Settembre - Ex-Alunni dell'Antonianum
Settembre - Ex-Alunni dell'Antonianum
Settembre - Ex-Alunni dell'Antonianum
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Sped. Abb. Postale Gruppo IV<br />
PADOVA - VIA DONATELLE), 16 - SETTEMBRE 1S7D<br />
TRIMESTRALE DEGLI EX ALUNNI, DEL COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />
DELLA SCUOLA DI RELIGIONE E DEL PETRARCA - NUOVA SERIE
RIVISTA TRIMESTRALE<br />
PADOVA<br />
via Donatelle 16<br />
tei. 51.444<br />
SOMMARIO<br />
— Almanacchi nuovi<br />
— Padre Cipriano Casella: un anno dalla<br />
morte<br />
— Libertà e vincolo nel matrimonio<br />
— Feste di famiglia<br />
— S. Ignazio va a Bassano<br />
— Congregazione Mariana<br />
- E' nata la S.P.E.M.<br />
— La prima Giornata dell' <strong>Ex</strong> Petrarchino<br />
— Petrarca 1970-71<br />
— Notiziario Antonianum<br />
— Cineforum e «Vita-Film»<br />
— Neolaureati 1969-70<br />
— Una Casa per gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> ?<br />
— Ricordo di Antonio Comelli<br />
Redattori :<br />
P. ANTONIO COVI - Dr. MARIO ZACCARIA<br />
Dlrett. responsabile: P. CARLO MESSORI<br />
Collaboratori :<br />
P. A. GARBAGNATI - P. LOCATELLI - O.<br />
MENEGHETTI - F. VALVASSORI - F. ZAC-<br />
CARIA - V. ZACCARIA<br />
Le fotografie di questo numero sono :<br />
R. BARBIERO - P. A. COVI - E. PERUZZI<br />
P. L. ROSSETTO - A. VETTORE<br />
NUOVA SERIE - N. 35 - DEL 1970<br />
N. 3 (<strong>Settembre</strong>)<br />
In copertina :<br />
IL BUS DELLA TOFANA DI MEZZO<br />
Tip. A. Bolzonella - Padova - tei. 24.105<br />
ALMANACCHI<br />
NUOVI<br />
Per noi l'anno incomincia con ottobre. Siamo, quindi, alla soglia<br />
di un anno nuovo. E mi viene in niente il «Dialogo di un venditore<br />
d'almanacchi e di un passeggere» di Giacomo Leopardi.<br />
Eccone alcune battute. «Credete che sarà felice quest'anno nuovo?»<br />
«Oh, illustrissimo, sì certo». «Come quest'anno passato?»<br />
«Più, più assai» «Come quello di là?» «Più, più, illustrissimo» «Ma<br />
come qua! altro? Non vi piacerebbe che l'anno nuovo fosse come<br />
qualcuno di questi anni ultimi?» «Signor no, non mi piacerebbe».<br />
Dal « dialogo » si possono trarre due preziosi insegnamenti<br />
che vorrei proporre a un'attenta riflessione dei lettori dell'«Antonianum»,<br />
soprattutto dei nostri giovani allievi.<br />
La prima è che si dev'essere instancabili e, in certo senso,<br />
tormentati nel fare sempre meglio. Nessuno di noi, neppure il<br />
più ottimista, può dire che la Scuola di Religione e il Collegio<br />
universitario abbiano raggiunto l'optimum o anche solo l'aurea<br />
mediocrità. Rimangono ancora parecchie mete da raggiungere o<br />
almeno cui tendere instancabili.<br />
Si debbono approfondire, ognuno per sé e tutti insieme per<br />
gli altri, quei problemi che la complessa cultura odierna propone<br />
e impone; problemi, in particolare, che riguardano la gioventù<br />
nel suo faticoso ascendere verso la spiritualità religiosa e la maturità<br />
umana.<br />
Si deve sviluppare maggiormente quel sano senso comunitario<br />
che affratella sempre più strettamente e con reciprocità di<br />
aiuti innanzi tutto i giovani <strong>dell'Antonianum</strong> tra loro e poi questi<br />
con tutti gli altri loro coetanei, più poveri o più ricchi; più colti<br />
o più ignoranti.<br />
C'è ancora cammino per un'attività sportiva sempre più perfezionata<br />
non solo nelle sue conquiste agonistiche ma anche nelle<br />
sue ascensioni morali e spirituali.<br />
Ci sono strutture e iniziative nuove da realizzare perché l'Antonianum<br />
risponda costantemente alle esigenze dei tempi.<br />
Il secondo insegnamento dal «Dialogo di un venditore di almanacchi»<br />
è più sottile. La vita perfetta, la vita felice non la si<br />
raggiunge mai, qui nel tempo. Perché qui nel tempo, le cose perfette<br />
non si riesce a farle. È illusione pericolosissima (cui la gioventù<br />
d'oggi indulge, facendosi spieiatamente critica su quelli<br />
che li hanno preceduti) che si possa riuscire a raggiungere in<br />
tutto la perfezione. Questo non è accaduto l'anno passato, né<br />
quello di là, né in qualcuno di questi ultimi. Ma non avverrà neppure<br />
l'anno prossimo, né quello che verrà poi. Quello che si può<br />
e si deve cercare è di fare il meglio possibile.<br />
E io, come Rettore, sarei ben lieto se tutti i nostri giovani facessero<br />
il meglio possibile nell'anno nuovo che sta per cominciare.<br />
P. CARLO MESSORI RONCAGLIA S. J.<br />
ni
Riassumo qui il contenuto della commemorazione<br />
dell'amatissimo Padre da me tenuta, nell'assemblea<br />
ordinaria degli <strong>Ex</strong>-alunni, il 7 dicembre 1969. Intendo<br />
così rinnovare, nel ricordo, il tributo di affetto e di<br />
riconoscenza che tentai di esprimere in quel giorno:<br />
oggi che un anno è trascorso dalla morte di Padre<br />
Casella e ci pare di sentirlo spiritualmente sempre<br />
vicino, sempre più vicino.<br />
Dopo un' introduzione in cui cercai di mettere in<br />
luce la paternità spirituale dell'Estinto, specialmente<br />
per la generazione — come la mia — dei cinquantenni,<br />
che P. Casella accompagnò dall'adolescenza<br />
alla giovinezza alla virilità, nei giorni drammatici della<br />
guerra e della resistenza, tracciai un profilo del Sacerdote<br />
e del Gesuita, ricavandone le linee per tre<br />
aspetti salienti della personalità, dai sublimi pensieri<br />
della sua omelia giubilare del 17 giugno 1962: fissati,<br />
come in un trittico, quasi punti essenziali del suo testamento<br />
spirituale.<br />
1) « Non mi sono mai pentito di essere stato generoso<br />
col Signore quando mi ha fatto conoscere il<br />
suo volere attraverso gli impulsi della Grazia e la<br />
voce dell'ubbidienza. Ebbi a piangere amaramente<br />
sempre le mie neghittosità ». La generosità del sacerdote<br />
e dell'apostolo.<br />
2) « Non mi sono mai pentito di essere stato troppo<br />
buono con gli altri; spesso invece di esserlo stato<br />
meno». La bontà verso gli altri e specialmente<br />
verso i giovani.<br />
3) « Non sono mai stato deluso, quando nelle difficoltà<br />
ho posto la mia fiducia nella Madonna. Se<br />
ebbi momenti di angoscia, fu quando mi fidai trop-<br />
/87<br />
PADRE<br />
CIPRIANO<br />
CASELLA<br />
un anno<br />
dalla morte<br />
pò di me stesso dimenticandomi di Lei<br />
devozione per la Madonna.<br />
La tenera<br />
II sacerdote e l'apostolo<br />
Ventiseienne il Padre Casella aveva formalmente<br />
chiesto di andare missionario in India. La Provvidenza<br />
volle invece appagare in altro modo la sua sete<br />
di apostolato, inviandolo — dopo gli studi filosofici<br />
e teologici a Roma, Innsbruck, Bruxelles, e di nuovo<br />
a Roma — all'Antonianum di Padova come direttore<br />
della Scuola di Religione.<br />
Il carattere più evidente del suo apostolato si<br />
riassume nella ricerca e nell'accostamento dei giovani,<br />
e in genere dei sofferenti e degli indigenti spirituali.<br />
Per raggiungerli, anche quando gli era segnalato<br />
solo un minimo loro bisogno, Egli intraprendeva<br />
viaggi faticosi e sosteneva disagi e affrontava<br />
situazioni difficili.<br />
L'opera in cui meglio Egli vide esprimersi ed appagarsi<br />
la sua vocazione apostolica fu appunto la<br />
S. d. R. <strong>dell'Antonianum</strong>. Egli la raccolse, secondo la<br />
impostazione dei predecessori, come « un'opera che<br />
estendeva il programma di San Giovanni Bosco ai<br />
giovani delle classi sociali più elevate, nelle quali<br />
non c'è forse miseria materiale, ma ben più impressionante<br />
vi è quella morale, tanto più difficile a curarsi,<br />
quanto più profonda e nascosta e inconscia di<br />
sé ». Ma non concepì la S. d. R. come élite spirituale<br />
e sociale; anzi, come ambiente aperto alle masse<br />
studentesche, entro le quali formare il nucleo più<br />
sensibile alle esigenze della attività apostolica. Nel<br />
sostenere l'attività sportiva e i campeggi estivi e in-
vernali (sua geniale precorritrice invenzione) P. Casella<br />
intendeva operare sui giovani, tenendoli agganciati<br />
all'ambiente e diffondendo in essi sani principi<br />
e sentimenti. Il suo apostolato fu quello — come bene<br />
ha scritto P. Colombo — della «linea aperta»:<br />
non lontano nell'ispirazione, dal programma di Papa<br />
Giovanni : « quanto intransigente nelle idee e allergico<br />
ad un minimo sentore di irenismo ideologico,<br />
tanto cordiale e possibilista per ogni aberrazione della<br />
vita pratica ».<br />
Un particolare oggetto delle cure di P. Casella fu<br />
il periodico «Antonianum», che Egli volle tenacemente<br />
far sopravvivere e al quale dedicò ogni energia<br />
negli ultimi anni di vita, come a strumento prezioso<br />
di una missione graduale e ricorrente: un seme di<br />
bene deposto nel cuore dei giovani e coltivato con<br />
amorevole cura.<br />
Non va poi trascurato, in questo aspetto del sacerdote<br />
e dell'apostolo, il capitolo del pensatore e<br />
dello scrittore. « Pensatore eccezionale e indagatore<br />
incessante » lo definisce P. Valentini, acutamente cogliendo<br />
le due componenti armoniche della sua personalità<br />
di studioso e di teologo: l'ortodossia e la<br />
fedeltà alla Verità e al dovere; la comprensione della<br />
problematica moderna e delle esigenze dei tempi.<br />
Naturalmente non bisogna pensare, per un'obiettiva<br />
valutazione dei suoi meriti di pensatore e di teologo,<br />
agli ultimi mesi di vita, in cui si era chiuso in<br />
una posizione, almeno apparentemente, conservatrice<br />
e tradizionalistica. In effetti non era questo il suo<br />
atteggiamento genuino: e lo dimostrano, ad esempio,<br />
le recensioni in «Letture» nel decennio 1949-1959.<br />
La bontà verso gli altri e specialmente<br />
verso i giovani<br />
Capitolo fondamentale. Tutti hanno compreso ed<br />
apprezzato la Sua bontà cristiana, splendidamente<br />
rivelata dai suoi pensieri, trascritti nell'immagine-ricordo<br />
per il trigesimo: « Anche i buoni hanno sempre<br />
più da imparare da un cuore tenero e compassionevole<br />
verso gli infelici che da spiriti intransigenti...<br />
Gli uomini hanno bisogno di anime che sappiano<br />
piangere con loro e comprendere le loro infinite<br />
debolezze, lo non mi sono mai pentito di essere<br />
stato paziente, affabile, buono... ».<br />
Nessuna iniziativa della sua vita potrebbe meglio<br />
illuminare questo aspetto della sua personalità quanto<br />
quella con cui, nel periodo bellico, si prodigò —<br />
profondendo energie e forze — per tenere uniti all'Antonianum<br />
alunni ed ex-alunni, chiamati a combattere<br />
sui vari fronti; e poi per ricordare degnamente<br />
i Caduti. Negli editoriali dell'«Antonianum» del<br />
maggio 1941 e dell'agosto 1943 e nella prefazione<br />
al voi umetto «Le consolazioni dei Grandi» (Padova,<br />
1944), sono contenuti tre documenti altissimi di questo<br />
spirito di carità. Chi li rilegge troverà tutto il<br />
