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PATOLOGIA TIROIDEA

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Lezione di clinica chirurgica<br />

02-05-2003<br />

h.16-18<br />

Dott.De Fina<br />

Sbob. Brivio Matteo<br />

<strong>PATOLOGIA</strong> <strong>TIROIDEA</strong><br />

La lezione di oggi verterà sulla patologia tiroidea,privilegiando però l’ aspetto terapeutico<br />

e,in particolare quello chirurgico,a quello clinico,che dovreste già conoscere.<br />

GOZZO NON TOSSICO<br />

Il gozzo non tossico è un aumento di volume della tiroide determinato da un’<br />

iperstimolazione da parte del TSH atta a mantenere uno stato di eutiroidismo,in presenza<br />

di minorazioni funzionali della ghiandola.<br />

Classificazione:<br />

-endemico:un gozzo si definisce come tale se presente almeno nel 5% della popolazione<br />

.Nel nostro paese ed in quelli industrializzati in generale questa patologia è scomparsa,ma<br />

in passato era presente ed era dovuta ad una carenza di iodio nell’ alimentazione:si<br />

riscontrava tipicamente in zone di montagna e più in generale in intere regioni come per<br />

esempio il Veneto.Oggi,nel nostro paese ,tale patologia è scomparsa grazie alla<br />

iodoprofilassi,ma è ancora presente in alcuni paesi dell’ Africa o nel Bangladesh.Questa<br />

forma di gozzo colpisce individui in giovane età,di solito prima della pubertà,determinando<br />

un ingrossamento della tiroide che può essere molto variabile:nei paesi in cui il gozzo è<br />

ancora endemico si possono vedere quadri molto eclatanti:mi è capitato di operare una pz<br />

bosniaca alla quale ho asportato una tiroide che pesava 800 g;non è raro che gozzi di<br />

queste dimensioni non diano una sintomatologia evidente.<br />

-sporadico:è un’ iperplasia tiroidea dovuta sempre a carenza di iodio,che si verifica però<br />

sporadicamente in aree non endemiche A differenza del gozzo endemico colpisce<br />

generalmente individui in età più avanzata ,è una patologia dell’ adulto.<br />

-familiare:dovuto a ridotta sintesi di ormoni tiroidei determinata da difetti congeniti nella<br />

loro produzione,di solito ereditari.<br />

Un’ altra classificazione che può essere effettuata nell’ ambito di tale patologia è di tipo<br />

funzionale,sulla base dei risultati forniti dalla scintigrafia:<br />

-gozzo funzionante:capta il tracciante<br />

-gozzo non funzionante:non capta il tracciante<br />

-gozzo misto:presenta ,al suo interno, un’ alternanza di noduli caldi e noduli freddi<br />

Il meccanismo che porta alla formazione dei noduli è innescato da un eccesso di TSH,<br />

secreto dall’ ipofisi in quantità aumentata per far fronte ad una carenza di produzione di


ormone tiroideo(carenza che può riconoscere diverse cause);la sovrastimolazione della<br />

ghiandola consente il mantenimento di una condizione di eutiroidismo,a scapito però dell’<br />

ingrossamento della tiroide e della formazione di noduli.I noduli risultano palpabili all’<br />

esame obiettivo se hanno un diametro maggiore di 3 cm,mentre al di sotto di tale<br />

dimensione sono rilevabili solo ecograficamente;da un punto di vista<br />

morfologico,riconosciamo 3tipi di noduli:<br />

-parenchimatosi:costituiti da aggregati follicolari;<br />

-misti:costituiti da cellule e da colloide ricca in tireoglobulina;con il tempo i follicoli si<br />

riempiono sempre più di colloide e l’ epitelio follicolare si appiattisce;<br />

-emorragici:caratterizzati dalla presenza di raccolte emorragiche che ,susseguendosi nel<br />

tempo,determinano un aumento di volume del nodulo ed una sua distensione.<br />

Il nodulo parenchimatoso generalmente rappresenta il primo stadio dell’ evoluzione<br />

