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Il lento graduale concentramento delle spinte e delle resistenze, l’assottigliarsi delle murature man mano<br />
che per successive prove e riprove, si matura la coscienza, quasi direi muscolare , delle membrature ,<br />
l’abolizione definitiva dell’arco trionfale, ostacolo all’unità della chiesa, la scomparsa dell’atrio e perciò il<br />
maggior pensiero posto nelle facciate che accompagano lentamente la distribuzione spaziale interna; tutti<br />
questi elementi nella loro interdipendenza, fanno si che l’edificio romanico sembri un organismo in risveglio,<br />
che acquista sicurezza in se e nella dialettica delle sue forze, a coonfronto del corpo inerte sia pure<br />
splendidamente austero, dei primi templi cristiani , o di quello imbrillantato, magnificamente vestito, ma<br />
immobile della chiesa bizantina.<br />
La civiltà barbarica e primitiva dell’VIII-X secolo aveva strappato i paludamenti bizantini e aveva messo a<br />
nudo la maschia rozzezza del corpo strutturale. Ora il corpo si fa organismo, prende atto della sua unità e<br />
della sua circolazione, si muove.<br />
Spazialmente l’organismo romanico si manifesta attraverso una metrica che ha un suo preciso parallelo nel<br />
sorgere contemporaneo della metrica nella poesia letteraria. Il sistema di Santa Sabina è una-a-a-a-a-aindefinito;<br />
in Sant’Apollinare esso si fa più affrettato aaaaa; si articola in un b-a-b-a-b in Santa Maria in<br />
Cosmedin ma è un articolazione che riguarda solo le pareti, che non si esprime trasversalmente. In<br />
Sant’Ambrogio invece il sistema non è un semplice a-b-a-b-a-b, ma data l’importanza gerarchica dei pilastri<br />
che si prolungano nei costoloni delle crociere è un A-b-A-b, in cui, attraverso i secoli la A diviene sempre<br />
più maiuscolo, il b sempre meno importante.<br />
Il significato sostanziale dell’apporto romanico sta nel fatto che non si parla più in termini bidimensionali,<br />
ma in unità di campate tridimensionali in se stesse, in se stesse racchiudenti spazio interno.<br />
Per questa ragione spazio e volumetria della scatola muraria si uniscono espressivamente in modo sempre<br />
più stretto. Se il passo dell’uomo era uniformemente cadenzato nella chiesa paleocristiana, slittante nella<br />
bizantina, ritardato con cesure che rispondono ad esigenze puramente emotive in Santa Maria in Comedin,<br />
qui a Sant’Ambrogio, nel duomo di Modena, a San Zeno a Verona, nelle cattedrali romaniche di Francia ,<br />
d’inghilterra di Spagna e di tutta Europa il cammino dell’uomo risponde a sollecitazioni psicologiche assai<br />
più complesse di una univoca direttrice (Bruno Zevi, Saper vedere l’architettura) .