dare al mondo gesù cristo via e verità e vita - Societa San Paolo
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22 Dare <strong>al</strong> <strong>mondo</strong> Gesù Cristo Via e Verità e Vita<br />
1.1 L’influsso della Tametsi futura e della Teologia Pastor<strong>al</strong>e<br />
di C. Krieg<br />
Sotto la guida del suo maestro di teologia e direttore spiritu<strong>al</strong>e il can.<br />
Francesco Chiesa, don Alberione avvertì sempre più la preoccupazione<br />
che il messaggio della s<strong>al</strong>vezza raggiungesse tutti gli uomini, e tutto<br />
l’uomo, nell’integr<strong>al</strong>ità della persona. Questo grazie <strong>al</strong>l’assimilazione<br />
dell’enciclica Tametsi futura di Leone XIII nel periodo della sua<br />
formazione in Seminario, ad Alba.<br />
Il Pontefice, nel presentare Gesù redentore del genere umano, ricorda<br />
che la redenzione si perpetua nei secoli su “tre principi necessari ad<br />
ogni s<strong>al</strong>vezza” 21 :<br />
primo principio di s<strong>al</strong>vezza: Cristo Via;<br />
secondo principio di s<strong>al</strong>vezza: Cristo Verità;<br />
terzo principio di s<strong>al</strong>vezza: Cristo Vita.<br />
E conclude: “Richiede dunque il bene comune che si ritorni là donde<br />
non ci si sarebbe mai dovuti <strong>al</strong>lontanare, a Colui che è Via, Verità e<br />
Vita; ritornino non solo gli individui ma tutta la società umana. Bisogna<br />
reintegrare in essa, come in sua possessione, Cristo Signore, e far<br />
–––––––––––––––<br />
novembre 1921 e da questi annessa <strong>al</strong>la lettera scritta il 31.12.1921 <strong>al</strong>la S.C. dei Religiosi,<br />
con la qu<strong>al</strong>e chiedeva il nulla osta per l’erezione della SSP in congregazione diocesana (Cf<br />
G. ROCCA, La formazione della Pia Società <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, 1914-1925, Appunti e documenti<br />
per una storia, Roma 1982, p. 565).<br />
Trattandosi dell’apostolato della Pia Società <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, don Alberione precisa, tra i mezzi,<br />
“particolarmente quello della buona stampa”. È da sottolineare che la buona stampa è vista<br />
come un mezzo, anche se il primo e princip<strong>al</strong>e. Ma l’accento, anche qui, è posto decisamente<br />
sulla persona del Cristo Gesù: è il suo Regno che va “diffuso”, e “la s<strong>al</strong>vezza delle anime”<br />
è ancor sempre opera sua. Del resto, t<strong>al</strong>e concetto don Alberione l’aveva saputo trasmettere<br />
con molta chiarezza, e i primi giovani dimostravano di averlo compreso bene! Ne<br />
fa fede il giovane Giaccardo, il qu<strong>al</strong>e parla della buona stampa come della missione attu<strong>al</strong>e<br />
di Gesù Cristo. Si legga, ad esempio, il seguente brano, redatto il 28.2.1917: “Si sviluppa<br />
in me, in tutte le sue parti, questa idea: la Stampa è la missione attu<strong>al</strong>e di Gesù Cristo che<br />
deve colla fede in Gesù Cristo penetrare la società della civiltà cristiana; è missione di propagazione<br />
e penetrazione del Vangelo, quindi missione propria dei Sacerdoti e debbono<br />
perciò sorgere i missionari della Stampa. Unisco a quest’idea, quanto già scritto in note<br />
precedenti. Tutto considerato io mi vedo nei giorni di formazione: ossia nei giorni in cui<br />
Gesù Cristo, formatore dei Chierici, missionari di Dio, fondatore della Chiesa, orienta il<br />
mio spirito, determina il mio campo di azione, determina e mi svela la mia missione nella<br />
Chiesa e mi forma ad essa” (Cf G.T. GIACCARDO, Diario, 1913-1925; 1942-1946, pagine<br />
scelte, Ediz. CSP, Roma 1996, pp. 44-45).<br />
21 LEONE XIII, Tametsi futura, novembre 1900, n. 6.