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La struttura fondiaria del Granducato di Toscana alla fine dell'ancien ...

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Com'è noto tra i fini <strong>del</strong> catasto vi sono l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong> proprietario <strong>di</strong><br />

ogni singola particella a partire da una mappa e da una tavola in<strong>di</strong>cativa e<br />

l'iscrizione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>tte proprietarie nei campioni, comunità per comunità. Le<br />

notizie che si traggono dalle mappe e dalle tavole in<strong>di</strong>cative – fondamentali<br />

per lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> territorio, <strong>del</strong> paesaggio, <strong>del</strong>la viabilità e <strong>del</strong>la toponomastica<br />

– non sono molto utili per ricostruire l'assetto <strong>del</strong>la proprietà. Quelle<br />

desumibili dai campioni, che sono <strong>alla</strong> base <strong>di</strong> ogni ricerca sulla <strong>struttura</strong><br />

<strong>fon<strong>di</strong>aria</strong>, hanno a questo <strong>fine</strong> due limiti quasi invalicabili: possono essere<br />

ragionevolmente utilizzate solo su scala locale perché sono sud<strong>di</strong>vise per<br />

comuni e conservate negli archivi <strong>di</strong> Stato <strong>del</strong>le nove province toscane; non<br />

forniscono la superficie <strong>del</strong> posseduto <strong>del</strong>le singole <strong>di</strong>tte. Non a caso nel 1877,<br />

interpellato sulla fattibilità <strong>di</strong> un'indagine sulla «estensione massima, me<strong>di</strong>a e<br />

minima <strong>di</strong> tutta quanta la proprietà <strong>fon<strong>di</strong>aria</strong>» <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Firenze,<br />

l'Intendente <strong>di</strong> finanza rispose con un secco <strong>di</strong>niego adducendo proprio<br />

queste motivazioni:<br />

Ora se si considera che nella ren<strong>di</strong>ta imponibile <strong>di</strong> cui è gravata ogni possessione, non<br />

corrisponde l'ammontare <strong>del</strong>la sua superficie o estensione, ma si trova soltanto inscritta<br />

parzialmente per ogni articolo <strong>di</strong> stima […], è facile l'intendere come non possa ottenersi<br />

l'estensione <strong>di</strong> ogni e singola possessione, senza operare l'ad<strong>di</strong>zione <strong>del</strong>la superficie parziale<br />

<strong>di</strong> cui si compone 3 .<br />

Per aver ragione <strong>del</strong>le innumerevoli particelle che costituivano «le 80.000<br />

possessioni che sono descritte e contenute in circa 3.000 volumi <strong>di</strong> campioni<br />

estimali» <strong>del</strong>la sua provincia, all'Intendente mancavano essenzialmente due<br />

cose: un computer e, se possibile, una documentazione a carattere più<br />

sintetico. In realtà quest'ultima esisteva, ma egli non poteva valersene perché a<br />

quanto pare non ne era a conoscenza. Si tratta <strong>del</strong>l'In<strong>di</strong>ce dei possidenti <strong>del</strong><br />

<strong>Granducato</strong> <strong>di</strong> <strong>Toscana</strong>, conservato presso l'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Firenze: una<br />

fonte secondaria, per l'esattezza uno spoglio e una riaggregazione <strong>del</strong> materiale<br />

analitico <strong>del</strong> Catasto leopol<strong>di</strong>no, effettuati a fini fiscali nel 1836.<br />

Originariamente questo materiale faceva parte non <strong>del</strong> fondo <strong>del</strong>la<br />

Deputazione <strong>del</strong> catasto toscano, ma <strong>di</strong> quello <strong>del</strong>la Soprintendenza generale<br />

<strong>del</strong>le comunità <strong>del</strong> <strong>Granducato</strong> e ciò può spiegare perché non lo si trovi citato<br />

neppure in stu<strong>di</strong> come quelli de<strong>di</strong>cati al catasto da Elio Conti e Giuliana<br />

Biagioli 4 . In seguito all'alluvione <strong>del</strong> 1966, <strong>del</strong> resto, l' In<strong>di</strong>ce dei possidenti rimase<br />

«nascosto» negli scantinati <strong>del</strong>l'archivio fino agli anni Ottanta, quando fu<br />

ritrovato da un nostro collaboratore nel corso <strong>di</strong> una ricerca sulle fonti <strong>del</strong><br />

territorio granducale finanziata d<strong>alla</strong> Provincia <strong>di</strong> Siena 5 .<br />

L'importanza <strong>di</strong> questa fonte, ciò che per quanto ne sappiamo la rende<br />

assolutamente unica, consiste appunto nel suo carattere sintetico che consente<br />

per la prima volta un uso a scala regionale dei dati <strong>del</strong> catasto. Le <strong>di</strong>tte iscritte<br />

nei campioni <strong>del</strong>le 242 comunità <strong>di</strong> terraferma <strong>del</strong> <strong>Granducato</strong> vi sono state

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