temporale di un nodulo tiroideo,che ,con il tempo,può veder aumentare il suo contenuto in<br />

colloide ed andare incontro ad episodi emorragici,divenendo così prima misto ed infine<br />

emorragico.<br />

Diagnosi:<br />

-palpazione, se il gozzo ha diametro maggiore di 3 cm;<br />

-ecografia,che dimostra l’ entità dell’ ingrandimento tiroideo e la presenza di alternanza<br />

tra aree solide e cistiche;essa permette inoltre di individuare i noduli sospetti di essere<br />

neoplastici,i quali presentano un’ aumentata vascolarizzazione(tale reperto non è però<br />

naturalmente sufficiente a raggiungere la certezza diagnostica);<br />

-scintigrafia che rappresenta l’ esame più attendibile;<br />

-dosaggio degli ormoni tiroidei:generalmente questi pz sono eutiroidei quindi<br />

presentano FT3 e FT4 normali e TSH aumentato;<br />

-citologia con ago sottile,che si utilizza solo per i noduli unici.<br />

Terapia chirurgica:<br />

Questa patologia richiede una tp chirurgica solo in alcuni casi particolari:<br />

-se c’ è compressione degli organi del collo (soprattutto della trachea )da parte della<br />

tiroide ingrossata;<br />

-se la tumefazione determina un danno di tipo estetico;<br />

-in caso di tracheomalacia: i gozzi che rimangono in sede per molti anni determinano una<br />

compressione prolungata delle pareti della trachea che,quando si procede all’<br />

asportazione della tiroide possono collassare, essendo ormai usurate,determinando l’<br />

insorgenza di un’ insufficienza respiratoria acuta.<br />

Si possono effettuare due tipi di intervento:la tiroidectomia subtotale e quella totale.<br />

Tiroidectomia subtotale:<br />

-vantaggi:minima morbilità<br />

-svantaggi:possibile ripresa della malattia,essendo il rischio di recidiva del gozzo intorno al<br />

10%<br />

-rischi:l’intervento su di un’ eventuale recidiva ha elevata morbilità<br />

Tiroidectomia totale:<br />

-vantaggi:assente il rischio di recidiva<br />

-morbilità:è legata a 3 possibili complicanze:


1)lesione del ricorrente(si verifica in meno dello 0,5% dei casi):tale eventualità è legata<br />

non tanto ad un danno diretto del nervo (come per esempio la sua sezione) da parte del<br />

chirurgo, quanto alla sua manipolazione,che inevitabilmente si verifica in sede di<br />

intervento e che può esitare in un danno a quest’ ultimo.<br />

2)ipoparatiroidismo transitorio(circa 20% dei casi):è un’ eventualità relativamente<br />

frequente legata alla possibile asportazione di una o più paratiroidi durante l’<br />

intervento(sono vicine alla tiroide ma non attaccate ad essa);tale condizione,transitoria,<br />

dura all’ incirca due settimane nella maggior parte dei casi e,per far fronte alla diminuzione<br />

del calcio ionizzato che ne deriva,si somministra vitamina k al pz fino a quando il tessuto<br />

paratiroideo residuo non ricomincia a produrre paratormone.<br />

3)ipoparatiroidismo definitivo:in un ristretto numero di casi(meno dell’1%)<br />

l’ipoparatiroidismo risulta essere definitivo.<br />

NODULO UNICO TIROIDEO<br />

Il nodulo unico tiroideo è frequente nella popolazione (5%),soprattutto nel sesso femminile<br />

e può essere dovuto ad un gruppo eterogeneo di cause;classificazione dei noduli unici:<br />

