Saul Kripke: la teoria del riferimento diretto - Scienze della Formazione
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solo in questi casi, infatti, abbiamo una conoscenza diretta (o “acquaintance”, direbbe Russell)<br />
<strong>del</strong>l’oggetto designato, ovvero conosciamo l’oggetto indipendentemente da qualsiasi informazione<br />
lo riguardi. Il nome logicamente proprio non è cioè l’abbreviazione di una descrizione definita, ma<br />
un nome che si riferisce direttamente all’oggetto di cui è nome. Per chiarire questo punto, è bene<br />
marcare il contrasto che per Russell contrappone i nomi propri ordinari (quelli non genuini) ai nomi<br />
logicamente propri. Nomi propri ordinari come “Mario”, “Keplero”, “Londra”, ecc. sono nomi che<br />
apprendiamo/usiamo anche se non abbiamo conoscenza diretta <strong>del</strong>l’oggetto, cioè anche se non<br />
conosciamo mediante esperienza sensibile l’oggetto: apprendiamo/usiamo il nome “Socrate” anche<br />
se nessuno di noi ha potuto avere esperienza diretta di Socrate. Proprio perché non possiamo avere<br />
esperienza diretta <strong>del</strong>l’oggetto designato, i nomi propri ordinari si riferiscono all’oggetto che<br />
designano solo in quanto quell’oggetto “cade sotto una determinata descrizione”: conosciamo<br />
l’oggetto che designano solo in modo in<strong>diretto</strong>, ovvero per mezzo di una descrizione definita. Nel<br />
caso dei nomi logicamente propri, invece, conosciamo l’oggetto (o meglio il dato percettivo) cui si<br />
riferiscono indipendentemente da qualsiasi informazione lo riguardi: ne abbiamo una conoscenza<br />
diretta, ovvero non lo conosciamo per mezzo di una descrizione definita. Proprio perché si<br />
riferiscono direttamente al<strong>la</strong> cosa stessa, non possiamo apprendere/usare tali nomi senza sapere<br />
immediatamente a cosa si riferiscono.<br />
1.1 La <strong>teoria</strong> descrittivista: Frege e Russell<br />
Vista l’idea fondamentale che anima il descrittivismo, procediamo a darne una<br />
caratterizzazione più precisa. Possiamo caratterizzare (una prima versione de) il descrittivismo<br />
come quel<strong>la</strong> posizione teorica riguardo al significato dei nomi propri che sostiene <strong>la</strong> congiunzione<br />
di due tesi, le seguenti:<br />
Teoria descrittivista<br />
(i) Ad ogni nome proprio N è associata una descrizione definita in<br />
grado di determinare l’oggetto cui N si riferisce<br />
(ii) Tale descrizione definita è il significato di N<br />
Anche in questo caso possiamo capire perché Frege e Russell sono dei descrittivisti. Tanto per<br />
Frege quanto per Russell i nomi propri sono abbreviazioni di descrizioni definite: a ciascun nome<br />
proprio è associata una descrizione definita in grado di determinare l’oggetto cui il nome si<br />
riferisce. Tanto per Frege quanto per Russell allora vale <strong>la</strong> tesi (i). Per Frege, inoltre, tale<br />
descrizione definita ci restituisce il Senso <strong>del</strong> nome proprio: dato che il Senso è per Frege ciò che<br />
afferriamo di un’espressione quando <strong>la</strong> comprendiamo, possiamo dire che <strong>la</strong> descrizione definita