cuore di P. Casella; e capirà quanto amore, quanta<br />
tenerezza, quanta sapienza Egli profuse quando volle<br />
fissare il nome dei Caduti sulla lapide dell'atrio<br />
<strong>dell'Antonianum</strong> e sulla lastra argentea del suo prediletto<br />
altare di S. Giuseppe. Le Mamme, i papa, le<br />
spose, le fidanzate, le sorelle e i fratelli dei Caduti<br />
potrebbero dire, meglio di me, quanto conforto ricevettero<br />
dal P. Casella nei giorni dell'angoscia.<br />
L'amore e la devozione per la Madonna<br />
Chi ebbe la ventura di frequentare P. Casella come<br />
confessore, ricorderà che al principio dell'esortazione<br />
che seguiva all'accusa, Egli poneva sempre<br />
queste parole: « Preghiamo tanto la Madonna... »; e<br />
sempre a Lei voleva dedicata qualche Ave di penitenza.<br />
Egli ben conosceva la parte che nella vita di<br />
pietà è rappresentata dalla Madonna. E con quanta<br />
cura preparava ogni anno la chiusura del mese di<br />
Maggio con la processione alla Grotta!<br />
L'ultimo numero dell'«Antonianum», curato nelle<br />
pause del male implacabile, reca il suo estremo messaggio<br />
mariano: quello che ad alcuni di noi consegnò<br />
come il suo testamento spirituale. Egli vagheggiava<br />
una crociata di « rosarianti » che ottenessero<br />
dalla Vergine il miracolo di un arresto della pubblica<br />
immoralità, come dal suo prodigioso intervento<br />
erano state arrestate le ondate dei Turchi a Lepanto<br />
e a Vienna.<br />
Lo stesso P. Casella, del resto, aveva fin dagli<br />
anni giovanili espresso la sua calda pietà mariana<br />
nei «Ricordi di prigionia»: uno dei quali è stato opportunamente<br />
inserito nell'immagine-ricordo del trigesimo:<br />
« Ebbi sempre modo di constatare come i<br />
figli di Maria si amino in qualunque parte si trovino ».<br />
Concludo riportando la parte finale della mia commemorazione.<br />
« Ho tentato di cogliere gli aspetti salienti della<br />
personalità di P. Casella; ma certo non sono riuscito<br />
a "centrare" un suo profilo. Chi d'altra parte avrebbe<br />
saputo farlo? P. Casella si sottrae colla sua<br />
personalità ad ogni celebrazione e commemorazione.<br />
La sua umiltà rifuggiva da ogni occasione di elogio<br />
e di riconoscimento. Ma ancor più devo dire.<br />
Egli era tutto nel suo vivere, nel suo sorridere aperto,<br />
nel suo parlare sommesso. E chi potrebbe rievocare<br />
questi aspetti vivi, questa presenza lieta colle<br />
parole povere e colla penna misera?<br />
Ma chi visse vicino a Lui, chi Lo conobbe intimamente,<br />
chi Lo amò, come si può amare un padre<br />
o un amico, perdonerà al mio discorso le insufficienze<br />
e le lacune.<br />
Noi <strong>Ex</strong>-alunni, a cui Egli dedicò la cura dei Suoi<br />
ultimi anni di vita, possiamo solo renderGli un tributo<br />
di riconoscenza, promettendo qui tutti insieme di<br />
camminare sulla via da Lui tracciata: di volerci bene<br />
com'Egli ci insegnò, di lavorare in silenzio, come<br />
egli seppe, per il trionfo del Regno di Cristo; soprattutto<br />
di sperare sempre in Dio fino all'ultimo istante,<br />
com'Egli fece sul letto del dolore e della malattia:<br />
quando colla luce dei suoi occhi azzurri, velati di<br />
mestizia per la consapevolezza di un triste distacco,<br />
ci invitava, nelle nostre brevi, ma fedeli visite di figli<br />
affezionati, a sperare sempre: e veramente ci consolava<br />
più che noi fossimo a confortarLo: ispirandoci<br />
una fiducia che contrastava col dispiacere di veder-<br />
Lo consumato dal male.<br />
Padre Casella, dal primo giorno che lo incontrai<br />
fino all'ora della sua morte mi ha insegnato a credere<br />
e a sperare in Gesù Cristo che è Vita.<br />
Vittorio Zaccaria
Libertà e vincolo nel matrimonio<br />
UN LIBRO DI GIURISTI PADOVANI CONTRO IL DIVORZIO<br />
Anche nella nostra città si è costituito, sin dal dicembre dello scorso anno, e con sede proprio presso l'Antonianum, un COMI-<br />
TATO PER LA DIFESA DELLA FAMIGLIA, il quale, fra molte altre attività ed iniziative, ha anche promossa la pubblicazione di un<br />
libro intitolato « LIBERTÀ E VINCOLO NEL MATRIMONIO » - saggio critico - con una vasta appendice contenente a stralcio gli<br />
articoli della Costituzione Italiana, del Concordato, della nuova Legge sui Referendum e del progetto Legge sul « Divorzio » già<br />
approvato dalla Camera dei Deputati ed ora all'esame del Senato.<br />
Per gentile concessione degli Autori e dell'editore possiamo pubblicare sulla nostra Rivista il testo del «saggio» omettendo tutta<br />
l'appendice.<br />
Il libro è edito dalla « LICE » e contiene appunto le « RIFLESSIONI RACCOLTE IN INCONTRI SVOLTI A PADOVA, nella primavera<br />
del 1970, fra l'Avv. Aldo PERISSINOTTO, l'Avv. Pio MATURO, il P. Carlo MESSORI RONCAGLIA S. J., l'Aw. Guido PALLARO<br />
ed il Prof. Avv. Alberto TRABUCCHI ».<br />
PROPRIETÀ ESSENZIALI DEL MATRIMONIO<br />
Nel nostro contesto sociale non è messo in discussione il<br />
principio del matrimonio monogamico, ossia l'unità, mentre è<br />
oggetto di polemica l'altro principio fondamentale, quello dell'indissolubilità<br />
sul quale soltanto soffermiamo qui la nostra attenzione.<br />
E' pacifico che il matrimonio non è una qualsiasi relazione<br />
sessuale fra uomo e donna, ma è unione creativa di una nuova<br />
entità sociale; ed è esattamente questa differenziazione che la<br />
coppia vuole realizzare con il matrimonio.<br />
Questa fusione è dinamica per gli scopi che le sono propri<br />
di fondazione di una famiglia, e come tale irreversibile e non<br />
modificabile per sola volontà dei contraenti, ancorché da loro<br />
dipenda il suo sorgere: tant'è che essi stessi la vogliono tutelare<br />
dall'Autorità alla quale affidano questa loro volontà creatrice.<br />
Correlativamente il momento essenziale e imprescindibile del<br />
matrimonio è quello del dovere, richiesto ai coniugi da quegli<br />
scopi, non quello della soddisfazione di interessi individuali prescindenti<br />
dalle esigenze del gruppo familiare. Fa meraviglia che<br />
in questi anni in cui si fa tanto appello alla socialità, si trascuri<br />
questo principio proprio nell'ambito della famiglia fondata sul<br />
matrimonio e che tuttavia è riconosciuta come la prima cellula<br />
della società.<br />
Queste osservazioni varrebbero anche da sole a replicare a<br />
quegli argomenti che a favore del divorzio sono tratti dalla considerazione<br />
dell'interesse individuale del singolo, o anche di entrambi<br />
i coniugi, ma individualmente considerati.<br />
LIBERTÀ INDIVIDUALE E DIVORZIO<br />
Si suole tuttavia difendere il divorzio come rispondente invece<br />
a un fondamentale diritto di libertà dell'individuo.<br />
Si parte dal concetto che la vera democrazia deve consentire<br />
la massima possibilità di affermazione della personalità<br />
umana e che conseguentemente esiste una riserva entro la<br />
quale il singolo non può essere molestato neppure dalla volontà<br />
della maggioranza: la possibilità del divorzio, si afferma,<br />
fa parte di questa riserva.<br />
Questa ultima affermazione non regge.<br />
Le Carte Costituzionali dei vari Paesi, e del nostro in particolare,<br />
costantemente associano alla enunciazione dei diritti dei<br />
singoli, i rispettivi doveri verso la società: questa impostazione<br />
giuridica nasce necessariamente dall'innegabile realtà che l'individuo<br />
uomo non è neppure concepibile avulso dalla società<br />
alla quale è legato per il suo stesso sviluppo.<br />
E conseguentemente bisogna ammettere istituti che non<br />
tanto per un meccanico diritto di maggioranza vengono strutturati<br />
in quella determinata maniera, bensì dalla maggioranza vengono<br />
riconosciuti ed affermati come valori originari e come i<br />
più atti allo sviluppo ordinato della personalità umana nel contesto<br />
sociale.<br />
/10/<br />
Una volta che si affermano diritti di valore assoluto, quale<br />
appunto il diritto di libertà per l'individuo, non si vede come si<br />
possa escludere l'esistenza di altri istituti di valore assoluto<br />
— da coordinare con i primi — per la migliore conservazione<br />
della società.<br />
Se il presunto diritto dell'individuo al divorzio nei confronti<br />
della società non fosse aberrante e insostenibile, le moderne<br />
Carte Costituzionali e le dichiarazioni dei diritti dell'uomo lo<br />
avrebbero incluso fra le varie libertà inderogabili: ciò che non<br />
hanno fatto; in particolare la dichiarazione universale dei diritti<br />
dell' uomo approvata dalla Assemblea Generale dell' O.N.U. il<br />
10-12-1948 ha puntualizzato il diritto dell'uomo e della donna<br />
di sposarsi e di fondare una famiglia, limitandosi, per l'eventualità<br />
di scioglimento, ad affermare la parità dell'uomo e della<br />
donna al riguardo (escluso con ciò il «ripudio» dell'antico diritto<br />
ebraico).<br />
Il matrimonio è per sua natura vincolo; e qui sta l'essenza<br />
caratterizzante della promessa matrimoniale. E' tanto vero questo<br />
che nessuno potrebbe sostenere, senza cadere in una contraddizione<br />
in termini, che l'individuo possa avere al momento<br />
stesso in cui contrae matrimonio la ferma intenzione di scioglierlo<br />
quando creda. E' infatti reciproco il diritto dei coniugi<br />
al vincolo, così che certamente è escluso che il divorzio possa<br />
essere provocato — sulla base di un malinteso concetto di libertà<br />
— da un unilaterale atto di volontà emanante dall'uno o<br />
dall'altro coniuge, manifestato espressamente o anche indirettamente<br />
attraverso una prolungata separazione.<br />
E quanto allo scioglimento per semplice mutuo accordo, è<br />
noto come anche ordinamenti fra i più lassisti in materia non<br />
si sentono di ammetterlo.<br />
Né ha pregio l'argomento a favore del divorzio basato sulla<br />
libertà religiosa: questa significa possibilità di seguire i precetti<br />
della religione che ognuno crede di abbracciare, o anche di<br />
non abbracciare alcuna religione; ma nessuna religione, o nessun<br />
orientamento ateo pone come precetto il divorzio, anche<br />
se lo consente.<br />
E' superfluo ribadire che qui si parla del matrimonio e della<br />
esigenza della sua indissolubilità sotto il puro aspetto del bene<br />
sociale di fronte al quale tutti i cittadini cattolici, atei, o di altre<br />
religioni, sono uguali.<br />
IL DIVORZIO COME PRETESO RIMEDIO<br />
Non si esclude che il divorzio riesca ad offrire ad infortunati<br />
o falliti del matrimonio la possibilità di attribuire una certa rispettabilità<br />
formale e giuridica a loro successive unioni; ma di<br />
fronte a questo aspetto pratico dello strumento divorzistico stanno<br />
altri effetti pratici negativi diretti o indiretti di estrema gravita.<br />
Il problema va ovviamente considerato in rapporto al matrimonio<br />
come istituto in sé e per sé, ossia non in rapporto a singoli<br />
casi concreti; invero qualsiasi legge deve essere ordinata<br />
al bene comune e non a quello di singoli.
