giugno 2012 - I Siciliani giovani
giugno 2012 - I Siciliani giovani
giugno 2012 - I Siciliani giovani
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delle presunte pratiche a base di droga<br />
da parte di Attilio, ma non l’epicentro di<br />
una criminalità organizzata che ha collegamenti<br />
consolidati con altissimi magistrati<br />
oggi sotto inchiesta per concorso esterno<br />
in associazione mafiosa e per altri reati<br />
gravissimi, con ex ministri, con ex sindaci,<br />
con presidenti di Provincia e con pezzi<br />
deviati dei servizi segreti.<br />
Per capire qualcosa su questo coacervo<br />
di entità basta collegarsi con un motore di<br />
ricerca e scrivere tre semplici parole:<br />
“Corda fratres Barcellona”. Cercando<br />
bene, ci si può imbattere in certe inchieste<br />
giornalistiche che svelano i nomi di tutti,<br />
quello del boss e quello del magistrato,<br />
quello dell’altro boss e quello dell’ex ministro,<br />
tutti insieme appassionatamente<br />
dentro il sodalizio più esclusivo della città.<br />
Un’altra piccola ricerca e si scopre che soprattutto<br />
da quel contesto provengono certe<br />
testimonianze in merito alla presunta<br />
tossicodipendenza di Attilio. Testimonianze<br />
rese durante il processo “Mare nostrum”,<br />
dove è stato detto che il giovane<br />
medico si drogava sia con la mano destra<br />
che con la mano sinistra.<br />
Sì, siamo certi che i magistrati di Viterbo<br />
possiedano prove davvero inoppugnabili,<br />
e non solo testimonianze provenienti<br />
da un contesto talmente intossicato da risultare<br />
poco credibile. Ne siamo certi, perché<br />
se basassero le loro convinzioni “solo”<br />
sulle deposizioni dei barcellonesi, ci troveremmo<br />
di fronte a due ipotesi davvero inquietanti:<br />
o i giudici laziali sono degli ingenui,<br />
oppure il caso è talmente grosso,<br />
talmente inconfessabile, talmente dirompente<br />
che bisogna banalizzarlo.<br />
In quarantacinque minuti di conferenza<br />
stampa, il procuratore Pazienti e il sostituto<br />
Petroselli hanno detto che la mafia, con<br />
questa morte, non c’entra nulla: è stato<br />
confermato dalla Direzione distrettuale antimafia<br />
di Messina e dalla Procura nazionale<br />
antimafia. Quindi per favore non parliamo<br />
di Cosa nostra.<br />
In conferenza stampa è stato pure detto<br />
che adesso, tramontata l’ipotesi Marsiglia,<br />
salta fuori l’ipotesi che Provenzano sarebbe<br />
stato visitato nel Lazio durante la sua<br />
latitanza. L’ipotesi Marsiglia, in verità,<br />
www.isiciliani.it<br />
non è mai tramontata, mentre quella del<br />
Lazio è affiorata solo di recente grazie ad<br />
una serie di elementi che convergono in<br />
questa direzione. Eppure i magistrati di<br />
Viterbo fanno pure dell’ironia, ben<br />
sapendo che il boss corleonese ha agito<br />
indisturbato per quarant’anni su tutto il<br />
territorio nazionale.<br />
Dopo otto anni i magistrati laziali hanno<br />
dichiarato che Attilio – dopo la morte –<br />
non aveva il setto nasale deviato e il volto<br />
tumefatto e men che meno le ecchimosi in<br />
tutto il corpo. Quindi siccome la famiglia<br />
Manca ha affermato il contrario, ne deduciamo<br />
che anche questa storia sarebbe<br />
un’invenzione della famiglia Manca. A<br />
questo punto vogliamo vedere le foto. Non<br />
c’è altra soluzione.<br />
La pozza di sangue che inondava il pavimento,<br />
secondo i magistrati, non è stata<br />
causata da una colluttazione, ma dall’edema<br />
polmonare scatenatosi in seguito a<br />
quei micidiali buchi di eroina che la vittima<br />
si era “volontariamente” fatto, insieme<br />
