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Alessandro Dal Prato - la Notizia

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ale ha bisogno di coniugare l’istruzione al <strong>la</strong>voro. E’ tenace, caparbio secondo<br />

quanto di meglio questo termine incarni; fa muovere tutte le Istituzioni,<br />

dalle più basse fino ai Ministeri ed al<strong>la</strong> Presidenza del<strong>la</strong> Repubblica. Con tutti<br />

intrattiene rapporti; si fa insistente quando serve. Ed ottiene. Per <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>,<br />

per i suoi ragazzi, per questa ampia fetta del<strong>la</strong> nostra terra. Lo Stato gli riconosce<br />

questi meriti conferendogli il più alto riconoscimento riservato ai<br />

‘Benemeriti del<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong>’. Ma credo che il riconoscimento più alto a cui abbia<br />

mai ambito si possa ritrovare in queste celebrazioni che mostrano il ricordo,<br />

indelebile e partico<strong>la</strong>rissimo, che ha <strong>la</strong>sciato. Nell’organizzazione degli eventi<br />

forse qualcosa sarà stato scordato e sicuramente lui per questo starà sorridendo;<br />

perdoni, per quanto ci si sforzi di rammentare i suoi insegnamenti<br />

qualche partico<strong>la</strong>re può essere sfuggito.<br />

Auguri, professore.<br />

Sergio Desiderati<br />

Pensieri e ricordi<br />

Sono arrivato a Guidizzolo nel lontano 1976 perche’ avevo fatto domanda<br />

d’insegnamento presso l’Istituto Statale d’Arte, qui’ piu’comunemente chiamata<br />

Scuo<strong>la</strong> d’Arte.<br />

Il professor <strong>Alessandro</strong> <strong>Dal</strong> <strong>Prato</strong> aveva fondato questa scuo<strong>la</strong> nel 1935.<br />

All’epoca avevo 24 anni e molte idee in testa come tutti i giovani che vivono il<br />

proprio tempo pensando al futuro in termini nuovi, contemporanei, moderni,<br />

attuali.<br />

Mi accorsi con stupore e piacere che una di queste idee era gia in questa<br />

scuo<strong>la</strong>, li funzionante e viva. L’idea che sentivo era gia’ attuata da chi con<br />

molta dedizione aveva fondato questa scuo<strong>la</strong> e l’aveva fatta crescere. L’idea<br />

era che al<strong>la</strong> parte nobile del progetto dovesse seguire anche <strong>la</strong> parte manuale,<br />

insomma non bastava pensare e immaginare con <strong>la</strong> fantasia e il disegno<br />

per poi demandare ad altri <strong>la</strong> realizzazione; bisognava anche contemporaneamente<br />

agire con <strong>la</strong> mani e quindi accettare <strong>la</strong> sfida di realizzare quello<br />

che si era ipotizzato vivendo <strong>la</strong> prova del<strong>la</strong> realizzazione concreta. Non ero io<br />

che ero intelligente per questa idea, era un comune sentire che il linguaggio<br />

dell’arte accompagna quanti si apprestavano a percorrere i suoi sentieri.<br />

Conobbi solo piu’ tardi il professor <strong>Alessandro</strong> <strong>Dal</strong> <strong>Prato</strong> in quanto aveva da<br />

qualche anno terminato il suo impegno didattico.<br />

I colleghi mi par<strong>la</strong>vano del direttore-artista ma di piu’ per lui par<strong>la</strong>vano mille<br />

tracce che vedevo concretizzate in opere disseminate nelle pareti e nei vari<br />

ambienti del<strong>la</strong> sua scuo<strong>la</strong>.<br />

Un giorno, dopo una delle visite che era solito fare al nostro Istituto, lo incontrai<br />

con altri professori e ci attardammo a par<strong>la</strong>re, prima del commiato. I suoi<br />

interveni erano immediati, diretti e andavano subito al sodo delle questioni<br />

e questo rafforzava in me <strong>la</strong> convinzione che <strong>la</strong> didattica fosse per lui il punto<br />

focale dove confluivano tutte le sue risorse e impegno professionale.<br />

In quell’occasione l’artista <strong>Dal</strong> <strong>Prato</strong> si intravvedeva nei modi, nel<strong>la</strong> figura<br />

aitante e schietta, e da improvvisi <strong>la</strong>mpi negli occhi che illuminavano il discor-<br />

Lo ricordano così...<br />

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