Ora non c'è dubbio che la possibilità del divorzio — non<br />
importa al momento considerare i casi più o meno larghi in cui<br />
venga consentito — mina fin dal suo nascere quella unione fra<br />
l'uomo e la donna che, secondo quanto gli stessi divorzisti ammettono,<br />
dovrebbe essere intesa nella sua essenza caratterizzante<br />
come unione per la vita, in corrispondenza al normale contenuto<br />
della promessa costitutiva, e in contrapposto alla semplice<br />
relazione sessuale.<br />
Tornano qui di attualità le parole pronunziate dal Pisanelli<br />
durante il dibattito alla Camera sul progetto del cod. civile del<br />
1865 — sorto in clima risorgimentale e non certo incline a soggezione<br />
verso la Gerarchla ecclesiastica —: « Quando una legge<br />
collocasse sulla soglia del matrimonio l'idea del divorzio, questa<br />
idea sarebbe un veleno perenne pel matrimonio, un sospetto incessante<br />
per i coniugi, una minaccia per i figli ».<br />
Molti dissidi, anche per semplici divergenze di carattere, o<br />
per difficoltà ambientali, che l'indissolubilità sprona a superare,<br />
molte tentazioni per attrattive sessuali o per raggiungere una<br />
posizione sociale più brillante, che l'indissolubilità frena sul nascere,<br />
troverebbero via libera e porterebbero facilmente alla rottura<br />
che un divorzio si presterebbe a formalmente legittimare.<br />
Anche a questo riguardo è il caso di ricordare l'ammonimento<br />
che, nei primi anni di questo secolo, scriveva l'Israelita<br />
prof. Vittorio Polacco titolare illustre della cattedra di diritto<br />
civile nell'Università di Padova: « l'indissolubilità ha la virtù di<br />
prevenire, o per lo meno di comporre molti dissidi e serve da<br />
freno al divampar di passioni cui con ferrea, ma salutare tenacia,<br />
la potestà civile nega legale sanzione ».<br />
Analogamente Adolfo Ravà, pure egli israelita e professore<br />
di diritto civile all'Università di Padova, cosi si esprimeva: « M<br />
divorzio, che può apparire giustificato in casi di dissidi insanabili<br />
tra i coniugi, è in realtà una delle cause determinanti di<br />
essi e con la sua stessa possibilità tende a provocarlo, o ad<br />
accentuare i motivi che sembrano legittimarlo ».<br />
Né si dica al contrario che la minaccia del divorzio possa<br />
indurre il coniuge in difetto a rimettersi in carreggiata; se anche<br />
in qualche caso ciò possa avvenire, più facilmente potrebbe<br />
verificarsi una forzata tolleranza delle colpe e delle prepotenze<br />
dell'altro, da parte del coniuge più debole che non si sente di<br />
affrontare lo scioglimento del vincolo. E questo non è certo rispondente<br />
a quello scopo di eliminare il vincolo quando sia<br />
venuta meno l'unione dei cuori, con il quale i divorzisti intendono<br />
moralizzare il loro proposito.<br />
Non si risponda che l'istituto del divorzio potrebbe essere<br />
esso stesso incoraggiamento alle rotture solo quando la legge<br />
largheggi nelle cause che danno diritto ad ottenere lo scioglimento<br />
del vincolo: il divorzio per i casi limite del condannato<br />
all'ergastolo, o per incesto e simili, rappresenta solo la suggestiva<br />
cornice nella quale i divorzisti inquadrano l'istituto, ma la<br />
stessa logica del divorzio, concepito come constatazione e conseguenza<br />
della rottura « della comunione spirituale e materiale<br />
di vita » fra i coniugi — per usare l'espressione del progetto<br />
che si discute oggi in Italia — comporta che il cosiddetto rimedio<br />
sia fatto funzionare ben al di là di quei casi limite; come<br />
in realtà il progetto suddetto tende a fare, consentendo il divorzio<br />
per volontà unilaterale anche del coniuge colpevole, costretto<br />
solo a pazientare qualche anno prima di sbarazzarsi col<br />
divorzio dell'ingombrante compagno o compagna.<br />
Dove andrebbero d'altra parte tutte le sia pur speciose argomentazioni<br />
dei divorzisti basate sulla libertà, sulla immoralità di<br />
mantenere vincoli ormai spezzati e sostituiti da nuovi vincoli di<br />
fatto ecc. ecc., se il divorzio si limitasse al solo ristrettissimo<br />
numero dei grossi galeotti? A proposito dei quali c'è poi da osservare<br />
che la ricostruzione della loro personalità non sarebbe<br />
certo agevolata da una sanzione del genere, che li priverebbe<br />
anche di ogni conforto affettivo per la sperata redenzione.<br />
Gravissime sarebbero poi le conseguenze dell'introduzione<br />
del divorzio nei riguardi dei figli, e anzitutto di quelli del matri-<br />
• monio disciolto.<br />
Non si dica che i figli soffrono di più in una casa dove i coniugi<br />
convivono forzatamente a motivo dell'indissolubilità, che<br />
in una casa liberata da tale incubo: la sofferenza dei figli per<br />
dover assistere alle liti quotidiane dei genitori, si ovvia già con<br />
la sola separazione; mentre il divorzio toglie ai figli anche la<br />
speranza di una riconciliazione fra il padre e la madre. E' fonte<br />
evidente di disorientamento per i figli stessi il fatto che la legge<br />
sanzioni col suo crisma quella disgregazione che, sentita come<br />
un male, non è ancora disgregazione totale del concetto della<br />
famiglia nelle coscienze.<br />
Né il divorzio attenua il problema della sistemazione dei figli,<br />
sballottati fra due genitori, poiché il rapporto con la figliolanza<br />
permane nel divorzio né più né meno che con la separazione,<br />
con tutti i problemi relativi resi ancor più gravi se uno<br />
dei genitori o entrambi siano stretti da nuovi vincoli legali che si<br />
contrappongano ai precedenti.<br />
Un altro argomento si porta a favore del divorzio: quello di<br />
sanare la piaga dei figli adulterini.<br />
Anche prescindendo dalle statistiche, che già da sole appaiono<br />
dimostrare il contrario, è evidente, sulla base di una semplice<br />
considerazione psicologica, che la possibilità del divorzio<br />
facilita le relazioni adulterine e con esse le nascite di adulterini;<br />
il divorzio, se la legge introduttiva lo consenta, potrà al più<br />
regolarizzare sul piano formale, attraverso il successivo matrimonio<br />
fra gli adulteri, questa prole; il che significherebbe non<br />
tanto avere eliminato il male dei figli adulterini, quanto togliere<br />
alla legittimità della prole il suo stesso sostanziale significato,<br />
e mettere i figli legittimi del primo matrimonio in stato di pratica<br />
inferiorità: ossia per far condividere il bene della legittimità<br />
a tutti, si finisce coll'annullare l'essenza stessa del bene.<br />
E' la logica drammatica del divorzio quella di finire col dissolvere<br />
ogni valore familiare.<br />
Che dire poi del divorzio a ripetizione?<br />
Troppi credono di poter raggiungere la felicità liberandosi<br />
dell'«altro», mentre hanno la causa del male in sé stessi, ed<br />
anche nella nuova unione emerge ben presto il germe distruggitore.<br />
I CATTOLICI DI FRONTE AL MATRIMONIO<br />
COME ISTITUTO NATURALE<br />
Tutto quanto contenuto nei precedènti capitoli va detto con<br />
riguardo al matrimonio in sé e per sé, come istituto sociale; è<br />
il caso ora di aggiungere qualche notazione con riguardo alla<br />
posizione dei cattolici di fronte al problema. E ciò sotto due<br />
aspetti: quello del diritto dei cattolici di interloquire sul problema<br />
in qualità di cittadini preoccupati del bene comune, e quello<br />
della non incongruenza nella difesa della indissolubilità con riguardo<br />
al matrimonio in genere.<br />
Ora è vero che fra i battezzati il matrimonio non può essere<br />
che sacramento, per volontà espressa di Gesù Cristo, e quindi<br />
non si da fra battezzati matrimonio valido che non sia anche<br />
sacramento.<br />
Tuttavia il sacramento non fa che elevare sul piano soprannaturale<br />
lo stesso patto matrimoniale naturale, dotato di caratteristiche<br />
sue proprie (l'unità e l'indissolubilità) che, come tali,<br />
sono originarie e non create dal sacramento.<br />
Correlativamente il diritto canonico afferma solennemente<br />
«matrimonio facit partium consensus » (can. 1081); e lo stesso<br />
Concilio di Trento nel suo famoso Decreto « Tametsi » afferma<br />
espressamente come non ci sia dubbio che anche matrimoni<br />
clandiestini purché siano fatti con la libera volontà dei contraenti<br />
sono veri e perfetti matrimoni.<br />
Se la Chiesa ha prescritto anche la pratica esteriore nel sacramento<br />
(presenza di un sacerdote benedicente e di due testimoni<br />
- conf. Decreto citato) ciò è stato fondamentalmente per<br />
stabilire la certezza del matrimonio contratto ed ovviare al pericolo<br />
che un contraente approfittando della mancanza di una<br />
711 /
prova esterna possa facilmente abbandonare il coniuge per contrarre<br />
altra unione con terza persona, unione che non sarebbe<br />
nella realtà che un continuato adulterio.<br />
L'avversità manifestata dalla Chiesa cattolica per il cosidetto<br />
matrimonio civile parte da una questione di giurisdizione e di<br />
forma, manifestatasi in determinati momenti storici di fronte alla<br />
tendenza degli Stati di laicizzare istituti che la Chiesa considera<br />
sacri; ma non toglie che l'insegnamento tradizionale della Chiesa,<br />
partendo dal passo biblico della Genesi, abbia identificato l'essenza<br />
del matrimonio nella unione fra l'uomo e la donna concretato<br />
nella volontà della unità e della Indissolubilità, a prescindere<br />
da una forma determinata.<br />
La forma interviene come garanzia della esistenza di questa<br />
specifica e qualificata volontà: nel matrimonio civile la Chiesa<br />
non ha riscontrato tale garanzia, specie nel contesto storico in<br />
cui il matrimonio così detto civile è sorto come antitesi al matrimonio<br />
cristiano e, in molti ordinamenti, come vincolo dissolubile,<br />
cioè come un non matrimonio; ciò spiega come per il diritto<br />
canonico il preesistente vincolo di matrimonio civile in sé<br />
e per sé non costituisce un vero e proprio impedimento a nuove<br />
nozze con altra persona, bensì una semplice « difficoltà »; quando<br />
non sia ascritto ad impedimento sotto il profilo della « publica<br />
honestas ».<br />
Ma resta pur sempre il dato di fondo secondo cui l'unità e<br />
l'indissolubilità sono, per la Chiesa, elementi essenziali del matrimonio<br />
in genere che solo ricevono nel matrimonio cristiano<br />
« peculiarem firmitatem ratione sacramenti ».<br />
D'altronde quando due battezzati coniugati solo civilmente<br />
vogliano regolarizzare la loro posizione di fronte alla Chiesa, potranno<br />
ricorrere alla così detta « sanatio in radice », senza cioè<br />
una nuova manifestazione di consenso e con l'effetto di essere<br />
considerati dalla Chiesa quali coniugi sin dal momento del vincolo<br />
contratto in forma civile.<br />
Non sono quindi in contraddizione con i propri principi i<br />
cattolici quando, per le ragioni sopra illustrate, sostengono l'indissolubilità<br />
del vincolo con riguardo al matrimonio in genere.<br />
V INDISSOLUBILITÀ CON RIGUARDO AL MATRIMONIO<br />
COSÌ DETTO «CONCORDATARIO»<br />
L'art. 34 del Concordato fra Italia e S. Sede dichiara di riconoscere<br />
al sacramento del matrimonio, disciplinato dal diritto<br />
canonico, gli effetti civili.<br />
Si è detto dai divorzisti che introducendo il divorzio non si<br />
farebbe che modificare tali « effetti civili » e la norma del Concordato<br />
non sarebbe violata.<br />
Ma cosi ragionando si dimentica che in base alla suddetta<br />
norma concordataria non si è pattuito che il matrimonio canonico<br />
si trasformi in matrimonio civile, bensì che il matrimonio canonico<br />
come tale sia operante anche di fronte all'ordinamento civile<br />
(salvi i casi espressamente eccettuati) una volta trascritto.<br />
In altre parole il Concordato più che una attribuzione degli effetti<br />
civili al matrimonio canonico, è nella sostanza riconoscimento<br />
del matrimonio canonico « agli » effetti civili.<br />
Sotto questo aspetto il matrimonio concordatario si diversifica<br />
radicalmente dal matrimonio celebrato davanti ai ministri<br />
dei così detti « culti ammessi », dove in effetti si ha una semplice<br />
sostituzione del ministro del culto all'ufficiale di stato civile.<br />
Ora con l'introduzione del divorzio si verrebbe ad avere un<br />
matrimonio canonico ancora esistente come tale, e viceversa<br />
inoperante di fronte all'ordinamento civile: sostenere che malgrado<br />
ciò il Concordato non verrebbe violato, significherebbe<br />
sostenere che lo Stato avrebbe con l'art. 34 riconosciuto efficacia<br />
al matrimonio canonico come tale, con la riserva tuttavia di...<br />
disconoscerlo in qualsiasi momento attraverso l'introduzione del<br />
divorzio: il che non ha senso.<br />
Si può dire anche di più: la indissolubilità non rappresenta<br />
un semplice « effetto » del matrimonio canonico, bensì un ele-<br />
/12/<br />
mento essenziale dello stesso, come solennemente ed espressamente<br />
dichiara il can. 1013 del C.I.C.; e perciò il riservarsi da<br />
parte dello Stato la facoltà di introdurre agli effetti civili la risolubilità<br />
del vincolo per divorzio avrebbe avuto il significato di<br />
riconoscere l'efficacia civile non di un matrimonio canonico, ma<br />
di qualcosa che con questo non ha a che fare.<br />
La realtà è che l'espressione riconoscimento degli « effetti civili<br />
», di cui all'ari. 34 del Concordato confermato dalla Legge<br />
27-5-1929 n. 810, con la quale lo Stato ha dato esecuzione al<br />
Concordato stesso, presuppone riconoscimento della esistenza<br />
del vincolo da cui tali effetti derivano, con le caratteristiche che<br />
di tale vincolo costituiscono elementi essenziali; perciò mentre<br />
10 Stato può variare nell'ambito dell'ordinamento civile quella<br />
normativa matrimoniale che non tocca il riconoscimento dell'esistenza<br />
del vincolo, non può invece, senza ledere il Concordato,<br />
introdurre variazioni che portino a cancellare II vincolo medesimo.<br />
Insomma col divorzio non tanto si regola diversamente il rapporto,<br />
o se ne modificano gli effetti, ma, nei confronti dell'ordinamento<br />
dello Stato, si elimina addirittura il rapporto; il che<br />
non è ammissibile ai sensi della norma concordataria.<br />
Si ammette del resto dai divorzisti che, una volta introdotto<br />
11 divorzio, l'art. 34 del Concordato non avrebbe più utilità per<br />
la S. Sede in quanto i vantaggi che alla Chiesa derivano dall'impegno<br />
dello Stato contenuto in quell'articolo resterebbero frustrati;<br />
ma questo, per i divorzisti, comporterebbe soltanto un problema<br />
politico, un giudizio cioè di convenienza per la S. Sede<br />
di continuare o meno a fruire di quell'articolo o anche di denunciare<br />
il Concordato, non un problema giuridico.<br />
Il riconoscere che in seguito ali' introduzione del divorzio<br />
l'art. 34 non servirebbe in pratica più a nulla per una delle parti<br />
contraenti conferma invece che la norma non può essere interpretata<br />
nel senso di consentire tale soluzione evidentemente<br />
contraria a buona fede in quanto svuoterebbe l'Accordo del suo<br />
vitale contenuto.<br />
Di fronte alla constatazione secondo cui l'introduzione del<br />
divorzio per il matrimonio concordatario è contrastata dal Concordato,<br />
si protesta dal fronte divorzista che, accettando questa<br />
soluzione, sì finisce col ledere la prerogativa stessa della sovranità<br />
dello Stato; ma l'obiezione non ha il minimo fondamento.<br />
Già di fronte a qualsiasi Trattato internazionale si deve dire<br />
che lo Stato introduce un limite alla sua stessa libertà, che può<br />
tuttavia riacquistare denunciando il Trattato stesso, quando le<br />
regole del diritto internazionale glielo consentano; nel caso particolare<br />
del Concordato, lo Stato deve, prima ancora del diritto<br />
internazionale, rispettare il proprio diritto costituzionale, ossia<br />
la limitazione che esso stesso si è posta all'art. 7 della Costituzione;<br />
e cioè, in difetto di accordo con la S. Sede, far eventualmente<br />
luogo ad una legge in deroga al Concordato adottata<br />
nelle forme delle leggi costituzionali; senza pregiudizio del problema<br />
di diritto internazionale da risolvere secondo le regole<br />
dello stesso.<br />
E se mai occorresse una interpretazipne storica, anzi, per<br />
così dire, autentica, e di fonte non certo sospettabile di parzialità<br />
per la Chiesa, circa la forza dell'ari. 7 della Costituzione,<br />
la si troverebbe nelle parole pronunciate alla Assemblea Costituente<br />
il 17 aprile 1947 da Piero Calamandrei, che così si<br />
espresse rivolto particolarmente ai deputati di orientamento cattolico,<br />
favorevoli ad una enunciazione di indissolubilità del matrimonio<br />
in genere: « La indissolubilità del matrimonio voi l'avete<br />
già garantita con l'approvazione dell'ari. 7, articolo 7 che ha inserito<br />
nella Costituzione i Patti Lateranensi, in cui c'è l'art. 34»:<br />
più chiari di così, nel senso che lo Stato non avrebbe potuto<br />
con la legislazione ordinaria disconoscere, agli effetti del suo<br />
ordinamento, la indissolubilità del matrimonio concordatario,<br />
non si poteva certo essere !
