versione pdf - Sardegna DigitalLibrary
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Sopra: l’Orso di Palau, una conformazione rocciosa scavata dalle intemperie, tale da ricordare, in effetti, la forma di un orso.<br />
Nella pagina accanto: ancora le rocce di Capo Testa, simili a gigantesche, plastiche sculture.<br />
Qualcuno non si accontenta delle spiagge<br />
così candide, così uniche, finissime. Perché,<br />
spesso, quelle perle traboccano di<br />
gente, nemmeno lo spazio di stendere il<br />
telo o piantare l’ombrellone. Tuttavia, una <strong>Sardegna</strong><br />
che non tradisce neanche chi cerca qualcosa di diverso,<br />
di ancora più esclusivo, a tratti misterioso, esiste.<br />
Sabbia? Per carità. Questo itinerario vuole suggerire<br />
angoli nascosti, (quasi) sconosciuti ai più e dove le<br />
spiagge davvero sono un ricordo. Perché a regnare è<br />
la roccia: la nuda pietra. Calcare, granito, porfido, arenaria,<br />
trachite. Bianca, rossa, grigia, giallo oro. Liscia,<br />
ruvida o, ancora, porosa.<br />
Il viaggio comincia dall’estremo nord dell’Isola. Capo<br />
Testa, pochi chilometri a nord–ovest da Santa Teresa<br />
Gallura, è assolutamente impraticabile quando soffia<br />
il maestrale, anche se alcune insenature riparate dal<br />
vento di nord–ovest, come Rena di Ponente, permettono<br />
di godere di uno scorcio senza pari. Il Capo si raggiunge<br />
da una stradina alla sinistra di Santa Teresa,<br />
cinque chilometri in tutto, attraverso un sottile istmo.<br />
Il sentiero termina in un piccolo spiazzo, da cui si<br />
può accedere al panoramico faro. Improvvisamente,<br />
dall’agglomerato di case della località turistica, il paesaggio<br />
si trasforma: massi enormi dappertutto, che<br />
sembrano scesi dal cielo come in una tempesta di me-<br />
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Fotografie di Gianmario Pedroni