Non neoplastici:<br />

A)iperplastici:<br />

1)spontanei<br />

2)compensatori<br />

B)degenerativi:<br />

1)emorragici<br />

2)fibrosi e fibrocalcifici<br />

3)cistici<br />

C)infiammatori:<br />

1)tiroiditi:<br />

-di Hashimoto,<br />

-subacuta<br />

-acuta batterica<br />

Neoplastici:<br />

A)benigni:<br />

1)freddi:<br />

-solidi(adenomi)<br />

-cistici<br />

-misti<br />

2)caldi:<br />

-adenoma funzionante<br />

B)maligni:<br />

1)primitivi:<br />

-ca follicolare<br />

-ca papillifero<br />

-ca midollare<br />

-ca anaplastico<br />

2)secondari:<br />

-metastasi intratiroidee da altri tumori


3)linfomi<br />

4)sarcomi<br />

Il nodulo unico è quindi un evento non raro,l’incidenza di neoplasia nell’ambito di un<br />

nodulo unico non funzionante è elevata(5%);non esistono segni di certezza,anche se<br />

sicuramente la presenza di un nodulo molto duro e irregolare è sospetta e se addirittura<br />

compaiono una paralisi ricorrenziale da infiltrazione del nervo o adenopatie metastatiche<br />

possiamo già capire a cosa siamo di fronte.<br />

Percorso diagnostico in presenza di un nodulo unico:<br />

1)scintigrafia(con Tc 99 metastabile):permette di distinguere un nodulo freddo da uno<br />

caldo;<br />

2)ecografia:non permette di avere la certezza diagnostica,ma fornisce dei criteri di<br />

sospetto;<br />

3)citologia con ago sottile:questa indagine deve essere eseguita su tutti i noduli unici<br />

anche se i noduli caldi (che fissano cioè molto il radiotecnezio) sono raramente sede di<br />

neoplasie;è preferibile eseguire il prelievo sotto guida ecografica (si può fare anche a cielo<br />

coperto se il nodulo è palpabile).Il risultato del citologico è molto influenzato dall’ abilità<br />

dell’ ecografista che effettua il prelievo e da quella dell’ anatomopatologo che lo<br />

legge:negli ospedali in cui entrambe queste componenti sono valide si arriva ad una<br />

significatività che supera il 90%,dove ciò non si verifica la significatività si abbassa.<br />

Il numero di falsi negativi è elevato(26%):ciò significa che non ci si può accontentare di un<br />

citologico negativo,soprattutto se il centro in cui è stato effettuato l’ esame non è uno dei<br />

massimi centri di riferimento.<br />

I falsi positivi sono il 3,3%:sono in genere rappresentati da tumori follicolari benigni che<br />

erano stati considerati come maligni dal citologo(generalmente un citologo che da un<br />

preparato costituito da cellule fa diagnosi di ca follicolare commette un azzardo,quindi l’<br />

errore è possibile):essi non rappresentano quindi un grosso problema.<br />

E’ impossibile differenziare un adenoma follicolare da un carcinoma follicolare;quindi se il<br />

citologico evidenzia la presenza di cellule follicolari diventa comunque imperativo<br />

procedere alla chirurgia ,perché potrebbe trattarsi di un ca follicolare.<br />

Percentualmente la citologia fornisce i seguenti esiti:<br />

-benigna:75%<br />

-maligna:5%<br />

-sospetta o indeterminata:20%(l’ esame deve essere ripetuto)<br />

Se in presenza di un nodulo freddo si ha un citologico normale,si presume che sia un<br />

gozzo uninodulare e non c’è indicazione chirurgica a meno che esso non determini una<br />

compressione o un’ evidenza estetica tale da far decidere al pz ci intervenire ,si procede<br />

solo ad una sorveglianza periodica.<br />

In presenza di un nodulo cistico(cisti sierosa),l’ ago aspirato consente di svuotarne il<br />

contenuto ed eventualmente procedere ad alcolizzazione,divenendo così una manovra<br />

terapeutica.<br />

Se c’ è sospetto di neoplasia si procede alla tiroidectomia totale.<br />

IPERTIROIDISMO<br />

L’ ipertiroidismo è caratterizzato da un aumento della concentrazione degli ormoni tiroidei<br />

nel sangue e dai sintomi conseguenti a tale disfunzione.Le cause sono numerose:


