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Richiami sulla teoria della piezoelettricità. Materiali ceramici ...

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Scuola di Dottorato in<br />

Ingegneria Industriale<br />

Indirizzo<br />

INGEGNERIA ELETTROTECNICA<br />

<strong>Materiali</strong> magnetici e piezoelettrici: attuali<br />

sviluppi e applicazioni<br />

(prof. G. Marchesi)<br />

Parte III<br />

<strong>Richiami</strong> <strong>sulla</strong> <strong>teoria</strong> <strong>della</strong> <strong>piezoelettricità</strong><br />

<strong>Materiali</strong> <strong>ceramici</strong> piezoelettrici


3.1 <strong>Materiali</strong> <strong>ceramici</strong><br />

Generalità - 1<br />

I materiali solidi possono essere classificati in tre categorie: metalli,<br />

materiali organici (materie plastiche), materiali inorganici.<br />

Solidi inorganici: possono essere suddivisi in vetri, cristalli e ceramiche<br />

a seconda <strong>della</strong> struttura microscopica e macroscopica.<br />

Vetri struttura amorfa<br />

Cristalli struttura interna ben ordinata<br />

Ceramiche aggregati di cristalliti -piccoli monocristalli di dimensioni<br />

inferiori a 100 m- legate assieme in modo da formare un solido.<br />

Le cristalliti possiedono una struttura interna ordinata; tuttavia la loro<br />

orientazione casuale, prodotta durante le operazioni di sinterizzazione,<br />

conferisce alla ceramica caratteristiche di isotropia.<br />

Modifica del carattere isotropo: mediante tecniche impiegate durante le<br />

operazioni di sinterizzazione o di raffreddamento a temperatura ambiente.<br />

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3.1 <strong>Materiali</strong> <strong>ceramici</strong><br />

Generalità - 2<br />

L’inclusione dei materiali <strong>ceramici</strong><br />

piezoelettrici nella categoria dei<br />

ferroelettrici non è rigorosa in quanto è<br />

la <strong>piezoelettricità</strong> il fenomeno più diffuso.<br />

Comunemente il termine ferroelettrico<br />

(polarizzazione in assenza di campo elettrico)<br />

tende a essere onnicomprensivo, dal<br />

momento che sono ferroelettriche la<br />

maggior parte delle ceramiche che<br />

presentano proprietà piezoelettriche,<br />

piroelettriche (dipendenza <strong>della</strong><br />

polarizzazione spontanea dalla temperatura)<br />

ed elettroottiche (variazione delle<br />

proprietà ottiche -indici di assorbimento e di<br />

rifrazione- con il campo elettrico).<br />

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<strong>Materiali</strong> <strong>ceramici</strong> e relative sottoclassi<br />

in relazione all’insieme dei solidi<br />

inorganici non metallici<br />

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3.2 Piezoelettricità e ferroelettricità nelle ceramiche<br />

Generalità - 1<br />

La <strong>piezoelettricità</strong> (elettricità da pressione) è una proprietà posseduta da<br />

un ben definito gruppo di materiali.<br />

Due sono gli effetti che si manifestano nella <strong>piezoelettricità</strong>:<br />

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l’effetto diretto è il fenomeno in cui la carica elettrica -vale a dire<br />

la polarizzazione- è generata da una sollecitazione meccanica;<br />

l’effetto inverso è associato al movimento meccanico generato<br />

dall’applicazione di un campo elettrico.<br />

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3.2 Piezoelettricità e ferroelettricità nelle ceramiche<br />

Generalità - 2<br />

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3.2 Piezoelettricità e ferroelettricità nelle ceramiche<br />

Generalità - 3<br />

Cristallo: ha una composizione chimica ben definita ed è costituito da ioni<br />

che occupano posizioni ben definite in una struttura ripetitiva del cristallo<br />

stesso.<br />

La specifica simmetria <strong>della</strong> cella unitaria determina la possibilità di<br />

comparsa o meno <strong>della</strong> <strong>piezoelettricità</strong> nel cristallo.<br />

La simmetria <strong>della</strong> struttura interna del cristallo si riflette in una simmetria<br />

delle proprietà esterne.<br />

Elementi di simmetria utilizzati in cristallografia per definire la simmetria<br />

rispetto ad un punto nello spazio (ad esempio il centro di una cella<br />

unitaria):<br />

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a) un centro di simmetria<br />

b) assi di rotazione<br />

c) piani di riflessione<br />

d) Combinazioni di questi<br />

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3.2 Piezoelettricità e ferroelettricità nelle ceramiche<br />

Generalità - 4<br />

Ricorrendo a questi elementi di simmetria<br />

tutti i cristalli possono essere suddivisi in<br />

32 diverse classi.<br />

Queste 32 classi sono considerate come<br />

suddivisione di 7 sistemi che sono, in<br />

ordine di crescente simmetria, triclino,<br />

monoclino, ortorombico, tetragonale,<br />

romboedrico, esagonale e cubico.<br />

Di queste 32 classi cristalline 20 hanno<br />

proprietà piezoelettriche ed ogni sistema<br />

cristallino contiene almeno una classe di<br />

cristalli piezoelettrici.<br />

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3.2 Piezoelettricità e ferroelettricità nelle ceramiche<br />

Generalità - 5<br />

L’assenza di un centro di simmetria è fondamentale per l’esistenza <strong>della</strong><br />

<strong>piezoelettricità</strong>.<br />

Infatti una sollecitazione uniforme è centrosimmetrica e può dare luogo<br />

ad un effetto asimmetrico (ad es. polarizzazione elettrica) solo se nel<br />

materiale manca un centro di simmetria lo spostamento relativo degli<br />

ioni positivi e negativi a seguito di una sollecitazione meccanica provoca<br />

la comparsa di un dipolo elettrico (polarizzazione).<br />

Nella <strong>piezoelettricità</strong>, questo effetto è lineare e reversibile: il segno<br />

<strong>della</strong> carica dipende dal tipo di sollecitazione (ad esempio trazione o<br />

compressione).<br />

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3.2 Piezoelettricità e ferroelettricità nelle ceramiche<br />

Generalità - 6<br />

Nella ceramica, costituita da piccolissime cristalliti piezoelettriche ad<br />

orientazione casuale, la situazione è diversa da quella di un cristallo.<br />

L’orientazione casuale fa sì che la ceramica nel suo complesso non sia<br />

attiva, con alcun effetto piezoelettrico riscontrabile finchè non si polarizzi<br />

la ceramica come un’unica entità.<br />

In presenza di cristalliti piezoelettriche questo è possibile solo attraverso<br />

particolari tecniche, come ad esempio l’estrusione, fabbricazione ad alta<br />

temperatura oppure ricristallizzazione di tipo direzionale che orienta le<br />

cristalliti durante il processo di fabbricazione.<br />

Un metodo molto più semplice, chiamato poling (polarizzazione), è<br />

comunemente impiegato ma richiede composizioni speciali che non sono<br />

solo piezoelettriche ma anche ferroelettriche.<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 1<br />

