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Settembre - Ex-Alunni dell'Antonianum

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L' attività che la Società si<br />

prefigge di svolgere è escursionistica<br />

d'estate, sciistica, scialpinistica<br />

e, se sarà possibile, anche<br />

agonistica d'inverno. Si organizzeranno<br />

periodicamente<br />

gite sociali sia sciistiche che escursionistiche<br />

alle quali sono<br />

invitati soci e non soci amici e<br />

simpatizzanti deH'Antonianum.<br />

Vi invitiamo quindi tutti ad iscrivervi<br />

alla Società, a partecipare<br />

alle nostre gite e alla Scuola<br />

di sci che pensiamo di organizzare<br />

a S. Martino ogni Domenica<br />

da Dicembre a Febbraio.<br />

Tutti i programmi saranno esposti<br />

nella vetrinetta all'ingresso<br />

della Scuola di Religione.<br />

OGNI MARTEDÌ E GIOVEDÌ DAL-<br />

LE ORE 19 ALLE 20 LA SEGRE-<br />

TERIA DELLA S. P. E. M. È A DI-<br />

SPOSIZIONE DEGLI INTERESSA-<br />

TI PER INFORMAZIONI E PER<br />

RICEVERE LE ISCRIZIONI.<br />

FOTO S.P.E.M. :<br />

• in copertina : al Bus della Tofana<br />

• a pag. 16 : un'altra vetta conquistata<br />

• qui sopra : ebbrezza della corda doppia<br />

BATTESIMO DELLA "SPEM"<br />

sulla cima Vezzana<br />

Agli inizi di Giugno, in una riunione tenutasi all'Antonianum da una decina<br />

di appassionati montanari, nacque la S.P.E.M. o meglio si compì il primo<br />

passo per la costituzione di una Società Petrarchina Escursionismo in Montagna.<br />

Dopo un periodo di silenzio, che fece sorgere qualche dubbio sulla solidità ed<br />

attuabilità di questa nuova iniziativa, improvvisamente, con prorompente entusiasmo,<br />

la S.P.E.M. realizzò la sua prima escursione. La sera di giovedì giunse<br />

da Padova a Falcade una laconica telefonata: Domenica mattina, ore otto, trovarsi<br />

al Rifugio Rosetta (sulle Pale di S. Martino).<br />

Alle sedici di sabato Pierluigi Rossetto, Pierluigi Zaccaria ed io, ci incamminammo<br />

da Gares, con passo lento e regolare, sulle ripide rampe che portano alla<br />

cascata. E mentre gli ultimi raggi di sole lambivano ormai le vette sotto il peso<br />

di pesanti sacchi, superate le brevi scalette e corde di ferro dell'«orrido», percorsa<br />

la solitària Valle delle Comelle, salivamo verso il Pian dei Cantoni per giungere<br />

poco dopo le otto al Rifugio, immersi nelle nuvole. Trascorsa la serata nella<br />

sala tra un allegro chiacchierio cosmopolita di italiani, inglesi, tedeschi, francesi,<br />

ci rincantucciammo sotto le ruvide coperte delle cuccette. Ma il mattino seguente<br />

alle cinque e trenta il vento faceva turbinare neri, minacciosi nuvoloni attorno<br />

a noi mentre il rombo lontano di tuoni annunziava un furioso temporale su Fiera.<br />

Però la fiducia in un colpo di fortuna, o meglio di vento, non mancò negli animi<br />

entusiasti dei soci S.P.E.M. Infatti verso le ore otto si aprirono ampi squarci e<br />

dalle nuvole spuntavano, come fantasmi nella foschia mattutina, le forme possenti<br />

del Cimon della Pala e della Pala di S. Martino. Nel giro di un'ora il sole<br />

tornò a splendere in cielo sovrano.<br />

Noi, intanto, eravamo in paziente attesa dell'arrivo della seconda parte del<br />

«corpo di spedizione»; e, causa il traffico domenicale, solo verso le dieci, quando<br />

ormai la prima impresa della «SPEM» sembrava avviata ad inevitabile fallimento,<br />

dal fondo della cabina della funivia, immersi nella folla in tacchetti e scarpe da<br />

tennis, armata di mangiadischi e destinata a prendere il sole non oltre la terrazza<br />

dell'arrivo della funivia, sbucarono il «Commissario Unico» Dott. Francesco Valvassori<br />

(Zio Checco sopra i 2000) e Sandro Da Col il più giovane, tredicenne,<br />

tuttavia ottimo alpinista. Una calorosa stretta di mano e quella nota di malinconica<br />

rassegnazione scomparve dai nostri volti ora raggianti. Così la «Squadra<br />

SPEM» partì alla conquista della Vezzana.<br />

Aggirata Cima Corona, oltrepassati sotto il sole cocente i nevaietti e i<br />

ghiaioni del Passo Bettega, arrivammo all'attacco della via normale Grohmann<br />

ovvero alla base del Nevaio del Travignolo nella Valle dei Cantoni. Affrontammo<br />

la neve fradicia e scivolosa (data l'ora e la stagione) mentre Zio Checco poco<br />

più sotto di noi, ci copriva, pronto a parare qualche imprudente scivolone. Dopo<br />

poco più di un'ora arrivammo al Passo Travignolo. Una breve sosta, quindi la<br />

traversata dell'ultima parte del nevaio. Un paio di panini e, lasciati i sacchi poco<br />

sotto, prendemmo la crestina che porta alla vetta. Uno «SPEM hip-hip urràh»<br />

echeggiò tra i dirupi: era la prima vittoria, in uno scenario velato da una densa<br />

coltre di nubi che tra squarci improvvisi lasciava vedere soltanto la bianca distesa<br />

del Fradusta. Per la prima volta il nome SPEM fu scritto sul libro di vetta.<br />

Un segno della Croce, una preghiera di ringraziamento; poi immediato ritorno,<br />

incalzati da neri nuvoloni avanzanti da Nord-Ovest. Una inebriante discesa<br />

«sciando» e quindi riguadagnammo il Passo Bettega e il Rifugio Rosetta. Un<br />

brindisi alla prosperità dell'Associazione, un minestrone ristoratore per Zio<br />

Checco, e giù in Funivia a S. Martino. Con un veloce balzo sulla possente Ford<br />

del C. U., fino ad Agordo, attraverso il Passo Cereda, giungemmo in tempo per<br />

la S. Messa Vespertina che concluse con una nota di spiritualità la prima serena<br />

galoppata della SPEM.<br />

Francesco Zaccaria

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