Saul Kripke: la teoria del riferimento diretto - Scienze della Formazione
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teorico di significato, re<strong>la</strong>tivamente ai nomi propri, va caratterizzato solo e semplicemente<br />
attraverso <strong>la</strong> nozione di <strong>riferimento</strong>. Ad esempio, il nome proprio “Galileo Galilei” significa (si<br />
riferisce a) l’individuo Galileo Galilei; il nome proprio “Londra” significa (si riferisce a) l’oggetto<br />
Londra. Le immediate, ovvie difficoltà per una <strong>teoria</strong> milliana dei nomi propri non sono che un<br />
aspetto dei problemi che, in generale, avevano spinto Frege a postu<strong>la</strong>re <strong>la</strong> nozione di Senso: il<br />
problema <strong>del</strong>l’informatività, il problema dei contesti indiretti, il problema dei termini<br />
singo<strong>la</strong>ri vuoti.<br />
C’è un altro modo di caratterizzare <strong>la</strong> convergenza di vedute di Frege e Russell riguardo al<br />
significato dei nomi propri. Opponendosi al millianesimo, entrambi tali autori abbracciavano una<br />
<strong>teoria</strong> descrittivista <strong>del</strong> significato dei nomi propri. Nel prossimo paragrafo ci occuperemo di<br />
<strong>del</strong>ineare più in dettaglio tale <strong>teoria</strong>; fare questo ci servirà ad apprezzare il pensiero di <strong>Saul</strong> <strong>Kripke</strong><br />
(n. 1941), l’autore di cui ci occupiamo in questa dispensa. <strong>Kripke</strong>, infatti, muove una serie di<br />
obiezioni decisive alle tesi di Frege e Russell secondo cui nomi propri e descrizioni definite<br />
sarebbero espressioni che si comportano, a livello semantico, allo stesso modo. <strong>Kripke</strong> mostra che<br />
se <strong>la</strong> <strong>teoria</strong> milliana dei nomi propri ha gravi difficoltà, anche il descrittivismo di Frege e Russell<br />
non naviga certo in acque migliori. Cominciamo allora, come annunciato, con il vedere più<br />
precisamente in cosa consista il descrittivismo, ovvero il bersaglio polemico di <strong>Kripke</strong>.<br />
1. Il descrittivismo<br />
L’idea fondamentale che caratterizza il descrittivismo è che <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra un nome<br />
proprio e l’oggetto cui si riferisce non è una re<strong>la</strong>zione diretta, bensì una re<strong>la</strong>zione mediata,<br />
indiretta: <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra un nome proprio e il suo <strong>riferimento</strong> è sempre mediata, infatti, da una<br />
descrizione definita (o più di una, come vedremo). In ciò, il descrittivismo si oppone al<br />
millianesimo, secondo cui invece <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione di <strong>riferimento</strong> è una re<strong>la</strong>zione diretta.<br />
Cerchiamo allora di chiarire in che senso, per i descrittivisti, <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tra un nome e<br />
l’oggetto che esso designa è una re<strong>la</strong>zione indiretta. Se definiamo il <strong>riferimento</strong> in questo modo:<br />
Riferimento: <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione diretta che c’è tra un nome e l’oggetto di cui esso è nome<br />
e <strong>la</strong> nozione di soddisfazione in questo modo:<br />
Soddisfazione: <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione che c’è tra una descrizione definita e l’oggetto di cui essa è vera<br />
possiamo dire che il descrittivismo coincide con <strong>la</strong> tesi che <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione di <strong>riferimento</strong> non è una<br />
re<strong>la</strong>zione primitiva: essa va analizzata nei termini <strong>del</strong><strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione che c’è tra una descrizione definita<br />
e l’oggetto di cui essa è vera. In altri termini, <strong>la</strong> nozione di <strong>riferimento</strong> per i descrittivisti è riducibile