Le proprietà piezoelettriche sono descritte tramite i parametri:<br />

D spostamento elettrico [C/m 2 ]<br />

E campo elettrico [V/m]<br />

T sollecitazione meccanica [N/m 2 ]<br />

S deformazione (variaz. di dimensione per unità di lunghezza) [adimensionale]<br />

Relazioni fondamentali nella forma più generale:<br />

D= d T + T E (effetto diretto)<br />

S= s E T + d E (effetto inverso)<br />

d: coefficiente piezoelettrico, s E : cedevolezza meccanica (inverso <strong>della</strong><br />

rigidezza) a campo elettrico costante [m 2 /N]; T : permittività dielettrica a<br />

sollecitazione meccanica costante.<br />

Entrambe queste equazioni, in forma matriciale, costituiscono un sistema<br />

di equazioni che correla queste proprietà alle differenti direzioni del<br />

materiali.<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 2<br />

Nello studio delle proprietà dei piezoelettrici<br />

<strong>ceramici</strong> si utilizzano coefficienti<br />

standardizzati (si tratta di tensori,<br />

dipendenti da temperatura, pressione,<br />

campo elettrico) ed un sistema di assi<br />

riferito all’asse di polarizzazione.<br />

L'asse 3 coincide con la direzione <strong>della</strong><br />

polarizzazione, le direzioni a questa<br />

ortogonali sono rappresentate dagli assi<br />

1 e 2; con 4, 5, 6 si indicano i piani di<br />

taglio.<br />

I coefficienti hanno doppi pedici (ad esempio d 11)<br />

Il primo pedice si riferisce alla tensione applicata o alla carica prodotta, il<br />

secondo pedice è relativo alla direzione <strong>della</strong> sollecitazione meccanica<br />

applicata o <strong>della</strong> deformazione prodotta.<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 3<br />

Coefficiente piezoelettrico di deformazione d<br />

Effetto piezoelettrico inverso: rapporto fra la deformazione meccanica<br />

prodotta e il campo elettrico applicato:<br />

d<br />

deformazione<br />

sviluppata<br />

campo elettrico applicato<br />

[ m / m]<br />

[ V / m]<br />

Alti valori del coefficiente d si riferiscono a grandi spostamenti meccanici,<br />

che sono ricercati nei trasduttori.<br />

Effetto piezoelettrico diretto: rapporto fra la carica raccolta sugli elettrodi<br />

e la sollecitazione meccanica applicata:<br />

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d<br />

densità di carica di corto circuito<br />

sollecitazione<br />

meccanica applicata<br />

[ m]<br />

[ V ]<br />

2<br />

[ C / m ]<br />

2<br />

[ N / m ]<br />

[ m]<br />

[ V ]<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 4<br />

Coefficienti d differenti a seconda del tipo di deformazione:<br />

d 33 (d diretto) quando la forza è diretta l’ungo l’asse 3, asse di<br />

polarizzazione; la forza è impressa <strong>sulla</strong> stessa superficie su cui è raccolta<br />

la carica, la sollecitazione è parallela al momento di dipolo aumento<br />

<strong>della</strong> polarizzazione spontanea lungo l’asse 3 (a).<br />

d 31 (d trasversale) quando la forza è diretta lungo l’asse 1, perpendicolare<br />

alla carica che viene raccolta <strong>sulla</strong> superficie 3 (b).<br />

d 14 (d di taglio) quando la forza applicata è di taglio e la carica viene<br />

raccolta <strong>sulla</strong> superficie 1 (c).<br />

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(a) (b) (c)<br />

Relazione tra forza e carica elettrica per diversi modi di vibrazione dei<br />

cristalli piezoelettrici (P: vettore polarizzazione)<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 5<br />

Coefficiente piezoelettrico di tensione g<br />

Effetto piezoelettrico diretto: rapporto fra il campo elettrico prodotto a<br />

circuito aperto e la sollecitazione meccanica<br />

g<br />

g<br />

campo elettrico a circuito aperto<br />

sollecitazione<br />

meccanica applicata<br />

deformazione<br />

sviluppata<br />

densità di carica applicata<br />

[ m / m]<br />

2<br />

[ C / m ]<br />

[ V / m]<br />

2<br />

[ N / m ]<br />

2<br />

[ m ]<br />

[ C]<br />

2<br />

[ m ]<br />

[ C]<br />

Indica la sensibilità del materiale alla <strong>piezoelettricità</strong>, che deve essere<br />

sufficientemente elevata in modo da poter rilevare il segnale generato.<br />

Elevati valori di g sono richiesti nei materiali utilizzati allo scopo di<br />

produrre tensioni elettriche in conseguenza di pressione meccanica, ad<br />

esempio negli accendigas oppure nei riproduttori acustici.<br />

Effetto piezoelettrico inverso: rapporto fra la deformazione sviluppata e la<br />

densità di carica applicata:<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 6<br />

Coefficienti g differenti a seconda del tipo di deformazione:<br />

g 33 (g diretto) quando il campo elettrico e la sollecitazione meccanica<br />

sono entrambi lungo la direzione di polarizzazione;<br />

g 31 (g trasversale) quando la forza è diretta lungo l’asse 1, tale forza è<br />

perpendicolare alla tensione, che si sviluppa invece sull’asse di<br />

polarizzazione;<br />

g 14 (g di taglio) quando la forza applicata è di taglio, e la tensione<br />

risultante è invece sul primo asse.<br />

Importante relazione che lega i coefficienti piezoelettrici:<br />

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g<br />

d<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 7<br />

Coefficiente di accoppiamento elettromeccanico k<br />

Indice <strong>della</strong> conversione di energia da elettrica a meccanica o viceversa<br />

efficienza del dispositivo piezoelettrico.<br />

Rapporto fra energie adimensionale<br />

I pedici del coefficiente rappresentano le direzioni del campo elettrico e<br />

delle sollecitazioni meccaniche.<br />

Effetto piezoelettrico diretto:<br />

k<br />

energia elettrica accumulata<br />

energia meccanica fornita<br />

Effetto piezoelettrico inverso:<br />

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k<br />

energia meccanica accumulata<br />

energia elettrica fornita<br />

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Utilizzando i pedici relativi al sistema di riferimento:<br />