DIVORZIO E REFERENDUM<br />
Se vi è materia in cui l'istituto della consultazione diretta<br />
del popolo trova la sua naturale applicazione, è evidentemente<br />
quello del matrimonio nel suo dato fondamentale della indissolubilità<br />
o dissolubilità.<br />
Né si dica che con ciò la maggioranza violenterebbe la libertà<br />
della minoranza: l'esprimere il proprio voto secondo il concetto<br />
che ognuno ha del bene comune è evidentemente un diritto<br />
e un dovere, quanto meno come quello di votare per questo<br />
o per quel partito politico in quanto espressione di questa<br />
o quella concezione della società.<br />
Ciò premesso si rileva che il nostro ordinamento costituzionale<br />
prevede due tipi di referendum: quel.lo così detto sospensivo<br />
relativo alle leggi di revisione della Costituzione, o ad altre<br />
leggi costituzionali, che siano state approvate con maggioranze<br />
inferiori ai due terzi dei membri di ciascuna Camera, e quello<br />
abrogativo relativo alle leggi ordinarie.<br />
P. LEONE ROSA S. J.<br />
Il 20 Giugno di quest'anno ha solennemente festeggiato con<br />
tutta la Comunità <strong>dell'Antonianum</strong> il suo Cinquantesimo di appartenenza<br />
alla Compagnia di Gesù.<br />
Entrato nella Casa di formazione dei PP. Gesuiti a Gorizia il<br />
20 Giugno 1920 svolse con zelo e prudenza per molti anni, a<br />
Lonigo, l'incarico delicato di Maestro dei Novizi, poi Superiore.<br />
ed infine P. Provinciale. In tale occasione potè imprimere col<br />
suo slancio apostolico un sicuro indirizzo alla nostra Provincia<br />
Veneto-Milanese, visitando anche i PP. Missionari nel Ciad e in<br />
Brasile. Dopo esser stato Rettore a Roncovero venne a Padova,<br />
come atteso P. Spirituale della Comunità.<br />
La Festa, intima e familiare, del suo Cinquantesimo di Compagnia<br />
si iniziò con una bella S. Messa concelebrata e fu anche<br />
un'espressione di riconoscenza di tanti Padri, Fratelli e laici<br />
al caro Padre per il tanto bene compiuto.<br />
L'umile, semplice Immagine-ricordo, donata a tutti dal Padre<br />
Rosa, diceva solo così (e diceva... tutto!) :<br />
Nel giorno in cui - 50 anni fa -<br />
mi hai accolto nella Compagnia di Gesù<br />
l'anima mia Ti magnifica, o Signore !<br />
Al caro Padre i più vivi auguri di tutti, perché continui a donarci<br />
come fa, con gioia, i frutti della sua generosa vocazione<br />
a Gesù.<br />
Nella specie, come si è visto, non v'è dubbio che, quanto<br />
meno con riferimento al matrimonio concordatario, la legge che<br />
consenta il divorzio avrebbe dovuto seguire la speciale procedura<br />
prevista per le leggi costituzionali con la conseguenza che,<br />
non raggiungendosi la suddetta maggioranza parlamentare qualificata,<br />
la legge stessa rimarrebbe sospesa nella sua efficacia<br />
durante il termine di tre mesi dalla sua pubblicazione concesso<br />
per la promozione del referendum popolare e resterebbe poi lettera<br />
morta ove, promosso il referendum, questo risultasse sfavorevole.<br />
In pratica tuttavia il progetto Baslini-Fortuna sta seguendo<br />
l'iter della legge ordinaria e, se venisse approvato in questa forma<br />
anche dal secondo ramo del Parlamento, resterebbe aperta<br />
solo la possibillità del referendum abrogativo, oltre, si intende,<br />
al ricorso alla Corte Costituzionale, in via incidentale, nei singoli<br />
processi di divorzio che successivamente alla entrata in<br />
vigore della legge venissero instaurati.<br />
Feste<br />
di<br />
famiglia<br />
P. GUIDO FOSSATI S. J.<br />
Fu tra noi e i suoi vecchi amici <strong>dell'Antonianum</strong> il P. Fossati,<br />
in una breve sosta del suo apostolato in Brasile. Il 5 Giugno<br />
si incontrò con il Gruppo dell'A.C.A.P. del P. Pasinetti e<br />
l'indomani con alcuni studenti interni del Collegio del «Gruppo<br />
Terzo Mondo», illustrando il suo lavoro laggiù.<br />
Entrato in Compagnia di Gesù nel 1921, fu ordinato Sacerdote<br />
a Napoli nel 1932 e subito, fino al 1935 fu Direttore della<br />
Scuola di Religione. Poi come Tenente Cappellano fu in Africa<br />
Orientale e in Albania per tre anni. Tornò nel 1946 a Padova<br />
lavorando con tanto zelo con i suoi tranvieri e gli operai della<br />
Stanga, che ancora lo ricordano.<br />
Nel 1953 sentì la... seconda chiamata, per il Brasile e, non<br />
più giovane, l'accolse. Fu a Bahia, a Belem ed infine dal Giugno<br />
del 1954 nel cuore dell' isola del Marajò (grande come il<br />
Veneto e la Lombardia).<br />
Fu Visitatore Apostolico in sette centri del Sud dell' Isola.<br />
Nel 1956 fu Parroco di Ponte de Pedras e dal 1968 lo è di<br />
Santa Cruz do Ararì (seimila anime). Ogni Domenica col suo<br />
piccolo motoscafo percorre il Lago Arari e celebra più S. Messe<br />
nelle varie «Capelas». I giovani sono attirati da varie attività<br />
sociali e sportive. Anzi: una squadra vuole ora chiamarsi «Petrarca»!...<br />
Il 15 Agosto, già rientrato in Brasile, potè, per speciale concessione,<br />
emettere i Voti di Gesuita Professo, concessigli in riconoscimento<br />
del suo grande zelo apostolico.<br />
Padova lo ha salutato con affetto e gli ha dato qualche dono,<br />
desiderosa di mandarne altri laggiù, tra breve.<br />
Lo accompagnamo con le nostre preghiere e gli auguri di<br />
un fecondo apostolato, illuminato sempre dal suo ottimistico sorriso<br />
(milanese)!<br />
/13/
S. Ignazio<br />
va a<br />
Bassano<br />
a visitare un Gesuita<br />
ammalato<br />
Molti di noi avranno sentito o letto<br />
che Ignazio di Loyola, finiti gli studi a<br />
Parigi, fu a lungo nell'Italia del nord,<br />
specie a Vicenza, a Padova (ove ebbe<br />
delle visioni), a Venezia. Ma pochi ricorderanno<br />
che egli, trovandosi a Vicenza,<br />
e sapendo che a Bassano del<br />
Grappa giaceva ammalato un suo confratello,<br />
con passo spedito si avviò a<br />
Bassano, lo visitò con bontà. E forse<br />
per un miracolo, certo per le preghiere<br />
del Santo, quegli guarì.<br />
Il luogo di questo incontro — uno<br />
dei pochissimi dell'Italia del nord che<br />
abbian lasciate tracce sicure di Ignazio<br />
— è in Bassano sulla via che sale<br />
ai monti, nella Chiesa di S. Vito. La<br />
stanza dell'infermo era forse la base<br />
della torre campanaria, ora trasformata<br />
in cappella (vedi la foto). Essa fu<br />
incorporata nella vasta, luminosa chiesa<br />
sorta a fianco. Alcuni espressivi quadri<br />
dell'epoca ricordano il fatto. - La<br />
cappella è meta di pellegrinaggi di ammiratori<br />
del grande, piccolo santo ba-<br />
« In quel tempo che fu a Vicenza<br />
hebbe molte visioni spirituali et molte<br />
quasi ordinarie consolationi; et per<br />
il contrario quando fu a Parigi; massime<br />
quando si incominciò a preparare<br />
per essere sacerdote in Venetia, et<br />
quando si preparava per dir la Messa,<br />
per tutti quelli viaggi ebbe grandi visitationi<br />
sopranaturali, di quelle che soleva<br />
avere stando in Manresa.<br />
Stando anche in Vicenza seppe che<br />
uno delli compagni che stava a Bassanò,<br />
stava ammalato a punto di morte,<br />
et lui si trovava etiam all'ora ammalato<br />
di febre.<br />
Nientedimeno si era messo in viaggio<br />
et camminava tanto forte che Fabro,<br />
suo compagno, non lo poteva seguitare.<br />
Et in quello viaggio hebbe cer-<br />
/14/<br />
Bassano, Chiesa di S. Vito - Cappella di S. Ignazio<br />
titudine da Dio, et lo disse a Fabro,<br />
che il compagno non morirebbe di quella<br />
infermità.<br />
Et arrivando a Bassano, lo ammalato<br />
si consolò molto, et sanò presto.<br />
Poi tornarono tutti a Vicenza, et là<br />
sono stati alcun tempo tutti dieci; e andavano<br />
alcuni a cercare elemosina per<br />
le ville intorno a Vicenza.<br />
Poi finito l'anno, et non trovando<br />
passaggio, si deliberarono di andare a<br />
Roma, et anche il pelegrino, perché l'altra<br />
volta che li compagni erano andati,<br />
quelli dui, delli quali lui dubitava, si<br />
erano mostrati molto benevoli.<br />
Andarono a Roma divisi in tre o<br />
quattro parti, et il pelegrino con Fabro<br />
et Laynez; et in questo viaggio fu molto<br />
specialmente visitato da Iddio.<br />
Haveva deliberato, dipoi che fosse<br />
sacerdote, di stare un anno senza dir<br />
Messa, preparandosi et pregando la Madonna<br />
lo volesse mettere col suo Figliuolo.<br />
Et essendo un giorno, alcune<br />
miglia prima che arrivasse a Roma, in<br />
una chiesa, et facendo oratione, ha sentito<br />
tal mutatione nell'anima sua, et ha<br />
visto tanto chiaramente che Iddio Padre<br />
lo metteva con Cristo, suo Figliuolo,<br />
che non gli basterebbe l'animo di<br />
dubitare di questo, senonché Iddio Padre<br />
lo metteva col suo Figliuolo ».<br />
Dall'Autobiografia di S. Ignazio<br />
di Loyola, n. 95 - 96.
