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Libretto - I Teatri

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Stefano Catucci<br />

Tutte le maschere di ‘Cenerentola’<br />

Nel libro che dedicò alla Vita di Rossini, pubblicato nel 1941, Riccardo Bacchelli<br />

parla di La Cenerentola in un capitolo dedicato al Rossini Operista serio e pone quel<br />

titolo accanto ad altri due, Otello e La gazza ladra, argomentando la necessità di<br />

abbandonare un rigido criterio cronologico e di assumere, invece, una prospettiva<br />

tematica per i lavori successivi al Barbiere di Siviglia. Per l’autore de Il mulino del<br />

Po si tratta di un’evidenza incontestabile: il Barbiere resta per lui un’opera unica,<br />

un non plus ultra, dopo il quale «le sollecitazioni reali e profonde» dello spirito<br />

di Rossini «volsero e s’ispirarono all’opera seria, drammatica e tragica». Quasi<br />

cinquant’anni dopo Bruno Ca gli, fra i musicologi impegnati in prima linea nel<br />

movimento della cosiddetta Rossini-Renaissance, imposta un suo breve saggio partendo<br />

dalla tesi opposta, ovvero dall’idea che La Cenerentola rappresenti l’ultima<br />

opera buffa di Ros sini, o meglio il suo «congedo» da un genere al quale tuttora<br />

siamo portati spontaneamente a legarlo, ma che occupa nella sua produzione solo<br />

cinque titoli limitati, oltretutto, a un arco creativo durato pochissimi anni: 1813<br />

per L’italiana in Algeri; 1814 per Il Turco in Italia; 1816 per Il Barbiere di Siviglia e<br />

per La Gazzetta; 1817 appunto per La Cenerentola. Da questi due opposti giudizi<br />

emergono valutazioni simmetriche anche per quel che riguarda il li bretto steso dal<br />

poeta romano Jacopo Ferretti. Pessimi versi, i suoi, secondo Bacchelli: «per quanto<br />

stava in lui il librettista ha fatto tutto per guastare la favola di Perrault, e anzi c’è<br />

da stupire, sommato tutto, che se ne sia salvata la figura della protagonista». Un<br />

buon libretto, invece, secondo Bruno Cagli, se si pensa che Ferretti aveva preso a<br />

modello non tanto la favola di Perrault, quanto le riduzioni operistiche già diffuse<br />

nel teatro musicale del tempo, e che rispetto a queste ultime aveva saputo intro-<br />

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