Dove va la politica - Più Notizie
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Qui magazine N. 41/ 08.11.2012 p. 29<br />
Eventi<br />
Quattro<br />
sagre per<br />
tre colli<br />
A Brisighel<strong>la</strong>, l’11 novembre,<br />
torna <strong>la</strong> sagra del<strong>la</strong> pera volpina<br />
BRISIGHELLA - Il borgo medioe<strong>va</strong>le<br />
di Brisighel<strong>la</strong>, nel cuore del<strong>la</strong> verde <strong>va</strong>l<strong>la</strong>ta<br />
del Lamone è “dominato” da 3 colli di<br />
gesso e su ognuno si tro<strong>va</strong>no l’imponente<br />
Rocca Veneziana, <strong>la</strong> Torre dell’Orologio e<br />
il Santuario del<strong>la</strong> Madonna del Monticino.<br />
Brisighel<strong>la</strong> non è nota solo per le sue<br />
bellezze architettoniche e naturali: è conosciuta<br />
e apprezzata da tutti i buongustai<br />
d’Italia per le prelibatezze gastronomiche<br />
che <strong>la</strong> caratterizzano.<br />
Ad alcune di esse, nel corso di questo mese<br />
sono dedicati eventi ad hoc che compongono<br />
una gustosa rassegna dal titolo “4<br />
sagre x 3 colli”.<br />
Dopo <strong>la</strong> sagra del porcello del 4 novembre<br />
che ha riproposto l’antico rito che si<br />
svolge<strong>va</strong> nell’aia di ogni casa colonica con<br />
l’uccisione del maiale e <strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione del<strong>la</strong><br />
carne da parte di abilissimi norcini, l’11 novembre<br />
è in programma <strong>la</strong> sagra del<strong>la</strong> Pera<br />
volpina.<br />
Le pere volpine, piccole, tonde e dure erano<br />
un prodotto tipico del<strong>la</strong> Valle del Lamone.<br />
La sagra contribuisce al<strong>la</strong> riscoperta delle<br />
proprietà di questo piccolo frutto dimenticato<br />
offrendo <strong>la</strong> possibilità di riassaporarlo.<br />
Il 18 novembre sarà <strong>la</strong> volta del<strong>la</strong> sagra del<br />
tartufo, prodotto nobile e ricercato del<strong>la</strong><br />
collina faentina. Si potranno assaggiare, in<br />
sagra e nei ristoranti locali, pietanze a base<br />
di tartufo.<br />
Il 25 novembre, infine, è in programma <strong>la</strong><br />
sagra dell’ulivo e dell’olio extra vergine giunta<br />
al<strong>la</strong> 53esima edizione.<br />
A Brisighel<strong>la</strong> non si è persa <strong>la</strong> passione per<br />
le cose buone e <strong>la</strong> sagra celebra e promuove<br />
il ricercato olio extra vergine, il Brisighello,<br />
al quale è stato assegnato l’ambito riconoscimento<br />
del<strong>la</strong> DOP europea. Durante <strong>la</strong><br />
festa l’olio può essere acquistato presso lo<br />
stand allestito da Terra di Brisighel<strong>la</strong>- Cooperati<strong>va</strong><br />
Agrico<strong>la</strong> Brisighellese che per<br />
l’occasione festeggerà i 50 ANNI dal<strong>la</strong> sua<br />
fondazione.<br />
Cronaca Faenza<br />
Curiosità<br />
Faenza celebra i Manfredi<br />
FAENZA - di Michele Or<strong>la</strong>ndo- Il 2013 è l’anno di un centenario importante, il settimo dal 1313,<br />
durante il quale Francesco Manfredi, detto il Vecchio, «ascendit pa<strong>la</strong>tium Faventie pro defensione<br />
populi» (Azzurrini), venne cioè nominato capitano del popolo e primo signore di Faenza.<br />
La famiglia Manfredi ha condizionato non poco <strong>la</strong> storia romagno<strong>la</strong> e, più in generale, dell’area<br />
centro-settentrionale d’Italia tra Medioevo e prima età moderna. Il nome del<strong>la</strong> famiglia è noto<br />
al<strong>la</strong> città sin dal XII secolo, essendo alcuni suoi membri impegnati in feroci scontri cittadini, di<br />
