L'universo intorno a noi Massimo Capaccioli - News
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a 21. Per contro, dei pianeti interni solo la Terra ha un satellite<br />
importante, anzi davvero considerevole in rapporto al primario.<br />
Marte ha due satelliti di modestissime dimensioni, poco più che due<br />
sassi, Venere nessuno.<br />
Come si è detto, il Sistema Solare accoglie anche una miriade<br />
di corpi minori. Il più grande di questi è Cerere, scoperto dall'astronomo<br />
Giuseppe Piazzi alla Specola di Palermo la notte del 1<br />
gennaio 1801. Cerere è il capostipite di alcune decine di migliaia di<br />
oggetti con diametri compresi tra le poche centinaia di chilometri ed<br />
alcune decine di metri che prendono il nome di asteroidi (Figura 4).<br />
Essi occupano<br />
per lo più la<br />
fascia di spazio<br />
compresa tra le<br />
orbite di Marte e<br />
Giove. La loro<br />
"levità" li ha resi<br />
vittime delle<br />
prepotenze gravitazionali<br />
dei<br />
corpi maggiori,<br />
per cui non è<br />
Figura 4: emisfero meridionale dell'asteroide Eros, fotografato dal veicolo<br />
spaziale della NASA denominato NEAR (Near Earth Asteroid raro che gli<br />
Rendezvous) Shoemaker, che il 12 febbraio 2001 è addirittura atterrato<br />
sul piccolo corpo, non più grande della città di Roma.<br />
asteroidi abbia-<br />
(copyright NASA)<br />
no orbite molto<br />
allungate e/o molto inclinate. Un'altra famiglia di corpi minori si<br />
trova oltre l'orbita di Nettuno e forma la fascia di Edgeworth-Kuiper.<br />
Si stima che questo gruppo di oggetti, estremamente difficili da<br />
osservare in quanto la distanza dal Sole li rende molto poco luminosi,<br />
sia costituito da circa un miliardo di individui. Ancora più esterna<br />
è la nube di Oort, così chiamata in onore del grande astrofisico olan-<br />
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dese del Novecento: una<br />
distribuzione di forma<br />
approssimativamente sferica<br />
di circa un trilione di quelli<br />
che vengono comunemente<br />
chiamati nuclei cometari. Si<br />
tratta di corpi al più grandi<br />
come l'Everest, costituiti<br />
preferenzialmente da ghiaccio<br />
d'acqua e ricoperti da un<br />
sottile strato di detriti di<br />
materiale carbonaceo.<br />
Figura 5: immagine composita della cometa Borrelly<br />
Simulazioni numeriche che mostra il nucleo, che ha un diametro di 8 km, i<br />
getti di polvere che da esso fuoriescono e la chioma<br />
mostrano che la nube ha un di polveri e gas che lo circonda. Getti e chioma sono<br />
in falsi colori. Le immagini sono state prese dalla<br />
diametro di un anno luce sonda Deep Space 1 quand'era a 4,800 km dalla cometa.(copyright<br />
NASA)<br />
circa, il che la rende soggetta<br />
ad eventuali perturbazioni gravitazionali esercitate da stelle vicine<br />
al Sole. La conseguenza è che di tanto in tanto un oggetto della<br />
nube venga lanciato verso le regioni interne del Sistema Solare. Si<br />
origina così uno dei fenomeni più appariscenti e spettacolari osservabili<br />
ad occhio nudo: le comete (Figura 5). Questi modesti agglomerati<br />
di materia primordiale, tenuti insieme da ghiacci d'acqua e di<br />
CO2, sarebbero del tutto invisibili se, per effetto del vento solare,<br />
non sviluppassero una chioma e una o due code (in funzione del<br />
campo magnetico interplanetario) costituite per lo più di polveri. La<br />
diffusione della luce del Sole fa il resto. L'importanza delle comete<br />
come depositarie dell'antica ricetta del materiale che ha dato origine<br />
al Sistema Solare è tale che le Agenzie Spaziali americana (NASA)<br />
ed europea (ESA) hanno dedicato loro missioni importanti, che prevedono<br />
un test violento tramite l'urto di un proiettile grande come<br />
una lavatrice e addirittura l'atterraggio morbido di un lander.<br />
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