Alba o tramonto<br />
della<br />
Congregazione ?<br />
La scelta<br />
dipende da noi<br />
II Lago di Carda visto dal!' Eremo<br />
Una ripresa impegnata per essere " vivi "<br />
AI ritorno dalle vacanze tra le molte cose da riprendere<br />
ce n'è una importante ed alla quale forse,<br />
nel silenzio maestoso di vette immacolate e solitàrie<br />
o immersi nell'immensità di un cielo limpido alla<br />
vista sconfinata di un mare aperto, abbiamo pensato.<br />
Questa cosa è: LA MIA, LA TUA, LA NOSTRA<br />
CONGREGAZIONE, la quale, nonostante tutto, rimane<br />
sempre tanto cara a chi liberamente l'ha scelta<br />
come via che attraverso Maria porta al Cristo.<br />
Non è ingenuo semplicismo infantile o sdolcinato<br />
sentimentalismo romantico, questo «ritorno»: è piuttosto<br />
il ritorno di noi stessi nella casa sempre aperta,<br />
che ci attende o meglio della parte di noi più vera<br />
ed essenziale, quella più intima e spirituale, così<br />
tanto gelosamente tenuta custodita e segreta, che<br />
vuoi rimanere sempre vigile e operosa.<br />
Per questi motivi, dopo la parentesi estiva, si fa<br />
per tutti noi «urgente» una ripresa impegnata DECE-<br />
SA E COSTANTE.<br />
PER ESSERE VIVI E ATTIVI, AL SERVIZIO DEL<br />
REGNO DI DIO !<br />
I GRUPPI FAMILIARI<br />
UN LAVORO COMUNITARIO<br />
FONTE ED OGGETTO DI APOSTOLATO.<br />
Nel sottolineare l'impegno di esprimere la fede in opere, i<br />
Nuovi Principi Generali propongono alcune linee operative per<br />
l'attività delle Congregazioni Mariane. In particolare tra gli impegni<br />
comunitari da approfondire viene data primaria importanza<br />
alla famiglia « come fonte ed oggetto di apostolato nello sviluppo<br />
delle forme di presenza delle famiglie in quanto tali nella<br />
vita liturgica e nell'azione pastorale della Chiesa, nelle manifestazioni<br />
della vita civile che le riguardano (per es. scuola) e<br />
nella costituzione di vincoli comunitari fra le diverse famiglie.<br />
Tale problematica presume una presa di coscienza dei valori<br />
cristiani della famiglia ed implica una chiara presa di posizione<br />
sul problema del divorzio ».<br />
Animati da questo spirito, alcune giovani coppie di sposi<br />
hanno iniziato una serie di riunioni con il metodo dei « Gruppi<br />
Familiari ». Dal primo gruppo promotore se ne sono aggiunti<br />
altri due. Sono ora ventuno (sette per ogni gruppo) le coppie<br />
che vi partecipano attivamente e con interesse, mentre altre<br />
chiedono di potersi inserire.<br />
COSA SONO, COSA VOGLIONO, COME OPERANO.<br />
Sono piccole comunità spontanee, formatesi all'insegna della<br />
più schietta amicizia fondata su una comune base di principi<br />
pur nella diversità delle idee. Hanno come fondamento delle<br />
idee-forza che permettono l'aprirsi della famiglia ad orizzonti<br />
sempre più ampi. Dal primo, fondamentale, solido, inscindibile<br />
rapporto fra due persone che si sono scambiate il dono della<br />
vita, ne deriva un altro che lo integra ed arricchisce. Questo<br />
nuovo rapporto è dato dalla conoscenza e dalla amicizia con<br />
altre coppie : conoscenza ed amicizia che tendono a trasmettere<br />
ed a comunicare autentici valori di vita proiettando il dialogo<br />
dai soli coniugi a più persone.<br />
I G. F. vogliono che il trovarsi insieme costituisca per tutti<br />
un arricchimento delle singole personalità, attraverso lo scambio<br />
delle proprie esperienze.<br />
Vari sono stati i temi sinora trattati: dalla formazione ed educazione<br />
dei figli alla preghiera comune, dal problema della<br />
scuola a quello del tempo libero, il lavoro dì « lui » e di « lei »,<br />
ciò che è cambiato e ciò che è rimasto dopo il matrimonio.<br />
Vogliono per costituzione essere comunità aperte. La metodologia<br />
è molto semplice: ci si trova una volta al mese a singoli<br />
gruppi e quest'anno si vorrebbe anche una seconda al primo<br />
Venerdì del Mese, a gruppi riuniti, per un incontro liturgico nella<br />
S. Messa veramente serio e preparato. Nell'ultima riunione<br />
comunitaria tenutasi il 13 giugno alla Scuola di Religione si è<br />
auspicato che il nuovo anno potesse iniziare con un Corso di<br />
Esercizi Spirituali, convinti come siamo della forte ricarica spirituale<br />
derivante dall'incontro personale con Dio.<br />
II lavoro organizzativo è affidato un po' a tutti, anche se per<br />
la migliore riuscita del lavoro, nell'ambito di una necessaria programmazione,<br />
sono stati designati tre capi-gruppo.<br />
È stata chiesta la partecipazione di un Padre ed il nostro<br />
carissimo P. Ceroni è stato sempre presente a tutte le riunioni.<br />
L'affetto che a lui ci unisce deriva da un legame profondo di<br />
umana simpatia che va oltre l'insegnamento delle sue meditate<br />
« conclusioni » al termine di accese discussioni. Noi tutti gli vogliamo<br />
un gran bene e lo consideriamo come un fratello maggiore<br />
che gode ed accetta volentieri questo nuovo modo di vivere<br />
insieme. Ciò costituisce per noi un motivo di incoraggiamento<br />
alla felice iniziativa nell'apprestarci ad iniziare un nuovo<br />
anno di lavoro.<br />
Otello Meneghetti<br />
/15/
li i<br />
nata<br />
la S.P.E.M.<br />
Società Petrarchina Escursionismo in Montagna<br />
SEMPRE PIÙ' IN ALTO!<br />
Un giorno, rincorrendo all'ombra dei nostri vecchi Tre Pini, alcune<br />
mie cocciute teorie sulla funzione etico-educativa e sociale che<br />
la montagna può avere, come ha sempre avuto del resto, nei confronti<br />
delle nuove generazioni, della maggior disponibilità del tempo<br />
libero e di una sempre crescente affluenza di massa, in particolar<br />
modo d'inverno, verso la montagna stessa, di gente non sempre adusata<br />
a quella certa benefica austerità e sobrietà di costume che essa<br />
impone, mi veniva fatto di parlarne con quell'enorme "spiritual-manager"<br />
che è il nostro amatissimo Padre Luigi Pretto.<br />
Perché non inserire fra le tante benemerite annose ed ormai famose<br />
attività dell'U.S. Petrarca anche un'attività alpinistico-escursionistica<br />
estiva ed invernale aperta anche alle famiglie di tutti gli<br />
<strong>Alunni</strong>, <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> e simpatizzanti <strong>dell'Antonianum</strong>? --Perché non<br />
creare una Sezione sportiva Petrarchina per i tanti appassionati della<br />
mor<br />
Devo riconoscere che il mio interlocutore, benché notoriamente<br />
preferisca l'aria incandescente e mefitica del Palazzetto dello Sport<br />
a quella ossigenata delle abetaie e delle alte vette, si dimostrò molto<br />
aperto e comprensivo nei confronti di questa iniziativa, come fosse<br />
gran tempo che anche lui la covava nell'animo. Detto fatto, l'idea<br />
prese forme concrete. Così, in semplicità ed in assenza di ambizioni<br />
di alcun genere, con quello spinto abituale con cui nascono le cose<br />
all'ombra dei Tre Pini, in casa Petrarchina, è nata anche la S.P.E.M.<br />
che, in attesa di una sua ufficiale investitura che avrà luogo Domenica<br />
13 <strong>Settembre</strong> sul Gruppo del Brenta, ha già iniziato una modesta<br />
ancorché ambiziosa attività, come un mio fido gregario ve ne darà<br />
qui appresso relazione.<br />
Zio Checco<br />
RELAZIONE SULL'ATTIVITÀ'<br />
Sorta il 10 giugno '70 in una<br />
riunione di amici della montagna<br />
e <strong>dell'Antonianum</strong>, la S.P.<br />
E.M. iniziò quasi subito a svolgere<br />
la sua attività. Dopo la cima<br />
Vezzana, altre squadre raggiunsero<br />
la Punta Rocca sulla<br />
Marmolada, Punta Fiames sul<br />
Pomagagnon, la Tofana di Mezzo,<br />
l'Averau, il Rif. Gavazza per<br />
via ferrata, la Punta Sud di Fanis,<br />
la Tofana di Roces, il Cevedale,<br />
tutte cime raggiunte o<br />
per vie attrezzate o in roccia o<br />
per neve e ghiaccio. Recentemente<br />
è stata compiuta anche<br />
la prima « uscita sociale » nel<br />
Gruppo del Brenta, percorrendo<br />
la Via delle Bocchette. L'ultima<br />
escursione è stata compiuta<br />
sui Monti Lessini raggiungendo<br />
la Cima Carega.<br />
Si è tenuta I' 8 settembre la<br />
prima assemblea nella quale è<br />
stato deciso di assicurare la<br />
Società, è stato approvato lo<br />
Statuto e sono stati prorogati<br />
gli incarichi provvisori. La prossima<br />
assemblea si terrà in ottobre<br />
per eleggere il Consiglio e<br />
per approvare il programma dell'attività<br />
invernale.
L' attività che la Società si<br />
prefigge di svolgere è escursionistica<br />
d'estate, sciistica, scialpinistica<br />
e, se sarà possibile, anche<br />
agonistica d'inverno. Si organizzeranno<br />
periodicamente<br />
gite sociali sia sciistiche che escursionistiche<br />
alle quali sono<br />
invitati soci e non soci amici e<br />
simpatizzanti deH'Antonianum.<br />
Vi invitiamo quindi tutti ad iscrivervi<br />
alla Società, a partecipare<br />
alle nostre gite e alla Scuola<br />
di sci che pensiamo di organizzare<br />
a S. Martino ogni Domenica<br />
da Dicembre a Febbraio.<br />
Tutti i programmi saranno esposti<br />
nella vetrinetta all'ingresso<br />
della Scuola di Religione.<br />
OGNI MARTEDÌ E GIOVEDÌ DAL-<br />
LE ORE 19 ALLE 20 LA SEGRE-<br />
TERIA DELLA S. P. E. M. È A DI-<br />
SPOSIZIONE DEGLI INTERESSA-<br />
TI PER INFORMAZIONI E PER<br />
RICEVERE LE ISCRIZIONI.<br />
FOTO S.P.E.M. :<br />
• in copertina : al Bus della Tofana<br />
• a pag. 16 : un'altra vetta conquistata<br />
• qui sopra : ebbrezza della corda doppia<br />
BATTESIMO DELLA "SPEM"<br />
sulla cima Vezzana<br />
Agli inizi di Giugno, in una riunione tenutasi all'Antonianum da una decina<br />
di appassionati montanari, nacque la S.P.E.M. o meglio si compì il primo<br />
passo per la costituzione di una Società Petrarchina Escursionismo in Montagna.<br />
Dopo un periodo di silenzio, che fece sorgere qualche dubbio sulla solidità ed<br />
attuabilità di questa nuova iniziativa, improvvisamente, con prorompente entusiasmo,<br />
la S.P.E.M. realizzò la sua prima escursione. La sera di giovedì giunse<br />
da Padova a Falcade una laconica telefonata: Domenica mattina, ore otto, trovarsi<br />
al Rifugio Rosetta (sulle Pale di S. Martino).<br />
Alle sedici di sabato Pierluigi Rossetto, Pierluigi Zaccaria ed io, ci incamminammo<br />
da Gares, con passo lento e regolare, sulle ripide rampe che portano alla<br />
cascata. E mentre gli ultimi raggi di sole lambivano ormai le vette sotto il peso<br />
di pesanti sacchi, superate le brevi scalette e corde di ferro dell'«orrido», percorsa<br />
la solitària Valle delle Comelle, salivamo verso il Pian dei Cantoni per giungere<br />
poco dopo le otto al Rifugio, immersi nelle nuvole. Trascorsa la serata nella<br />
sala tra un allegro chiacchierio cosmopolita di italiani, inglesi, tedeschi, francesi,<br />
ci rincantucciammo sotto le ruvide coperte delle cuccette. Ma il mattino seguente<br />
alle cinque e trenta il vento faceva turbinare neri, minacciosi nuvoloni attorno<br />
a noi mentre il rombo lontano di tuoni annunziava un furioso temporale su Fiera.<br />
Però la fiducia in un colpo di fortuna, o meglio di vento, non mancò negli animi<br />
entusiasti dei soci S.P.E.M. Infatti verso le ore otto si aprirono ampi squarci e<br />
dalle nuvole spuntavano, come fantasmi nella foschia mattutina, le forme possenti<br />
del Cimon della Pala e della Pala di S. Martino. Nel giro di un'ora il sole<br />
tornò a splendere in cielo sovrano.<br />
Noi, intanto, eravamo in paziente attesa dell'arrivo della seconda parte del<br />
«corpo di spedizione»; e, causa il traffico domenicale, solo verso le dieci, quando<br />
ormai la prima impresa della «SPEM» sembrava avviata ad inevitabile fallimento,<br />
dal fondo della cabina della funivia, immersi nella folla in tacchetti e scarpe da<br />
tennis, armata di mangiadischi e destinata a prendere il sole non oltre la terrazza<br />
dell'arrivo della funivia, sbucarono il «Commissario Unico» Dott. Francesco Valvassori<br />
(Zio Checco sopra i 2000) e Sandro Da Col il più giovane, tredicenne,<br />
tuttavia ottimo alpinista. Una calorosa stretta di mano e quella nota di malinconica<br />
rassegnazione scomparve dai nostri volti ora raggianti. Così la «Squadra<br />
SPEM» partì alla conquista della Vezzana.<br />
