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MODULO 7 - atuttoportale

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332<br />

- Modulo 7 - (Le cariche elettrostatiche ) -<br />

l’elettroforo di Volta, l’esperienza funziona allo stesso modo. Ora, se avvicinate<br />

la candela alla punta sporgente del corpo che avete elettrizzato, vedrete la<br />

fiamma piegarsi nel senso illustrato dalla figura. Questo fenomeno è la<br />

dimostrazione che i corpi appuntiti disperdono facilmente le cariche elettriche:<br />

infatti, in prossimità della punta si viene a realizzare una densità di carica molto<br />

elevata che ne favorisce la dispersione generando un vero e proprio vento di<br />

ioni, in alcuni casi avvertibile anche avvicinando le nostre mani. Vi ricordate<br />

che molto spesso abbiamo fatto riferimento nei laboratori precedenti,<br />

sull’opportunità di realizzare conduttori sferici o arrotondati ? Questa è la<br />

ragione che mi ha obbligato a darvi continuamente questo tipo di consiglio: i<br />

corpi conduttori realizzati con forme appuntite hanno la tendenza a perdere la<br />

loro carica elettrica, poiché essa tende a sfuggire attraverso le punte. Per fare<br />

questa esperienza in modo più sbrigativo può essere utilizzato anche il solo<br />

elettroforo di Volta. Basta attaccare con un po’ di plastilina, in modo<br />

provvisorio, la punta di un ago sul bordo del disco. Appena il disco viene<br />

caricato dovete subito dirigere la punta verso la fiamma di una candela oppure<br />

di un provvidenziale accendino, Il funzionamento è assicurato.<br />

Approfittando di quando detto in questo laboratorio, voglio ricordare a chi<br />

è interessato che, nei laboratori degli Istituti scolastici ci sono altri simpatici<br />

dispositivi che evidenziano il potere dispersivo delle punte. Il mulinello con le<br />

due punte è uno di questi. Esso è costituito infatti da un conduttore che reca<br />

due punte disposte una opposta all’altra ed è posto in modo da essere libero di<br />

ruotare. Questa particolare disposizione gli permette di avere un momento di<br />

rotazione, appena esso è collegato ad un polo del generatore di alta tensione.<br />

Vedi figura 16.1.7.<br />

Oggi, tramite internet, si vedono anche proliferare una serie di nuovi e<br />

simpatici dispositivi denominati “lifter” che funzionano grazie a effluvi di ioni<br />

che si generano quando questi sono collegati a generatori ad alta tensione.<br />

Quello che più entusiasma è che questi effluvi di ioni sono studiati per<br />

imprimere ai sistemi, realizzati in modo da essere estremamente leggeri, una<br />

forza di reazione molto elevata che li spinge a saltare dal banco di lavoro o<br />

addirittura a decollare, sospinti verso l’alto dal solo vento ionico. Questi<br />

congegni leggerissimi, sono realizzati con fogli di alluminio su di un telaio in<br />

legno di balsa. A tal proposito, io e il mio amico Domenico Cirillo, abbiamo<br />

recentemente realizzato uno di questi lifter di forma triangolare dal peso di 1,55<br />

grammi secondo le indicazioni raccolte nei siti di rete. Il dispositivo, avente un<br />

lato con la dimensioni di 15 cm e alto poco più di 6 cm, sotto un potenziale di<br />

25.000 volt si è alzato dal<br />

nostro banco di lavoro per<br />

alcuni decimetri verso l’alto. La<br />

forza di reazione è così elevata,<br />

che dovete trattenere il lifter,<br />

tramite dei fili di cotone fissati<br />

al banco di lavoro.<br />

Se volete realizzare<br />

questo esperimento dovete<br />

costruirvi un lifter secondo le<br />

indicazioni fornite dalla figura n.<br />

16.2.7.<br />

Fig. 16.1.7 - Mulinello elettrostatico -<br />

- Vincenzo Iorio Caserta 2010 -

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