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Alessandro Dal Prato - la Notizia

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glielo mostrai. Il loro atteggiamento mutò istantaneamente.<br />

Intanto apparvero alcuni uomini del<strong>la</strong> famiglia che non avevamo visti e che<br />

non ci avevano visti al nostro arrivo. Probabilmente erano impegnati in qualche<br />

<strong>la</strong>voro nel<strong>la</strong> stal<strong>la</strong> o sul fienile: capirono al volo <strong>la</strong> situazione. Uno di essi<br />

prese per mano il salvato dalle acque, lo condusse verso <strong>la</strong> porta d’ingresso<br />

del<strong>la</strong> casa e, rivolgendosi ad una delle donne presenti, che quasi certamente<br />

ne era <strong>la</strong> moglie, disse: “Prendi questo ragazzo, conducilo in cucina, spoglialo,<br />

asciugalo e mettilo poi davanti al fuoco che nel frattempo sarà stato<br />

acceso”. Poi, rivolto ad un giovane lì vicino: “Va a prendere un paio di fascine<br />

secche, mettile sul foco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> cucina e accendile. Fa presto!”<br />

La situazione si capovolse. Tutti, donne ed uomini, si diedero da fare per aiutare<br />

i ragazzi a riassestarsi, invitando i più malmessi ad entrare in casa e gli<br />

altri ad andare nel<strong>la</strong> barchessa. Intanto io ne profittai per rinnovare le scuse,<br />

per dire chi eravamo, da dove venivamo e dove eravamo diretti, aggiungendo<br />

<strong>la</strong> motivazione del nostro viaggio.<br />

Il trambusto aveva richiamato l’attenzione di persone del vicinato, che vennero<br />

a vedere cos’era successo. Fra queste qualcuno mi aveva riconosciuto e<br />

sussurrò ai vicini: “Quello lì è il maestro di disegno di Guidizzolo”. Allora nel<br />

paese mi chiamavano così.<br />

Entrai nel<strong>la</strong> cucina, che s’era addirittura surriscaldata; dove vidi il nostro ragazzo<br />

seminudo che si muoveva girandosi torno-torno per asciugarsi e riscaldarsi.<br />

I suoi vestiti appesi di fronte al fuoco del camino, fumigavano.<br />

Uscii ed andai a vedere come se <strong>la</strong> passavano quelli rifugiatisi nel<strong>la</strong> barchessa.<br />

Altro spettacolo. Alcuni di loro erano saliti sul fienile e, avvalendosi di<br />

funi, di pali e di scale a pioli reperiti sul posto, si esibivano in acrobazie “eccezionali”<br />

dicevano, suscitando l’interesse e fors’anche <strong>la</strong> meraviglia di chi li<br />

stava a guardare.<br />

Quei giochi potevano divenire pericolosi. Li feci smettere.<br />

Intanto <strong>la</strong> pioggia s’era calmata, sembrava che stesse per finire. Il nostro “salvato”<br />

s’era già asciugato o, più esattamente abbrustolito.<br />

Dopo avere fatto le debite scuse e avere inutilmente insistito per rimborsare<br />

le spese per il fuoco acceso per noi, e per gli eventuali danni arrecati dai nostri<br />

“acrobati”; chiudemmo con i ringraziamenti, e partimmo.<br />

I ragazzi erano euforici. Peda<strong>la</strong>vano e cantavano.<br />

Allo scioglimento del<strong>la</strong> comitiva, presi da parte Rinaldo e gli dissi: visto che,<br />

grazie a Dio, tutto è finito bene, vorresti togliermi una curiosità ?<br />

“Quale, professore?”<br />

Ecco: anche quando venisti tirato fuori dal Caldone, goccio<strong>la</strong>nte d’acqua e<br />

semicoperto di alghe, tu tenevi <strong>la</strong> bicicletta stretta per il manubrio, come avevi<br />

fatto anche durante l’operazione di salvataggio; nonostante che l’Emilio ti<br />

dicesse ripetutamente di <strong>la</strong>sciar<strong>la</strong> andare; ché essa per il peso e l’ingombro,<br />

uniti al<strong>la</strong> scivolosità del<strong>la</strong> riva, rendeva difficile e faticoso il tirarti su. Ma tu<br />

non <strong>la</strong> <strong>la</strong>sciasti mai: perché?<br />

“Perché, posso dirlo? – certamente – risposi“ Perché mio padre, quando mi<br />

diede il permesso di venire con lei al<strong>la</strong> gita sco<strong>la</strong>stica a Mantova, mi raccomandò<br />

di non mol<strong>la</strong>re mai <strong>la</strong> bicicletta, per nessun motivo.<br />

<strong>Alessandro</strong> <strong>Dal</strong> <strong>Prato</strong>: tra ieri e oggi

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