1) adenoma tossico: E’ una delle cause più comuni e alla scintigrafia appare come un<br />

nodulo unico caldo perché la sua iperincrezione di tracciante è così elevata da<br />

determinare un’ inibizione ipofisaria completa;non vedremo più la tiroide,ma solo la zona<br />

dell’ adenoma che capta tutto il tecnezio che viene somministrato.Questo reperto ci<br />

permette di fare diagnosi di adenoma tossico o di Plummer:la dizione adenoma tossico è<br />

in realtà un po’ imprecisa,perché poi nella realtà soltanto meno del 10% di essi sono<br />

tumori benigni,gli altri sono noduli follicolari ipercaptanti all’ interno però di un gozzo<br />

nodulare(vedi categoria successiva-ndr-);il problema del trattamento si pone sempre<br />

perché l’ adenoma tossico determina un’ iperfunzione tiroidea con le conseguenze che<br />

essa ha sull’ organismo:<br />

_se l’ adenoma è piccolo(dimensioni inferiori a 2 cm) si fa un alcolizzazione,si introduce<br />

cioè alcool puro nel nodulo sotto guida ecografica determinandone la necrosi;<br />

_se l’ adenoma è più grande si effettua un’emitiroidectomia del lobo interessato.<br />

La terapia chirurgica deve essere preceduta da una terapia farmacologia che riporti un<br />

quadro di eutiroidismo<br />

2)Il gozzo tossico plurinodulare,che è la causa più comune,è un gozzo di vecchia data<br />

che va incontro ad alterazioni della funzione:il TSH stimola la tiroide sotto due profili,quello<br />

proliferativo,dando origine ai noduli e quello della funzionalità e se si manifesta questa<br />

stimolazione il gozzo si trasforma in gozzo tossico.E’ una patologia che compare in pz di<br />

età medio-avanzata,è raro che un gozzo plurinodulare si presenti come una forma tossica<br />

perché c’è bisogno di una stimolazione protratta per anni per trasformare un gozzo<br />

plurinodulare in un gozzo tossico plurinodulare.Questa patologia va trattata<br />

chirurgicamente,previa preparazione con farmaci che frenino la funzione<br />

tiroidea,riportando alla normalità il pz.<br />

3)gozzo tossico diffuso(malattia di Basedow):colpisce prevalentemente donne giovani<br />

o di media età, ha eziologia autoimmune e determina la produzione di anticorpi anti-<br />

TSH.Tra i sintomi sono importanti da sottolineare quelli cardiaci e in particolare la<br />

fibrillazione atriale e l’ esoftalmo,che si ha solo nella malattia di Basedow,perché è legato<br />

all’ infiltrazione da parte di linfociti dei muscoli oculari(orbicolari),che determina la<br />

protrusione dei globi oculari.<br />

La terapia dell’ ipertiroidismo si basa sull’ uso del tapazolo,i cui effetti collaterali più<br />

importanti sono la granulocitosi e le disfunzioni epatiche,che possono impedire la sua<br />

utilizzazione.<br />

La terapia medica va protratta per almeno un anno-un anno e mezzo,la sua sospensione<br />

può determinare l’ insorgenza di recidive e in questo caso si ricorre alla chirurgia o alla tp<br />

con radioisotopi.In Europa si preferisce la tp chirurgica, soprattutto nelle persone<br />

giovani,negli Stati Uniti si preferisce la tp con radioisotopi(a volte persino all’ esordio,senza<br />

nemmeno utilizzare il tapazolo) anche nelle persone giovani:tale tp consiste nel<br />

somministrare una dose di iodio 131 tale da determinare la distruzione parziale del tessuto<br />

tiroideo;si somministra una prima dose e si vede se essa determina la cessazione dell’<br />

ipetiroidismo altrimenti si effettua una seconda somministrazione ed eventualmente una<br />

terza,fino alla distruzione totale della tiroide.La conseguenza di tale tp ,soprattutto nel giro<br />

di qualche anno,è la comparsa di ipotiroidismo e la necessità di una tp sostitutiva.La<br />

limitazione a tale tp è data da un criterio dimensionale:se il gozzo diffuso si accompagna<br />

anche a una notevole ipertrofia della ghiandola,essa non può essere praticata per l’ entità<br />

del tessuto da eliminare.In Italia si preferisce non attuare tale tp nelle donne giovani per la<br />

possibile induzione di malformazioni nel feto,in caso di un’ eventuale gravidanza,da parte<br />

del radioisotopo.


