La Parabola n. 22 di Giugno 2011 - Aiart
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<strong>La</strong> storia<br />
d’amore<br />
e il mito<br />
dell’intimità<br />
perfetta<br />
L’ingenuo<br />
concetto<br />
<strong>di</strong> “anima<br />
gemella”<br />
può e deve implicare l’avvenire <strong>di</strong> atti coscienti che ci si assume:<br />
amare, restar fedeli, educare i propri figli” 17 . Ne deriva che l’idea<br />
dell’amore ridotto a “colpo <strong>di</strong> fulmine” manifesti la sua origine<br />
romanzesca e le sue ra<strong>di</strong>ci nell’elaborazione dell’amore compiuta da<br />
una particolare cultura 18 .<br />
<strong>La</strong> “storia d’amore” tipica della nostra cultura romantica me<strong>di</strong>ale<br />
alimenta quin<strong>di</strong> quello che può essere definito il “mito dell’intimità<br />
perfetta”, che è un mascheramento <strong>di</strong> un rapporto in fondo narcisistico 19<br />
e tutto incentrato sulla proiezione nell’altro delle proprie esigenze e dei<br />
propri desideri. “L’ideale del rapporto è così l’intimità, mitico desiderio<br />
<strong>di</strong> una fusione senza crepe e senza vincoli, nell’assoluta spontaneità <strong>di</strong><br />
una comunicazione totale. Matrimoni e convivenze sono perciò sempre<br />
più spesso gravati da questo irrealistico sogno e dall’inevitabile scontro<br />
con la delusione. Ma poiché insieme alla <strong>di</strong>ffidenza per ciò che lega e<br />
vincola cresce il senso <strong>di</strong> ciò a cui si ha <strong>di</strong>ritto, succede che, mentre si è<br />
attenti e sensibili a sé, ai propri sentimenti e bisogni, si finisce con il <strong>di</strong>ventare<br />
incapaci <strong>di</strong> cogliere sentimenti e bisogni dell’altro. <strong>La</strong> vita <strong>di</strong><br />
coppia anche nelle fasi più mature spesso si muove così secondo il<br />
criterio <strong>di</strong> ‘presunzione <strong>di</strong> somiglianza’ che è tipico della fase <strong>di</strong> innamoramento.<br />
<strong>La</strong> presunzione <strong>di</strong> somiglianza, quando prosegue nel tempo<br />
e non si evolve verso una conoscenza e accettazione della reciproca <strong>di</strong>fferenza,<br />
genera un rapporto coniugale collusivo, fonte <strong>di</strong> molte infelicità.<br />
In questi casi ciascun partner vede nell’altro aspetti che non può vedere<br />
in se stesso, e ognuno chiede all’altro ciò che non è in grado <strong>di</strong> dare.<br />
L’intimità perfetta costituisce perciò un mito, fuorviante se assunto rigidamente:<br />
la realtà concreta e psicologica è assai più complessa e<br />
richiede <strong>di</strong> trasformare le idealizzazioni meno flessibili in aspettative<br />
più realistiche relativamente a se stessi, al partner e alle con<strong>di</strong>zioni<br />
quoti<strong>di</strong>ane <strong>di</strong> vita” 20 .<br />
Cinema e televisione traducono il “mito dell’intimità perfetta” nel<br />
concetto, se vogliamo più ingenuo o banale, <strong>di</strong> “anima gemella”,<br />
l’ossessione ricorrente <strong>di</strong> quasi tutte le serie tv e i film in cui si parli<br />
d’amore, anche i più insospettabili 21 . Il risvolto ironico, eppure ampliamente<br />
predetto da De Rougemont, è che l’eccesso <strong>di</strong> idealizzazione finisce per<br />
accompagnarsi al materialismo più brutale. “Il single è colui che cerca<br />
per tutta la vita il partner perfetto”: in questa frase Carrie, protagonista<br />
<strong>di</strong> Sex and the City, si condanna a una ricerca compulsiva e sempre più<br />
ansiogena che <strong>di</strong>fficilmente condurrà all’amore. L’ansia <strong>di</strong> sperimentazione<br />
è in realtà espressione <strong>di</strong> una profonda immaturità, <strong>di</strong> un io tutto ripiegato<br />
su se stesso e spaventato all’idea <strong>di</strong> scegliere (e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> rinunciare a<br />
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