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Il lavoro nobilita l'uomo - Acido Politico

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COPERTINA<br />

Università e <strong>lavoro</strong>: alcuni dati<br />

Tra i laureati di primo livello che lavorano, compresi quelli che affiancano all’impiego la<br />

prosecuzione degli studi, quasi il 40% ha un <strong>lavoro</strong> stabile, principalmente un contratto<br />

a tempo indeterminato. <strong>Il</strong> 43%, invece, ha un contratto a tempo determinato<br />

di Alessandro Casoli 1999) che le diede l’avvio, chiara‐<br />

MILANO ‐ Uno studio conclusivo<br />

dell’impatto della riforma universita‐<br />

ria sul mercato del <strong>lavoro</strong> e sull’i‐<br />

struzione avanzata in generale è, a<br />

soli 8 anni dall’approvazione del de‐<br />

creto ministeriale 509 (3 Novembre<br />

mente impossibile. Per ovvi motivi<br />

non esistono ancora sufficienti dati, e<br />

il sovrapporsi dei laureati cosiddetti<br />

“puri”, i quali sono entrati nell’uni‐<br />

versità a riforma compiuta, e<br />

“ibridi”, che invece sono transitati<br />

dal vecchio al nuovo ordinamento<br />

durante gli studi, rende molto diffici‐<br />

le effettuare analisi comparative pie‐<br />

namente efficaci.<br />

Cercherò quindi di delineare alcune<br />

caratteristiche generali che stanno<br />

iniziando ad emergere dalle prime<br />

ricerche in merito, confrontandole<br />

con la situazione pre‐riforma.<br />

Per farlo mi sono basato sui dati dei<br />

progetti Alma Laurea e Stella, i quali<br />

sono liberamente consultabili agli<br />

indirizzi internet www.almalaurea.it<br />

e www.stella.cilea.it.<br />

Uno dei primi obiettivi della riforma<br />

era ridurre il numero degli abbando‐<br />

ni e aumentare in assoluto i laureati<br />

in Italia.<br />

Secondo i profili Almalaurea riferiti<br />

al 2006, questo obiettivo è stato alme‐<br />

no in parte raggiunto, con un abbas‐<br />

samento dell’età media dei laureati<br />

da 28 a 27 anni e un aumento note‐<br />

vole dei laureati di età inferiore ai 23<br />

anni. Inoltre il tasso di laureati in<br />

corso è salito dal 10% del 2001 al 36%<br />

del 2006.<br />

Un confronto fra i dati 2005 e 2006<br />

sembra però mettere in luce un pro‐<br />

gressivo rallentamento, se non addi‐<br />

rittura il completo arrestarsi, di que‐<br />

sti processi. In particolare il numero<br />

di laureati totali, dopo l’aumento<br />

iniziale, pare essersi stabilizzato sin<br />

dal 2004. Considerando che al 2006<br />

ancora il 20% dei laureati totali erano<br />

“ibridi”, è indubbiamente necessario<br />

aspettare ancora per poter affermare<br />

con certezza se gli effetti della rifor‐<br />

ma si siano o meno esauriti.<br />

A livello di ingresso nel mercato del<br />

<strong>lavoro</strong>, i dati 2006 indicano che a un<br />

anno dalla laurea il 27% dei laureati<br />

di primo livello (laurea triennale) ha<br />

un <strong>lavoro</strong>, il 17% lavora e inoltre è<br />

iscritto alla specialistica, il 45% è i‐<br />

scritto alla specialistica e il restante<br />

11% per la maggior parte è in cerca<br />

di <strong>lavoro</strong>.<br />

Ci sono notevoli variazioni fra tipo‐<br />

logie di facoltà; il 30% dei laureati<br />

nei settori politico‐sociali, economici<br />

o scientifici, per citarne alcuni molto

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