28.05.2013 Views

giugno 2012 - I Siciliani giovani

giugno 2012 - I Siciliani giovani

giugno 2012 - I Siciliani giovani

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

delle presunte pratiche a base di droga<br />

da parte di Attilio, ma non l’epicentro di<br />

una criminalità organizzata che ha collegamenti<br />

consolidati con altissimi magistrati<br />

oggi sotto inchiesta per concorso esterno<br />

in associazione mafiosa e per altri reati<br />

gravissimi, con ex ministri, con ex sindaci,<br />

con presidenti di Provincia e con pezzi<br />

deviati dei servizi segreti.<br />

Per capire qualcosa su questo coacervo<br />

di entità basta collegarsi con un motore di<br />

ricerca e scrivere tre semplici parole:<br />

“Corda fratres Barcellona”. Cercando<br />

bene, ci si può imbattere in certe inchieste<br />

giornalistiche che svelano i nomi di tutti,<br />

quello del boss e quello del magistrato,<br />

quello dell’altro boss e quello dell’ex ministro,<br />

tutti insieme appassionatamente<br />

dentro il sodalizio più esclusivo della città.<br />

Un’altra piccola ricerca e si scopre che soprattutto<br />

da quel contesto provengono certe<br />

testimonianze in merito alla presunta<br />

tossicodipendenza di Attilio. Testimonianze<br />

rese durante il processo “Mare nostrum”,<br />

dove è stato detto che il giovane<br />

medico si drogava sia con la mano destra<br />

che con la mano sinistra.<br />

Sì, siamo certi che i magistrati di Viterbo<br />

possiedano prove davvero inoppugnabili,<br />

e non solo testimonianze provenienti<br />

da un contesto talmente intossicato da risultare<br />

poco credibile. Ne siamo certi, perché<br />

se basassero le loro convinzioni “solo”<br />

sulle deposizioni dei barcellonesi, ci troveremmo<br />

di fronte a due ipotesi davvero inquietanti:<br />

o i giudici laziali sono degli ingenui,<br />

oppure il caso è talmente grosso,<br />

talmente inconfessabile, talmente dirompente<br />

che bisogna banalizzarlo.<br />

In quarantacinque minuti di conferenza<br />

stampa, il procuratore Pazienti e il sostituto<br />

Petroselli hanno detto che la mafia, con<br />

questa morte, non c’entra nulla: è stato<br />

confermato dalla Direzione distrettuale antimafia<br />

di Messina e dalla Procura nazionale<br />

antimafia. Quindi per favore non parliamo<br />

di Cosa nostra.<br />

In conferenza stampa è stato pure detto<br />

che adesso, tramontata l’ipotesi Marsiglia,<br />

salta fuori l’ipotesi che Provenzano sarebbe<br />

stato visitato nel Lazio durante la sua<br />

latitanza. L’ipotesi Marsiglia, in verità,<br />

www.isiciliani.it<br />

non è mai tramontata, mentre quella del<br />

Lazio è affiorata solo di recente grazie ad<br />

una serie di elementi che convergono in<br />

questa direzione. Eppure i magistrati di<br />

Viterbo fanno pure dell’ironia, ben<br />

sapendo che il boss corleonese ha agito<br />

indisturbato per quarant’anni su tutto il<br />

territorio nazionale.<br />

Dopo otto anni i magistrati laziali hanno<br />

dichiarato che Attilio – dopo la morte –<br />

non aveva il setto nasale deviato e il volto<br />

tumefatto e men che meno le ecchimosi in<br />

tutto il corpo. Quindi siccome la famiglia<br />

Manca ha affermato il contrario, ne deduciamo<br />

che anche questa storia sarebbe<br />

un’invenzione della famiglia Manca. A<br />

questo punto vogliamo vedere le foto. Non<br />

c’è altra soluzione.<br />

La pozza di sangue che inondava il pavimento,<br />

secondo i magistrati, non è stata<br />

causata da una colluttazione, ma dall’edema<br />

polmonare scatenatosi in seguito a<br />

quei micidiali buchi di eroina che la vittima<br />

si era “volontariamente” fatto, insieme<br />