k 33 (k longitudinale)<br />

k 31 (k trasversale)<br />

3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 8<br />

k p (k planare o radiale) viene utilizzato solo per dischi molto sottili<br />

Il fattore di accoppiamento definisce la larghezza di banda per filtri e<br />

trasduttori.<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 9<br />

Permittività relativa ε r<br />

La relazione tra ε r , d e g mostra che una elevata permittività fa diminuire<br />

il coefficiente di tensione g e quindi la sensibilità del piezoelettrico:<br />

Temperatura di Curie<br />

g<br />

ij<br />

r<br />

dij<br />

0<br />

Temperatura critica al di sopra <strong>della</strong> quale la struttura di un cristallo<br />

cambia da una forma non simmetrica (piezoelettrica), ad una forma<br />

simmetrica (non piezoelettrica).<br />

La temperatura elevata attiva i processi di invecchiamento termico e<br />

modifica notevolmente i valori dei coefficienti elettromeccanici.<br />

In pratica: temperatura di lavoro inferiore a circa la metà <strong>della</strong><br />

temperatura di Curie.<br />

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Modulo di Young Y<br />

3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 10<br />

Esprime il rapporto tra la forza per unità di superficie (sforzo), ed il<br />

cambiamento di lunghezza per unità di lunghezza (deformazione).<br />

sforzo<br />

deformazio ne<br />

2<br />

[ N / m ]<br />

[ m / m]<br />

Poiché la sollecitazione del piezoceramico produce un campo elettrico, che<br />

si oppone allo sforzo risultante, il modulo di Young è maggiore con<br />

elettrodi a circuito aperto rispetto ad elettrodi cortocircuitati.<br />

Inoltre la deformazione può variare in relazione alla direzione secondo la<br />

quale è applicato lo sforzo (anisotropia).<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 11<br />

Costante di frequenza N<br />

Prodotto fra la frequenza di risonanza fr e la dimensione lineare r del<br />

materiale che regola la risonanza (diametro, lunghezza, spessore).<br />

c<br />

[ Hz]<br />

[ m]<br />

[ m/<br />

s]<br />

2<br />

Utilizzata per conoscere la velocità del suono c in un cristallo.<br />

c è diversa per ogni modo vibrazionale quando il piezoceramico è<br />

eccitato in maniera tale che un solo modo sia in risonanza.<br />

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fr r <br />

<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 12<br />

Velocità di invecchiamento<br />

La polarizzazione di un ceramico si riduce gradualmente col tempo e la<br />

velocità di invecchiamento esprime la tendenza del ceramico a tornare<br />

nel suo stato originario, prima <strong>della</strong> polarizzazione. Questo fenomeno può<br />

essere attribuito al rilassamento del materiale.<br />

La dipendenza dal tempo non è lineare.<br />

Valori di tipici di invecchiamento per ogni decina di anni:<br />

fattore di accoppiamento elettromeccanico -0,2 ÷ -2,3 %<br />

permittività -0,6 ÷ -5,8 %<br />

frequenza di risonanza +0,8 ÷ +1,5 %<br />

Il processo può essere interrotto mediante ripolarizzazione.<br />

Il processo può essere accelerato sottoponendo la ceramica:<br />

1 - ad un campo elettrico di depolarizzazione di elevata intensità,<br />

2 - a temperature prossime a quella di Curie,<br />

3 - a sforzi meccanici elevati,<br />

4 - a combinazioni di questi fattori.<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 13<br />

Le proprietà esaminate possono essere raggiunte in una ceramica<br />

piezoelettrica che in realtà è un materiale ceramico ferroelettrico<br />

polarizzato.<br />

Nei ferroelettrici i dipoli elettrici si allineano e si raggruppano in domini<br />

per minimizzare l’energia elettrostatica.<br />

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(a) carica superficiale associata alla polarizzazione spontanea<br />

(b) formazione di domini a 180° per minimizzare l’energia elettrostatica<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 14<br />

E’ necessario polarizzare la ceramica durante o dopo la fabbricazione in<br />

modo da renderla attiva.<br />

Uno dei metodi è chiamato “poling” che consiste nel polarizzare la<br />

ceramica (ferroelettrica) mediante un campo elettrico.<br />

Tramite elettrodi applicati al materiale i dipoli entro ogni singola cristallite<br />

sono riorientati ed allineati nella direzione del campo elettrico.<br />

Si determina una piccola espansione del materiale lungo l’asse di<br />

polarizzazione, parallelo al campo elettrico, ed una contrazione nelle due<br />

direzioni ad esso perpendicolari.<br />

Importante per le proprietà risultanti è l’intensità del campo elettrico di<br />

polarizzazione, spesso in combinazione con la temperatura.<br />

Nella realtà l’allineamento non è mai completo ma dipende dalla struttura<br />

cristallina del materiale in esame: l’efficacia <strong>della</strong> polarizzazione può<br />

essere comunque alta, potendo variare dall’83% nella fase tetragonale al<br />

91% nella fase ortorombica.<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 15<br />

Dipoli elettrici nei domini di Weiss:<br />

(1) ceramica ferroelettrica non polarizzata;<br />

ceramica piezoelettrica (2) durante e (3) dopo il poling.<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Parametri e relazioni fondamentali - 16<br />

Poling di una ceramica bidimensionale:<br />

(a) materiale non orientato<br />

(b) orientato mediante variazioni dei<br />

domini a 180°<br />

(c) orientato mediante variazioni dei<br />

domini a 180° e a 90°<br />

(d) disorientato mediante sollecitazione<br />

meccanica<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Proprietà elettromeccaniche: deformazioni - 1<br />

Il risultato dell’applicazione di un campo elettrico variabile ad un dischetto<br />

od ad una piastrina <strong>ceramici</strong> polarizzati e dotati di elettrodi è il<br />

cambiamento delle dimensioni fisiche.<br />

Per le ceramiche è indispensabile conoscere la direzione originale <strong>della</strong><br />

polarizzazione e la direzione del campo elettrico (indicata dagli elettrodi)<br />

allo scopo di predire il movimento del materiale.<br />

Quando ora si va a considerare un cambiamento delle dimensioni<br />

dell’elemento come risultato dell’influenza del campo elettrico, è molto<br />

importante considerare il segno (+ o -) del campo applicato in relazione al<br />

segno del campo di polarizzazione.<br />

Se infatti il segno del campo applicato è il medesimo di quello del campo<br />

di polarizzazione, si verificano un’espansione in quella direzione ed una<br />

contrazione nelle altre direzioni ortogonali.<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Proprietà elettromeccaniche: deformazioni - 2<br />

