<strong>Alessandro</strong> <strong>Dal</strong> <strong>Prato</strong> e Guidizzolo 17
18 qualifica di “vescovo e podestà di Mantova”. Dopo <strong>la</strong> sua morte, nel 1187, si ritrova solo di tanto in tanto <strong>la</strong> carica di podestà nel<strong>la</strong> persona stessa del vescovo: con Enrico delle Carceri nel 1195 e nel 1209 e più tardi con Guidotto da Correggio, e fu l’ultimo, dal 1233 al 14 maggio 1235, quando fu assassinato di spada presso <strong>la</strong> porta del capitolo del monastero di sant’Andrea. Non è dato sapere, dal documento, quale sia stato l’oggetto specifico del<strong>la</strong> pacificazione e perché fosse stata stipu<strong>la</strong>ta proprio a Guidizzolo. Non è difficile, però, indagando altri fatti e studiando i documenti medievali, intuire il tutto. Guidizzolo era sul<strong>la</strong> via più breve che collegava Brescia con Mantova, e i rappresentanti delle due città si incontravano, in ambito bresciano, quasi a metà strada, in territorio di confine, protetto da un castello. Quanto ai motivi del contendere, e al<strong>la</strong> successiva pace, basti ricordare quali fossero i diritti di natura amministrativa che, spesso, i comuni si contendevano: strade, ponti, pascoli, boschi, esercito, fortificazioni, giurisdizione. Guidizzolo era un centro ricco di terre coltivate e pascoli, e il toponimo Birbesi ce lo ricorda, di boschi, di acque risorgive, situato su una strada importante, allora come oggi, per le persone e per le merci, fortificato. Avrà fatto sicuramente go<strong>la</strong> ai Mantovani che miravano ad espandersi nel contado e per lo stesso motivo i Bresciani se lo saranno voluto tenere ben stretto. Problemi sul transito delle persone, e, ancor di più, delle mercanzie, erano una costante e le discordie scoppiavano quasi quotidianamente; per non par<strong>la</strong>re poi, in quell’epoca di divisioni e lotte, dei fuoriusciti di un comune che cercavano rifugio in un altro, creando ulteriori e continui problemi tra vicini. Ma fu fatta pace e giurata eterna concordia! Nello stemma, antichissimo, del nostro Comune troviamo raffigurata una mano che offre un calice. Probabilmente starebbe a significare l’offerta del vino del<strong>la</strong> pace ai Bresciani. Signor Sindaco, gentili Famiglie <strong>Dal</strong> <strong>Prato</strong>, cortese pubblico, quel lontano fatto, quasi, se non del tutto, a noi sconosciuto, è tornato prepotentemente al<strong>la</strong> ribalta, grazie al<strong>la</strong> donazione del quadro all’Amministrazione Comunale e, quindi, all’intera comunità guidizzolese, che viene, con questo gesto, enormemente arricchita. Personalmente ritengo che il Professore, innamorato del<strong>la</strong> sua terra e del<strong>la</strong> storia, dal quadro e con il quadro, ci sproni a riscoprire, amare, studiare, conservare e tute<strong>la</strong>re tutto quanto ci è pervenuto. E così <strong>la</strong> memoria degli avvenimenti diventa, conseguentemente, e inscindibilmente, valorizzazione e trasmissione alle future generazioni del patrimonio ideale, morale e materiale del passato. Professor <strong>Alessandro</strong> <strong>Dal</strong> <strong>Prato</strong>, grazie per quanto ci ha insegnato”. <strong>Alessandro</strong> <strong>Dal</strong> <strong>Prato</strong> e Guidizzolo