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CICILEO (la vera storia dell'Apollo 13) - Primperan, vita da trentaneo

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17.<br />

Ho deciso di prendere l’autobus, non avevo voglia di pe<strong>da</strong><strong>la</strong>re. Sul<strong>la</strong> vettura, ho assistito a questa<br />

scena. Ragazzino con accento di paese, rivolgendosi ad una ragazza sul<strong>la</strong> trentina, neanche troppo<br />

carina: “Mi scusi signorina, questo autobus passa <strong>da</strong> Giurisprudenza?”<br />

La ragazza incerta prova a fare mente locale. Si inserisce nel<strong>la</strong> conversazione tipico personaggio<br />

anziano <strong>da</strong> autobus barese. Sembra che su ogni linea ci sia uno di questi estroversi signori che<br />

amano rendersi utili agganciando i loro maturi pareri a qualsiasi argomento di conversazione salga<br />

sul<strong>la</strong> carrozza.<br />

“Do’ jè che <strong>da</strong> scì, uagliò?” qual è dunque <strong>la</strong> tua destinazione, aitante giovinotto...<br />

“Giurisprudenza...” dice lui.<br />

“Grsprdenz? E c’ cos jè?” cocktail di consonanti che sta a significare che il signore avendo <strong>da</strong><br />

sempre preferito in <strong>vita</strong> sua gli studi scientifici non ha ben chiaro il concetto di Giurisprudenza.<br />

“L’Ateneo...” ribadisce lui timido.<br />

“L’Atenej?” doman<strong>da</strong> il signore con gli occhi sgranati. Nel<strong>la</strong> sintassi dialettale barese molto spesso<br />

qualsiasi vocale al<strong>la</strong> fine di una paro<strong>la</strong> gradisce essere sostituita <strong>da</strong> una J polivalente...<br />

“L’Università...”<br />

“Ahhh! L’Unversitaj... e u ptiv disc subt!” Se <strong>la</strong> tua destinazione era l’Università degli Studi di Bari<br />

non avevi che <strong>da</strong> chiederlo!<br />

Il signore contento di aver capito dove il ragazzo deve scendere lo guar<strong>da</strong> sorridendo, piuttosto<br />

soddisfatto; quindi inizia a muovere su e giù <strong>la</strong> testa e mostra il suo tetris di denti sopravvissuti<br />

all’età. Il partico<strong>la</strong>re trascurabile è che il signore dimentica di rispondere al ragazzo il quale ancora<br />

in attesa di una risposta lo vede annuire con il capo senza dir nul<strong>la</strong>. Probabilmente l’unica cosa che<br />

è chiara al<strong>la</strong> matrico<strong>la</strong> di legge è che <strong>da</strong> domani non usufruirà più del<strong>la</strong> linea Amtab. La signorina, a<br />

quel punto, interviene avvisando il giovane che quell’autobus è diretto a Japigia e non passa <strong>da</strong>l<br />

centro. Il giovane scende al<strong>la</strong> fermata dopo, il vecchietto gli dà una pacca sul<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> e continua a<br />

ridere stringendosi nelle spalle fiero di sé. Io rimango in piedi aggrappato al<strong>la</strong> manigliona<br />

dell’autobus, <strong>la</strong> signorina mi guar<strong>da</strong> e sorride cortesemente <strong>da</strong>vanti al mio sguardo di complicità.<br />

Forse si sente osservata, perché si alza il collo lungo del maglione, ma lo fa troppo piano perché io<br />

non mi accorga del livido che qualche bacio carnivoro le ha <strong>la</strong>sciato sul collo. Guardo altrove,<br />

pensando a quanta <strong>vita</strong> c’è dentro un solo autobus. Quanto mondo <strong>da</strong> conoscere sia fuori di noi,<br />

quanto basti essere curiosi a volte per scoprire le piccole sorprese del<strong>la</strong> <strong>vita</strong>.<br />

Monto <strong>la</strong> mia faccia di culo, e scendo al Comando dei Vigili Urbani.<br />

Mezz’ora dopo sono fuori <strong>da</strong>l Comando, con il verbale per ritirare l’auto tra le mani. Tutto è fi<strong>la</strong>to<br />

liscio. Il nonno poverino non se l’era sentita di uscire con quel tempaccio. Delegava per il ritiro<br />

dell’auto il nipote ****, cioè io. Quando in qualche ufficio di re<strong>la</strong>zioni con il pubblico trovi un<br />

impiegato grassoccio hai sempre maggiori possibilità di essere trattato bene che se ti attendesse un<br />

impiegato magro. I magri sono un po’ fetosi, lo ammetto... Invece questo signore mi ha guar<strong>da</strong>to<br />

con ammirazione perché mi occupavo del problema al posto del nonno, un nonnino svampito che<br />

aveva dimenticato di sostituire il tagliando dell’assicurazione. Il vigile mi ha sorriso e mi ha detto<br />

che questo tempo è una... sì ha detto: una mannaia, “questo tempo è una mannaia per gli anziani!”...<br />

certo che sono strani ‘sti vigili. Non ho appurato cosa intendesse dire con quel<strong>la</strong> frase, volevo<br />

svignarme<strong>la</strong> al più presto, anche perché non è che sia un gran bluffatore, io. L’unica volta che<br />

abbiamo giocato a poker con gli altri tre, sparai un ri<strong>la</strong>ncio di ventimi<strong>la</strong> lire con in mano due jack.<br />

Vennero tutti a vedere il mio punto perché per l’agitazione mi ero messo a ciccare <strong>la</strong> sigaretta<br />

direttamente sul pavimento pur avendo eserciti di posacenere sul panno verde. Comunque ormai è<br />

fatta: se un giorno i vigili dovessero fare un controllo, non risulterebbe nessuna anomalia, ma tutto<br />

sarebbe a posto grazie al nobile sacrificio di Maselli Nico, morto in luogo del mio arzillo nonnino.<br />

Metta pure il suo pisello in carica nel<strong>la</strong> 220 adesso, Sopracciglio Elettrico!<br />

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