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Numero 4 - simsi

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Medicina Subacquea e Iperbarica N. 4 - Dicembre 2005 30<br />

nico. Qualunque sia la tecnica usata, l’innesto viene rivestito<br />

da un lembo di cute posteriore del condotto precedentemente<br />

allestito.<br />

Il completo attecchimento dell’innesto avviene in oltre<br />

l’80% dei casi.<br />

Le variazioni pressorie che si verifi cano nell’orecchio medio<br />

durante una immersione possono determinare la dislocazione<br />

dell’innesto oppure una sua perforazione, infatti<br />

l’innesto è meno elastico rispetto alla membrana timpanica,<br />

e perciò meno resistente alle variazioni di pressione<br />

che si esplicano su di esso. Nonostante ciò gli esiti<br />

di una MPL costituiscono una controindicazione relativa,<br />

e non assoluta, alla pratica dell’attività subacquea in<br />

quanto ogni valutazione va effettuata caso per caso; infatti<br />

piccole perforazioni operate e perfettamente guarite sono<br />

diversa cosa rispetto ad una ricostruzione per una ampia<br />

perforazione inveterata.<br />

Le patologie otologiche che determinano una inidoneità<br />

assoluta o permanente sono:<br />

• la mancata funzionalità della tuba<br />

• otiti effusive croniche con polipi della cassa o colesteatomi<br />

• anacusia<br />

• vertigini invalidanti<br />

• mancata funzionalità tubarica<br />

• malattia di Meniere<br />

• esiti di timpanoplastica<br />

• esiti di interventi chirurgici per otosclerosi<br />

• esiti di interventi otoneurochirurgici.<br />

Mancata funzionalità della tuba. Alcuni soggetti per ragioni<br />

anatomiche o funzionali (esiti di palatoschisi o di adenoidectomia<br />

con notevoli retrazioni cicatriziali in rinofaringe,<br />

ma anche turbe motorie dei muscoli peristafi lini) non<br />

sono in grado di eseguire una manovra di compensazione<br />

sia spontanea (deglutizione, sbadiglio) che forzata (manovra<br />

di Valsalva), con impossibilità di indurre una apertura<br />

dell’ostio tubarico faringeo della tuba di Eustachio.<br />

Anacusia. La perdita di udito mono o bilaterale durante<br />

una immersione è una eventualità possibile anche se rara.<br />

Perciò in caso di anacusia monolaterale le immersioni sono<br />

controindicate, in particolar modo se l’anacusia deriva da<br />

un incidente di immersione: in tal caso può ripetersi con<br />

facilità all’altro orecchio.<br />

Vertigini invalidanti. Episodi vertiginosi frequenti o ricorrenti<br />

di qualsiasi natura controindicano l’attività subacquea<br />

in quanto possono, in maniera del tutto imprevedibile,<br />

verifi carsi durante una immersione con conseguenze<br />

facilmente immaginabili.<br />

Malattia di Meniere. È una patologia caratterizzata da:<br />

sintomi vestibolari (violente crisi di vertigine oggettiva di<br />

durata variabile, spesso con associata intensa sintomatologia<br />

neurovegetativa), sintomi cocleari (riduzione dell’udito<br />

prima temporanea poi permanente ed acufeni) e<br />

pressione auricolare. Ne esistono due forme: tipica o classica,<br />

caratterizzata dalla triade sintomatologica di cui so-<br />

Atti del Convegno - L’Orecchio in Immersione - Bologna, 25 febbraio 2006<br />

pra; atipica, distinta a sua volta in una forma vestibolare,<br />

con sintomi vestibolari e pressione auricolare, e una cocleare,<br />

caratterizzata da sintomi cocleari e pressione auricolare.<br />

La malattia di Meniere può essere provocata da cause intrinseche<br />

(genetiche-razziali e di sviluppo ambientali) e<br />

da cause estrinseche (infezioni batteriche o virali, otite<br />

media cronica, labirintite, meningite, otosclerosi, trauma<br />

acustico o fi sico, lue, allergie, tumori, leucemie, disturbi<br />

ormonali e disordini autoimmunitari).<br />

La malattia di Meniere controindica le immersioni perché<br />

se le crisi vertiginose si manifestano sott’acqua determinano<br />

panico e gravi incidenti.<br />

Di particolare rilievo ai fi ni della descrizione dei rischi per<br />

l’immersione sono gli esiti chirurgici della timpanoplastica<br />

e della stapedotomia.<br />

Timpanoplastica (TPL). È la ricostruzione chirurgica della<br />

membrana timpanica e della catena ossiculare in toto o in<br />

parte, mediante materiali autoplastici o artifi ciali. La ricostruzione<br />

della membrana timpanica si realizza con una miringoplastica,<br />

mentre la catena ossiculare è sostituita con delle<br />

protesi parziali o totali secondo i casi (ossiculoplastica). Questo<br />

intervento chirurgico è indicato in caso di colesteatoma<br />

o per patologie secretive o produttive dell’orecchio.<br />

Anche se non c’è ancora un accordo unanime tra gli specialisti,<br />

noi riteniamo che in caso di pregressa TPL le immersioni<br />

sono vietate perché le variazioni pressorie, che si<br />

verifi cano nella cavità timpanica, possono, con relativa facilità<br />

disancorare la protesi usata per l’ossiculoplastica e<br />

l’innesto di fascia del temporale, per la mancanza di una residua<br />

impalcatura su cui esso poggia. Inoltre bisogna considerare<br />

anche la già menzionata minore resistenza alle variazioni<br />

pressorie presentata dall’innesto che, quindi, può<br />

perforarsi. Per tali ragioni si comprende bene che nel caso<br />

di un paziente sottoposto a TPL ci troviamo di fronte ad<br />

una situazione otologica la cui tenuta è da considerarsi aleatoria<br />

già in ambiente normobarico, perciò l’esposizione alle<br />

brusche variazioni di pressione, che si verifi cano in immersione<br />

oppure per compensazioni eccessivamente violente,<br />

può comportare danni otologici anche irreversibili.<br />

Esiti di interventi chirurgici per otosclerosi. L’otosclerosi<br />

è una patologia caratterizzata da una anchilosi della staffa<br />

nella fi nestra ovale. La sua eziopatogenesi non è ancora<br />

perfettamente nota. Spesso è a carattere familiare. I sintomi<br />

di questa patologia sono: ipoacusia lentamente progressiva<br />

uni o bilaterale, acufeni, talvolta instabilità e vertigini.<br />

L’ipoacusia è inizialmente di tipo trasmissivo, poi<br />

diventa di tipo misto ed infi ne francamente neurosensoriale.<br />

Per la diagnosi ci si avvale di: anamnesi familiare;<br />

esame audiometrico che mostra: ipoacusia trasmissiva<br />

mono o bilaterale; esame impedenzometrico che mostra:<br />

timpanogrammi di ampiezza ridotta o piatti; assenza dei<br />

rifl essi stapediali dal lato colpito; esame otoneurologico<br />

che evidenzia un defi cit vestibolare alle prove caloriche<br />

nel 50% dei casi; eventualmente: potenziali evocati uditivi<br />

che risultano spesso normali; tomografi a computeriz-<br />

Simsi 4 2005 imp.indd 30 21/02/2006 14.23.50

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