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MODULO 7 - atuttoportale

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312<br />

- Modulo 7 - (Le cariche elettrostatiche ) -<br />

buona riuscita quindi, di tutti gli esperimenti riportati in questa sessione,<br />

dipende fortemente dalle condizioni del clima. Spesso, nella mia attività<br />

professionale di formatore, per quanto è stato possibile, ho cercato sempre di<br />

organizzare le esperienze di elettrostatica nel periodo invernale in modo da<br />

aumentare le probabilità di riuscita sperimentali facendo affidamento sulla<br />

bassa umidità stagionale.<br />

LABORATORI<br />

1°Laboratorio<br />

Costruiamo un Elettroscopio<br />

TARGET:<br />

Scuola primaria<br />

Materiale occorrente:<br />

Bottiglia di vetro (vedi testo), filo di ferro o tondino filettato, fogli di alluminio<br />

(tipo domestico), sfera di metallo oppure elettrodo arrotondato, asta di plastica,<br />

asta di vetro, pelle di coniglio o di gatto.<br />

Lo strumento utilizzato per misurare la quantità di carica elettrica presente<br />

su un corpo è l'elettroscopio. Nella sua forma più semplice è costituito da due<br />

sottilissime foglie d'oro, sospese su di un supporto metallico posto all'interno di<br />

un recipiente di vetro o di altro materiale non conduttore come una bottiglia.<br />

Normalmente è presente anche un pomello metallico situato all’esterno della<br />

bottiglia e connesso al supporto metallico portante. Il pomello raccoglie le<br />

cariche elettriche e le distribuisce fino alle foglioline d’oro.<br />

Avvicinando un corpo elettrizzato, cioè carico di elettricità, al pomello<br />

dell’elettroscopio, si induce una certa distribuzione di cariche elettriche, che si<br />

propagano lungo il supporto metallico (quindi conduttore), per arrivare fino alle<br />

foglioline d’oro. Se il corpo induttore viene solo avvicinato all’elettroscopio, il<br />

pomello esterno metallico acquista una carica opposta a quella del corpo<br />

induttore. Sulle foglioline d’oro invece, si distribuirà una carica elettrica dotata<br />

dello stesso segno della carica posseduta dal corpo induttore. Queste<br />

foglioline, per effetto delle forze elettrostatiche, si respingono e dalla loro<br />

divergenza angolare è possibile risalire approssimativamente alla quantità di<br />

carica elettrica presente sul corpo induttore. Questo modo di ottenere una<br />

risposta dall’elettroscopio si chiama “rilevazione di campo per induzione<br />

elettrica”. Certamente è possibile anche collegare elettricamente il corpo<br />

induttore sul pomello esterno, effettuando un vero e proprio contatto elettrico.<br />

In questo caso, la carica elettrica depositata sul corpo elettrizzato si trasferirà<br />

sul pomello dell’elettroscopio ed infine raggiungerà le foglioline attraversando il<br />

supporto conduttore. È evidente che quest’ultimo caso richiede che il corpo<br />

elettrizzato sia di materiale conduttore, altrimenti solo una piccola parte della<br />

carica elettrica localizzata sul corpo elettrizzato si potrà trasferire sul pomello<br />

esterno dell’elettroscopio. La carica elettrica trasferita in questo caso, sarà<br />

unicamente quella presente sulla parte del corpo elettrizzato a diretto contatto<br />

con il pomello.<br />

- Vincenzo Iorio Caserta 2010 -

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