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I PROMESSI SPOSI, OTTAVA EDIZIONE - World eBook Library

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XIV<br />

e che schifano di dire nessuna cosa con tanta precisione che non<br />

(a si possa confondere anche colla più opposta, devono esercitare<br />

an'azione deleteria davvero sul carattere giovanile. Noi ne abbiamo,<br />

jo ripeto, non solo molti, ma troppi. Il Manzoni è appunto il contrario.<br />

Egli è diventato proprietario davvero legittimo della materia<br />

sua; poiché il suo diritto si fonda sul lavoro che v'ha<br />

fatto intorno, e col quale l'ha trasformata, base inconcussa d'ogni<br />

diritto di proprietà, anche secondo gli scrittori più scrupolosi e<br />

rigidi. E questo lavoro è stato tanto, che la forma nuova è diven-<br />

tata come naturale e primigenia essa stessa. Lo scrittore nasconde<br />

sé; ma la cosa che vuol dire si vede tutta. Né ha commesso egli<br />

stesso nessuna vigliaccheria nell'affrontarla, né avendola com-<br />

messa, la vuole abbuiare a sé od altrui.<br />

Muove da questa stessa radice la correzione ch'egli imprese a<br />

fare e condusse del romanzo suo quanto a stile ed a lingua. Il<br />

«aso, credo, sia unico. Un autore, che, dopo dieci e più anni, ri-<br />

prende in mano un suo libro già celebre, ch'era parso un mira-<br />

colo di felice dicitura alla molto gran maggioranza de' suoi con-<br />

cittadini, e si mette, con grandissima cura e fatica, a ristudiarne<br />

le parole e le frasi, per mutare quelle usate da lui, non già nel<br />

modo che alla piccola minoranza degli scontenti sarebbe piaciuto,<br />

ma appunto come a questa sarebbe dispiaciuto di più, mostra, tra<br />

altre doti, questa principalissima, di aver potuto formare da sé<br />

solo l'opinione sua, tra le molte contraddizioni che sente susurrare<br />

intorno a sé, e, una volta formata, averle saputo dare l'effettivo<br />

governo di sé medesimo. Chi rilegge gli scritti del Manzoni sulla<br />

questione della lingua, la lettera al Carena, quella ad Alfonso Ca-<br />

sanova ed a me, la Eelazione al Broglio e l'appendice a questa,<br />

vedrà assai facilmente, che in quella scomunicata, derisa^ coni'<br />

patita opinione che la lingua italiana è in Firenze^ come la lingua<br />

latina era in Boma^ come la francese è in Parigi^ egli era venuto<br />

per due vie: l'una l'esperienza sua, assai più larga di quella di<br />

qualunque scrittore italiano da più secoli in qua; l'altra, un cotale<br />

intimo e fermo sentimento dell'unità nazionale dell'Italia, di cui egli<br />

augurava l'unità politica già da' primi anni suoi, reputando questa<br />

non solo la più vera e compiuta soluzione, ma anche la più facile<br />

fra tutte, delle difficoltà e dei mah inerenti alla sua divisione in<br />

più Stati, sia che si considerassero questi l'uno rispetto all'altro, sia<br />

tutti insieme rispetto agli Stati forestieri; sicché, a chi — il Eo-<br />

smini talora -— l'accusava d'utopia, egli finiva col rispondere:<br />

Utopia quanto vuole; ^tio, ad gqni vmdQ utopia bella^ dove le altre

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