Tipiche deformazioni meccaniche di<br />

elementi piezoelettrici polarizzati<br />

sottoposti all’azione di un campo<br />

elettrico esterno:<br />

(a) lungo lo spessore (“thickness mode”)<br />

e la lunghezza (“lenght mode”)<br />

(b) radiale<br />

(c) di taglio secondo lo spessore<br />

(“thickness shear”)<br />

(d) di flessione<br />

22/11/2011<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Proprietà elettromeccaniche: deformazioni - 2 bis<br />

N1=Fr D (Hz.m) Radial Mode Disc N4=Fr h (Hz.m) Thickness Mode Disc, Plate<br />

N2=Fr l (Hz.m) Length Mode Plate N5=Fr h (Hz.m) Shear Mode Plate<br />

N3=Fr l (Hz.m) Length Mode Cylinder<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Proprietà elettromeccaniche: deformazioni - 3<br />

Ordine di grandezza delle deformazioni: alcuni m.<br />

Dato che la contrazione è da considerarsi una quantità negativa, il<br />

coefficiente elettromeccanico trasversale che descrive tale tipo di<br />

azione,vale a dire il coefficiente d 31, è negativo mentre il coefficiente<br />

longitudinale è positivo.<br />

Una simile azione si verifica anche in un cilindro molto sottile e cavo con<br />

elettrodi applicati alla due superfici interna ed esterna: sotto l’influenza di<br />

un campo alternato il diametro e la lunghezza aumentano e diminuiscono<br />

ciclicamente.<br />

Deformazioni di taglio possono essere ottenute polarizzando inizialmente<br />

il materiale in una direzione con degli elettrodi provvisori, rimuovendo poi<br />

tali elettrodi ed infine applicando elettrodi permanenti in direzione<br />

ortogonale.<br />

La conseguente applicazione di un campo elettrico dà luogo ad un’azione<br />

di taglio, come indicato nel modo “thickness shear”.<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Proprietà elettromeccaniche: deformazioni - 4<br />

Azione flettente: combinazione di una deformazione secondo lo spessore<br />

e di una secondo la lunghezza.<br />

Due piastrine sono unite assieme e rese attive (polarizzate come indicato<br />

dalla freccia in neretto): una si contrae, l’altra si espande azione<br />

flettente come in un nastro bimetallico.<br />

Tra le piastrine: sottile elettrodo metallico per una distribuzione uniforme<br />

di tensione meccanica/sforzo meccanico ed integrità strutturale.<br />

Rispetto agli altri tipi di deformazione si hanno spostamenti meccanici da<br />

100 a 1000 volte superiori; tuttavia la più elevata deformabilità e la più<br />

bassa resistenza meccanica portano a valori più bassi delle forze che è<br />

possibile generare.<br />

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22/11/2011<br />

3.3 Piezoelettricità<br />

Proprietà elettromeccaniche: deformazioni - 5<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Proprietà elettromeccaniche: deformazioni - 6<br />

Deformazioni assiali<br />

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22/11/2011<br />

3.3 Piezoelettricità<br />

Proprietà elettromeccaniche: deformazioni - 7<br />

Deformazioni a flessione<br />

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3.3 Piezoelettricità<br />

Proprietà elettromeccaniche: risonanza<br />

Ogni piezoceramico ha una sua specifica frequenza elastica di vibrazione,<br />

che è una funzione del materiale e <strong>della</strong> sua forma.<br />

Applicando una tensione alternata al piezoceramico, con una frequenza<br />

uguale a quella di vibrazione, il piezoceramico manifesta una risonanza.<br />

Alla risonanza il coefficiente di accoppiamento elettromeccanico k è<br />

massimo.<br />

I piezo<strong>ceramici</strong> hanno diversi modi di vibrazione (modi risonanti), che<br />

dipendono dalla loro forma e dall’orientamento del campo elettrico.<br />

Ciascuno di questi modi di vibrazione ha frequenze di risonanza e<br />

caratteristiche piezoelettriche diverse e uniche.<br />

La maggior parte dei dispositivi piezoelettrici funzionano sotto la<br />

frequenza di risonanza. Eccezioni: oscillatori al quarzo per il controllo di<br />

frequenza, risonatori <strong>ceramici</strong>, trasformatori piezoelettrici, motori<br />

ultrasonori.<br />

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3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Struttura a Perovskite - 1<br />

La maggior parte dei piezo<strong>ceramici</strong> ( BaTiO 3, PbTiO 3, ecc..) presentano<br />

struttura perovskitica<br />

E’ composta da una cella di tipo cubico: ai vertici è disposto il catione più<br />

grande Pb o Ba , al centro vi è un catione più piccolo Ti o Zr . La struttura<br />

è completata con ioni ossigeno al centro di ogni faccia del cubo.<br />

(a)<br />

(b)<br />

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O<br />

Pb,Ba<br />

Ti x, Zr x<br />

Cella elementare di ceramico piezoelettrico<br />

avente struttura perovskitica:<br />

(a) struttura per T > T curie<br />

(b) struttura per T< T curie<br />

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3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Struttura a Perovskite - 2<br />

Nella maggior parte dei casi la struttura non è esattamente come in<br />

figura, ma lo è con buona approssimazione. Lo stesso minerale <strong>della</strong><br />

perovskite pura (CaTiO 3), infatti, non è perfettamente cubico.<br />

La relazione matematica che descrive la struttura cubica, perovskitica<br />

ideale, è:<br />

t<br />

R<br />

a<br />

R<br />

0<br />

2 R R<br />

b<br />

0<br />

dove Ra, Rb, Ro, indicano rispettivamente il raggio ionico del catione più<br />

grande, più piccolo, e dell’anione;<br />

t = 1 nel caso teorico, mentre nella pratica si ammette una tolleranza,<br />

vengono considerate perovskitiche anche strutture con 0,95 ≤ t ≤1.<br />

22/11/2011<br />

36/77


3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Struttura a Perovskite - 3<br />

Importantissimo fattore di distorsione <strong>della</strong> struttura cubica è la<br />

temperatura. Al di sopra <strong>della</strong> temperatura di Curie il reticolo ha una<br />

struttura cubica, con ottaedri di ossigeno regolarmente organizzati, al<br />

centro dei quali è situato uno ione titanio o zirconio.<br />

Al di sotto <strong>della</strong> temperatura di Curie, la<br />

struttura del reticolo è di tipo romboedrico<br />

e tetragonale in cui lo ione zirconio o<br />

titanio non è più disposto nel centro, ma si<br />

sposta lungo una direzione di spostamento<br />

permessagli.<br />

A causa di questi spostamenti atomici, di<br />

circa 0.1 Å, avviene una separazione di<br />

cariche che produce un dipolo elettrico con<br />

un singolo asse di simmetria.<br />

22/11/2011<br />

T > T curie<br />

T< T curie<br />

O<br />

Pb,Ba<br />

Ti x, Zr x<br />

37/77


3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Diagramma di fase - 1<br />

