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Serie Storiche e Processi Stocastici

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<strong>Serie</strong> <strong>Storiche</strong> e <strong>Processi</strong> <strong>Stocastici</strong> – Federico Andreis<br />

La verifica dell‟ipotesi di stazionarietà in senso stretto è nella maggior parte dei casi reali<br />

quasi impossibile, ci si limita dunque spesso a controllare che siano verificate delle condizioni<br />

meno forti e riguardanti solo i momenti fino al secondo ordine (media, varianza, covarianza). Un<br />

processo che rispetti tali proprietà è definito processo stocastico stazionario in senso lato o debole.<br />

Generalmente si considera solo quest‟ultimo tipo di stazionarietà nelle applicazioni, riconducendo<br />

la verifica alle proprietà di media, varianza e autocovarianza. In particolare diremo che un processo<br />

è stazionario in senso lato se verifica le seguenti condizioni:<br />

1. EX ( t ) , per ogni t<br />

2. EX (<br />

2<br />

) 2<br />

, per ogni t<br />

t<br />

3. E[( Xt )( X s )] st , per ogni coppia ( ts , )<br />

La prima condizione richiede che il valor medio del processo sia costante e pari a al<br />

2<br />

finita e costante al variare di t;<br />

variare di t; la seconda impone che il processo abbia varianza<br />

l‟ultima condizione infine implica che per ogni t e s esista la funzione di autocovarianza fra le<br />

variabili t X e X s . Tutto questo implica l‟esistenza dei momenti fino al secondo ordine, ma non<br />

viene imposta alcuna condizione necessaria sulle funzioni di densità multivariate che caratterizzano<br />

il processo X t . Da questo discende che mentre la stazionarietà in senso stretto implica, quando<br />

esistano i momenti fino al secondo ordine, quella in senso lato, non vale il contrario.<br />

Per quale motivo nella pratica risultano solitamente sufficienti le condizioni deboli di<br />

stazionarietà del processo? Questo è giustificato dal ruolo fondamentale giocato dalla distribuzione<br />

Normale nello studio di molti fenomeni fisici e naturali, per i quali è valido il Teorema del Limite<br />

Centrale: dal momento che, sotto ipotesi di gaussianità, le condizioni di stazionarietà debole sono<br />

sufficienti per avere anche la stazionarietà in senso forte, questo garantisce di potere evitare la<br />

complicata (quando non impossibile) verifica in molteplici situazioni.<br />

Un‟altra proprietà che, come le precedenti, un processo può possedere o meno, è<br />

l‟invertibilità. Si tratta della possibilità di esprimere un processo X t tramite le v.c. precedenti<br />

secondo l‟ordine logico imposto dal parametro t (e quindi ad esempio precedenti temporalmente);<br />

formalmente significa che esistono una funzione lineare h () ed un processo WN A t tali che, per<br />

ogni t, sia possibile scrivere<br />

X h( X , X ,...) A<br />

t t1 t2 t<br />

Quindi la funzione h () collega X t con le variabili X s ( s t)<br />

, e a tale relazione si aggiunge il<br />

processo A t per rendere la stocasticità il processo (in assenza si tratterebbe né più né meno che di<br />

una funzione deterministica di t). L‟invertibilità diventa particolarmente rilevante nello studio di<br />

alcuni modelli che presenteremo in seguito, ma già da qui si può intuire come possa risultare<br />

importante in un‟ottica di previsione, in effetti si tratta della possibilità di regredire il nostro<br />

processo stocastico sui suoi valori passati.<br />

Esiste anche un‟altra classificazione che distingue i cosiddetti processi periodici.<br />

Formalmente diremo che X t è un processo periodico se esiste un valore s tale che, per ogni t<br />

Pr{ Xt Xts} <br />

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