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HANNO COLLABORATO<br />
Francesco <strong>La</strong>ddarina, Ian<br />
Zimirri, Giuseppe Patamia,<br />
Alessandra Bevilacqua,Bruno<br />
Gemelli, Carmelo Carabetta,<br />
Valentina Elia, Antonio<br />
Cormaci, Mario <strong>La</strong>bate,<br />
Giulio Romeo, Ilario<br />
Ammendolia, Sara<br />
Caccamo, Giuseppe<br />
Fiorenza, Daniele Mangiola,<br />
Sara Caccamo.<br />
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla<br />
sottoscrizione <strong>di</strong> preventivi accor<strong>di</strong> tra<br />
l’e<strong>di</strong>tore e gli autori sono da intendersi<br />
gratuite.<br />
FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla<br />
redazione, anche se non pubblicati, non<br />
verranno restituiti.<br />
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esclusivo <strong>di</strong> “la <strong>Riviera</strong> E<strong>di</strong>tore” per tutto il<br />
territorio nazionale ed estero.<br />
GLI AUTORI delle rubriche in cui si<br />
esprimono giu<strong>di</strong>zi o riflessioni personali, sono<br />
da ritenersi <strong>di</strong>rettamente responsabili.<br />
L’OPINIONE <strong>di</strong> Fernando Sagado<br />
Il <strong>di</strong>avolo non esiste.<br />
Calabresi topi in gabbia<br />
Il tema della paura quale collante delle<br />
società è un tema tutt’altro che originale,<br />
ma sempre <strong>di</strong> pervicace attualità.<br />
Fondamentalmente gli Stati moderni si<br />
<strong>di</strong>vidono in democratici o <strong>di</strong>ttatoriali,<br />
dove la <strong>di</strong>ttatura o la democrazia si presenta<br />
con tonalità <strong>di</strong>verse a seconda dei<br />
margini <strong>di</strong> libertà concessi ai sud<strong>di</strong>ti o ai<br />
citta<strong>di</strong>ni o alla risposta data ai bisogni<br />
della gente. Ad esempio la Romania <strong>di</strong><br />
Ceausescu affamava oltre che imprigionare,<br />
quella libica lo stomaco lo riempiva<br />
quasi sempre. <strong>La</strong> <strong>di</strong>fferenza tattica fra<br />
democrazia e <strong>di</strong>ttatura sta nell’esercizio<br />
me<strong>di</strong>ato o <strong>di</strong>retto della paura. I <strong>di</strong>ttatori<br />
non si mascherano ed esercitano la paura<br />
<strong>di</strong> persona, le democrazie(pseudo tali) si<br />
servono <strong>di</strong> agenti formalmente estranei<br />
per incutere timore. Se volete è il gioco<br />
del <strong>di</strong>avolo e della scelta apparente fra<br />
inferno e para<strong>di</strong>so. Comunque la si guar<strong>di</strong>,<br />
la faccenda, gli Stati, o buona parte <strong>di</strong><br />
essi, si reggono per mezzo del <strong>di</strong>avolo<br />
laico o religioso che sia. Le società completamente<br />
libere non esistono, sono al<br />
momento pura utopia, né esisteranno<br />
fino alla calata sulla terra dell'amore puro<br />
capace <strong>di</strong> tenerci insieme per affetto e<br />
non per necessità. L'Italia fra le democrazie<br />
occidentali è una delle più giovani,<br />
solo sessant'anni fa era fascista e monarchica.<br />
E nessuno si rizzi sulla se<strong>di</strong>a, se gli<br />
anni della Repubblica sono pervasi da<br />
stragi e misteri, se le nostre classi <strong>di</strong>rigenti<br />
sono pervase da inquisiti e condannati,<br />
se il tasso <strong>di</strong> corruzione ed evasione è uno<br />
dei più alti al mondo, se una parte del territorio<br />
e sotto scacco criminale, <strong>di</strong>re che<br />
la nostra sia una democrazia perfetta<br />
sembrerebbe un assurdo. Ma non è dei<br />
massimi sistemi che intendo parlare, il<br />
ragionamento lo limito alla Calabria.<br />
Quali sono le paure calabresi, quelle per<br />
le quali si sta insieme, anche se in un<br />
modo accentuatamente in<strong>di</strong>vidualistico?<br />
A guardare il <strong>di</strong>battito pubblico la paura<br />
per eccellenza è la mafia, uscendo però<br />
dai convegni, dai me<strong>di</strong>a, dalla sociologia<br />
scopriamo tante altre paure percepite<br />
dalla gente <strong>di</strong> intensità pari alla prima. Il<br />
terrore del futuro, la mancanza <strong>di</strong> un pro-<br />
getto, l'assenza politica e la sua arroganza,<br />
il <strong>di</strong>sagio economico, il problema<br />
sanitario, quello viario, il lavoro, la scuola.<br />
Ecco perché si sta o si dovrebbe stare<br />
insieme. Per vincere tutte le paure<br />
descritte e tante altre che sarebbe lungo<br />
elencare. Non possiamo pensare <strong>di</strong> risolvere<br />
una sola paura per eliminare una<br />
lunga catena <strong>di</strong> problemi, né è pensabile<br />
<strong>di</strong> risolvere ogni dramma posto che<br />
società perfette al mondo non se ne<br />
conoscono. <strong>La</strong> speranza e il lavoro per la<br />
perfettibilità sociale sono, o dovrebbero<br />
essere, il motore <strong>di</strong> un contesto sociale<br />
sano. Quando le risposte sono frazionate,<br />
settarie, emergenziali la società si ferma il<br />
miglioramento si allontana. Ecco, in<br />