La chirurgia è la scelta obbligata in caso di insuccesso della tp con radioisotopi ed è la<br />

prima scelta in soggetti giovani,(soprattutto se di sesso femminile)e quando il gozzo<br />

diffuso è di grosse dimensioni. L’ intervento chirurgico consiste nella tiroidectomia<br />

totale,perché se si lascia tessuto residuo esso determina la comparsa di una recidiva.<br />

L’ esoftalmo è controindicazione relativa alla tp con radioiodio perché essa ne determina il<br />

peggioramento e quindi è indicazione relativa alla chirurgia;è consigliabile però evitare di<br />

arrivare al manifestarsi dell’ l’esoftalmo,perché esso non guarisce anche se trattiamo il pz<br />

chirurgicamente (può anzi anche peggiorare un po’),mentre con il radioiiodio peggiora<br />

molto.L’esoftalmo dà anche diplopia,che può essere corretta mediante l’ uso di lenti solo<br />

fino ad un certo angolo di visuale e non esistono interventi chirurgici ad esito certo per<br />

correggere questa patologia (possono correggere parzialmente il difetto estetico,ma non la<br />

diplopia).<br />

4)tiroiditi:si possono inzialmente presentare con un quadro di iperfunzione,oltre a<br />

tumefazione,dolore e febbre.Esistono tiroiditi autoimmuni, in particolare quella di<br />

Hashimoto in cui è presente un’ infiltrazione linfoplasmacellulare del parenchima<br />

tiroideo,interessante perché è stata messa in relazione con il linfoma della tiroide.Alcuni<br />

Autori dopo la diagnosi di tiroidite di Hashimoto (citologia con ago sottile)consigliano la<br />

tiroidectomia come misura preventiva sull’ insorgenza di linfoma ,ma sono una<br />

minoranza:questa è comunque l’ unica tiroidite che può avere evoluzione neoplastica e<br />

sotto questo profilo va quindi seguita nel tempo. A una prima fase di ipertiroidismo che<br />

cessa dopo qualche mese ne segue una di ipotiroidismo che,nei casi più gravi,risulta<br />

persistente.<br />

La tiroidite di De Quevain è la più frequente,ha eziologia virale,ed è quella che più<br />

difficilmente determina ipertiroidismo definitivo;è la più benigna ,non ha indicazione<br />

chirurgica perchè,anche se causa la formazione di nodularità, esse non danno problemi<br />

compressivi.Prevede invece terapia sintomatica con cortisone e antinfiammatori in fase<br />

acuta e sostitutiva in caso determini ipotiroidismo.<br />

La tiroidite di Riedel è la più rara,caratterizzata da infiltrato linfoplasmacellulare(per<br />

questo viene considerata autoimmune),consistenza dura della tiroide(tiroidite lignea) e<br />

segni di compressione.Non determina eccessivo ingrossamento dell’ organo e in genere<br />

quando si interviene per una tiroidite di questo tipo è perché la si pone in d.d. con il ca<br />

tiroideo, altrimenti si lascia perdere,perché essa non dà complicanze se non<br />

l’ipertiroidismo e l’intervento di asportazione è complesso.<br />

TUMORI MALIGNI<br />

Patologia abbastanza frequente,soprattutto fra le donne,anche se l’ incidenza è simile tra i<br />

due sessi,che vengono però colpiti in età diverse(?).<br />

Eziologia<br />

La radioterapia nella regione colpita è un fattore predisponente,ma è importante anche l’<br />

esposizione a materiale radioattivo:il radioiodio(iodio 181)per esempio,scoria<br />

dell’esplosione di Cernobyl, ha determinato un aumento imponente dei tumori della tiroide<br />

