Contesa tra Achille e Agamennone - Paulu Maura

presenta a Priamo:
«Vecchio re, rincuorati, vengo da te inviata dal sommo Giove
per dirti è suo volere che tu vada all’accampamento di Achille a
riscattare con ricchi doni il corpo di Ettore. Vai senza timore,
Achille non è stolto né villano né iniquo e benigno si farà verso
chi lo prega»
A queste parole Priamo si scuote, prende animo, si alza e va
dalla moglie:
«Ecuba cara, Giove mi comanda di andare da Achille a
riscattare il corpo del nostro amato Ettore. Il cuore mi spinge ad
andare. Che ne senti? »
Ecuba:
«Misera me! Hai perso il senno? Tu da solo tra le navi greche?
Esporti solo alla presenza di colui che tanti figli ti ha ucciso? Oh
cuore di ferro! Quale pietà speri da quell’uomo crudele? Aah,
potessi io avere in mano il suo cuore e straziarlo e divorarlo! Solo
allora, sarebbe scontata l’offesa del mio figlio morto da eroe in
difesa della patria»
Priamo:
«Cessa, il mio partire è risoluto, non mi frenare, non essermi
di cattivo augurio. Il distogliermi è vano. Io stesso vidi e udii la
messaggera di Giove e perciò vado. E se il fato vuole che io
perisca tra i Greci, ebbene lo voglio anch’io. Morrò trafitto ma
potrò piangere abbracciando il mio caro figlio»
Detto ciò da ordine di attaccate i cavalli alla biga e i muli al
carro e, aperti i forzieri, sceglie i doni da portare con se e li fa
mettere sul carro.
e:
Allora Ecuba si avvicina a lui con una coppa di soave liquore
«Tieni, liba agli Dei e pregali di farti ritornare sano e salvo,
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