Le ceramiche PZT (acronimo che identifica la soluzione solida Pb(Ti,Zr)O 3)<br />

sono le più impiegate tra tutte le ceramiche piezoelettriche.<br />

Il diagramma di fase di una ceramica PZT mostra che il limite tra le fasi<br />

tetragonale e romboedrica è pressoché indipendente dalla temperatura.<br />

La fase romboedrica ferroelettrica esiste in due forme, di alta e di bassa<br />

temperatura.<br />

Il cosiddetto limite di cambiamento di<br />

forma <strong>della</strong> fase (“morphotropic phase<br />

boundary” MPB ) mette in evidenza<br />

un brusco cambiamento di struttura<br />

con la composizione, mantenendo<br />

costante la temperatura, in un<br />

intervallo <strong>della</strong> soluzione solida: in un<br />

sistema PZT questo si verifica quando<br />

la composizione è vicina al rapporto<br />

1:1 di PbZrO 3 e PbTiO 3.<br />

22/11/2011<br />

38/77


Per composizioni prossime<br />

all’MPB il fattore di<br />

accoppiamento e la permittività<br />

dielettrica presentano un picco<br />

ed è proprio questa<br />

caratteristica ad essere<br />

sfruttata nelle composizioni in<br />

commercio per la realizzazione<br />

di dispositivi piezoelettrici.<br />

22/11/2011<br />

3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Diagramma di fase - 2<br />

39/77


3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Additivi - 1<br />

Le ceramiche a base di Titanato e Zirconato di Piombo vengono quasi<br />

sempre utilizzate con elementi droganti: questo fatto è giustificato dal<br />

miglioramento di alcune proprietà dei materiali <strong>ceramici</strong> del tipo PZT per<br />

applicazioni specifiche.<br />

Additivi Donatori<br />

Sono droganti che hanno carica superiore a quella degli ioni che essi<br />

sostituiscono. Vengono utilizzati allo scopo di contrastare la naturale<br />

conducibilità di tipo p delle ceramiche PZT e quindi danno luogo ad un<br />

incremento <strong>della</strong> resistività elettrica.<br />

Tipiche applicazioni si hanno nell’area dell’elevata sensibilità, come ad<br />

esempio idrofoni, ricevitori acustici ed altoparlanti.<br />

22/11/2011<br />

40/77


Additivi Accettori<br />

3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Additivi - 2<br />

Sono droganti che hanno carica inferiore a quella degli ioni che essi<br />

rimpiazzano.<br />

Le ceramiche contenenti simili additivi sono caratterizzate da cicli<br />

d’isteresi poco sviluppati, permittività dielettriche di valore più basso,<br />

basse perdite dielettriche, scarsa deformabilità ed invecchiamento<br />

precoce.<br />

Applicazioni tipiche di questi materiali si trovano nei dispositivi ad alta<br />

potenza, come ad esempio sonar e trasduttori ad ultrasuoni.<br />

Additivi Isovalenti<br />

La sostituzione di ioni avviene con ioni aventi la stessa valenza ed<br />

approssimativamente la stessa dimensione.<br />

Gli intervalli di composizione delle soluzioni solide con questi additivi sono<br />

usualmente molto ampi; si riscontrano generalmente un abbassamento<br />

dei punti di Curie ed un incremento delle costanti piezoelettriche.<br />

22/11/2011<br />

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3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Titanato di Bario - 1<br />

Il Titanato di Bario (BaTiO 3) è stato uno dei primi piezo<strong>ceramici</strong> ad<br />

avere ampio utilizzo, grazie agli elevati valori delle costanti piezoelettriche<br />

ed alla stabilità <strong>della</strong> struttura chimica, rispetto a qualsiasi altro materiale<br />

con le medesime proprietà fino ad allora conosciuto.<br />

Ha permittività ε cento volte superiore a quella dei cristalli più comuni.<br />

Le applicazioni che hanno visto l’impiego del Titanato di Bario dopo la<br />

seconda guerra mondiale, sono essenzialmente nel campo <strong>della</strong><br />

generazione di vibrazioni acustiche e degli attuatori.<br />

Ha buona resistenza alla depolarizzazione ed esalta questa proprietà<br />

specie se drogato con il cobalto.<br />

La sostituzione di ioni di Titanio, con ioni di Zirconio o Stagno, innalza le<br />

temperature di transizione tetragonale-ortorombica e ortorombicaromboedrica,<br />

con un miglioramento delle proprietà piezoelettriche.<br />

22/11/2011<br />

42/77


3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Titanato di Bario - 2<br />

Presenta elevate perdite dielettriche dovute principalmente al movimento<br />

delle pareti di dominio, specie se sottoposto a campi elettrici di elevata<br />

intensità. L’introduzione di droganti accettori (ad esempio manganese) ha<br />

lo scopo di inibire i movimenti delle pareti di dominio contenendo così le<br />

perdite dielettriche (per lo meno con campi elettrici di limitata intensità).<br />

Vanno ricordati il Lantanio La 3+ ed il Niobio Nb 5+ , additivi usati con<br />

percentuali di circa 0,5% il cui scopo è quello di non permettere la<br />

crescita delle dimensioni dei grani cristallini aumentando così la<br />

permittività del Titanato di Bario al di sotto <strong>della</strong> temperatura di Curie.<br />

Nonostante tutti questi aspetti positivi, attualmente, al BaTiO 3 vengono<br />

preferiti il Titanato Zirconato di Piombo o il Metaniobato di Piombo aventi<br />

una T curie maggiore (250 °C contro i 120 °C del BaTiO 3) e migliori<br />

proprietà piezoelettriche.<br />

22/11/2011<br />

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3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

PZT - 1<br />

Il Titanato Zirconato di Piombo (Pb(Ti,Zr)O 3) è una soluzione solida<br />

perovskitica, avente il 52-54 % di PbZrO 3 ortorombico ed il 48-46 % di<br />

PbTiO 3 tetragonale. Il confine morfotropico di fase, tra la fase<br />

romboedrica e tetragonale, corrisponde al range di composizione ottimale<br />

in cui, a causa dell’accoppiamento tra due strati energetici equivalenti, le<br />

prestazioni piezoelettriche hanno un picco, quasi verticale.<br />

Per composizioni prossime a questo confine sono disponibili un gran<br />

numero di direzioni di polarizzazione, che portano ad alti valori del<br />

coefficiente di accoppiamento elettromeccanico k e <strong>della</strong> permittività ε.<br />

