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L'universo intorno a noi Massimo Capaccioli - News

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ne fugge via in forma di radiazione e che l'altra parte va ad aumentare<br />

la temperatura delle regioni centrali della protonube. Il riscaldamento<br />

è tanto maggiore quanto più opaco è il materiale protostellare:<br />

a trattenere i fotoni ci pensano gli elettroni liberati dagli atomi<br />

per ionizzazione. Tralasciando i dettagli del processo, che vedremo<br />

nel seguito di questo corso, per il momento accontentiamoci di sapere<br />

che, se la massa della protonube è sufficientemente elevata,<br />

nelle sue regioni centrali si raggiungono ben presto le temperature<br />

necessarie ad assicurare l'innesco delle prime reazioni nucleari: il<br />

bruciamento del litio e poi, a T 1.6 10 7 K, quella conversione di 4<br />

nuclei di idrogeno in elio che oggi sappiamo essere la principale<br />

fonte di energia stellare. Quest'ultima reazione è talmente efficiente<br />

da arrestare il collasso ed assicurare stabilità alla stella per un<br />

periodo di tempo molto lungo. Nel caso del Sole, ad esempio, ci si<br />

aspetta che il bruciamento di idrogeno in elio, già in corso da 4.5<br />

miliardi di anni, duri sostanzialmente immutato per altrettanto<br />

tempo. Vedremo poi quali sono le equazioni dell'equilibrio di un edificio<br />

stellare, come la stella sappia naturalmente raggiungere e<br />

mantenere questo perfetto equilibrio, come sia la massa il principale<br />

parametro che governa la struttura stellare, e la composizione<br />

chimica il parametro secondario più importante, assieme alla rotazione.<br />

Scopriremo anche che il meccanismo con cui la radiazione si<br />

trasferisce dal centro alla periferia è l'irraggiamento, coadiuvato<br />

dalla convezione, cioè da moti ascendenti di bolle calde e discendenti<br />

di bolle fredde, quando l'energia prodotta è troppa per essere<br />

smaltita dai soli fotoni o quando se n'è accumulata troppa per un<br />

eccesso di opacità. Impareremo che nel piano della temperatura T e<br />

della luminosità totale L le stelle neonate si dispongono lungo una<br />

curva detta Sequenza Principale, costruita empiricamente dal danese<br />

Ejnar Hertzsprung e dall'americano Henry Norris Russell all'avvio<br />

del Novecento (ragion per cui il piano logT - logL prende anche il<br />

nome di diagramma HR): gli astri più luminosi essendo più caldi e<br />

dunque più blu, quelli più fiochi men caldi e più rossi. Il diagramma<br />

HR ci sarà di grande aiuto per affrontare un secondo, più difficile<br />

aspetto della fisica stellare: quello riguardante l'evoluzione. Infatti,<br />

sebbene le stelle vivano a lungo, e tanto più a lungo quanto minore<br />

e la loro massa, prima o poi devono restare senza carburante e dunque<br />

adattarsi a una nuova condizione.<br />

Torniamo per un momento al processo di formazione. Nel<br />

corso della contrazione, pur essendo molto luminosa, la protostella<br />

è circondata da uno spesso inviluppo, una sorta di placenta di gas e<br />

polveri che assorbono la<br />

radiazione prodotta e, essendo<br />

relativamente freddi, la<br />

riemettono nell'infrarosso<br />

lontano. Recenti osservazioni<br />

ottenute con i satelliti IRAS e<br />

ISO, e con il più moderno<br />

Spitzer, hanno permesso di<br />

scoprire molte di queste stelle<br />

in gestazione che ci appaiono<br />

come dei bozzoli di<br />

forma irregolare. Quando si<br />

Figura 10: La Nebulosa Omega (M17), una struttura innescano le reazioni nuclea-<br />

giovanissima alla distanza di 7000 anni luce, prossima ri, la pressione della radia-<br />

ad un ammasso di stelle massicce e luminosissime che<br />

la provvedono di energia ultravioletta. (copyright ESO)<br />

zione emessa rimuove il bozzolo<br />

di gas e polveri (Figura 11) dando origine a due fenomeni diversi<br />

ma ugualmente spettacolari: le regioni HII (Figura 8) e le nebulose<br />

a riflessione. Le prime sono prodotte in una fase iniziale della<br />

dispersione della placenta, e sono dovute al fatto che i fotoni UV<br />

emessi dalla stella neonata ionizzano l'idrogeno e altri elementi presenti<br />

nel mezzo interstellare. Gli ioni, ricombinandosi con gli elettroni<br />

liberi, producono un'intensa emissione concentrata <strong>intorno</strong> a<br />

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