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lezione 8

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Il lento graduale concentramento delle spinte e delle resistenze, l’assottigliarsi delle murature man mano<br />

che per successive prove e riprove, si matura la coscienza, quasi direi muscolare , delle membrature ,<br />

l’abolizione definitiva dell’arco trionfale, ostacolo all’unità della chiesa, la scomparsa dell’atrio e perciò il<br />

maggior pensiero posto nelle facciate che accompagano lentamente la distribuzione spaziale interna; tutti<br />

questi elementi nella loro interdipendenza, fanno si che l’edificio romanico sembri un organismo in risveglio,<br />

che acquista sicurezza in se e nella dialettica delle sue forze, a coonfronto del corpo inerte sia pure<br />

splendidamente austero, dei primi templi cristiani , o di quello imbrillantato, magnificamente vestito, ma<br />

immobile della chiesa bizantina.<br />

La civiltà barbarica e primitiva dell’VIII-X secolo aveva strappato i paludamenti bizantini e aveva messo a<br />

nudo la maschia rozzezza del corpo strutturale. Ora il corpo si fa organismo, prende atto della sua unità e<br />

della sua circolazione, si muove.<br />

Spazialmente l’organismo romanico si manifesta attraverso una metrica che ha un suo preciso parallelo nel<br />

sorgere contemporaneo della metrica nella poesia letteraria. Il sistema di Santa Sabina è una-a-a-a-a-aindefinito;<br />

in Sant’Apollinare esso si fa più affrettato aaaaa; si articola in un b-a-b-a-b in Santa Maria in<br />

Cosmedin ma è un articolazione che riguarda solo le pareti, che non si esprime trasversalmente. In<br />

Sant’Ambrogio invece il sistema non è un semplice a-b-a-b-a-b, ma data l’importanza gerarchica dei pilastri<br />

che si prolungano nei costoloni delle crociere è un A-b-A-b, in cui, attraverso i secoli la A diviene sempre<br />

più maiuscolo, il b sempre meno importante.<br />

Il significato sostanziale dell’apporto romanico sta nel fatto che non si parla più in termini bidimensionali,<br />

ma in unità di campate tridimensionali in se stesse, in se stesse racchiudenti spazio interno.<br />

Per questa ragione spazio e volumetria della scatola muraria si uniscono espressivamente in modo sempre<br />

più stretto. Se il passo dell’uomo era uniformemente cadenzato nella chiesa paleocristiana, slittante nella<br />

bizantina, ritardato con cesure che rispondono ad esigenze puramente emotive in Santa Maria in Comedin,<br />

qui a Sant’Ambrogio, nel duomo di Modena, a San Zeno a Verona, nelle cattedrali romaniche di Francia ,<br />

d’inghilterra di Spagna e di tutta Europa il cammino dell’uomo risponde a sollecitazioni psicologiche assai<br />

più complesse di una univoca direttrice (Bruno Zevi, Saper vedere l’architettura) .

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