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Saul Kripke: la teoria del riferimento diretto - Scienze della Formazione

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sufficiente – per essere nonno):<br />

Caso di Richard Feynman e caso di Cicerone: Comunemente, i par<strong>la</strong>nti ordinari non sono in<br />

grado di associare ai nomi propri “Richard Feynman” e “Cicerone” nul<strong>la</strong> più che descrizioni come,<br />

rispettivamente, “un fisico”, “un fisico famoso”, o “un fisico o qualcosa <strong>del</strong> genere”, e “un famoso<br />

oratore romano”. Come si vede, tali descrizioni non sono nemmeno descrizioni definite: esse sono<br />

certamente soddisfatte da più di un individuo (di fisici famosi e di oratori romani ce ne sono<br />

diversi). Eppure, sembra proprio che anche il par<strong>la</strong>nte ordinario riesca a riferirsi a Richard Feynman<br />

e a Cicerone quando usa i loro nomi. Possiamo ad esempio immaginare un uomo, che sul conto di<br />

Feynman non saprebbe dire altro che era un famoso fisico, dire al padre “Stasera al<strong>la</strong> tv intervistano<br />

Feynman”. In un caso <strong>del</strong> genere, sembra p<strong>la</strong>usibile dire che, nonostante tutto, il par<strong>la</strong>nte riesce a<br />

riferirsi all’individuo Feynman. Quindi, non è necessario che un oggetto soddisfi univocamente le<br />

descrizioni definite associate al nome proprio per essere il <strong>riferimento</strong> di quel nome: nel caso di<br />

“Feynman” e in quello di “Cicerone”, le descrizioni mediamente associate a tali nomi non sono<br />

soddisfatte da un unico individuo, eppure i par<strong>la</strong>nti riescono lo stesso a riferirsi all’oggetto<br />

(all’individuo Feynman, e all’individuo Cicerone).<br />

Ergo, l’argomento semantico dimostra che <strong>la</strong> tesi (i) dei descrittivisti non è sostenibile. Più<br />

nello specifico, dimostra che il fatto che un oggetto abbia <strong>la</strong> proprietà di soddisfare alle descrizioni<br />

definite associate ad un nome proprio non è una condizione né necessaria né sufficiente affinché<br />

quell’oggetto abbia <strong>la</strong> proprietà di essere il <strong>riferimento</strong> <strong>del</strong> nome proprio.<br />

2.3 Argomento epistemico<br />

L’aggettivo “epistemico” ci dice che questo argomento concerne l’ambito <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

conoscenza. Per comprenderlo bene, allora, abbiamo bisogno di rivedere <strong>la</strong> distinzione:<br />

c) verità a priori ≠ verità a posteriori<br />

Verità a priori. Sono verità a priori tutte quelle verità conoscibili indipendentemente<br />

dall’esperienza. Ad esempio, i seguenti enunciati sono veri a priori:<br />

(5) Tutti gli scapoli sono uomini non sposati<br />

(9) Un oggetto o è identico a se stesso<br />

Verità a posteriori. Verità che non sono conoscibili indipendentemente dall’esperienza. Ad<br />

esempio, il seguente enunciato è vero a posteriori:

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