Anche in questa ceramica si ricercano dei droganti che modifichino le<br />

caratteristiche del prodotto, come meglio richiede l’applicazione in esame.<br />

22/11/2011<br />

44/77


3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

PZT - 2<br />

Tra gli accettori viene utilizzato il Fe 3+ che sostituisce gli ioni di Zirconio<br />

Zr 4+ . Non contribuiscono a riorientare in modo rilevante i domini né<br />

incrementano la permittività dielettrica. Le perdite dielettriche risultano<br />

comunque basse, ma l’invecchiamento è abbastanza rapido.<br />

Gli additivi donatori che drogano il Pb(Ti, Zr)O 3, sono il Niobio Ni 5+ che<br />

sostituisce gli ioni di Zirconio Zr 4+ , ed il Lantanio La 3+ , che rimpiazza il<br />

Piombo Pb 2+ . Simili additivi aumentano la resistività <strong>della</strong> ceramica,<br />

intensificano la riorientazione dei domini, aumentano la permittività<br />

dielettrica, la polarizzazione residua ed i valori dei coefficienti di<br />

accoppiamento, ma aumentano anche le perdite dielettriche.<br />

Gli additivi isovalenti: il Bario Ba 2+ , o lo Stronzio Sr 2+ , che rimpiazzano ioni<br />

di Piombo Pb 2+ , oppure ioni di Stagno Sn 4+ , che sostituiscono quelli di<br />

Zirconio Zr 4+ . Questi additivi tendono ad abbassare la temperatura di<br />

Curie e le perdite dielettriche, mentre si nota un incremento delle costanti<br />

piezoelettriche e dell’invecchiamento.<br />

22/11/2011<br />

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3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Alternative ai PZT - 1<br />

Metaniobato di Piombo (PbNb 2O 6)<br />

Presenta un basso fattore di perdita meccanica, un alto grado di<br />

anisotropia e T curie di circa 400°C.<br />

Trova grande impiego nei trasduttori per apparecchiature di diagnostica<br />

medica e per idrofoni a profonda immersione.<br />

Tra i problemi di questo materiale non vanno trascurate la sua elevata<br />

porosità, e la sua ridotta resistenza meccanica.<br />

Titanato di Piombo (PbTiO 3)<br />

Ha T curie di circa 430°C ed una struttura tetragonale, perovskitica, simile al<br />

BaTiO 3. La sua permittività è minore rispetto al BaTiO 3 ma tende a restare<br />

costante con il tempo.<br />

Grazie alla capacità di sopportare elevate temperature, viene utilizzato<br />

(puro o con droganti) nei sensori di battito in testa per automobili.<br />

22/11/2011<br />

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3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Alternative ai PZT - 2<br />

<strong>Materiali</strong> piezoelettrici privi di Piombo<br />

In fase di sviluppo in relazione alle normative internazionali sullo<br />

smaltimento degli apparati elettronici e sulle limitazioni nell’uso delle<br />

sostanze pericolose.<br />

I più promettenti appaiono i ferroelettrici con struttura a Perovskite e i<br />

<strong>ceramici</strong> ferroelettrici con struttura a strati di bismuto.<br />

Titanato di Bismuto (Bi 4Ti 3O 12)<br />

E’ il rappresentante principale dei ferroelettrici a struttura a strati di<br />

bismuto. Drogandolo con sodio si ottiene un composto con favorevoli<br />

proprietà piezoelettriche, alta resistività ed alta T curie (>600°C).<br />

I coefficienti piezoelettrici d 33, g 33 sono inferiori a quelli di molti<br />

piezoelettrici con struttura perovskitica.<br />

L’alta resistività e l’elevata T curie rendono il Titanato di Bismuto modificato<br />

un piezoelettrico interessante.<br />

22/11/2011<br />

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Composti PZT-polimeri<br />

3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Piezocomposti - 1<br />

Alcuni piezoelettrici, sviluppatisi negli ultimi decenni, sono composti da<br />

una ceramica ed un polimero (ad esempio resina epossidica), con<br />

applicazioni e prestazioni simili a quelle viste fin’ora.<br />

La proprietà delle miscele dipende dalla distribuzione dei componenti.<br />

Classificazione basata sul concetto di connettività.<br />

Ogni fase può essere auto connessa in 0, 1, 2 o 3 dimensioni.<br />

Ad esempio particelle disperse casualmente e fra loro separate hanno<br />

connettività 0 mentre la matrice che le circonda ha connettività 3 (0-3).<br />

In un disco che contenga una fase a forma di cilindri ortogonali alla sua<br />

base, le barre hanno connettività 1 e la fase interposta ha connettività 3,<br />

sinteticamente 1-3.<br />

Una miscela consistente in una successione di strati di due diverse fasi ha<br />

connettività 2-2.<br />

22/11/2011<br />

48/77


3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Piezocomposti - 2<br />

Nei piezocompositi il ceramico può essere disperso nel polimero<br />

(connettività 0-3), o può essere composto da barrette incorporate<br />

parallelamente in una matrice di resina epossidica, che funge da elettrodo<br />

(connettività 1.3 - v. figura).<br />

Il ceramico presenta permittività<br />

maggiore rispetto a quella del polimero<br />

(ε~10).<br />

Il polimero influenza le caratteristiche<br />

meccaniche del composto, ottenendo<br />

così materiali più o meno rigidi o elastici.<br />

Il campo di utilizzo va dai sonar sottomarini, agli strumenti per<br />

diagnostica medica, ai trasduttori, ove si ottengono elevate efficienze<br />

ed ampiezza del segnale.<br />

22/11/2011<br />

49/77


22/11/2011<br />

3.4 Ceramiche piezoelettriche<br />

Tabella<br />

Titanato di<br />

Bario<br />

BaTiO 3<br />

Titanato di<br />

Piombo<br />

PbTiO 3<br />

Soft<br />

PZT<br />

Hard<br />

PZT<br />

Metaniobato di<br />

Pb modificato<br />

(BaPb)Nb 2 O 6<br />

Titanato di<br />

Bismuto<br />

Na 0.5 Bi 4.5 Ti 4 O 15<br />

Quarzo<br />

SiO 2<br />

Struttura cristallina Perovskite Perovskite Perovskite Perovskite Tungsten-Bronze Bismuth α-Quartz<br />

