Magnifico e delle sorellastre, che sfogano su di lei la loro irritazione. Scoppia intanto un temporale, a causa del quale la carrozza di Don Ramiro si rovescia proprio davanti alla casa di Don Magnifico. Il principe entra, cercando riparo dalla pioggia. Don Magnifico tenta ancora di ingraziargli una delle due figlie, cercando di far passare Angelina per la governante. Ma il principe riconosce al braccio di Angelina un braccialetto simile a quello che ha ricevuto in dono; tra lo stupore generale si fa riconoscere da lei (sestetto «Siete voi?... Voi prence siete?») e la indica come la sua futura sposa. Alidoro invita le sorellastre a rasse gnarsi: Clorinda cercherà un altro marito e Tisbe chiederà perdono a Cenerentola. Atrio con festoni di fiori illuminato. La corte rende omaggio alla nuova principessa. Angelina chiede al suo spo so perdono per la sua famiglia: la sua bontà naturale le ha fatto dimenticare ogni ingiustizia (coro, scena e rondò finale «Nacqui all’affanno, al pianto»). 23
24 Rossini (1792-1868) Gioachino Rossini nasce a Pesaro il 29 febbraio 1792, il padre è suonatore di tromba e corno, la madre cantante. Studia a Lugo e, dal 1806 al 1810, al Liceo Musicale di Bologna, allievo dell’abate Mattei. In questi anni com pone 2 sinfonie, arie, una cantata e un’opera, Demetrio e Polibio, rappre sentata a Roma nel 1812. Il suo esordio in teatro avviene però nel 1810, a Venezia, con La cambiale di matrimonio. L’anno seguente va in scena L’equivoco stravagante, e nel 1812 ben 5 opere: L’inganno felice, Ciro in Babilonia (sua prima opera seria), La scala di seta, La pietra del paragone (grande successo alla Scala) e L’occasione fa il ladro. Nel 1813, a Venezia, segnano la sua definitiva affermazione Il signor Bruschino e Tancredi, suggellata dal trionfo de L’Italiana in Algeri. All’insuccesso scaligero (1814) dell’Aureliano in Palmira segue il successo, sempre alla Scala, de Il turco in Italia. Lasciata Venezia per Napoli, chiamatovi dall’impresario Domenico Barbaja, dà inizio al cosiddetto periodo napoletano-romano (durante il quale è in realtà presente su tutte le maggiori scene italiane) che dura fino al 1823. Con Il Barbiere di Siviglia, rappresentato a Roma nel 1816, è al vertice della gloria, cui seguono l’anno successivo La Cenerentola e La gazza ladra (scritta per la Scala). A Napoli firma le più importanti opere del repertorio “serio”: Otello, Armida, Mosè in Egitto, Ricciardo e Zoraide, Ermione, La donna del lago, Maometto II e Zelmira. Nel contempo scrive Adelaide di Borgogna, Adina (rappresentata a Lisbona nel 1826), Matilde di Sliabran. Nel 1822 sposa il soprano spagnolo Isabella Colbran, interprete delle sue opere. Nell’anno seguente l’opera Semiramide, rappresentata a Venezia, conclude la sua attività in Italia. Su invito di G. B. Benelli, impresario del King’s Theatre, si reca a Londra, dove dirige Zelmira e la nuova cantata Il pianto delle Muse per la morte di Lord Byron. A Parigi si insedia alla fine del 1824, scrive Un viaggio a Reims (in occasione della incoronazione di Carlo X), adattandosi al gusto francese revisiona Maometto II e Mosè in Egitto che divengono Le siége de Corinthe (1826) e Moise et Pharaon (1827), utilizza parte del Viaggio a Reims per Le comte Ory (1828). Con Guillaume Tell (1829) dà l’addio alle scene. Compone in seguito lo Stabat Mater, la Petite Messe Solennelle, cantate, varia musica sacra, le musiche di scena per Edipo Re di Sofocle, musica vocale, strumentale e da camera. Dal 1836 al 1848 è in Italia (Milano, Bologna, Firenze), poi ritorna a Parigi. Nella sua villa di Passy muore il 13 novembre 1868. Il librettista, Jacopo Ferretti (1784-1852) Nato a Roma, introdotto precocemente dal padre allo studio della letteratura, Ferretti, già in giovane età, padroneggiava, oltre al latino ed al greco antico,
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Alidoro, in vesti da mendicante, a
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stituzione della celeberrima scarpe
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Su Rossini Georg Wilhelm Friedrich
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