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Lino Rossi Partigiano Cristiano - Associazione Partigiani Cristiani

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LA TESTIMONIANZA DEL DOTT. ANGELO MENICUCCI<br />

In una lettera dell’11 marzo 1975 indirizzata a <strong>Lino</strong> <strong>Rossi</strong>, ricostruisce i<br />

delicati momenti dell’opposizione al nazifascismo il dott. Angelo Menicucci. Il<br />

documento è importante perché indica le fasi che portarono alla costituzione del<br />

C.L.N. ciociaro, riconoscendo all’interno del Comitato un ruolo di preminenza ai<br />

cattolici. Assegna, inoltre, un ruolo importante nella storia del movimento proprio<br />

a <strong>Lino</strong> <strong>Rossi</strong>.<br />

Così scrisse il dott. Menicucci:<br />

“Carissimo <strong>Lino</strong>, mi chiedi di ricordare e riassumere le fasi attraverso le quali si<br />

realizzò in Ciociaria nel 1943 e 1944 il nostro movimento clandestino di<br />

liberazione. te lo riassumo brevemente, sulla sola scorta dei miei ricordi personali,<br />

non disponendo più di alcun documento di quel periodo.<br />

Una prima fase, dall’ottobre 1943 al gennaio 1944, fu caratterizzata dal sorgere<br />

spontaneo di un movimento del tutto autonomo; dovuto soprattutto all’esigenza di<br />

non poter rimanere del tutto inattivi e passivi dinanzi alla drammatica e tragica<br />

situazione determinatasi in dipendenza dei fatti successivi all’8 settembre.<br />

Esigenza avvertita vivamente soprattutto fra i giovani (e qui non posso non<br />

ricordare, in particolare, oltre a te, il prof. Francesco Marinucci, don Pietrino Di<br />

Fabio, allora seminarista, e Carlo Costantini), efficacemente incoraggiati e<br />

sostenuti da esponenti ecclesiastici, in primo luogo dal Vescovo di Alatri, Mons.<br />

Facchini.<br />

Privi in questa prima fase, come è ovvio, di qualsiasi collegamento fuori zona, ci<br />

definimmo e presentammo quale “Movimento Ciociaro di Liberazione”, come fu<br />

anche precisato nel sottotitolo del nostro ciclostilato clandestino, cui demmo<br />

significativamente il titolo di “Libertà!”.<br />

La seconda fase, dinanzi al protrarsi contro ogni aspettativa della situazione<br />

militare sul fronte di Cassino, fu determinata sia dai contatti (piuttosto saltuari ed<br />

incerti, naturalmente) con gli amici di Roma (e in particolare con l’on. Angelucci e

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