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uaderni - Scuola Medica Ospedaliera

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essere così gravi da spingere i pazienti ad<br />

abbandonare la terapia. I dopaminergici di<br />

seconda generazione, Quinagolide e Cabergolina,<br />

hanno dimostrato una indubbia<br />

superiorità, in termini di tollerabilità, sulla<br />

Bromocriptina tanto da rappresentare una<br />

valida e sicura alternativa a quest’ultimo<br />

farmaco (7-8-9-10-11-12). Un problema più<br />

serio è infine costituito dai casi di Macroprolattinoma<br />

Bromocriptino-resistenti. Nei<br />

casi studiati è stato possibile dimostrare<br />

che la resistenza alla Bromocriptina era legata<br />

alla scarsa presenza di recettori D2<br />

sulle lattotrope neoplastiche. Gli studi su<br />

casi di Adenomi ipofisari PRL-secernenti<br />

Bromocriptino-resistenti che hanno risposto<br />

efficacemente a Quinagolide o a Cabergolina<br />

sono ancora pochi (19-20-21-22).<br />

Nei casi quindi di Macroprolattinomi<br />

resistenti ai dopaminoagonisti, caratterizzati<br />

da scarsa risposta della PRL e dell’adenoma<br />

al trattamento medico, è necessario<br />

avviare il paziente ad una adeguata terapia<br />

chirurgica per evitare complicanze a<br />

volte gravi legate alla crescita extrasellare<br />

del tumore. Come comportarsi quindi con<br />

un paziente affetto da Macroprolattinoma?<br />

La terapia di elezione è senza dubbio quella<br />

con agonisti della Dopamina (prima generazione:<br />

Bromocriptina, Lisuride o Pergolide<br />

/ seconda generazione: Cabergolina<br />

o Quinagolide). È fondamentale ottimizzare<br />

la terapia in base alla risposta del singolo<br />

soggetto. La scelta tra Bromocriptina e<br />

Cabergolina è dettata prevalentemente da<br />

un dato da non sottovalutare: il desiderio<br />

di gravidanza della paziente. Infatti mentre<br />

per la Bromocriptina non vi sono più dubbi<br />

sulla assenza di effetti su embrione e feto<br />

e sull’andamento di gravidanza e parto,<br />

altrettanto non si può affermare per la Cabergolina.<br />

Il follow-up quindi prevede una<br />

precoce valutazione dei livelli di PRL a 7-<br />

15-30 giorni dall’inizio della terapia. La<br />

PRL deve ridursi almeno del 50% dei livelli<br />

preterapia nel primo mese di osservazione,<br />

quando peraltro spesso se ne ottiene<br />

la completa normalizzazione.<br />

NUMERO 5<br />

Dopo 30 giorni è opportuno un primo<br />

controllo campimetrico e del visus e dopo<br />

3 mesi quello neuroradiologico con RMN.<br />

Se i controlli neurooftalmologici e neuroradiologici<br />

sono soddisfacenti, i successivi<br />

controlli possono essere: campimetria a 6<br />

mesi e RMN a 12 mesi dall’inizio della terapia.<br />

La valutazione della funzione residua<br />

dell’Adenoipofisi potrà essere effettuata<br />

dopo 3 mesi dall’inizio del trattamento<br />

con controlli semestrali.<br />

■ LA TERAPIA CHIRURGICA DEI PRO-<br />

LATTINOMI<br />

In grandi casistiche neurochirurgiche<br />

la normalizzazione dei livelli di PRL è stata<br />

ottenuta solo nei Microprolattinomi o<br />

in Prolattinomi “piccoli” non invasivi.<br />

Hardy (1980) (23) ha ottenuto la normalizzazione<br />

dei livelli di PRL nel 91% dei<br />

Microprolattinomi e nel 78% dei Macroprolattinomi.<br />

In uno studio congiunto dei<br />

Dipartimenti di Neurochirurgia delle Università<br />

di Milano e di Monaco la PRL si<br />

normalizzò nel 60% dei Microprolattinomi,<br />

dopo l’intervento per via TNS (Fahlbusch,<br />

Giovanelli 1980) (24). Derome<br />

(1991) ha raggiunto livelli normali di PRL<br />

nel 62% dei propri pazienti affetti da Microprolattinoma<br />

sottoposti ad intervento<br />

di adenomectomia selettiva TNS (25).<br />

Le discrepanze descritte dalle casistiche<br />

neurochirurgiche non sono necessariamente<br />

il risultato di differenti tecniche<br />

operatorie ma di diversa classificazione<br />

dei Prolattinomi. In caso di piccoli Microadenomi,<br />

con diametro di 2-3 mm.,<br />

con livelli moderatamente elevati di PRL,<br />

si ottiene una normalizzazione dei livelli<br />

in circolo con mantenimento della funzione<br />

adenoipofisaria nella maggior parte<br />

dei casi sottoposti ad adenomectomia selettiva<br />

TNS. I risultati operatori sono decisamente<br />

diversi nei casi di Macroprolattinomi<br />

di grandi dimensioni o invasivi. In<br />

questi casi infatti la normalizzazione della<br />

PRL non viene mai raggiunta (von Wer-<br />

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