in quella regione.<br />

Classificazione<br />

Le classificazioni sono molteplici ma la più importante distingue :<br />

-tumori differenziati:.sono i più frequenti ,sono costituiti da cellule simili a quelle normali<br />

e si dividono in follicolari e papilliferi;sono quelli a prognosi migliore,tanto è vero che il<br />

carcinoma follicolare papillifero,(oggi si tende a non differenziare più follicolare e papillifero


perché hanno caratteristiche molto simili e quasi sempre le due componenti cellulari sono<br />

presenti nello stesso tumore-?-) al di sotto dei 45 aa ha prognosi favorevole nel99%dei<br />

casi,anche in presenza di metastasi;tale comportamento è inusuale per una neoplasia<br />

maligna ed è legato alla possibilità che abbiamo di fare una tp efficace.Tale tumore, al di<br />

sotto dei 45aa,viene diviso in due stadi:<br />

-1°stadio:comprende tutti i T , tutti gli N e i casi con assenza di metastasi viscerali<br />

-2°stadio:comprende tutti i T,tutti gli N e i casi con presenza di metastasi viscerali<br />

Il ca follicolare papillifero al di sopra dei 45aa ha un comportamento intermedio con una<br />

prognosi più severa e questo dipende dal tipo di cellularità presente(affermazione non<br />

meglio specificata-ndr-).<br />

Dal punto di vista della tp chirurgica,il dibattito è oggi ancora aperto tra chi sostiene che<br />

sotto i 45aa sia sufficiente l’ emitiroidectomia e chi sostiene la tiroidectomia<br />

totale,(anche se non sembrano esserci differenze apprezzabili in termini di sopravvivenza<br />

tra le due metodiche),perché il trattamento successivo del pz si basa sulla<br />

somministrazione di iodio radioattivo e la sua efficacia è inversamente proporzionale alla<br />

quantità di tessuto residuo.Infatti,se il pz va incontro alla comparsa di metastasi,queste<br />

vengono trattate efficacemente con lo iodio 131 se è stata effettuata una tiroidectomia<br />

totale,con molta minore efficacia se la tiroidectomia è parziale;in realtà solo una parte dei<br />

pz va incontro a metastasi ,in particolare sotto i 45 aa una parte minima.I chirurghi sono<br />

quindi divisi sulla metodica da seguire ma gli endocrinologi,che seguono i pz dopo l’<br />

intervento,tendono preferire la tiroidectomia totale,perché rende più facile il follow-up e la<br />

correzione di eventuali problemi.Sotto la spinta degli endocrinologi tale metodica viene<br />

utilizzata anche per i tumori differenziati ed oggi è difficile che un chirurgo faccia un<br />

intervento inferiore alla tiroidectomia totale su una neoplasia differenziata,proprio perché l’<br />

endocrinologo non gli manderebbe il pz per la seconda volta(?!!)A mio parere non ha<br />

senso conservare una parte di una tiroide malata e inoltre la facilità di un successivo<br />

controllo in una patologia in cui si possono avere quasi il 100% di guarigioni è<br />

fondamentale,consentendo di non dover più reintervenire sul problema.Ad oggi quindi<br />

chirurghi ed endocrinologi sono quasi tutti d’ accordo che la tiroidectomia totale sia l’<br />

intervento d’elezione per un tumore differenziato della tiroide:questo comporta che,per un<br />

nodulo unico che si considera benigno,nell’ impossibilità di avere un “congelatore”(cioè<br />

una diagnosi istologica in sede di intervento-ndr-),si fa un’ emitiroidectomia e,se l’ istologia<br />

definitiva dice invece che si tratta di un ca follicolare o papillifero si reinterviene per<br />

totalizzare e togliere l’ altro lobo.(Una volta c’ erano chirurghi che eseguivano interventi di<br />

nucleoresezione dei noduli che erano destinati a sicuro insuccesso,perché la recidiva era<br />

la regola,interventi che per questo motivo sono stati oggi abbandonati).Successivamente il<br />

pz viene sottoposto a scintigrafia total body con iodio 131 e ,se ci sono segni di<br />

