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Apparent Life Threatening Events in infants - Primula Multimedia

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Sforzi, et al.<br />

Concordiamo pertanto con quanto emerge <strong>in</strong> letteratura,<br />

cioè che tale tecnica non possa essere<br />

ancora oggi raccomandata come esame di “rout<strong>in</strong>e”<br />

nella diagnosi di sospetta <strong>in</strong>alazione di CE. La<br />

sua utilità può eventualmente risultare <strong>in</strong> alcuni<br />

casi dubbi di CE misconosciuto a localizzazione<br />

bronchiale e <strong>in</strong> quei pazienti con segni e s<strong>in</strong>tomi<br />

prolungati, al f<strong>in</strong>e di identificare più accuratamente<br />

eventuali sequele (37-39).<br />

Dal punto di vista cl<strong>in</strong>ico l’esordio classico dei s<strong>in</strong>tomi<br />

al momento dell’<strong>in</strong>alazione di un CE è rappresentato<br />

da quella che viene def<strong>in</strong>ita “s<strong>in</strong>drome<br />

da penetrazione”, quadro caratterizzato da dispnea<br />

acuta, soffocamento, tosse violenta e talvolta<br />

vomito, che occorre il più delle volte mentre il<br />

bamb<strong>in</strong>o sta mangiando o giocando con piccoli<br />

oggetti o frammenti di cibo. È importante considerare<br />

che, mentre la sensibilità di questo tipo di<br />

presentazione è elevata, variando nelle diverse<br />

casistiche dall’80 al 97% (2, 3, 11), la specificità è<br />

bassa, potendosi manifestare la stessa s<strong>in</strong>tomatologia<br />

anche <strong>in</strong> assenza di <strong>in</strong>alazione.Talvolta la violenta<br />

tosse può essere risolutiva ai f<strong>in</strong>i dell’espulsione<br />

del CE, anche se non sempre ciò è dimostrabile.<br />

D’altra parte va sottol<strong>in</strong>eato come s<strong>in</strong>tomi<br />

così acuti tendano ad andare rapidamente<br />

<strong>in</strong>contro a remissione, <strong>in</strong> quanto il più delle volte il<br />

CE si disloca nelle vie respiratorie di m<strong>in</strong>or calibro,<br />

e siano qu<strong>in</strong>di raramente presenti al momento<br />

della presentazione <strong>in</strong> DEA: nella nostra casistica<br />

soltanto 4 pazienti su 42 (9,5%) presentavano una<br />

vera “s<strong>in</strong>drome da penetrazione” al triage.<br />

La s<strong>in</strong>tomatologia più frequente al momento dell’osservazione<br />

cl<strong>in</strong>ica <strong>in</strong> DEA è stata <strong>in</strong>fatti rappresentata<br />

da tosse (83,3%), riferita ad esordio<br />

improvviso dai genitori, seguita da dispnea<br />

(42,8%), associate o meno, nei pazienti che presentavano<br />

localizzazione bronchiale, ad altri segni<br />

o s<strong>in</strong>tomi quali riduzione del murmure vescicolare<br />

(35,7%), broncospasmo (26,2%). Segni quali stridore<br />

(16,7%) e cianosi (4,8%) si ritrovano peculiarmente<br />

nei pazienti con localizzazione lar<strong>in</strong>gea e<br />

tracheale. La febbre non è un evento frequente<br />

(9,5%): è un s<strong>in</strong>tomo tardivo ed è risultata sempre<br />

associata a complicanze di natura <strong>in</strong>fettiva dovute<br />

alla ritenzione del CE.<br />

Tali s<strong>in</strong>tomi e segni possono mimare, specialmente<br />

<strong>in</strong> caso di anamnesi muta, di difficoltà nella raccolta<br />

o di scarsi approfondimenti da parte del medico,<br />

patologie più comuni dell’apparato respiratorio<br />

come tracheobronchiti, polmoniti o broncospasmo,<br />

con il rischio di trattare questi pazienti con terapia<br />

farmacologica, e generare qu<strong>in</strong>di un conseguente<br />

ritardo diagnostico con persistenza del materiale<br />

<strong>in</strong>alato nelle vie respiratorie, gettando così le basi<br />

per le complicanze da ritenzione di CE (32, 34).<br />

La persistenza di un CE misconosciuto <strong>in</strong> un bronco<br />

comporta sempre e comunque un’evoluzione sfavorevole,<br />

con complicanze legate da un lato alla<br />

sovra<strong>in</strong>fezione, dall’altro al costante traumatismo<br />

meccanico esercitato dal CE stesso sulla parete<br />

tracheobronchiale, aspetti che spesso poi si associano<br />

tra loro (28, 29, 34).<br />

Tra le complicanze descritte <strong>in</strong> letteratura (26, 32,<br />

34, 38), si ritrovano anche quadri molto rari, di rilevante<br />

gravità e generalmente mortali, come la perforazione<br />

della trachea o di un bronco con <strong>in</strong>fezione<br />

perilesionale, tali da <strong>in</strong>durre ascessi cervicali con<br />

o senza enfisema del collo, pneumo-mediast<strong>in</strong>ite e<br />

fistole con organi contigui, quali esofago o grossi<br />

vasi polmonari. Le complicanze più frequenti, ma al<br />

tempo stesso molto meno gravi, sono date <strong>in</strong>vece<br />

da atelectasia, bronchiectasie, polmoniti, polmoniti<br />

ricorrenti, ascessi polmonari e, nei casi più gravi e<br />

di prolungata ritenzione, shock settico, qualora ci<br />

sia dissem<strong>in</strong>azione <strong>in</strong>fettiva o tossiemica (40).<br />

Il riscontro di granulazioni fibr<strong>in</strong>ose o pus nell’area<br />

del CE è un reperto endoscopico ricorrente nella<br />

nostra casistica (69% pari a 29/42) e questo è molto<br />

probabilmente da imputare alla permanenza del CE<br />

nelle vie respiratorie anche per poche ore, dato che<br />

si ritrova anche <strong>in</strong> pazienti <strong>in</strong> cui la broncoscopia è<br />

stata effettuata entro le 24 ore dall’<strong>in</strong>alazione.<br />

I nostri dati evidenziano una stretta correlazione tra<br />

età del paziente, ritardo nella diagnosi e complicazioni<br />

<strong>in</strong>fettive. Infatti l’analisi dei due gruppi divisi per<br />

età ha evidenziato nel gruppo con età superiore ai<br />

36 mesi un ritardo tra il momento della sospetta<br />

<strong>in</strong>alazione e l’arrivo <strong>in</strong> DEA (3 vs 0,5 giorni, p<br />

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