Settembre - Ex-Alunni dell'Antonianum
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vernali (sua geniale precorritrice invenzione) P. Casella<br />
intendeva operare sui giovani, tenendoli agganciati<br />
all'ambiente e diffondendo in essi sani principi<br />
e sentimenti. Il suo apostolato fu quello — come bene<br />
ha scritto P. Colombo — della «linea aperta»:<br />
non lontano nell'ispirazione, dal programma di Papa<br />
Giovanni : « quanto intransigente nelle idee e allergico<br />
ad un minimo sentore di irenismo ideologico,<br />
tanto cordiale e possibilista per ogni aberrazione della<br />
vita pratica ».<br />
Un particolare oggetto delle cure di P. Casella fu<br />
il periodico «Antonianum», che Egli volle tenacemente<br />
far sopravvivere e al quale dedicò ogni energia<br />
negli ultimi anni di vita, come a strumento prezioso<br />
di una missione graduale e ricorrente: un seme di<br />
bene deposto nel cuore dei giovani e coltivato con<br />
amorevole cura.<br />
Non va poi trascurato, in questo aspetto del sacerdote<br />
e dell'apostolo, il capitolo del pensatore e<br />
dello scrittore. « Pensatore eccezionale e indagatore<br />
incessante » lo definisce P. Valentini, acutamente cogliendo<br />
le due componenti armoniche della sua personalità<br />
di studioso e di teologo: l'ortodossia e la<br />
fedeltà alla Verità e al dovere; la comprensione della<br />
problematica moderna e delle esigenze dei tempi.<br />
Naturalmente non bisogna pensare, per un'obiettiva<br />
valutazione dei suoi meriti di pensatore e di teologo,<br />
agli ultimi mesi di vita, in cui si era chiuso in<br />
una posizione, almeno apparentemente, conservatrice<br />
e tradizionalistica. In effetti non era questo il suo<br />
atteggiamento genuino: e lo dimostrano, ad esempio,<br />
le recensioni in «Letture» nel decennio 1949-1959.<br />
La bontà verso gli altri e specialmente<br />
verso i giovani<br />
Capitolo fondamentale. Tutti hanno compreso ed<br />
apprezzato la Sua bontà cristiana, splendidamente<br />
rivelata dai suoi pensieri, trascritti nell'immagine-ricordo<br />
per il trigesimo: « Anche i buoni hanno sempre<br />
più da imparare da un cuore tenero e compassionevole<br />
verso gli infelici che da spiriti intransigenti...<br />
Gli uomini hanno bisogno di anime che sappiano<br />
piangere con loro e comprendere le loro infinite<br />
debolezze, lo non mi sono mai pentito di essere<br />
stato paziente, affabile, buono... ».<br />
Nessuna iniziativa della sua vita potrebbe meglio<br />
illuminare questo aspetto della sua personalità quanto<br />
quella con cui, nel periodo bellico, si prodigò —<br />
profondendo energie e forze — per tenere uniti all'Antonianum<br />
alunni ed ex-alunni, chiamati a combattere<br />
sui vari fronti; e poi per ricordare degnamente<br />
i Caduti. Negli editoriali dell'«Antonianum» del<br />
maggio 1941 e dell'agosto 1943 e nella prefazione<br />
al voi umetto «Le consolazioni dei Grandi» (Padova,<br />
1944), sono contenuti tre documenti altissimi di questo<br />
spirito di carità. Chi li rilegge troverà tutto il<br />
cuore di P. Casella; e capirà quanto amore, quanta<br />
tenerezza, quanta sapienza Egli profuse quando volle<br />
fissare il nome dei Caduti sulla lapide dell'atrio<br />
<strong>dell'Antonianum</strong> e sulla lastra argentea del suo prediletto<br />
altare di S. Giuseppe. Le Mamme, i papa, le<br />