accumulo(dati da tessuto tiroideo residuo) o metastasi,viene trattato con radiotp e<br />

sottoposto a tp ormonale con T4(Eutirox) a dosaggio tale da mantenere il TSH ai livelli più<br />

bassi possibile,senza indurre un ipertiroidismo.<br />

Per quanto riguarda i linfonodi,è sicuro che ,al di sotto dei45aa la linfoadenectomia è utile<br />

nelle forme differenziate e va sempre fatta nel ca follicolare(si asportano i linfonodi della<br />

catena carotidea ,è una linfoadenectomia di una certa importanza),mentre oltre i 45 aa<br />

alcuni chirurghi lo fanno sempre ,altri solo se c’è positività,ma sembra che non ci sia<br />

differenza nella prognosi tra le due metodiche.Il professore successivamente afferma che<br />

la linfoadenectomia si esegue solo in presenza di metastasi:vengono prelevati alcuni<br />

linfonodi ed inviati all’ anatomopatologo,se sono negativi non si fa nulla,se sono positivi si<br />

asportano.(Da Vieri-Scortecci,-Chirurgia Generale-:”la linfoadenectomia è riservata ai casi<br />

in cui sia presente l’ invasione metastatica ai linfonodi locoregionali,poiché è stata<br />

dimostrata l’ inutilità dell’ asportazione profilattica delle catene linfatiche”…-ndr-).


-ca midollare:entità molto rara e discussa,caratterizzato dalla produzione di<br />

calcitonina(la diagnosi si fa dosando la calcitonina nel sangue),presenta una forma<br />

ereditaria associata ad altre patologia endocrine,che fa quindi parte della patologia<br />

multiendocrina e che è oggetto di molti studi e una forma sporadica che è quella più<br />

frequente.<br />

Il ca midollare è una forma intermedia e piuttosto invasiva che metastatizza<br />

frequentemente:la prognosi è seria ,tanto è vero che se viene identificata una forma<br />

familiare e uno dei componenti della famiglia è portatore del gene che determina l’<br />

insorgenza del tumore,c’è l’indicazione ad operarlo precocemente,quando è bambino,<br />

effettuando una tiroidectomia totale.Il ca midollare non è ormono dipendente,quindi è<br />

inutile effettuare la scintigrafia.<br />

-ca indifferenziato (anaplastico):viene classificato solo come quarto stadio,<br />

indipendentemente da T,N o M perché è sempre mortale;fortunatamente insorge<br />

prevalentemente in età avanzata e si tratta quasi sempre dell’evoluzione di un ca<br />

differenziato.La terapia è la tiroidectomia totale,ma essa non è mai radicale ,la recidiva è<br />

la regola e non ci sono altre possibilità di intervento;si possono fare la radiotp e la<br />

chemiotp complementare ma la prognosi è sempre infausta.Questo ca non è ormono<br />

dipendente ed è quindi inutile fare la scintigrafia.<br />

-tumori non epiteliali:tra questi il più frequente è il linfoma,mentre i sarcomi sono<br />

eccezionali.Nel linfoma se si riesce a fare la tiroidectomia la si fa,altrimenti si fa solo la<br />

chemiotp, che è comunque la tp elettiva ed è diversa a seconda che questa sia l’ unica<br />

localizzazione o ve ne siano altre.<br />

-Un cenno a parte meritano le metastasi di altri tumori che sono abbastanza frequenti ma<br />

che raramente richiedono un trattamento.<br />

Esiste la possibilità di effettuare la diagnosi istologica di un nodulo della tiroide durante l’<br />

atto chirurgico operatorio mediante il congelamento e la successiva sezione del tessuto<br />

,ma è una tecnica che la maggior parte degli anatomopatologi non utilizza,quindi nella<br />

maggior parte dei casi non c’è la possibilità di avere una diagnosi estemporanea certa.<br />