Aggirata Cima Corona, oltrepassati sotto il sole cocente i nevaietti e i<br />
ghiaioni del Passo Bettega, arrivammo all'attacco della via normale Grohmann<br />
ovvero alla base del Nevaio del Travignolo nella Valle dei Cantoni. Affrontammo<br />
la neve fradicia e scivolosa (data l'ora e la stagione) mentre Zio Checco poco<br />
più sotto di noi, ci copriva, pronto a parare qualche imprudente scivolone. Dopo<br />
poco più di un'ora arrivammo al Passo Travignolo. Una breve sosta, quindi la<br />
traversata dell'ultima parte del nevaio. Un paio di panini e, lasciati i sacchi poco<br />
sotto, prendemmo la crestina che porta alla vetta. Uno «SPEM hip-hip urràh»<br />
echeggiò tra i dirupi: era la prima vittoria, in uno scenario velato da una densa<br />
coltre di nubi che tra squarci improvvisi lasciava vedere soltanto la bianca distesa<br />
del Fradusta. Per la prima volta il nome SPEM fu scritto sul libro di vetta.<br />
Un segno della Croce, una preghiera di ringraziamento; poi immediato ritorno,<br />
incalzati da neri nuvoloni avanzanti da Nord-Ovest. Una inebriante discesa<br />
«sciando» e quindi riguadagnammo il Passo Bettega e il Rifugio Rosetta. Un<br />
brindisi alla prosperità dell'Associazione, un minestrone ristoratore per Zio<br />
Checco, e giù in Funivia a S. Martino. Con un veloce balzo sulla possente Ford<br />
del C. U., fino ad Agordo, attraverso il Passo Cereda, giungemmo in tempo per<br />
la S. Messa Vespertina che concluse con una nota di spiritualità la prima serena<br />
galoppata della SPEM.<br />
Francesco Zaccaria
Le foto vi mostrano :<br />
• la S. Messa alla Grotta<br />
• le... colonne <strong>dell'Antonianum</strong> di ieri e di<br />
oggi si avviano a concelebrare la Santa<br />
Messa alla Grotta<br />
• le «vecchie glorie» del Calcio, del Rugby<br />
e del Basket |,<br />
• il ritratto di Duilio Zanoveilo, affisso all'ingresso<br />
della Segreteria del Petrarca, I<br />
nella ammirata artistica composizione di<br />
Francesco Conz.<br />
Carica di ricordi e fi<br />
la prima giornata dell<br />
Bisogna riconoscere che I' idea di Padre Pretto,<br />
di organizzare la prima Giornata dell' <strong>Ex</strong> Petrarchino,<br />
è stata veramente felice, poiché l'impegno degli<br />
amici chiamati alla non lieve fatica organizzativa e<br />
la presenza al lieto raduno, dì numerosissimi «Veci»,<br />
hanno confermato ancora una volta quanto sia sempre<br />
vivo e sentito l'attaccamento ai Padri, agli indimenticabili<br />
Tre Pini e ad un mondo di lietissimi ricordi.<br />
Martedì 2 Giugno, in una ridente cornice di verde<br />
e di sole, ha avuto inizio la Giornata dell' <strong>Ex</strong> Petrarchino<br />
con la celebrazione della S.ta Messa alla<br />
Grotta, nel Parco: e sotto lo sguardo benedicente<br />
della nostra Madonna, Padre Messori ha fatto vibrare,<br />
con le sue commosse parole, memorie e ricordi<br />
in un ritorno vivo e palpitante.<br />
(segue a pag. 20)
etizia<br />
<strong>Ex</strong> Petrarchino<br />
Ricordiamo oggi e sempre DUILIO ZANOVELLO, Segretario<br />
e animatore instancabile del Petrarca, con le Sue stesse parole<br />
che assumono il va/ore di un prezioso testamento spirituale.<br />
« II mio "Petrarca" non è un morto, ma qualche<br />
cosa di vivo e di vivificante, una fonte di vita alla<br />
quale molti giovani nostri si accostano desiosi di<br />
un futuro sano per la mente e per il corpo. Il mio<br />
Petrarca è una palestra di discipline sportive, non<br />
fine a sé stesse, ma mezzo per migliorare tutto l'uomo<br />
; palestra di giovani atleti che vogliono e sanno<br />
essere i primi anche nei ludi agonistici come nelle<br />
battaglie dello spirito ».<br />
3 ' ' ' . '<br />
Tante "piazze" ma ancora<br />
tanta classe..<br />
i
cato, con entusiasmo, anche con grinta, dimenticando<br />
gli anni e il loro... peso professionale. Le foto vi<br />
dimostrano la veridicità di tali asserzioni... Una doccia<br />
rinfrescante e quindi tutti a tavola (ed erano veramente<br />
tanti!) in un lietissimo banchetto attorno a<br />
mense finemente allestite sul terreno del Palazzetto,<br />
trasformato per l'occasione in un salone conviviale,<br />
ed allietato dalla grazia di gentili... « Kellerine » giudiziosamente<br />
«pescate» dal Comitato Organizzatore<br />
tra le figlie dei più fedeli <strong>Ex</strong> Petrarchini.<br />
Una ammiratissima Mostra Fotografica retrospettiva,<br />
alla Scuola di Religione, e un filmino di vecchi<br />
ricordi ruotanti attorno alla cara figura di Duilio Zanovello,<br />
approntato con certosina pazienza da Giancarlo<br />
Comelli e Mario Zaccaria che seppero ricucire<br />
e sonorizzare spezzoni di vecchie pizze quasi distrutte<br />
dal tempo e dall'abbandono, hanno completato<br />
la riuscitissima Giornata offrendo ai presenti ricordi<br />
e immagini ormai sepolti dagli anni, ma sempre<br />
vivi nel cuore degli « <strong>Ex</strong> ». M. Z.<br />
, » " ry»<br />
OBIETIIVO IIUDISCREIO<br />
Chi la fa... l'aspetti ! — ovvero —<br />
Una bizzarra... retrospettiva di Padre Covi<br />
impegnato a filmare i momenti più toccanti<br />
della serena giornata.<br />
I... Senatori del Petrarca F.B.C., Padre<br />
Leone Rosa e l'Avv. Giorgio Malipiero,<br />
danno il via alle tenzoni con tocchi di<br />
classe<br />
• ... hanno fatto proprio sul serio e non è<br />
mancato nemmeno l'incidente a un «vecio»<br />
rugbysta
E ancora del caro DUILIO ZANOVELLO rileggiamo questi<br />
•versi che pure oggi sono di viva attualità perché il Campo Tre<br />
Pini, perennemente affollato di giovani atleti, non invecchia mai.<br />
CUPOLE DE VERDE<br />
El Campo Tre Pini l'è 'na meraveja<br />
de luse, de colori e de alegria;<br />
l'è dei Petrarchini 'na sana sveja:<br />
più che se ghe va e più se ghe 'ndarìa.<br />
No gh'è al mondo che un sol Tre Pini, vanto<br />
dei sportivi dela cita del Santo.<br />
Un zogo drio l'altro, l'è 'na gran festa<br />
de partìe e corse da perdar la testa.<br />
'Na naia de tosi, tosati e... un vecioto<br />
che segna el campo... ma lu pensa al goto.<br />
Cupole de verde, in alto, i Tre Pini<br />
i varda bonari grandi e picini.<br />
Alla rievocazione di tutti i defunti ha fatto seguito,<br />
con cerimonia semplice ma carica di intensa commozione,<br />
nella Sede del «Petrarca», lo scoprimento<br />
di un artistico ritratto di Duilio Zanovello, che fu l'indimenticabile<br />
Segretario e animatore dello Sport petrarchino<br />
lungo tutto l'arco della sua giovinezza e<br />
della sua maturità, donando all'Antonianum e ai giovani<br />
le sue doti di apostolo e di maestro. La figura<br />
di Duilio non poteva non riaccendere in Renato Zanovello<br />
e in Mario Zaccaria, che pronunciarono brevi<br />
discorsi commemorativi, una fiamma di rievocazioni<br />
e di giovanile entusiasmo: e gli amici presenti<br />
fecero eco sinceramente commossi con un applauso<br />
lunghissimo che voleva ripetere ancora una volta<br />
al caro Duilio amicizia, ammirazione e riconoscenza.<br />
E certamente Duilio, insieme agli altri scomparsi, avrà<br />
sorriso bonariamente dal cielo.<br />
Poi le programmate « tenzoni » : <strong>Ex</strong> più o meno<br />
anziani e calvi, ma sempre giovanilmente sorridenti,<br />
hanno calzato le divise di un tempo ed hanno gio-<br />
P. Messori finalmente felice<br />
perché qui non si contesta<br />
tra i sorrisi dei "veci"
Ai giovani atleti petrarchini<br />
che si accingono a difendere<br />
i colori bianco-neri<br />
nei prossimi campionati<br />
va l'augurio e l'incitamento<br />
dei loro fedeli tifosi.<br />
RUGBY:<br />
Gli allenamenti hanno avuto inizio al<br />
Campo Tre Pini il 18 agosto 1970.<br />
Sono stati disputati due incontri amichevoli<br />
pre - campionato il giorno 6 settembre<br />
1970 : uno a Mirano con il Rugby<br />
Mirano e l'altro a Verona col C.U.S. Verona.<br />
Entrambi sono stati vinti con largo<br />
punteggio dall'U.S. Petrarca Rugby.<br />
Lunedì 14 settembre 1970 si iniziarono<br />
gli allenamenti della squadra giovanile di<br />
Rugby dell'U. S. Petrarca.<br />
Nei giorni 13 - 20 e 27 settembre 1970<br />
la squadra di Serie «A» dell' U. S. Petrarca<br />
Rugby fu impegnata in tre incontri di<br />
«COPPA ITALIA», con vittorie a Mestre, a<br />
Brescia, e a Torino.<br />
M campionato nazionale di Rugby di Serie<br />
«A» prenderà il via il giorno 4 ottobre<br />
1970, a Roma contro il « Buscagliene<br />
Roma Club ».<br />
Anche per l'anno sportivo 1970-71 la<br />
conduzione tecnica della Sezione è stata<br />
affidata al sig. Guglielmo Geremia.<br />
19TO-71<br />
Nelle foto :<br />
• La squadra « Campione ••<br />
• La squadra di Pallavolo<br />
di Rugby<br />
BASKET:<br />
E' stato assunto come Allenatore della<br />
prima squadra il Prof. Bonali, proveniente<br />
dalla «Libertas» di Biella.<br />
Attività: la prima squadra parteciperà al<br />
campionato 1970-71 di Serie «B».<br />
Una squadra Juniores e n. 2 squadre<br />
Allievi prenderanno parte ai Campionati<br />
del Settore Giovanile.<br />
Gli allenamenti hanno avuto inizio al<br />
Palazzetto dello Sport il 20 agosto 1970.<br />
La prima squadra ha preso parte alla<br />
«COPPA ITALIA» il 13 settembre battendo<br />
la «Zingalt».<br />
Il Campionato nazionale di Serie «B» di<br />
Pallacanestro avrà inizio il 1" novembre<br />
1970.<br />
PALLAVOLO:<br />
A fine agosto la squadra di Pallavolo è<br />
rientrata dalla tournée in Finlandia, Svezia<br />
e Germania, dove ha ottenuto dei lu-
singhieri risultati: 8 vittorie e 3 sconfitte.<br />
Da tale trasferta ha avuto inizio la preparazione<br />
per il prossimo Campionato Nazionale<br />
di Serie B che prenderà il via il<br />
24 ottobre p. v.<br />
La squadra allenata dal giocatore - allenatore<br />
Zdenek Humhal ha in programma<br />
alcune gare di collaudo al campionato. La<br />
prima di queste gare è fissata presso il<br />
nostro Palazzetto per sabato 19 settembre.<br />
Sarà avversaria del Petrarca Pallavolo<br />
la squadra del Minelli di Modena, neopromossa<br />
in Serie A, dopo una drammatica,<br />
dura e corretta lotta con i bravi Petrarchini.<br />
CALCIO :<br />
Dal 26 giugno al 30 giugno 1970 si è<br />
svolto al Campo Appiani di Padova il VII<br />
Torneo Internazionale Giovanile di Calcio<br />
«Pietro Galtarossa», organizzato dall' U.S.<br />
Petrarca, al quale hanno partecipato le<br />
seguenti squadre : F. C. LUGANO - CAL-<br />
CIO PADOVA - F. C. BOLOGNA - A. C.<br />
TREVISO - A.C. TORINO - U.S. PETRAR-<br />
CA.<br />
Il Torneo è stato vinto dall'A. C. TORI-<br />
NO. Questa la classifica finale :<br />
1) A.C. TORINO<br />
2) A.C. PADOVA<br />
3) A. C. TREVISO<br />
4) F. C. BOLOGNA<br />
In preparazione del campionato di Calcio<br />
Dilettanti di 1" categoria, al quale partecipa<br />
I'U. S. Petrarca, il 24 agosto 1970<br />
hanno avuto inizio al Campo Tre Pini gli<br />
allenamenti della prima squadra di calcio,<br />
diretti dall'Allenatore sig. Antonio Pin.<br />
Il campionato relativo prenderà il via il<br />
4 ottobre 1970, con l'incontro Petrarca-Miranese<br />
al Tre Pini.<br />
IL «CINEFORUM» PREPARA<br />
UN INTERESSANTE PROGRAMMA<br />
Martedì 22 settembre si è riunita l'assemblea<br />
dei soci del nostro «Cineforum»<br />
per predisporre, in base a una vasta gamma<br />
di film, una scelta di quelli che risultano<br />
più adatti ai nostri dibattiti. L'indomani,<br />
il 23, il Consiglio direttivo ha coordinato<br />
e concluso tale lavoro di selezione.<br />
Ora si spera che tutti i film prescelti<br />
siano disponibili presso le case distributrici.<br />
Come negli anni scorsi, si pensa di offrire<br />
al pubblico una o due «Personali» di<br />
noti registi e una rassegna di film, divisi<br />
per « tematiche ». Senza anticipare titoli,<br />
possiamo assicurare che le opere scelte<br />
sono tra le più interessanti e vive, e si<br />
presteranno a vivaci dibattiti.<br />
La linea direttiva della scelta fu imposta<br />
dall'esigenza, espressa anche da vari<br />
soci, di presentare e discutere film di notevole<br />
importanza sia tematica sia stilistica,<br />
dando insieme una prospettiva aperta<br />
sulle varie cinematografie.<br />
Notiziario Antonianum<br />
NOZZE<br />
GIUGNO<br />
Bettella Luigi con la Signorina Rosalia<br />
Contin<br />
Sonato Pietro con la Sig.na Magi Rasi<br />
Caldogno<br />
