MODULO 7 - atuttoportale
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- Modulo 7 - (Le cariche elettrostatiche ) -<br />
l’elettroforo di Volta, l’esperienza funziona allo stesso modo. Ora, se avvicinate<br />
la candela alla punta sporgente del corpo che avete elettrizzato, vedrete la<br />
fiamma piegarsi nel senso illustrato dalla figura. Questo fenomeno è la<br />
dimostrazione che i corpi appuntiti disperdono facilmente le cariche elettriche:<br />
infatti, in prossimità della punta si viene a realizzare una densità di carica molto<br />
elevata che ne favorisce la dispersione generando un vero e proprio vento di<br />
ioni, in alcuni casi avvertibile anche avvicinando le nostre mani. Vi ricordate<br />
che molto spesso abbiamo fatto riferimento nei laboratori precedenti,<br />
sull’opportunità di realizzare conduttori sferici o arrotondati ? Questa è la<br />
ragione che mi ha obbligato a darvi continuamente questo tipo di consiglio: i<br />
corpi conduttori realizzati con forme appuntite hanno la tendenza a perdere la<br />
loro carica elettrica, poiché essa tende a sfuggire attraverso le punte. Per fare<br />
questa esperienza in modo più sbrigativo può essere utilizzato anche il solo<br />
elettroforo di Volta. Basta attaccare con un po’ di plastilina, in modo<br />
provvisorio, la punta di un ago sul bordo del disco. Appena il disco viene<br />
caricato dovete subito dirigere la punta verso la fiamma di una candela oppure<br />
di un provvidenziale accendino, Il funzionamento è assicurato.<br />
Approfittando di quando detto in questo laboratorio, voglio ricordare a chi<br />
è interessato che, nei laboratori degli Istituti scolastici ci sono altri simpatici<br />
dispositivi che evidenziano il potere dispersivo delle punte. Il mulinello con le<br />
due punte è uno di questi. Esso è costituito infatti da un conduttore che reca<br />
due punte disposte una opposta all’altra ed è posto in modo da essere libero di<br />
ruotare. Questa particolare disposizione gli permette di avere un momento di<br />
rotazione, appena esso è collegato ad un polo del generatore di alta tensione.<br />
Vedi figura 16.1.7.<br />
Oggi, tramite internet, si vedono anche proliferare una serie di nuovi e<br />
simpatici dispositivi denominati “lifter” che funzionano grazie a effluvi di ioni<br />
che si generano quando questi sono collegati a generatori ad alta tensione.<br />
Quello che più entusiasma è che questi effluvi di ioni sono studiati per<br />
imprimere ai sistemi, realizzati in modo da essere estremamente leggeri, una<br />
forza di reazione molto elevata che li spinge a saltare dal banco di lavoro o<br />
addirittura a decollare, sospinti verso l’alto dal solo vento ionico. Questi<br />
congegni leggerissimi, sono realizzati con fogli di alluminio su di un telaio in<br />
legno di balsa. A tal proposito, io e il mio amico Domenico Cirillo, abbiamo<br />
recentemente realizzato uno di questi lifter di forma triangolare dal peso di 1,55<br />
grammi secondo le indicazioni raccolte nei siti di rete. Il dispositivo, avente un<br />
lato con la dimensioni di 15 cm e alto poco più di 6 cm, sotto un potenziale di<br />
25.000 volt si è alzato dal<br />
nostro banco di lavoro per<br />
alcuni decimetri verso l’alto. La<br />
forza di reazione è così elevata,<br />
che dovete trattenere il lifter,<br />
tramite dei fili di cotone fissati<br />
al banco di lavoro.<br />
Se volete realizzare<br />
questo esperimento dovete<br />
costruirvi un lifter secondo le<br />
indicazioni fornite dalla figura n.<br />
16.2.7.<br />
Fig. 16.1.7 - Mulinello elettrostatico -<br />
- Vincenzo Iorio Caserta 2010 -