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Autori e Sommario - Aucns.org

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definiti psicofarmaci e sono suddivisi in classi, ciascuna delle quali comprende delle<br />

sostanze attive selettivamente o, soprattutto, su una determinata area funzionale del<br />

SNC.<br />

L’<strong>org</strong>anismo animale tende, come si è già visto, per sua natura, a mantenere un<br />

determinato equilibrio funzionale che corrisponde allo stato di normalità e viene<br />

definito omeostasi. L'omeostasi può essere alterata da qualsiasi stimolo percepito<br />

dall’<strong>org</strong>anismo: la risposta allo stimolo è graduata in modo da annullarne l’impatto e,<br />

nella situazione ottimale, ristabilire l'omeostasi. Allo stato di equilibrio di un <strong>org</strong>anismo<br />

contribuisce anche la memoria di queste sue risposte. Uno stimolo nuovo comporta una<br />

risposta da pianificare a un livello di integrazione superiore; lo stimolo noto, invece,<br />

determina una risposta rapida perché divenuta automatica. Lo stimolo negativo,<br />

spiacevole, determina una risposta di evitamento; quello positivo, piacevole, un<br />

comportamento ripetitivo e appetitivo.<br />

Uno psicofarmaco somministrato in uno stato di equilibrio, cioè a un individuo sano,<br />

rompe l’omeostasi. Esistono psicofarmaci che hanno un’efficacia prolungata nel tempo.<br />

Si tratta di sostanze che interagiscono con il sito bersaglio in maniera irreversibile e<br />

l’omeostasi è raggiunta solo quando la macromolecola colpita sarà stata risintetizzata.<br />

E’ il classico meccanismo di azione degli Inibitori delle Monoamino-Ossidasi (IMAO).<br />

La lesione prodotta da un farmaco può essere estesa e può interessare interi neuroni<br />

o gruppi di neuroni, con perdita irreversibile di alcune funzioni. E’ il caso del<br />

parkinsonismo da neurolettici. Esistono diversi modelli iatrogeni di epilessia. La<br />

fenciclidina, nota come “Polvere degli Angeli”, può dar luogo a un episodio psicotico<br />

caratterizzato dai sintomi negativi della schizofrenia (ambivalenza e autismo), che<br />

evolve poi verso la fase residuale.<br />

Se un farmaco lede un nucleo cerebrale e da questa lesione risulta una sindrome<br />

neurologica quale il morbo di Parkinson, nessuno avrà dubbi circa il rapporto di<br />

causalità fra intossicazione da farmaco e malattia. Altre volte il rapporto di causalità è<br />

meno evidente, soprattutto quando i sintomi sono puramente comportamentali e si<br />

instaurano come conseguenza di un trattamento cronico, cioè lentamente e progressivamente,<br />

con i tempi che impiega l’<strong>org</strong>anismo nel suo tentativo di ristabilire l’omeostasi<br />

iniziale.<br />

Con i farmaci di abuso, si avrà, all'assunzione, un determinato effetto iniziale.<br />

Secondo il modello pavloviano, accadrà anche che il semplice rituale (stimolo condizionato)<br />

della somministrazione sarà capace di provocare gli stessi effetti dati dal<br />

farmaco (stimolo non condizionato). E’ facile riprodurre a questo modo, nell’animale<br />

di laboratorio, addirittura l’effetto ipoglicemizzante dell'insulina con una semplice<br />

somministrazione di soluzione fisiologica.<br />

L’<strong>org</strong>anismo ha spesso la capacità di annullare l’effetto di certi farmaci, attraverso<br />

l'attivazione di precisi meccanismi. Nel caso dei farmaci stupefacenti, per esempio gli<br />

oppiacei, vengono potenziate delle funzioni di segno opposto rispetto a quelle stimolate<br />

dal farmaco per cui, dopo ripetute somministrazioni, il farmaco sembra aver perso ogni<br />

efficacia. Di fatto, la sua efficacia è immutata, ma il suo effetto iniziale è mascherato<br />

dalla reazione di segno opposto dell’<strong>org</strong>anismo. Basterà non somministrare il farmaco<br />

per evidenziare questa reazione, che si manifesterà come sintomo speculare rispetto<br />

all’effetto iniziale del farmaco: diarrea versus stitichezza, dolore versus analgesia,<br />

angoscia versus sereno distacco, ecc.<br />

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