Beltrame Mario con la Sig.na Maria Cristina<br />
Kostner<br />
Ruffatti Giorgio con la Sig.na Giara Pilotto<br />
Pellizzaro Emilio con la Sig.na Lauretta<br />
Porce///<br />
LUGLIO<br />
Gamba Daniele con la Signorina Carla<br />
Ometto<br />
Domini Erik con la Sig.na Maria Pia Osti<br />
Bertagnolli Doti. Prof. Valerio con la Signorina<br />
Teresamaria Comai<br />
AGOSTO<br />
Arslan Dott. Edoardo con la Sig.na Carla<br />
Pagnini<br />
Stella Mario Antonio con la Sig.na Maria<br />
Grazia Possamai<br />
Gallana Giovanni con la Signorina Anna<br />
Maria Ginotti<br />
SETTEMBRE<br />
Carlon Or. Carlo Graziano con la Dr.ssa<br />
Alessandra Eleonora D'Osualdo<br />
Cutrofello Dott. Salvatore con la Sig.na<br />
Liliana Cusulin - Gorizia<br />
Fa/orno Or. Ing. Gastone con la Sig.na<br />
Marialuisa Semi - Pordenone<br />
Pinzi Contini Dott. Roberto con la Sig.na<br />
Maria Vittoria Biadego - Trieste<br />
Toriato Dr. Ing. Carlo con la Sig.na Marina<br />
Seberini - Venezia<br />
Marzinotto Dr. Guglielmo con la Sig.na<br />
Frida Vincifiori<br />
Cucchini Dott. Francesco con la Sig.na<br />
Tra i nomi dei film figurano opere premiate<br />
ai recenti festival di Venezia e di<br />
Cannes od anche alcune che, pur non<br />
premiate, attireranno certamente l'attenzione<br />
del nostro pubblico. Per i dibattiti<br />
consueti si prevede di continuare a seguire<br />
la formula libera del martedì, così<br />
ricca di spontaneità ed immediatezza e,<br />
per il mercoledì, quella della «tavola rotonda»<br />
o dell'intervista a critici di film o<br />
a personalità note per la loro professione<br />
e cultura.<br />
La sezione del martedì, salvo mutazioni,<br />
resterà aperta a tutto il pubblico, senza<br />
discriminazioni inutili, e cioè a impiegati,<br />
operai, studenti, ecc. in modo da<br />
rappresentare, anche ai fini di un dibattito<br />
aperto, un pubblico « medio », con i<br />
suoi diversi livelli sociali e culturali. La<br />
sezione del mercoledì sarà invece riservata<br />
ai soli studenti universitari e ai professionisti.<br />
Al sabato, in un unico incontro<br />
(alle ore 16.30) si riunirà il pubblico<br />
dei Liceali.<br />
Com'è noto il Consiglio Direttivo del<br />
Cineforum è stato rinnovato da poco. (Riportiamo<br />
qui i nomi, per correggere gli<br />
errori apparsi nel numero precedente della<br />
Rivista).<br />
Presidente: Dott. G ILE E RTD PI ZZAMI-<br />
GLIO; V. Presidente: FRANCO ZOPPEL-<br />
Maria. Bonan<br />
Malipiero Pier Luigi con la Sig.na Serena<br />
Buonanno Kelley<br />
CULLE<br />
Hanno annunziato la nascita di :<br />
ALESSANDRO: papa Bruno e mamma Elisabeth<br />
Barbieri<br />
DANIELE: il frate/lino Stefano assieme a<br />
mamma e papa Comelli<br />
LUCA: Bianca ed Ezio Mazzega<br />
FRANCESCO: i genitori Carlo e Maria Pia<br />
Tremolada<br />
DEFUNTI<br />
Sono mancati:<br />
l'Ing. Don Guido Catemario dei Buchi di<br />
Quadri, e l'Ing. Prof. Tommaso Berlese,<br />
che furono affettuosamente legati ali'Antonianum<br />
nella giovinezza e nella maturità.<br />
E' pure mancato il Prof. Aldo Zaniboni<br />
che fu per molti anni emerito Primario chirurgo<br />
dell'Ospedale Civile di Padova.<br />
Piangono la morte:<br />
della mamma: Franco e Paolo Fantin<br />
Sen. Dott. Giuseppe Caron<br />
del papa: Dott. Luigi Millioni<br />
Lucio Brutto<br />
Dott. Albano Filippi<br />
Dott. Ing. Camillo Bianchi<br />
Federico Bidoli<br />
del Dott. Antonio Come/li: le Famiglie.<br />
L' Antonianum si unisce con affettuosa<br />
partecipazione alle gioie e ai dolori delle<br />
care Famiglie.<br />
ONORIFICENZE<br />
Ci complimentiamo col sig. Mario Ghinea<br />
per l'onorificenza che il Capo dello<br />
Stato gli ha conferito insignendolo Commendatore<br />
al merito della Repubblica Italiana.<br />
LARO; Direttore: MICHELE ROMANELLI;<br />
Cons. Relig. : P. ANTONIO COVI S. J.; Segretario<br />
: ANTONIO LOVISETTO.<br />
Consiglieri: MARIO BENETTIN, VLADI-<br />
MIRO DAN, GIOVANNI DE PRÀ, ALBER-<br />
,TO DE STROBEL, MAURIZIO FASSANEL-<br />
Ll, GIROLAMO PANZERINI.<br />
Consiglieri supplenti : FRANCESCO CI-<br />
PRIANI, BRUNO COGO.<br />
Il Collegio dei Probiviri ha per Presidente<br />
il Dott. ALBERTO BARONI, e come<br />
membri il Dr. ANTONIO REPOSO e PIER-<br />
ATTILIO RUBINI.<br />
Dato che la grande famiglia <strong>dell'Antonianum</strong><br />
è formata sia dai giovani del Collegio<br />
universitario che da quelli della<br />
Scuola di Religione, il Direttivo ha elementi<br />
dell' uno e dell' altro gruppo. Sono<br />
studenti «interni» (o ex-studenti del Collegio):<br />
Pizzamiglio, Romanelli, De Prà, Cipriani,<br />
Panzerini.<br />
Ai dirigenti e soci del valoroso Cineforum<br />
: auguri di buon lavoro !<br />
LE ISCRIZIONI AL CINEFORUM<br />
Avranno inizio negli ultimi giorni feriali<br />
di Ottobre e nei primi di Novembre. - La<br />
stagione avrà inizio IL 10 E L' 11 NOVEM-<br />
BRE 1970.<br />
7237
La 'Vita-Film'<br />
sta varando<br />
due documentar!<br />
NEOLAUREATI DELL'ANNO 1969 - 197O<br />
B<br />
• L<br />
V'<br />
Accordini Dr. Giampaolo Tiasutti Dr. Franco De Marco Ing. Castone Prati Dr. Mario Enrico Vesco Dr. Franco<br />
.JWw W<br />
Amoroso "ing. Francesco Campobasso Dr. Paolo Fantuzzi Dr. Ugo<br />
*<br />
Rubini Dr. Leone m<br />
Ziller Dr. Franco<br />
Arreghini Dr. Giuseppe Cobelli Dr. Ing. Claudio Marzinotto Dr. Guglielmo Sciullo Dr. Girolamo Dalla Porta Dr. Andrea<br />
i È A h<br />
Bonacina Dr. Maurizio Cristofori Dr. Luigino Orlandi Dr. Ing. Pietro Suitner Dr. Giancarlo Arslan Dr. Edoardo<br />
Él .,<br />
, -.<br />
Berti Dr. Ing. Alberto Del Zan Dr. Francesco Pavan Dr. Pietro Tortalo Dr. Ing. Carlo<br />
Altri neolaureati (che non<br />
ci hanno fatto pervenire la<br />
loro fotografia) sono:<br />
• Mattiello Dr. Giorgio<br />
• Pozzobon Dr. Costante<br />
• Prevedello Dr. Aldo<br />
Ai giovani Professionisti<br />
l'augurio e le felicitazioni<br />
dei loro Padri <strong>dell'Antonianum</strong>.
Avranno gli<br />
una Casa<br />
tutta<br />
per loro?<br />
TEMPI DIFFICILI<br />
Da due mesi mi trovo in una casa di soggiorno<br />
per anziani alla quale ho dovuto chiedere ospitalità<br />
essendomi trovato nella condizione di dover anticipare<br />
i tempi di una mia sistemazione in una di queste<br />
case di riposo - chiamiamole così per intenderci<br />
- sorte e che stanno sorgendo qua e là con ritmo<br />
accelerato in conseguenza anche del benessere esploso<br />
in questi ultimi tempi sempre teso verso nuovi<br />
traguardi, benessere che se ha allontanato dal popolo<br />
lo spettro della fame non lo ha arricchito di valori<br />
spirituali. La civiltà dei consumi che non vuole<br />
sacrifici e rinuncie, si è sovrapposta al costume di<br />
vita semplice ed austero tanto caro alle generazioni<br />
passate senza tuttavia integrarsi con esso.<br />
Fuori dalla ideologia del benessere ogni altra cosa<br />
appassisce e scompare. Scomparso è il senso intimo<br />
della famiglia dove oggi non c'è più posto per<br />
l'anziano divenuto ingombrante, respinto anche dalla<br />
società che lo rifiuta in quanto, per essa, uno vale<br />
nella misura in cui produce - trascurato se non proprio<br />
respinto anche dalla Chiesa stessa che non ha<br />
più tempo da dedicargli la sua assistenza tutta presa<br />
come è a rendere le "vie del Signore" asfaltate<br />
di benessere.<br />
Come dicevo prima, da due mesi sono ospite in<br />
una di queste case e per la verità non mi ci trovo<br />
male se non fosse per la distanza che mi separa<br />
dalla città ove esplico ancora una attività sia pure<br />
su scala ridotta che mi consente, più che altro, di<br />
impiegare il tempo fuori dall'ambiente assolutamente<br />
privo di calore affettivo, come è naturale che sia<br />
in una comunità eterogenea, impregnato di tristezza<br />
e miserie fisiche - costituito in maggioranza da donne<br />
che lo rendono anche pettegolo. Gli uomini quasi<br />
tutti laureati ex professionisti ingegneri medici avvocati<br />
(c'è anche un ex alunno <strong>dell'Antonianum</strong>) fanno<br />
vita molto appartata se non addirittura isolata salvo<br />
qualche caso eccezionale.<br />
Uno di questi un giorno che stavo leggendo sul<br />
terrazzo prospiciente la mia stanza mi si avvicina -<br />
si presenta avv. tal dei tali e si siede al mio fianco.<br />
« Lei è un ospite nuovo - come si trova qui? » mi<br />
chiede subito.<br />
/26/<br />
<strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> Anziani<br />
Lo spinoso problema di una decorosa e serena sistemazione degli Anziani che stanno<br />
per toccare la soglia della vecchiaia e devono pertanto affrontare di questa melanconica<br />
età gli inconvenienti ogni giorno più complessi nel contesto della società moderna<br />
troppo spesso dimentica delle esigenze materiali ma soprattutto morali dei Pensionati,<br />
ha indotto l'Associazione degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> ad uno studio approfondito e risolutivo.<br />
Si è costituita una Commissione di esperti, su iniziativa di Padre Messori, nelle persone<br />
dell'Avv. Giorgio Malipiero, dell'Avv. Giorgio Tonzig; del Prof. Bruno Cacciavi/larli,<br />
del Dott. Vincenzo Rodighiero e dell' Ing. Giorgio Baroni.<br />
Sapranno questi volonterosi e validi amici risolvere l'annosa questione erigendo una<br />
Casa di riposo per gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> e per le loro spose? Ce lo auguriamo di cuore, anche<br />
perché le attuali sistemazioni degli Anziani lasciano molto a desiderare, come dimostra<br />
l'articolo fattoci pervenire da Piero Locateli!, alla ricerca, come tanti altri suoi coetanei,<br />
dopo una vita spesa nel lavoro e nel sacrificio, di una sistemazione serena e consona<br />
alle giuste esigenze materiali ma soprattutto spirituali degli Anziani.<br />
« Abbastanza bene - avvocato - compatibilmente<br />
all'ambiente e all'aria che vi si respira - il guaio è<br />
che avendo in città un'occupazione debbo sobbarcarmi<br />
una fatica che mi disturba assai, quella cioè<br />
di dovermi servire quattro volte al giorno del tram<br />
con un totale di un'ora e mezza di percorso ».<br />
« Continui - continui la sua attività fin che può<br />
perché altrimenti qui finirebbe per morire civilmente<br />
come sto morendo io. lo ho avuto molte soddisfazioni<br />
dalla vita - ho esercitato la professione di avvocato<br />
anche con incarichi importanti - sono stato<br />
vice-presidente di un istituto bancario ed ora trovarmi<br />
qui inoperoso, abbandonato dagli amici e dai colleghi<br />
e purtroppo qualche volta anche dai figli - non<br />
più inserito nella società, mi sento civilmente morto<br />
».<br />
« Beh - guardi avvocato - io non ho avuto molte<br />
soddisfazioni dalla vita. Sono stato un modesto impiegato<br />
e ho tirato la carretta per quarantasei anni -<br />
ho accettato il posto assegnatomi dalla Provvidenza<br />
impiegando meglio che ho potuto i pochi "talenti"<br />
avuti e ora non ho nulla da rimpiangere del passato.<br />
A questa fine ero preparato anche se ho dovuto per<br />
forza di cose anticiparne i tempi, ma non ne faccio<br />
una tragedia. Ho la certezza che esiste un mondo<br />
migliore e ho la speranza di poterlo raggiungere ».<br />
« Beato lei che ha la fede » mi rispose.<br />
« La fede è un dono che certamente le sarà dato<br />
se lo cercherà non razionalmente ma con umiltà e<br />
con vivo desiderio confidando nella misericordia di<br />
Dio che è grande. Vedrà che all'amarezza dell'abbandono<br />
e alla solitudine disperata troverà il riposo<br />
della preghiera ».<br />
E il discorso terminò qui.<br />
Dopo alcuni giorni l'avvocato mi si avvicina ancora<br />
e riallacciandosi all'argomento che fu oggetto<br />
della nostra precedente discussione mi disse :<br />
« Non vorrei che lei mi credesse un ateo, lo amo<br />
molto la natura in tutte le sue manifestazioni - amo<br />
la creazione in tutti i suoi regni perciò - sia pure<br />
indirettamente - amo il Creatore ».<br />
« Bene » dico io « Lei è già sulla buona strada<br />
per raggiungere la meta alla quale auguro che lei<br />
possa presto arrivare ».<br />
Una settimana dopo a seguito di una caduta, l'avvocato<br />
veniva ricoverato all'ospedale dove cessò di<br />
vivere straziato da una lunga agonia.
