”: trasformare Acegas Aps nella seconda multiutil<strong>it</strong>y<br />
d’Italia, dopo quella di Roma. Come? Con la compartecipazione<br />
all’affaire, posta dall’amministrazione comunale come una delle cond<strong>it</strong>io<br />
sine qua non, che significa per la società nordestina la disponibil<strong>it</strong>à<br />
del 15% di gas degli 8 miliardi di metri cubi l’anno (il 10% del<br />
fabbisogno nazionale) che saranno prodotti dall’impianto progettato<br />
dalla catalana Gas Natural. Per non parlare delle royalty, che potrebbero<br />
far abbassare la bolletta energetica di famiglie e imprese triestine,<br />
e dei posti di lavoro indotti: 300 per la costruzione e 70 una volta che<br />
il terminale entrerà in funzione.<br />
dIBATTITo TuTT’orA APerTo<br />
Dopo l’inaugurazione in pompa magna, lo scorso ottobre, del rigassificatore<br />
al largo di Porto Levante, nel rodigino, il dibatt<strong>it</strong>o a Trieste<br />
ha visto un’improvvisa accelerata. Che non ha, almeno<br />
per ora, modificato la posizione contraria degli sloveni,<br />
di molti c<strong>it</strong>tadini e dei sindaci di alcuni comuni<br />
confinanti, preoccupati da ragioni legate alla sicurezza,<br />
ma che continua a registrare un consenso pol<strong>it</strong>ico sostanzialmente<br />
bipartisan sull’opera. Del resto, lo stesso<br />
ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola in<br />
quella occasione era stato chiaro: «Abbiamo scontato<br />
veti miopi dall’interno, non possiamo permetterci di<br />
scontare anche quelli dall’esterno». E anche Paolo Scaroni,<br />
ai vertici dell’Eni, si è già schierato a favore.<br />
In realtà, anche se l’attenzione sembra catalizzata su<br />
uno soltanto, i progetti sul piatto sono ancora due.<br />
Da un lato quello on shore di Gas Natural che prevede<br />
la costruzione del rigassificatore e di due serbatoi da<br />
140mila metri cubi sulla terraferma, in particolare<br />
nell’area industriale dismessa di Zaule, dove una volta<br />
c’erano le raffinerie. Uno dei 50 s<strong>it</strong>i più inquinati<br />
d’Italia che la stessa società catalana bonificherebbe<br />
a sue spese, con un intervento del valore di circa 50<br />
milioni di euro. Dall’altro c’è il progetto di un’altra<br />
azienda spagnola, Endesa, oggi conflu<strong>it</strong>a nel colosso<br />
tedesco E.On, che prevede invece un terminale off<br />
shore nel golfo di Trieste.<br />
La vicenda singolare è che l’<strong>it</strong>er di questi due progetti<br />
sta procedendo praticamente di pari passo. Ma, mentre<br />
il primo è diviso in due parti (quella strettamente<br />
legata al terminale che ha già ottenuto dal ministero<br />
dell’Ambiente nel luglio scorso il decreto Via, la<br />
valutazione d’impatto ambientale, e il gasdotto di<br />
collegamento di cui si occuperà Snam Rete Gas che è<br />
ancora in attesa di autorizzazione), il secondo prevede<br />
un unico piano e già entro la fine dell’anno potrebbe<br />
ottenere tutti i permessi necessari.<br />
L’IPoTeSI deL reFereNdum PoPoLAre<br />
E a quel punto, chi deciderà? La palla passerà alla<br />
Regione Friuli Venezia Giulia che convocherà la Conferenza<br />
dei servizi e, naturalmente, al governo. Anche se<br />
il sindaco Dipiazza non ha dubbi: il terminale di Zaule<br />
è meno costoso e ha tutte le carte in regola per vincere.<br />
E a chi lo indica come un mostro scaccia-vis<strong>it</strong>atori, il<br />
primo c<strong>it</strong>tadino replica: «Non mi sembra che Barcellona e Tokyo,<br />
che pure hanno un rigassificatore, siano c<strong>it</strong>tà poco turistiche».<br />
Intanto la questione è sempre più “calda” e c’è chi, come alcuni<br />
ambientalisti, propone un referendum popolare. «Lo prevede la<br />
normativa Ue - afferma Roberto Giurastante, presidente Green<br />
action transnational e portavoce Alpe Adria green per l’Italia – ed<br />
è giusto che i c<strong>it</strong>tadini esprimano la loro opinione su un tema così<br />
importante. È comunque assurdo che ogni governo vada per conto<br />
proprio. Italia, Slovenia e Croazia devono arrivare a un accordo per<br />
la pianificazione energetica coordinata. In ogni caso un impianto on<br />
shore è assolutamente improponibile mentre uno in mare dovrebbe<br />
essere collocato ad almeno 20 chilometri dalla costa. Quindi l’ideale<br />
sarebbe al largo della Croazia».<br />
Secondo Giurastante, Zaule è il luogo meno indicato. «Basti pensare<br />
