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Saul Kripke: la teoria del riferimento diretto - Scienze della Formazione

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argomenti modale e epistemico. Il nocciolo di tali argomenti è far vedere che <strong>la</strong> tesi descrittivista<br />

secondo cui ciascun nome proprio è sinonimo di una o più descrizioni definite conduce a<br />

conseguenze inaccettabili sul piano <strong>del</strong>lo statuto modale e epistemico <strong>del</strong><strong>la</strong> verità di certi enunciati.<br />

Ciò che i descrittivisti non avevano capito, allora, è che i nomi propri non si comportano allo<br />

stesso modo <strong>del</strong>le descrizioni definite. I nomi propri non sono sinonimi di descrizioni definite<br />

perché queste due c<strong>la</strong>ssi di espressioni funzionano in modo molto diverso l’una dall’altra: i nomi<br />

propri, dice <strong>Kripke</strong>, sono designatori rigidi; le descrizioni definite, invece, sono designatori non<br />

rigidi.<br />

In generale, <strong>Kripke</strong> definisce designatore rigido qualsiasi espressione che abbia il<br />

medesimo <strong>riferimento</strong> in tutti i mondi logicamente possibili. Come tutti gli altri nomi propri, il<br />

nome proprio “Aristotele” è un designatore rigido perché si riferisce all’individuo Aristotele in tutti<br />

i mondi possibili, cioè al medesimo individuo che, nel mondo attuale, è stato chiamato Aristotele.<br />

La descrizione definita “il maestro di Alessandro Magno”, invece, come tutte le altre descrizioni<br />

definite è un designatore non rigido perché non si riferisce al medesimo individuo in tutti i mondi<br />

possibili: nel mondo wa si riferisce ad Aristotele, ma è possibile che in w1 (mettiamo) si riferisca a<br />

Tizio, in w2 a Caio, in w3.. e così via. “Aristotele” si riferisce ad Aristotele in tutti i mondi possibili;<br />

“il maestro di Alessandro Magno”, invece, si riferisce, in ciascun mondo, all’individuo che è il<br />

maestro di Alessandro Magno in quel mondo.<br />

La distinzione tra designatori rigidi (i nomi propri) e designatori non rigidi (le descrizioni<br />

definite) permette allora di spiegare in modo adeguato il contrasto tra l’enunciato:<br />

e l’enunciato:<br />

(1) Aristotele è il maestro di Alessandro Magno<br />

(2) Il maestro di Alessandro Magno è il maestro di Alessandro Magno<br />

Certamente vogliamo ancora dire che (2) è analitico, e necessario: in ogni mondo possibile<br />

l’individuo che è il maestro di A. Magno in quel mondo, è l’individuo che è il maestro di A. Magno<br />

in quel mondo. Ma (1) risulta ora, come desiderato, sintetico e contingente: sintetico perché non c’è<br />

nul<strong>la</strong> nel significato di “Aristotele” che ci dica che Aristotele è il maestro di A. Magno;<br />

contingente, perché se “Aristotele” si riferisce ad Aristotele in tutti i mondi, non in tutti i mondi <strong>la</strong><br />

descrizione definita “il maestro di Alessandro Magno” si riferisce ad Aristotele: non in tutti i mondi,<br />

cioè, Aristotele è il maestro di A. Magno. Vale a dire, ci sono mondi wi in cui Aristotele non è il<br />

maestro di A. Magno, i.e. mondi in cui (1) è falso. Ma se è così, (1) è contingente.

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