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lezione 8

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In una rassegna schematica e incompleta dell’architettura<br />

del medioevo italiano, avrei potuto ignorare quei tre secoli<br />

dall’VIII al X che non presentano una formulazione spaziale<br />

definibile attraverso l’illustrazione di uno o due esempi.<br />

Tuttavia è possibile individuare alcuni elementi strutturali e<br />

iconografici che caratterizzano la produzione edilizia<br />

ecclesiastica di questi secoli.<br />

1. La sopraelevazione del presbiterio<br />

2. 2. L’ambulacro o deambulatorio che continua il gioco<br />

delle navate intorno al coro<br />

3. Appesantimento delle pareti , accentuazione visiva di<br />

carico e sostegno evidenti in S. Pietro a Toscanella<br />

4. Il gusto del materiale grezzo,laterizio, ciottoli pietre<br />

scabre, usati con immediatezza primordiale di grande<br />

efficacia espressiva.<br />

Queste innovazioni comportano la negazione della<br />

concezione bizantina dello spazio , l’interruzione degli<br />

orizzontalismi, la rottura del ritmo univoco lungo l’asse<br />

longitudinale che a partire dalla basilica di<br />

Sant’Apolinnare era stato oggetto di ricerca da parte<br />

degli architetti.<br />

Sopraelevare il presbiterio significa spezzare la lunghezza<br />

dell’ambiente.<br />

Innestare l’ambulacro vuol dire articolare l’edificio,<br />

renderlo più complesso a svantaggio di una visione<br />

unitaria<br />

Iniettare nella scatola muraria il senso di un<br />

appesantimento, di una incombente gravità e sostituire<br />

al cromatismo bizantino materiali grezzi e naturali<br />

implica il capovolgimento dell’intento spaziale e dei suoi<br />

aggettivi decorativi<br />

Verona. Santo Stefano S. Maria in Domnica

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