– spiega – che quell’area è inser<strong>it</strong>a a pieno nel contesto urbano, vicino<br />
nordesteuropa.<strong>it</strong> 3<br />
3<br />
rovigo, l’indotto<br />
è assicurato<br />
Primi bilanci pos<strong>it</strong>ivi a poco più di un mese dall’avvio del rigassificatore di Porto<br />
Levante. Sono 56 in nuovi posti di lavoro per 43 milioni di contratti con imprese locali<br />
per progettazione e realizzazione degli impianti. L’apporto sul fabbisogno di gas, a livello<br />
nazionale, sarà del 10%<br />
Una risposta concreta, capillare e mirata alle esigenze del terr<strong>it</strong>orio. in tempo di crisi economica<br />
e occupazionale, non si poteva chiedere di più al terminale di rigassificazione adriatic<br />
lng, ovvero la prima struttura al mondo off shore in cemento armato per la ricezione, lo<br />
stoccaggio e la rigassificazione del gas naturale liquefatto (Gnl) pienamente operativo dal<br />
20 ottobre scorso e posizionato al largo di Porto levante (rovigo), nell’alto mare adriatico,<br />
a circa 15 chilometri dalla costa veneta. a un mese e mezzo dall’inaugurazione ufficiale di<br />
questa mega infrastruttura energetica, progettata, costru<strong>it</strong>a e gest<strong>it</strong>a dalla joint venture tra<br />
Qatar terminal lim<strong>it</strong>ed (45%), exxon mobil <strong>it</strong>aliana Gas (45%) ed edison (10%), i primi<br />
risultati sono dunque più che pos<strong>it</strong>ivi. soprattutto per quanto riguarda il versante del lavoro<br />
e delle ricadute sul terr<strong>it</strong>orio per contratti accesi.<br />
il terminale adriatic lng, dove attualmente lavorano in tutto 88 dipendenti, ha infatti creato<br />
56 nuovi posti di lavoro: tra i nuovi assunti, più della metà provengono dal veneto e 16 dalla<br />
provincia di rovigo. e proprio per favorire gli spostamenti da e per la piattaforma, oltre ad<br />
alcune esigenze logistiche, dall’eliporto di Padova si può accedere al terminale grazie a un<br />
elicottero navetta messo a disposizione dall’azienda stessa.<br />
oltre alla rigorosa selezione e alla formazione del personale di bordo e di terra, come ad<br />
esempio ingegneri, tecnici o addetti amministrativi tutti altamente specializzati, il terminale<br />
ha posto grande attenzione nell’offrire opportun<strong>it</strong>à alle aziende locali per la forn<strong>it</strong>ura di beni<br />
e servizi. nella provincia di rovigo sono già stati stipulati contratti per un valore di circa 43<br />
milioni di euro, che comprendono la costruzione del metanodotto, della base operativa di<br />
terra, la progettazione e la realizzazione di due speciali rimorchiatori, il sistema di mon<strong>it</strong>oraggio<br />
ambientale e la gestione dei rifiuti e dei servizi di sicurezza.<br />
a evidenziare l’importanza strategica del rigassificatore in <strong>it</strong>alia, all’avanguardia per innovazione<br />
tecnologica, progettuale e per la prospettiva a lungo termine, è Umberto Quadrino,<br />
amministratore delegato di edison: «Quest’infrastruttura è unica al mondo e aiuterà decisamente<br />
a rafforzare la sicurezza delle forn<strong>it</strong>ure energetiche in <strong>it</strong>alia, coprendo il 10% del<br />
fabbisogno nazionale di gas».<br />
Ma.na.<br />
a rioni popolatissimi come Servola che conta 40mila ab<strong>it</strong>anti, attaccata<br />
a nove impianti già esistenti ad alto rischio e a 35 depos<strong>it</strong>i di gasolio<br />
e olio combustibile che sorgono a poche decine di metri dal luogo<br />
individuato per i due grossi serbatoi del rigassificatore. A segu<strong>it</strong>o di<br />
una nostra denuncia, l’Unione Europea ha messo in mora l’Italia confermando<br />
che manca un adeguato sistema di sicurezza per gli impianti<br />
già esistenti, figuriamoci se aggiungiamo rischio su rischio…».<br />
«Non condivido argomentazioni strumentali – sostiene Sergio<br />
Razeto, presidente degli industriali di Trieste che invece appoggiano<br />
con forza l’opera – ma r<strong>it</strong>engo fondamentale un’ampia informazione<br />
e un confronto con le ist<strong>it</strong>uzioni e l’opinione pubblica sulla sostenibil<strong>it</strong>à<br />
del progetto. La ragione è semplice: oggi il sistema <strong>it</strong>aliano<br />
dipende per il 90% del fabbisogno dal gas d’importazione. E dotare<br />
il nostro terr<strong>it</strong>orio di un rigassificatore provvisto delle migliori tecnologie<br />
in termini di sicurezza non influirà minimamente su altre<br />
direttrici di sviluppo come il turismo».