Complicanze della chirurgia tiroidea:<br />

1)Lesione del nervo laringeo superiore:oggi è divenuta eccezionale e si traduce in una<br />

facile affaticabilità della voce.Questo nervo decorre vicino all’ arteria tiroidea superiore e la<br />

sua lesione si poteva verificare allorché tale arteria veniva legata lungo il suo tronco<br />

principale,quando non si è ancora sfioccata nei suoi 3 rami terminali che vanno al polo<br />

superiore,infatti se la si lega a questa altezza non si può ledere il nervo,perché si è già<br />

portato sulla laringe.<br />

Anche il rapporto tra nervo ricorrente e arteria tiroidea inferiore è molto intimo:quella sulla<br />

tiroide è una chirurgia molto delicata,che richiede spesso l’utilizzo di occhiali ingranditori.<br />

2)Sanguinamento postoperatorio: si ha nel 5% delle tiroidectomie(parziali o totali) e<br />

rappresenta un problema non tanto in termini di perdita ematica(è difficile che sia<br />

superiore ai 100cc)ma perché determina una compressione ed un dislocazione della<br />

trachea che induce dispnea nel pz ,creando problemi all’ anestesista che ha grosse<br />

difficoltà nell’ intubazione.Quindi l’ ematoma del collo è una banalità chirurgica ma è un<br />

grosso problema dal punto di vista anestesiologico,potendo anche richiedere una<br />

tracheotomia.


A questo punto il prof.ha proiettato una serie di immagini chirurgiche e di sezioni<br />

anatomiche:ho riportato i pochi concetti espressi.<br />

La tiroide estremamente vascolarizzata,tanto che è stato uno degli organi meno “toccati”<br />

dai chirurghi,e,addirittura,alla fine dell’ ’800 si pensava che intervenire sulla tiroide<br />

comportasse la morte certa del pz per emorragia.<br />

L’ intervento di tiroidectomia è molto semplice:si effettua un’ incisione più o meno larga<br />

alla base del collo,si apre la fascia cervicale arrivando sui muscoli pretiroidei che vengono<br />

divaricati sulla linea mediana verso sinistra con un divaricatore (?),si lussa il lobo<br />

tiroideo,si evidenziano le strutture vascolari e nervose che vengono successivamente<br />

legate;a questo punto si può procedere all’ asportazione prima di un lobo e poi dell’ altro.<br />

La chirurgia della tiroide ha oggi una mortalità estremamente bassa,che ,quando si<br />

verifica,è legata all’ instaurarsi di un’ insufficienza respiratoria.<br />

Nella mia esperienza di chirurgo, su 800 interventi sulla tiroide che ho effettuato, c’è stato<br />

un solo decesso:la pz era già stata sottoposta ad emitiroidectomia,intervento che le aveva<br />

procurato la paralisi di una corda vocale,e l’ intervento di totalizzazione per un gozzo<br />

recidivo(che abbiamo già detto essere difficile) ha determinato la lesione del nervo<br />

ricorrente sano:è stato quindi necessaro,per la comparsa di una dispnea acuta,effettuare<br />

una tracheotomia e la pz è morta probabilmente per la dislocazione o l’ostruzione della<br />

tracheostomia durante la notte,che ha causato un’ insufficienza respiratoria acuta.In caso<br />

di emorragia invece,se ci sono delle difficoltà nell’ intubazione,si può evacquare l’<br />

ematoma con il pz sveglio in anestesia locale,permettendo all’ anestesista di fare il suo<br />

lavoro;il verificarsi in questo caso di una dispnea acuta è legato sicuramente ad un errore<br />

grosso dell’ anestesista che approccia il pz(?).<br />

Oggi si cerca di effettuare una chirurgia il più possibile mininvasiva:si assiste ad una<br />

riduzione delle incisioni( si è passati da incisioni “a collare” ad incisioni di 3-6 cm,a<br />

seconda della tecnica utilizzata)ed è possibile addirittura intervenire attraverso incisioni di<br />

1,5 cm per emitiroidectomie effettuate per noduli piccoli,grazie all’ utilizzo di occhiali<br />

ingranditori o della strumentazione laparoscopica.

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