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ziati in larga misura su risorse trasferite.<br />
Del resto, l’insufficienza delle entrate proprie anche a<br />
sostenere le spese correnti, e la natura obbligatoria di grandissima<br />
parte di queste spese, fanno sì che non si può immaginare,<br />
se non in casi molto particolari, una capacità di risparmio<br />
dell’Ente Locale da destinare a investimenti.<br />
Per questo il debito è importante: perché finisce per essere<br />
l’unico vero spazio di discrezionalità lasciata all’Ente, seppure<br />
entro il confine delle spese di investimento.<br />
Si tratta, peraltro, di un debito di moderate dimensioni, ed in<br />
assai lieve crescita.<br />
Se guardiamo alla consistenza del debito delle<br />
Amministrazioni Locali verso il mercato, (esclusi cioè i debiti<br />
verso lo Stato 1 ) il volume registrato a fine 2003 è di poco<br />
superiore ai 70 miliardi di euro, pari al 5,4% del PIL. Esso è<br />
più che raddoppiato negli ultimi cinque anni. Ma è un fenomeno<br />
che risente della trasformazione della Cassa Depositi e<br />
Prestiti in SpA., che ha sottratto al consolidamento nella P.A.<br />
un volume pari a circa 20 miliardi di euro, che si sono perciò<br />
aggiunti nel 2003 al debito verso il mercato.<br />
Tabella 1<br />
Consistenza del debito delle Amministrazioni Locali (Milioni di euro)<br />
Se vogliamo però guardare all’intera posizione debitoria,<br />
dobbiamo includere anche i debiti verso lo Stato, senza effettuare<br />
consolidamenti.<br />
30<br />
1999 2003<br />
(a) Senza consolidamento col debito delle P.A. 59.420 87.787<br />
(b) Con consolidamento del debito delle P.A. 32.662 70.411<br />
Fonte: Banca d’Italia - Relazione Annuale 2003, Appendice, Tav aC11 e aC12<br />
1 Anche quelli amministrati dalla Cassa Depositi e Prestiti SpA: sono compresi<br />
invece quelli verso la CDP SpA, gestione speciale.