Temperatura di Curie [°C] 120 430 220 350 400 675 573<br />

Permittività ε 1070 200 2700 1000 300 165 4.5<br />

Coefficiente piezoelettrico di<br />

deformazione *10 -12 [C/N]<br />

d 33 133 58 490 220 85 ≥18 -<br />

d 31 -44 -7 -230 -100 -15 - -<br />

d 15 - 71 670 320 105 14 -<br />

Coefficiente piezoelettrico di<br />

tensione 10 -3 [Vm/N]<br />

g 33 14 33 21 25 32 14.5 50<br />

g 31 -5 -4 -10 -11 -7 -3 -<br />

g 15 - 32 28 36 31 9 -<br />

Coefficiente di accoppiamento<br />

elettromeccanico %<br />

k 33 44 48 70 61 30 15 -<br />

k 31 15 6 36 30 1 2 -<br />

k 15 - 35 67 54 2 8 -<br />

Fattore di perdita meccanico Q m 720 2000 75 900 15 100 10 6<br />

Fattore di dissipazione tanδ % 0.5 0.6 2 0.4 0.01 0.01 -<br />

50/77


Trasduttori di spostamento<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Trasduttori<br />

Una piastra viene montata come una trave a sbalzo ed è composta da<br />

due uguali elementi sovrapposti (bimorph), incastrati come in figura.<br />

Sottoposta ad una forza, la trave si piegherà, causando uno sforzo di<br />

compressione, per metà delle fibre che la compongono, ed uno sforzo di<br />

trazione per la rimanente metà.<br />

Se le aste vengono polarizzate, dal<br />

centro verso l’esterno, o viceversa,<br />

le polarità risultanti sono in<br />

opposizione la tensione generata<br />

dai due elettrodi si somma (a).<br />

Se la polarizzazione è concorde la<br />

tensione prelevata è la somma di<br />

quella fra i due elettrodi, collegati fra<br />

loro, e un terzo elettrodo posto tra le<br />

due lastre (b).<br />

22/11/2011<br />

(a)<br />

(b)<br />

51/77


Accelerometri<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Accelerometri<br />

Si risale al valore dell’accelerazione di un corpo misurando, tramite una<br />

forza frenante, la forza che determina l’accelerazione stessa.<br />

Tale forza viene applicata ad un materiale piezoelettrico, ottenendo una<br />

tensione dal cui valore si può risalire alla accelerazione del solido.<br />

In figura è riportato un accelerometro ad azione trasversale, in cui la<br />

forza agisce come forza di taglio.<br />

In questo caso la massa di inerzia è fissata alla superficie esterna del<br />

materiale piezoelettrico, il quale ha forma cilindrica ed è cementato ad un<br />

sostegno, anch’esso cilindrico.<br />

Gli accelerometri piezoelettrici sono<br />

utilizzati nei sistemi frenanti dotati di<br />

ABS e negli sterzi elettronici delle<br />

automobili, data la loro semplicità,<br />

robustezza ed economicità.<br />

22/11/2011<br />

52/77


Attuatori<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Attuatori - 1<br />

Consentono di realizzare piccoli ma precisi spostamenti (ordine dei m)<br />

con tempi dell’ordine dei s, vincendo pressioni anche di centinaia di Pa.<br />

Possono essere ad elemento unico (unimorph), a due elementi<br />

(bimorph), oppure a più elementi (multilayer).<br />

Per una piastrina in PZT 53/47, avente<br />

coefficiente piezoelettrico di deformazione<br />

d 33 = 461 10 -12 [m/V], applicando una<br />

tensione di eccitazione continua del valore di<br />

100 V, si ottiene un valore dello spostamento<br />

intorno a 0,046 m.<br />

22/11/2011<br />

53/77


3.5 Esempi di applicazione<br />

Attuatori - 2<br />

In un attuatore bimorph gli elettrodi di alimentazione si collegano in serie<br />

oppure in parallelo.<br />

Considerata una barretta lunga 25 mm, costituita da due barrette<br />

polarizzate in direzioni opposte, applicando la tensione V=100 V la<br />

deflessione dovuta all’effetto piezoelettrico è h= 100,5 μm, avendo posto<br />

d 31= -260 10 -12 [m/V].<br />

In attuatori bimorph con elettrodi in parallelo lo spostamento risulta<br />

ancora più marcato; questa è la soluzione preferita in tempi recenti.<br />

Gli attuatori piezoelettrici multistrato (multilayer) presentano spostamenti<br />

ancora più elevati a parità di tensione impressa.<br />

22/11/2011<br />

54/77


22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Attuatori - 3<br />

55/77


3.5 Esempi di applicazione<br />

Trasformatore piezoelettrico - 1<br />

Attraverso un piezoceramico è possibile trasferire dell’energia elettrica da<br />

una coppia di elettrodi ad un’altra.<br />

Si disponga di una piastrina ceramica, avente due elettrodi sulle due metà<br />

delle superfici maggiori, ed un elettrodo al bordo (figura 2.13).<br />

Applicando una tensione alternata di bassa intensità tra gli elettrodi delle<br />

due superfici maggiori, ad una frequenza tale da dare luogo ad una<br />

risonanza lungo lo spessore dalla piastrina, si ottiene, tra l’elettrodo posto<br />

al bordo e uno dei due posti sulle superfici maggiori, una tensione<br />

alternata di intensità maggiore <strong>della</strong> precedente.<br />

Il rapporto di trasformazione<br />

dipende dal rapporto tra le<br />

capacità di uscita e di ingresso,<br />

ma soprattutto dal carico di<br />

uscita.<br />

22/11/2011<br />

Le frecce indicano il verso <strong>della</strong> polarizzazione.<br />

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3.5 Esempi di applicazione<br />

Trasformatore piezoelettrico - 2<br />

Requisiti di un materiale ceramico per fungere da trasformatore: elevati<br />

valori dei coefficienti di accoppiamento elettromeccanico longitudinale k 33<br />

e trasversale k 31 , elevati valori del fattore di perdita meccanico Q m<br />

(superiori a 1500).<br />

Dispositivi di questo genere sono impiegati come trasformatori EHV (Extra<br />

High Voltage), nei ricevitori dei televisori.<br />

Esempio recente: trasformatore<br />

ceramico piezoelettrico<br />

multilayer (MPT).<br />

22/11/2011<br />

Configurazione schematica del MPT<br />

57/77


Analisi agli elementi finiti per<br />

i modi vibrazionali del MPT<br />

22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Trasformatore piezoelettrico - 3<br />

Relazione fra tensioni di ingresso<br />

e di uscita con carico di 100 k .<br />

58/77


22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Motore passo passo lineare piezoelettrico - 1<br />

(a) vista laterale dello scorrevole<br />

(b) vista in sezione; è indicato il<br />

verso di avanzamento dello<br />

scorrevole<br />

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22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Motore passo passo lineare piezoelettrico - 2<br />

