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CICILEO (la vera storia dell'Apollo 13) - Primperan, vita da trentaneo

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14.<br />

Seduta sui gradini del<strong>la</strong> porta, ad aspettarmi con il suo sorriso diamantato trovo Heidi. Accarezza un<br />

gatto che non ho mai visto <strong>da</strong> queste parti. Mi avvicino e il gatto scappa come se avesse visto un<br />

Fantasma. La casa raccoglie sfusi di tutti i tipi, è vero, ma a volte è <strong>da</strong>vvero bello quando a trovarti<br />

viene gente come lei, anche <strong>la</strong> pipì esistenziale che gli altri versano nel<strong>la</strong> tua casa può farti del bene.<br />

Si alza e mi tende le mani per abbracciarmi, solleva una busta di carta marroncina ed oleosa, sarà<br />

focaccia:<br />

“Sapevo che sarebbe arrivato qualcuno! Ti va del Cinese, Fantasmino?”<br />

Se non stai a pensare di poter rappresentare qualcosa di definitivo, o quanto meno di importante,<br />

nel<strong>la</strong> <strong>vita</strong> di Heidi, puoi passare con lei qualcuno tra i minuti più preziosi del<strong>la</strong> tua <strong>vita</strong>. Una di<br />

quelle persone pensate per rendere migliore il pianeta terra, per fare felici gli altri, di quelle che<br />

quando sono giù non le vedi perché si nascondono. Non ho mai visto Heidi soffrire, le volte in cui<br />

ho intuito che stava male e lei se n’è accorta mi ha mol<strong>la</strong>to subito: “Non guar<strong>da</strong>rmi dentro,<br />

Fantasma, non farlo!”. Lei vive rega<strong>la</strong>ndo agli altri serate di Musica e Magia, ma cosa <strong>da</strong>vvero<br />

faccia Abraca<strong>da</strong>bra nel suo cuore io non lo so proprio. Ci ho provato, ci abbiamo provato più o<br />

meno tutti e quattro, ognuno a suo modo, ma nessuno ci è an<strong>da</strong>to neanche vicino a tirar fuori un<br />

coniglio <strong>da</strong> quello strano cappello con cui tiene a ba<strong>da</strong> le sue treccine nere. Io sogno troppo, Ulisse<br />

troppo poco, Strillo è troppo scorretto, Non<strong>la</strong>siscttann è troppo corretto. A tutti fa difetto o eccesso<br />

una qualità. Però probabilmente, sommandoci, Heidi pensa che siamo in grado di formare un<br />

amante perfetto. Si diverte <strong>da</strong> morire a <strong>la</strong>sciarsi corteggiare <strong>da</strong> noi, e infatti ogni tanto capita <strong>da</strong><br />

queste parti, ci ritiene probabilmente innocui. Gli altri ne moriranno stasera quando sapranno che ho<br />

pranzato <strong>da</strong> solo con lei. Con le bacchette, poi!<br />

Non so spiegarne il perché ma con <strong>la</strong> maggior parte delle persone, specie se donne, non sono a mio<br />

agio quando siamo a quattrocchi. Forse mi aspetto troppo <strong>da</strong>lle persone, o forse credo che loro si<br />

aspettino troppo <strong>da</strong> me... Non riesco ad avere rapporti banali con gli altri, ma mi spaventano quelli<br />

troppo intimi. Ho paura di incontrare persone speciali, e non perdo tempo con quelle che non mi<br />

interessano. Non c’è via di scampo, sono un solitario e mi tocca tenermi stretti questi tre spatriati.<br />

Heidi fa eccezione, riesco ad essere precisamente me con lei. Il mio lenzuolo diventa un po’ più<br />

rigido <strong>da</strong>vanti a lei, acquista una corporeità simile all’esistenza, adoro le sue domande bizzarre, le<br />

sue riflessioni, <strong>la</strong> sua golosità, le sue letture, il suo bril<strong>la</strong>ntino nell’incisivo, il piercing dell’ombelico<br />

e quello del<strong>la</strong> lingua, i tatuaggi che non ha perché detesta le cose definitive, i cd che sceglie <strong>da</strong>l<strong>la</strong><br />

nostra pi<strong>la</strong> quando mette <strong>la</strong> musica e che sono quasi sempre i miei... stare con lei mette allegria,<br />

assomiglia parecchio a passeggiare sul<strong>la</strong> luna, paro<strong>la</strong> di uno degli astronauti dell’Apollo <strong>13</strong>.<br />

“Fantasma, come mi vedi tra cinque anni?” mi doman<strong>da</strong> mentre le sue bacchette supersoniche<br />

pizzicano pezzi di pollo e bambù.<br />

“Tu? Tra cinque anni? Lasciami pensare... Direi, al fianco di un avvocato, che porti i bambini al<br />

nido, poi di corsa al Circolo Tennis, dove ti trattieni a giocare a Burraco, casa a Barialto, <strong>la</strong><br />

domenica porterai le mazze <strong>da</strong> golf di tuo marito in giro per le 18 buche... sesso poco e triste, lui<br />

sarà il genere d’uomo che non <strong>la</strong>scerà che tu lo baci proprio lì, perché sei sua moglie e quelle cose<br />

<strong>la</strong> sua donna non deve neanche pensarle!” mando giù un boccone e mi fingo mortificato “mi<br />

dispiace, è così che ti vedo!”<br />

“Poco male. Tanto io i pompini non li faccio!”<br />

Smetto di mangiare. Lo spaghetto di soia mi rimane appeso al pizzetto. Non ci credo, questa è<br />

fantastica, dovrei telefonare subito a Strillo. Finalmente l’abbiamo trovata. Ce l’aveva sotto gli<br />

occhi e non se n’è mai accorto. Questa cosa mi scuce un sorriso.<br />

“Naturalmente scherzavo” dico io.<br />

“Naturalmente scherzavo anch’io!” aggiunge lei.<br />

Scoppiamo a ridere.<br />

Falso al<strong>la</strong>rme, mi sa che Strillo mi dovrebbe proprio insegnare qualcosa sulle donne.<br />

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