all’assunzione di alcol e di tranquillanti.<br />

E pensare che ai genitori di Attilio fu<br />

bonariamente “sconsigliato” di vedere il<br />

figlio morto perché quel volto sfigurato li<br />

avrebbe traumatizzati.<br />

Smentiscono tutto, anche l'evidenza<br />

All’inizio si disse che il giovane, ormai<br />

sotto l’effetto della droga, fosse andato a<br />

sbattere con la faccia sul telecomando della<br />

tivù posato su una superficie morbida<br />

come il piumone del letto. Ma dalle uniche<br />

foto pubblicate si vede chiaramente che il<br />

telecomando è sotto il braccio di Attilio,<br />

non sulla faccia.<br />

Adesso ci dicono che non c’è mai stato<br />

né il volto tumefatto, né il naso deviato, né<br />

le labbra gonfie. Prendiamo atto anche di<br />

questo, ma ripetiamo: vogliamo vedere le<br />

foto, perché qualcuno in questa storia sta<br />

barando. E di brutto.<br />

Evidentemente in questi otto anni la famiglia<br />

Manca ci ha presi in giro. Come ci<br />

ha presi in giro anche sulle telefonate che<br />

Attilio avrebbe fatto dalla Francia nello<br />

stesso periodo in cui veniva operato Provenzano.<br />

Il procuratore ha affermato che<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 30<br />

“Occhiello<br />

di giro”<br />

dai controlli effettuati, il dottor Manca risultava<br />

in servizio al “Belcolle”. Come se<br />

con un aereo non è facile raggiungere la<br />

Francia in poche ore – non solo nei giorni<br />

comuni, ma soprattutto nei fine settimana<br />

o nei giorni liberi – operare una persona e<br />

tornare.<br />

I Manca ci hanno presi in giro anche in<br />

merito all’ultima telefonata, quando il medico<br />

– chissà da quale luogo e in quale situazione<br />

– avrebbe lanciato dei messaggi<br />

in codice attraverso i quali, a parere della<br />

famiglia, avrebbe cercato di dire: se volete<br />

conoscere la verità sulla mia fine cercate a<br />

Barcellona Pozzo di Gotto.<br />

Finalmente scopriamo che a prenderci<br />

spudoratamente in giro sono stati loro,<br />

Gino, Angela e Gianluca Manca, perché<br />

nei tabulati, quelle due telefonate non figurano<br />

affatto. Tutto frutto di una suggestione<br />

di una madre, di un padre e di un<br />

fratello obnubilati dal dolore. Certo…<br />

Ci saremmo attesi una spiegazione plausibile<br />

sulla “volontarietà” di Attilio di essersi<br />

fatto quel micidiale intruglio di eroina,<br />

di alcol e di tranquillanti (lui che da<br />

medico conosceva benissimo la reazione<br />

chimica di questi elementi, ci saremmo attesi<br />

una spiegazione plausibile sul perché,<br />

dopo i buchi, ormai stordito, ad Attilio sia<br />

venuto in mente di rimettere i tappi negli<br />

aghi delle siringhe. Niente.<br />

Ma anche ammesso che Attilio fosse stato<br />

un drogato, ci saremmo aspettati una<br />

maggiore prudenza sulla dinamica della<br />

morte, non foss’altro che per il fatto che<br />

diversi elementi ci portano a ritenere che<br />

quella sera potrebbe esserci stato uno<br />

scontro fisico, o qualcosa che con una<br />

morte “volontaria” per overdose non<br />

c’entra nulla. Ma siccome i vicini di casa<br />

non hanno sentito rumori sospetti, ecco<br />

che questa testimonianza diventa determinante<br />

per accreditare la morte per overdose.<br />

Smentito clamorosamente anche il fatto<br />

che l’urologo fosse un mancino puro, anzi,<br />

da quello che asserisce la Procura, risulta<br />

che si drogasse e che facesse interventi<br />

chirurgici delicatissimi anche con la mano<br />

destra. Dovreste vederlo questo passaggio<br />

della conferenza stampa.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!