spose, le fidanzate, le sorelle e i fratelli dei Caduti<br />
potrebbero dire, meglio di me, quanto conforto ricevettero<br />
dal P. Casella nei giorni dell'angoscia.<br />
L'amore e la devozione per la Madonna<br />
Chi ebbe la ventura di frequentare P. Casella come<br />
confessore, ricorderà che al principio dell'esortazione<br />
che seguiva all'accusa, Egli poneva sempre<br />
queste parole: « Preghiamo tanto la Madonna... »; e<br />
sempre a Lei voleva dedicata qualche Ave di penitenza.<br />
Egli ben conosceva la parte che nella vita di<br />
pietà è rappresentata dalla Madonna. E con quanta<br />
cura preparava ogni anno la chiusura del mese di<br />
Maggio con la processione alla Grotta!<br />
L'ultimo numero dell'«Antonianum», curato nelle<br />
pause del male implacabile, reca il suo estremo messaggio<br />
mariano: quello che ad alcuni di noi consegnò<br />
come il suo testamento spirituale. Egli vagheggiava<br />
una crociata di « rosarianti » che ottenessero<br />
dalla Vergine il miracolo di un arresto della pubblica<br />
immoralità, come dal suo prodigioso intervento<br />
erano state arrestate le ondate dei Turchi a Lepanto<br />
e a Vienna.<br />
Lo stesso P. Casella, del resto, aveva fin dagli<br />
anni giovanili espresso la sua calda pietà mariana<br />
nei «Ricordi di prigionia»: uno dei quali è stato opportunamente<br />
inserito nell'immagine-ricordo del trigesimo:<br />
« Ebbi sempre modo di constatare come i<br />
figli di Maria si amino in qualunque parte si trovino ».<br />
Concludo riportando la parte finale della mia commemorazione.<br />
« Ho tentato di cogliere gli aspetti salienti della<br />
personalità di P. Casella; ma certo non sono riuscito<br />
a "centrare" un suo profilo. Chi d'altra parte avrebbe<br />
saputo farlo? P. Casella si sottrae colla sua<br />
personalità ad ogni celebrazione e commemorazione.<br />
La sua umiltà rifuggiva da ogni occasione di elogio<br />
e di riconoscimento. Ma ancor più devo dire.<br />
Egli era tutto nel suo vivere, nel suo sorridere aperto,<br />
nel suo parlare sommesso. E chi potrebbe rievocare<br />
questi aspetti vivi, questa presenza lieta colle<br />
parole povere e colla penna misera?<br />
Ma chi visse vicino a Lui, chi Lo conobbe intimamente,<br />
chi Lo amò, come si può amare un padre<br />
o un amico, perdonerà al mio discorso le insufficienze<br />
e le lacune.<br />
Noi <strong>Ex</strong>-alunni, a cui Egli dedicò la cura dei Suoi<br />
ultimi anni di vita, possiamo solo renderGli un tributo<br />
di riconoscenza, promettendo qui tutti insieme di<br />
camminare sulla via da Lui tracciata: di volerci bene<br />
com'Egli ci insegnò, di lavorare in silenzio, come<br />
egli seppe, per il trionfo del Regno di Cristo; soprattutto<br />
di sperare sempre in Dio fino all'ultimo istante,<br />
com'Egli fece sul letto del dolore e della malattia:<br />
quando colla luce dei suoi occhi azzurri, velati di<br />
mestizia per la consapevolezza di un triste distacco,<br />
ci invitava, nelle nostre brevi, ma fedeli visite di figli<br />
affezionati, a sperare sempre: e veramente ci consolava<br />
più che noi fossimo a confortarLo: ispirandoci<br />
una fiducia che contrastava col dispiacere di veder-<br />
Lo consumato dal male.<br />
Padre Casella, dal primo giorno che lo incontrai<br />
fino all'ora della sua morte mi ha insegnato a credere<br />
e a sperare in Gesù Cristo che è Vita.<br />
Vittorio Zaccaria