Ricordo<br />
di<br />
Antonio<br />
Comelli<br />
In una notte di Agosto, nel cuore delle montagne più belle del mondo, a Cortina,<br />
prima di iniziare il proprio concerto, il «Coro Tre Pini» modulò, con un grosso nodo<br />
alla gola, «Se savessis fantazzinis», la canzone che tanto piaceva a Toni Comelli. Lui,<br />
in quel «suo Coro», del quale fu uno degli appassionati fondatori, aveva cantato per<br />
l'ultima volta nel Dicembre dello scorso anno. E mentre salivano in alto sopra le vette<br />
che lui tanto amava, le note di quella meravigliosa canzone, i volti pallidi e tesi di<br />
Gianni Malatesta e dei suoi giovani coristi sembravano tutti chiedersi, in un dolore<br />
ancora attonito e incredulo per la recentissima scomparsa, perché Toni, il loro amico<br />
fraterno, perché Toni marito di una giovane sposa e padre di due teneri virgulti, avesse<br />
lasciata per sempre questa vita nella quale era esplosa con l'entusiasmo della giovinezza<br />
e con una rettitudine ed onestà che traevano le radici da una integerrima<br />
educazione cristiana, tutta la carica inesauribile e freschissima della sua forza fisica,<br />
della sua intelligenza e della sua affabile bontà.<br />
OU AMICI Di<br />
I ' ANTONIO COMELL<br />
A PERENNE RICORDO<br />
II 6 <strong>Settembre</strong> gli amici del «Coro Tre Pini» hanno collocato<br />
questa lapide alla Sua memoria, alla base della via che porta<br />
sulla «Torre Finestra» nel Gruppo del Catinaccio : accanto ad<br />
un'altra lapide che ricorda la tragica scomparsa di Uberto Verne<br />
che apparteneva al Coro Tre Pini e che fu compagno di cordata<br />
di Antonio Comelli in giovanili entusiaste scalate.<br />
Sarà morto con l'assistenza religiosa? Non lo so,<br />
lo spero.<br />
Purtroppo ci sono molti che dimenticano di essere<br />
in questo mondo di passaggio e parlano agiscono<br />
e operano come se fossero immortali o quanto<br />
meno dei privilegiati. A un certo punto però viene<br />
la vecchiaia (quando viene) e allora si accorgono<br />
anche che la loro vita è stata in gran parte uno<br />
sbaglio.<br />
Quanto ciò sia vero lo sto sperimentando proprio<br />
qui dove la vecchiaia è considerata un supplizio e in<br />
un certo senso lo è effettivamente per tutti, ma lo è<br />
tanto peggiore per coloro la cui strada non sale verso<br />
Dio.<br />
Veramente non credevo di trovare in una comunità<br />
di anziani tanta indifferenza alle cose dello spirito<br />
e tanta incredulità nel soprannaturale. Pensavo<br />
che la vecchiaia in certi casi fosse anche benedetta<br />
Nato // 3 Febbraio 1937, formò il suo carattere e la sua educazione<br />
morale e religiosa nell'ombra dei « Tre Pini », sotto lo<br />
sguardo benedicente della Madonna; di quella tenerissima Madre<br />
che ha portato con sé in C/e/o /' fiori più profumati di un<br />
giardino splendente di purissime giovinezze: e Toni fu colto così,<br />
nello splendore della vita, per il misterioso e imperscrutabile<br />
disegno (in queste circostanze a noi umanamente incomprensibile)<br />
della Divina Provvidenza.<br />
Nei volti tesi dei suoi amici del Coro Tre Pini e nella nostra<br />
sgomenta meditazione, era proprio questa attonita incredulità,<br />
questo domandarsi: « Signore, perché questo sacrificio? ». E lo<br />
stesso Toni, con equilibrata maturità e con una rassegnazione<br />
per lo più inconsueta in giovani così tragicamente colpiti, ha saputo<br />
risponderci ed esserci maestro e consolatore, offrendo le<br />
sue indicibili sofferenze e tutto sé stesso, vittima ancor tenera<br />
e purissima, a quel Signore che è veramente lo scopo e il fine<br />
della nostra esistenza.<br />
Questa tua rassegnata cristiana donazione, questo tuo sacrificio<br />
sublime, fermamente voluto, con la purezza di quando eri<br />
chierichetto della S. Giovanni Berchmans e con la fortezza forgiata<br />
nei campi di gioco e sulle montagne che ti videro in ardite<br />
scalate e in disciplinato orgoglioso servizio nel Corpo degli Alpini,<br />
sarà per la tua sposa, per le tue figliolette, per i tuoi familiari<br />
e per i tuoi amici il ricordo indelebile e vivo: più vivo ancora<br />
di questo tuo sorriso dolcissimo col quale continuerai a<br />
guardarci, in attesa di quel ricongiungimento che non avrà mai<br />
fine, in una luce che avrà vinto per sempre le tenebre.<br />
per quel salutare distacco dal mondo e, diciamolo<br />
pure, dagli uomini che facilita il passaggio verso l'eternità<br />
senza strazio!<br />
lo vorrei che venisse preso in attenta considerazione<br />
questo stato d'animo degli anziani che, se bene<br />
o male, sono aiutati a vivere dovrebbero essere<br />
aiutati - soprattutto da chi ne ha il mandato - anche<br />
a morire bene.<br />
A prima lettura questo argomento potrebbe suonare<br />
stonato in un periodico come l'Antonianum dedicato<br />
in gran part eai giovani ma penso che sia opportuno<br />
perché esso si inquadra in un certo costume<br />
di vita del nostro tempo e può far meditare su<br />
quello che sarà l'avvenire dei giovani di oggi sul<br />
quale non devono illudersi perché quasi sempre "la<br />
storia si ripete".<br />
Locatela
Gioia di tuffarsi nell'Adriatico (foto P. A. Covi)<br />
A Porto S. Margherita<br />
sul mare di Caorle<br />
L' Italia si protende nel Mediterraneo, è un paese di mare,<br />
ma gli italiani non sempre conoscono e amano il loro mare.<br />
Esso non è bello solo in cartolina o soltanto nei luoghi cono-<br />
PAVIMENTAZIONI SPORTIVE<br />
sciuti in tutto il mondo. Così a Villa S. Ignazio si può avere ancora<br />
un po' il piacere di ritrovare il sapore smarrito di ciò che<br />
dovevano essere le spiagge dell'Alto Adriatico prima di venire<br />
sommerse da turisti e impianti balneari.<br />
A Villa S. Ignazio c'è ancora l'umiltà dei fossi orlati di pioppi<br />
e pieni di rane e di pesce di poco prezzo, e noi si vive in<br />
una antica casa colonica dipinta di rosso : la grande stalla ripulita<br />
è la nostra sala da pranzo, il fienile la calda cappella,<br />
l'ampia tettoia che fu già ricovero degli attrezzi ci accoglie tutti<br />
nelle ore di solleone per la pigra partita di carte, e la sera per<br />
goderci i films all'aperto in compagnia delle zanzare.<br />
Una ventina di ragazzi della Scuola di Religione formarono<br />
nello scorso agosto la comunità <strong>dell'Antonianum</strong> a Villa S. Ignazio,<br />
accanto ai ragazzi di Roncovero e alle ragazze delle Suore<br />
milanesi. Forse la nostra comunità non era sempre la più attiva<br />
nel l'approfittare del sole e del mare. Qualcuno si lasciava sedurre<br />
dai letti e dai tavolini all'ombra, invitanti a lunghe chiaccherate<br />
e a letture. Ma alla quotidiana serale partita di calcio<br />
la grinta veniva fuori, ed anche il tifo. Incontri tra noi e con i<br />
ragazzi delle altre colonie.<br />
Tra ospiti più anziani e Padri Gesuiti, tra ragazzi e personale<br />
di servizio l'atmosfera era comunque di simpatia sempre e cordialità.<br />
E chi potrebbe, ad esempio, descrivere gli sforzi di Franco<br />
il bagnino per convincere della bontà della ginnastica prenatatoria<br />
chi non ne voleva sapere di fare fatica sotto il sole e<br />
scandiva in coro « bagno, bagno ! ». Chi potrebbe dipingerci la<br />
scenetta di P. Rosa sotto l'ombrellone a proporre innumerevoli<br />
quiz cavati da un suo segreto libro ?<br />
Ora questo è terminato, siamo rientrati nell'atmosfera nostra<br />
di sempre, ma conserviamo il ricordo del lungo arenile dorato<br />
e del mare pallido, sentiamo ancora la campana che ci invita<br />
al pranzo e il fischietto di F. Marelli e ci sembra di capire: «tenete<br />
duro, studiate, questo è ora il vostro dovere, però arnvederci<br />
! ». P. A. Garbagnati<br />
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a tutto il 10 settembre 1970:<br />
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Cav. Bruno - Lorini Rag. Carlo - Lotti Dr.<br />
Francesco - Lovo Dr. Paolo - Lubian Rag. Ugo -<br />
Lui Ing. Guido - Luise Prof. Renato.<br />
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MODULARIO - V. T. - c/c/e - 1406<br />
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Olivotto Rag. Cav. Giulio - Osanna Dr. Guido -<br />
i Osti Dr. Giuseppe.<br />
1° iiisóit; iiiÉ^jrslti Éiejì'^s-c^P s£.èooi PO|ÌB<br />
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,-oS aoc o oi£ c'eo w.eoo— N-actow^CD o.5><br />
AVVERTENZE<br />
II versamento in conto corrente è il mezzo più semplice e<br />
più economico per effettuare rimesse di denaro a favore di chi<br />
abbia un C/C postale.<br />
Per eseguire il versamento il versante deve compilare in tut-<br />
te le sue parti, a macchina o a mano, purché con inchiostro, il<br />
presente bollettino (indicando con chiarezza il numero e la inte-<br />
stazione del conto ricevente qualora già non vi siano impressi a<br />
stampa).<br />
Per l'esatta indicazione del numero di C/C si consulti 1' E-<br />
lenco generale dei correntisti a disposizione del pubblico in ogni<br />
ufficio postale.<br />
Non sono ammessi bollettini recanti cancellature, abrasioni<br />
o correzioni.<br />
A tergo dei certificati di allibramento, i versanti possono<br />
scrivere brevi comunicazioni ali' indirizzo dei correntisti destina-<br />
tari, cui i certificati anzidetti sono spediti a cura dell' Ufficio<br />
conti correnti rispettivo.<br />
// correntista ha facoltà di stampare per proprio conto i bollettini<br />
di versamento, previa autorizzazione da parte dei rispettivi<br />
Uffici dei Conti correnti postali.<br />
Tic. A. Bolzorwlla - Padova - tei. 24.105<br />
Zaccaria Dr. Mario - Zaccaria Prof. Vittorio -<br />
Zancan Prof. Bernardo - Zancan Carlo - Zancan<br />
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Gianantonio - Zannini Dr. Luigi - Zanon Ing. Domenico<br />
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Hanno sottoscrtito il solo abbonamento a<br />
«L'Antonianum»: (L. 2.000)<br />
Bacchini Dr. Lino - Ferro Dr. Bartolomeo - Famiglia<br />
Gaspari - Famiglia Mangola - Norberto<br />
Rag. Bruno - Quario Alessandro - Famiglia Revoltella<br />
- Tono Domenico - Zussino Mario.<br />
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// Dr. Ing. Giovanni Bottecchia ha offerto<br />
L. 50.000 per la Scuola di Religione.