natura squisitamente gestionale. Solidificatisi in élites politiche ed economiche che control<strong>la</strong>no<br />
di fatto tutti i settori del<strong>la</strong> vita cittadina, i Manfredi sono protagonisti di furenti ri<strong>va</strong>lità<br />
familiari ed intestine al<strong>la</strong> città di Faenza, che tra XIII e XIV secolo diventano presto anche<br />
ri<strong>va</strong>lità politiche sovraregionali. Il papa, scagionandoli da uno smisurato sacrificio militare e<br />
monetario nel<strong>la</strong> lotta con gli Accarisi, inquadrati nel<strong>la</strong> guida del<strong>la</strong> parte ghibellina di Faenza,<br />
si compiace delle loro accorte posizioni guelfe. Sono proprio le attenzioni di papa Clemente V<br />
sul faentino, supportate dagli Angioini di re Roberto, a esplicitare le loro ambizioni politiche,<br />
militari e anche economiche, forti del sostegno di un sovrano influente e del papa.<br />
Tra il 1313 e il 1314 Francesco il Vecchio riesce, dunque, a mettere in atto meccanismi di conquista<br />
territoriale tanto da far tremare<br />
le città viciniori, come Forlì ai danni<br />
degli Orde<strong>la</strong>ffi. La famiglia così conferma<br />
l’opera di ricomposizione sociale<br />
di Faenza, dal<strong>la</strong> col<strong>la</strong>udata fisionomia<br />
di società militarizzata, con <strong>la</strong> nomina<br />
di defensor populi. La capacità del<strong>la</strong><br />
consorteria manfrediana è tale da incidere<br />
in ogni settore del<strong>la</strong> <strong>politica</strong><br />
cittadina e di tutta <strong>la</strong> Val di Lamone,<br />
grazie all’ampio consenso del ceto<br />
medio-alto cui non dispiace il management<br />
– diremmo oggi – del<strong>la</strong> cosa<br />
pubblica. Concentramento politico,<br />
ideologico, finanziario, garantiscono<br />
anche un diffuso consenso cittadino:<br />
un esponente illustre del<strong>la</strong> famiglia,<br />
Gian Galeazzo, figlio di Astorgio I, riassetta<br />
il diritto pubblico cittadino<br />
con <strong>la</strong> consapevolezza che il diritto,<br />
attraverso il monumentale ordinamento<br />
statutario del 1414, sia <strong>la</strong> via<br />
migliore per intervenire in ogni campo<br />
del<strong>la</strong> vita sociale e per garantire il<br />
pieno controllo degli organi statuali e<br />
l’aggregazione delle famiglie e dei ceti<br />
popo<strong>la</strong>ri intorno al signore. Paradigmatico,<br />
poi, a Faenza, l’esempio di curia<br />
civica, di pa<strong>la</strong>tium communis quale centro propulsore del<strong>la</strong> vita cittadina, cuore nevralgico<br />
del governo civico e del<strong>la</strong> Signoria, impegnata, con Astorgio II (dal 1466), anche in un grande<br />
piano di opere pubbliche per il centro cittadino e di re<strong>la</strong>zioni culturali con diverse corti d’Italia.<br />
Le celebrazioni manfrediane di Faenza per il 2013 illustreranno i molteplici aspetti di un’epoca<br />
di <strong>va</strong>sta complessità e suggestione, <strong>la</strong> cui eredità è quantificabile in termini di opere d’arte e<br />
di cultura a noi trasmesse e di influenza esercitata sul pensiero politico, artistico e culturale,<br />
entro e oltre i confini fisici del<strong>la</strong> città di Faenza. L’apporto delle istituzioni cittadine, da quelle<br />
pubbliche a quelle pri<strong>va</strong>te, passando certamente per i cinque Rioni e le scuole, ognuna nel<br />
campo di propria competenza, è insostituibile per <strong>la</strong> crescita colletti<strong>va</strong> civile e sociale, il cui<br />
passato non si riduca solo a una passi<strong>va</strong> rievocazione, bensì a una crescita e miglioramento<br />
fecondi.