Il principio di funzionamento del<br />

motore si basa sull’accelerazione<br />

d’inerzia e <strong>sulla</strong> differenza tra attrito<br />

statico e cinetico e può essere<br />

suddiviso in quattro semplici fasi<br />

che ciclicamente si ripetono:<br />

a) attivazione <strong>della</strong> pinza<br />

elettrostatica per bloccare lo<br />

scorrevole<br />

(b) fase di estensione del materiale<br />

ceramico<br />

(c) disattivazione <strong>della</strong> pinza<br />

(d) avanzamento a scatto dello<br />

scorrevole dovuto alla contrazione<br />

<strong>della</strong> barretta di PZT<br />

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22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Motore lineare piezoelettrico a onda viaggiante<br />

Il principio di funzionamento del<br />

motore si basa <strong>sulla</strong> deformazione<br />

di elementi bimorph (sullo statore)<br />

che provoca lo spostamento<br />

spaziale di una serie di denti.<br />

Per attrito questi trascinano in<br />

movimento la parte mobile.<br />

Simulazione <strong>della</strong> deformazione strutturale<br />

61/77


3.5 Esempi di applicazione<br />

Trasduttori ultrasonori - 1<br />

Si cita come esempio l’impiego per la rivelazione delle scariche parziali<br />

mediante ultrasuoni.<br />

Le scariche parziali nell’esafluoruro di zolfo (SF 6) sono accompagnate<br />

dall’emissione di onde acustiche che coprono un vasto intervallo di<br />

frequenze, soprattutto nel campo degli ultrasuoni.<br />

L’impiego di tecniche di rivelazione ad ultrasuoni è legato all’insensibilità<br />

all’interferenza elettrica, all’elevata sensibilità nella rilevazione delle<br />

scariche parziali in un campo compreso tra 10 e 50 pC e all’applicabilità di<br />

tale metodo ad ogni tipo di dielettrico, sia esso liquido, solido o gassoso.<br />

Di solito vengono utilizzati sensori acustici che sono risonanti nel campo di<br />

frequenza 10-300 kHz.<br />

In aria vengono impiegati microfoni direzionali per frequenze 20-40 kHz<br />

per localizzare scariche corona su isolatori danneggiati nelle linee di<br />

trasmissione ad alta tensione e per identificare lo scintillio delle spazzole<br />

nelle macchine rotanti.<br />

22/11/2011<br />

62/77


Altri campi di impiego<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Trasduttori ultrasonori - 2<br />

Nell’industria gli ultrasuoni sono molto usati in processi relativi ai metalli:<br />

la solidificazione, la precipitazione, l’agglomerazione, l’emulsione, la<br />

dispersione.<br />

In medicina gli ultrasuoni sono utilizzati a scopo diagnostico e per misure<br />

biologiche.<br />

Altri possibili impieghi di tali vibrazioni acustiche riguardano la pulizia dei<br />

tessuti, il confezionamento del cemento ed anche la dispersione delle<br />

nebbie.<br />

Tecniche di analisi non distruttive.<br />

Rimozione e dissoluzione di bolle di gas in dielettrici liquidi.<br />

Atomizzazione di dielettrici fluidi.<br />

Misuratori di flusso di gas.<br />

Sensori d’umidità.<br />

22/11/2011<br />

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22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Motore ultrasonoro ad anello - 1<br />

Il principio di funzionamento di tale<br />

motore è basato su un doppio<br />

trasferimento di energia.<br />

Il primo: conversione da potenza<br />

elettrica a potenza meccanica di<br />

vibrazione mediante ceramiche<br />

piezoelettriche utilizzate nello statore,<br />

che è il corpo vibrante, in modo da<br />

produrre onde viaggianti o<br />

stazionarie nello statore stesso con<br />

frequenze nel campo degli ultrasuoni.<br />

Il secondo: trasferimento dell’energia<br />

dell’onda dello statore al rotore, che<br />

è il corpo trascinato, per mezzo <strong>della</strong><br />

forza di attrito tra rotore e statore<br />

stessi.<br />

64/77


22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Motore ultrasonoro ad anello - 2<br />

Principio del movimento del<br />

motore ultrasonoro<br />

Deformazione statore/rotore<br />

65/77


22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Motore ultrasonoro ad anello - 3<br />

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22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Motore ultrasonoro ad anello - 4<br />

67/77


22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Motore ultrasonoro ad anello - 4<br />

68/77


22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Motore ultrasonoro a vibrazione longitudinale-torsionale<br />

Schema costruttivo<br />

Pincipio di funzionamento<br />

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3.5 Esempi di applicazione<br />

Micropompe ad attuazione piezoelettrica - 1<br />

Micropompa piezoelettrica priva di valvole per l’erogazione del<br />

carburante nelle celle a combustibile a metanolo (DMFC)<br />

22/11/2011<br />

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22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Micropompe ad attuazione piezoelettrica - 2<br />

Micropompa a membrana con<br />

attuazione piezoelettrica<br />

Micropompa peristaltica planare<br />

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22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Micropompe ad attuazione piezoelettrica - 3<br />

Micropompa a membrana, in silicio,<br />

autoadescante e a prova di bolle:<br />

schema costruttivo e foto<br />

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3.5 Esempi di applicazione<br />

Micropompe ad attuazione piezoelettrica - 4<br />

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22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Power Harvesting<br />

Raccolta di energia mediante materiali piezoelettrici: tuttora in fase di<br />

ricerca e sperimentazione.<br />

Da calpestio (harvesting floor). Installazioni sperimentali ad esempio in<br />

stazioni di metropolitana (Tokio).<br />

Problemi di durata dei materiali a causa delle notevoli sollecitazioni<br />

meccaniche.<br />

Esperimento: energia prodotta dal calpestio utilizzata per alimentare un<br />

generatore wireless grazie al quale si individua la posizione <strong>della</strong> persona.<br />

Dal movimento e strofinio degli abiti.<br />

Da vibrazioni prodotte dal moto vorticoso di liquidi.<br />

. . . . . .<br />

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3.5 Esempi di applicazione<br />

Elettroadesione (Electrostatic gripping) - 1<br />

Utilizzo delle forze elettrostatiche per:<br />

manipolazione e posizionamento di oggetti;<br />

Wall Climbing Robots;<br />

lavorazione e assemblaggio in scala millimetrica e micrometrica.<br />

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3.5 Esempi di applicazione<br />

Elettroadesione - Wall Climbing Robots<br />

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22/11/2011<br />

3.5 Esempi di applicazione<br />

Elettroadesione – Electrostatic Grippers for Assembly<br />

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