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La Parabola n. 22 di Giugno 2011 - Aiart

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‘noi’ “ (Eugenia Scabini, Felicità e qualità delle relazioni familiari, in AA.VV.,<br />

<strong>La</strong> famiglia <strong>di</strong> fronte ai miti della felicità, Vita e pensiero, Milano 1996, p.81).<br />

20 Ibidem, p.82. Da qui quella che a nostro parere è stata la straor<strong>di</strong>naria<br />

importanza culturale -che ha rilievo veramente “epocale”- dell’impegno <strong>di</strong><br />

Giovanni Paolo II <strong>di</strong> promuovere e <strong>di</strong>ffondere una cultura dell’amore familiare<br />

e della vita coniugale, tanto attraverso documenti magisteriali densi e impegnativi,<br />

come pure attraverso avvenimenti (anche) me<strong>di</strong>ali come gli incontri delle<br />

giornate mon<strong>di</strong>ali della famiglia, con testimonianze bellissime <strong>di</strong> coppie <strong>di</strong><br />

sposi e <strong>di</strong> famiglie numerose. Sono passi <strong>di</strong> grande rilevanza per fondare una<br />

cultura dell’amore sponsale e dell’amore familiare, che, se è veramente tale,<br />

potrà e dovrà poi manifestarsi anche in gran<strong>di</strong> racconti, tanto letterari quanto<br />

au<strong>di</strong>ovisivi. Per ora non sembra che la sfida sia stata raccolta nel mondo della<br />

cultura letteraria. Le eccezioni narrative al modello dell’amore romantico sono<br />

ancora “eccezioni”, benché a volte esteticamente significative. L’amore sponsale<br />

è molto meno presente nei nostri gran<strong>di</strong> racconti <strong>di</strong> quanto lo sia in realtà. Sul<br />

fronte televisivo e cinematografico, invece, negli ultimi anni qualcosa si sta<br />

muovendo. In Italia, ad esempio, vari progetti <strong>di</strong> miniserie tv hanno proposto,<br />

pur all’interno <strong>di</strong> storie anche molto <strong>di</strong>verse, una visione nuova dell’amore, più<br />

matura e profonda, oltre lo stereotipo dell’amore romantico (pensiamo a<br />

miniserie come Guerra e Pace e Sant’Agostino). Il cinema americano, invece,<br />

ha ricevuto una scossa vitale dall’animazione e dal “fenomeno” Pixar, casa <strong>di</strong><br />

produzione all’origine <strong>di</strong> alcuni in<strong>di</strong>scussi capolavori degli ultimi anni (Toy<br />

Story, Alla ricerca <strong>di</strong> Nemo, Gli Incre<strong>di</strong>bili, Up, etc): film che parlano a tutti,<br />

gran<strong>di</strong> e piccoli, raccontando la famiglia e l’amore sponsale attraverso un mix<br />

miracoloso <strong>di</strong> contenuti profon<strong>di</strong> e “veri”, umorismo, delicatezza, ritmo, poesia.<br />

21 Si veda, a questo proposito, l’episo<strong>di</strong>o 1 della quarta stagione <strong>di</strong> Sex and<br />

the City, tutto incentrato sul mito dell’“anima gemella”, <strong>di</strong> cui si esplorano luci<br />

e ombre. Carrie, la protagonista, una single trentacinquenne con buon numero<br />

<strong>di</strong> esperienze sentimentali alle spalle, ma momentaneamente sola, si chiede:<br />

“Anima gemella: realtà o strumento <strong>di</strong> tortura?”. <strong>La</strong> puntata, quin<strong>di</strong>, mette in<br />

luce tutta l’ambivalenza e la pericolosità <strong>di</strong> questo mito, che risulta troppo<br />

lontano dalla realtà e quin<strong>di</strong> foriero <strong>di</strong> ansia (se non la trovi) e delusione<br />

(quando cre<strong>di</strong> <strong>di</strong> averla trovata). A fine puntata, Carrie si sfoga con le amiche,<br />

confessando <strong>di</strong> sentirsi sola per il fatto <strong>di</strong> non avere un uomo che si prenda<br />

cura <strong>di</strong> lei. Per consolarla, l’amica Charlotte azzarda che forse sono loro<br />

quattro le “anime gemelle” l’una dell’altra, mentre gli uomini sono “solo quei<br />

bei ragazzi con cui <strong>di</strong>vertirsi”.<br />

<strong>22</strong> Interessanti le osservazioni <strong>di</strong> Giancarlo Zappoli e Elena Galeotto rispetto<br />

all’ansia <strong>di</strong> sperimentazione delle protagoniste <strong>di</strong> Sex and the City: “Dato che<br />

la perfezione non è <strong>di</strong> questo mondo, ci si illude, attraversando continuamente<br />

storie <strong>di</strong>verse, <strong>di</strong> trattenere da ognuna una parte, la somma delle quali si avvicinerebbe<br />

al tutto. È la logica del complemento: da tutti prendo qualcosa con<br />

l’illusione <strong>di</strong> arricchirmi. In realtà nessun rapporto viene investito dal privilegio,<br />

unica con<strong>di</strong>zione perché esso duri nel tempo. È questa una posizione decisamente<br />

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