all’assunzione di alcol e di tranquillanti.<br />
E pensare che ai genitori di Attilio fu<br />
bonariamente “sconsigliato” di vedere il<br />
figlio morto perché quel volto sfigurato li<br />
avrebbe traumatizzati.<br />
Smentiscono tutto, anche l'evidenza<br />
All’inizio si disse che il giovane, ormai<br />
sotto l’effetto della droga, fosse andato a<br />
sbattere con la faccia sul telecomando della<br />
tivù posato su una superficie morbida<br />
come il piumone del letto. Ma dalle uniche<br />
foto pubblicate si vede chiaramente che il<br />
telecomando è sotto il braccio di Attilio,<br />
non sulla faccia.<br />
Adesso ci dicono che non c’è mai stato<br />
né il volto tumefatto, né il naso deviato, né<br />
le labbra gonfie. Prendiamo atto anche di<br />
questo, ma ripetiamo: vogliamo vedere le<br />
foto, perché qualcuno in questa storia sta<br />
barando. E di brutto.<br />
Evidentemente in questi otto anni la famiglia<br />
Manca ci ha presi in giro. Come ci<br />
ha presi in giro anche sulle telefonate che<br />
Attilio avrebbe fatto dalla Francia nello<br />
stesso periodo in cui veniva operato Provenzano.<br />
Il procuratore ha affermato che<br />
I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />
<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />
– pag. 30<br />
“Occhiello<br />
di giro”<br />
dai controlli effettuati, il dottor Manca risultava<br />
in servizio al “Belcolle”. Come se<br />
con un aereo non è facile raggiungere la<br />
Francia in poche ore – non solo nei giorni<br />
comuni, ma soprattutto nei fine settimana<br />
o nei giorni liberi – operare una persona e<br />
tornare.<br />
I Manca ci hanno presi in giro anche in<br />
merito all’ultima telefonata, quando il medico<br />
– chissà da quale luogo e in quale situazione<br />
– avrebbe lanciato dei messaggi<br />
in codice attraverso i quali, a parere della<br />
famiglia, avrebbe cercato di dire: se volete<br />
conoscere la verità sulla mia fine cercate a<br />
Barcellona Pozzo di Gotto.<br />
Finalmente scopriamo che a prenderci<br />
spudoratamente in giro sono stati loro,<br />
Gino, Angela e Gianluca Manca, perché<br />
nei tabulati, quelle due telefonate non figurano<br />
affatto. Tutto frutto di una suggestione<br />
di una madre, di un padre e di un<br />
fratello obnubilati dal dolore. Certo…<br />
Ci saremmo attesi una spiegazione plausibile<br />
sulla “volontarietà” di Attilio di essersi<br />
fatto quel micidiale intruglio di eroina,<br />
di alcol e di tranquillanti (lui che da<br />
medico conosceva benissimo la reazione<br />
chimica di questi elementi, ci saremmo attesi<br />
una spiegazione plausibile sul perché,<br />
dopo i buchi, ormai stordito, ad Attilio sia<br />
venuto in mente di rimettere i tappi negli<br />
aghi delle siringhe. Niente.<br />
Ma anche ammesso che Attilio fosse stato<br />
un drogato, ci saremmo aspettati una<br />
maggiore prudenza sulla dinamica della<br />
morte, non foss’altro che per il fatto che<br />
diversi elementi ci portano a ritenere che<br />
quella sera potrebbe esserci stato uno<br />
scontro fisico, o qualcosa che con una<br />
morte “volontaria” per overdose non<br />
c’entra nulla. Ma siccome i vicini di casa<br />
non hanno sentito rumori sospetti, ecco<br />
che questa testimonianza diventa determinante<br />
per accreditare la morte per overdose.<br />
Smentito clamorosamente anche il fatto<br />
che l’urologo fosse un mancino puro, anzi,<br />
da quello che asserisce la Procura, risulta<br />
che si drogasse e che facesse interventi<br />
chirurgici delicatissimi anche con la mano<br />
destra. Dovreste vederlo questo passaggio<br />
della conferenza stampa.