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L'universo intorno a noi Massimo Capaccioli - News

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prevalentemente al disco galattico e sono relativamente giovani<br />

(hanno al massimo 5 miliardi di anni), mentre quelle di Popolazione<br />

II sono molto più antiche. Esse appartengono alla componente sferoidale<br />

della Galassia, costituita dal bulge centrale e dall'alone: un<br />

enorme sfera di stelle che si estende per oltre 60,000 anni luce.<br />

Nell'alone troviamo anche gli ammassi globulari che, come dice il<br />

nome, sono strutture pressoché sferiche contenenti da alcune decine<br />

e parecchi di migliaia di stelle. Questi sistemi possono essere<br />

anche molto antichi: la loro estrema compattezza li ha difesi dall'azione<br />

disgregatrice della marea galattica che tende a sciogliere<br />

tutti gli assembramenti. Si tratta dunque di insiemi di stelle coeve,<br />

molto vecchie e di massa diversa, su cui, come faceva il nostro<br />

moscerino di qualche pagina addietro, studiare gli effetti dell'evoluzione.<br />

Ritorniamo ora al disco galattico. A differenza di ciò che<br />

accade nello sferoide, oltre alle stelle il disco galattico (Figura 7)<br />

contiene anche una frazione non trascurabile di mezzo interstellare<br />

(circa il 10% della massa totale):<br />

una mistura di gas, prevalentemente<br />

idrogeno nei suoi tre stati (ionizzato,<br />

neutro e molecolare), e polveri.<br />

Il mezzo interstellare non è<br />

uniforme ma, a causa delle complesse<br />

interazioni tra materia, gravità<br />

e campi magnetici galattici,<br />

tende ad addensarsi in "nubi molecolari".<br />

Si tratta di strutture enormi,<br />

estese anche 1000 anni luce e<br />

con masse di oltre un milione di<br />

Soli, che sono visibili nel radio, a<br />

lunghezze d'onda centimetriche e<br />

Figura 8: la Nebulosa di Orione (Messier 42)<br />

fotografata dalla Wide-Field Camera del<br />

telescopio di 2.2 m dell'MPI-ESO, a La Silla,<br />

Cile. Si tratta di una nube di gas dove nel<br />

recente passato (ultimi 10 milioni d'anni) si<br />

sono formate decine di migliaia di stelle.<br />

Dista 1500 anni luce. (copyright ESO)<br />

millimetriche, grazie alle emissioni molecolari. La grande quantità<br />

di polveri presenti scherma infatti l'interno delle nubi dalla radiazione<br />

ultravioletta emessa dalle stelle vicine e permette l'aggregazione<br />

degli atomi in molecole complesse.<br />

Ad oggi sono state rivelate<br />

le firme di oltre 60 molecole,<br />

alcune delle quali sono tra i mattoni<br />

fondamentali degli amminoacidi.<br />

In condizioni normali,<br />

una nube molecolare è stabile,<br />

cioè ha temperatura e pressione<br />

tali da contrastare efficacemente<br />

la spinta gravitazionale. Basta<br />

però una qualsiasi perturbazione,<br />

ad esempio la collisione con<br />

Figura 9: stelle neonate che emergono da sac-<br />

un'altra nube o l'esplosione di che di gas interstellare chiamate globuli gassosi<br />

in evaporazione (EGG), nella Nebulosa<br />

una supernova nelle immediate dell'Aquila, a 7,000 anni luce dalla Terra nella<br />

costellazione del Serpente. Gli EGG si trovano in<br />

vicinanze, per renderla instabile cima a giganteschi pilastri di gas freddo e polveri,<br />

estesi per anni luce, che a loro volta protru-<br />

e avviare un processo catastrofidono<br />

da una vasta nube di idrogeno molecolare.<br />

co di collasso gravitazionale che, Dentro queste torri gassose la densità è tale da<br />

portare al collasso e alla formazione di nuove<br />

in alcuni milioni di anni, può por- stelle. (copyright HST-NASA)<br />

tare alla completa conversione di una nube in un ammasso stellare.<br />

A questo processo sono associate alcune delle più seducenti fenomenologie<br />

(Figure 8, 9 e 10) che è possibile osservare nei cieli, ed è<br />

dunque opportuno dilungarsi nella loro descrizione.<br />

Quando la nube diviene instabile, cioè quando le perturbazioni<br />

gravitazionali prevalgono sull'effetto "sedativo" della pressione,<br />

questa si frammenta in protonubi di forma rozzamente sferica che,<br />

contraendosi, ruotano sempre più velocemente per effetto della già<br />

menzionata conservazione del momento angolare. Sappiamo anche<br />

che una parte dell'energia potenziale rilasciata durante la contrazio-<br />

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