L'universo intorno a noi Massimo Capaccioli - News

-Come valuterebbe la sua preparazione confrontandola con quella
dei colleghi che ha incontrato durante i suoi soggiorni all'estero?
Come in tutte le cose, ci sono dei pro e dei contro. I primi sono sicuramente
da cercare nella migliore impostazione metodologica ed in
un maggiore bagaglio di conoscenze di fisica di base. Mentre dei contro
fa sicuramente parte quanto ho già detto, cioè una minore preparazione
specialistica e, soprattutto, la mancanza di opportunità (a
livello nazionale) di far pratica sin dai primi anni di studio all'interno
di piccoli progetti di ricerca. All'estero, ciò viene perseguito tramite
la partecipazione ai cosiddetti "summer program" o attraverso
specifici programmi attivati nell'ambito degli stessi atenei.
- Ritieni che la laurea in Fisica abbia una valenza anche per il mondo
del lavoro non accademico?
Si. Sicuramente. Sia per quella capacità di impostare e risolvere in
modo corretto i problemi di cui si è già detto, sia per il bagaglio di
conoscenze tecnologicamente avanzate che ess offre. Va però detto
che l'Università dovrebbe impegnarsi di più per far sì che le aziende
tengano in maggior conto tale tipo di preparazione.
- Quali sono i tre aspetti che lei ama di più del suo lavoro?
Innanzitutto, la libertà di scegliere le cose su cui lavorare e di organizzarmi
il lavoro senza prevaricazioni e senza condizionamenti. In
secondo luogo la possibilità di lavorare in stretto contatto con persone
di altri paesi e di avere collaborazioni internazionali e, infine,
la speranza e la sensazione di stare contribuendo a realizzare un
qualcosa di utile per me, in quanto mi consente di ampliare il mio
bagaglio di conoscenze, e per la società in genere, in quanto sono
profondamente convinto che una società moderna ha bisogno di
avere un gran numero di persone altamente specializzate ed in grado
di far fronte alle sfide poste da un mondo sempre più controllato e
regolato dalla tecnologia e dalla scienza.
- Quali sono i tre aspetti del suo lavoro che le piacciono di meno?
Anche a sforzarmi, ne trovo solo due. La scarsa considerazione che
la società contemporanea sembra avere del lavoro intellettuale e le
enormi difficoltà che si incontrano nel reperire finanziamenti adeguati
a sostenere i costi dei una ricerca di punta. In ogni caso rifarei
la mia scelta senz'alcun dubbio.
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