Calabria paradossalmente ciò che tiene<br />
in pie<strong>di</strong> la figura dello Stato è la lotta alla<br />
'ndrangheta. E' il <strong>di</strong>avolo mafioso che<br />
giustifica un'entità statuale che nemme-<br />
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ASSOCIATO- Unione Stampa Perio<strong>di</strong>ca Italiana, Croanache Italiane<br />
no ci prova a risolvere programmaticamente<br />
gli altri e numerosi problemi. Si<br />
chiede ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> stare uniti, <strong>di</strong> lottare<br />
il mostro perché il suo abbattimento<br />
migliorerà la società. Ma la società è un<br />
assetato che deve camminare su un tappeto<br />
<strong>di</strong> spine per raggiungere l'acqua, e<br />
hai voglia a togliertene che tante altre ti<br />
bucheranno le carni. Allora che fare, speranze<br />
finite? Tutt'altro, non è il fato che<br />
crea ma l'uomo e l'uomo può migliorare<br />
o peggiorare il suo Stato. Il primo ed<br />
essenziale passo è liberarsi delle paure<br />
indotte e affrontare quelle reali. Uscire<br />
dalle gabbie in cui si vive e affrontare il<br />
nemico, qualunque sia il suo nome. Stare<br />
soprattutto attenti a chi grida al lupo, perché<br />
quello è il lupo. Adesso riderete un<br />
po' del mio malsano ragionamento, col<br />
tempo capirete che il <strong>di</strong>avolo non esiste<br />
su questa terra se non c'è un sovrano che<br />
attraverso <strong>di</strong> esso vi tiene in prigione e si<br />
fa riverire. Uno Stato che risolva ogni<br />
paura non lo troverete, vi renderebbe<br />
totalmente liberi e non avreste più bisogno<br />
<strong>di</strong> lui. Di Stati con tendenze suicide<br />
non ne troverete in giro. Dovrete scegliere,<br />
tenervi le paure o avere coraggio e<br />
sperare che il fato o il caso che ha creati<br />
non sia stato parco nella <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />
quella virtù.<br />
Ritratti *<br />
<strong>di</strong> Diego Cataldo<br />
MANUELA<br />
CRICELLI<br />
Cantante<br />
Una delle voci più<br />
interessanti del nostro<br />
panorama musicale.<br />
Ha reso omaggio ai<br />
gran<strong>di</strong> cantastorie siciliani<br />
come Rosa<br />
Balistreri. Si è occupata<br />
<strong>di</strong> teatro con importanti<br />
collaborazioni. È<br />
anche stata molto<br />
apprezzata al Roccella<br />
Jazz Festival.<br />
LOQUI E SPORLOQUI <strong>di</strong> Filomena Cataldo IL BRIZZOLATO <strong>di</strong> Ruggero Brizzi<br />
Un filo sottile,<br />
quello della<br />
paura, tiene<br />
unita l'Italia.<br />
L'informazione repentina<br />
e ostinata lo amplifica.<br />
Pare, quasi nevroticamente,<br />
che la speranza<br />
maggiore sia, per<br />
l'uomo contemporaneo, morire <strong>di</strong> morte<br />
naturale. Poiché dalle bombe <strong>di</strong>nanzi alle<br />
scuole ai terremoti quello che ci rendeva<br />
dei leoni, la super potenza dell'ominide, ci<br />
ha trasformato, in un nano secondo, in<br />
coglioni. <strong>La</strong> nostra infinita piccolezza è<br />
<strong>di</strong>mostrata. Non che ci fosse bisogno, ma<br />
bisognava ripensarci. Possiamo accettare<br />
che la natura si faccia sentire, ma non che<br />
<strong>di</strong>strugga laddove l'ingegneria umana ha<br />
superficialmente operato. E' risultata,<br />
volente o nolente, <strong>di</strong>stratta (per così <strong>di</strong>re).<br />
KAPPADUE <strong>di</strong> RUGGERO CALVANO<br />
Goffredo Fofi, Mimmo<br />
Gangemi, Aldo<br />
Varano, Francesco<br />
Munzi, Pietro Spirito, Valter<br />
Rizzo.. Si gli amici si fanno<br />
sentire e iniziano a essere<br />
tanti. L'idea <strong>di</strong> portare gente<br />
in Aspromonte, partita dal<br />
matto <strong>di</strong> Napoli Francesco<br />
De Filippo, prende corpo.<br />
Raccogliere una rete <strong>di</strong><br />
amici nella montagna calabrese<br />
perché la raccontino e<br />
<strong>di</strong>ano voce al mondo del<br />
Me<strong>di</strong>terraneo sospeso fra<br />
l'Europa e il sud del mondo<br />
si sta rivelando una felice<br />
intuizione. Aprire un pianeta<br />
misterioso come<br />
l'Aspromonte, dargli un<br />
varco verso l'esterno può<br />
valere molto. Raccontare,<br />
<strong>di</strong>pingere, fotografare, suonare<br />
per unire, per integrare.<br />
L'Aspromonte si dona in<br />
una bellezza mantenuta<br />
integra nei millenni, questo<br />
il significato che muove l'iniziativa.<br />
Una casa per le idee<br />
e idee per una casa comune.<br />
Il progetto può sembrare<br />
ambizioso ma la sua gradualità<br />
lo rende attuabile. Gli<br />
amici si fanno avanti e per<br />
ora Africo organizzerà un<br />
giorno <strong>di</strong> festa da fissare nell'ultima<br />
settimana <strong>di</strong> luglio<br />
la <strong>Riviera</strong><br />
Scrivere in Aspromonte .<br />
Gli amici si fanno sentire<br />
per dar modo a tutti <strong>di</strong><br />
incontrarsi, conoscersi,<br />
scambiarsi le idee. Il passo<br />
successivo sarà quello <strong>di</strong><br />
alloggiare un numero ristretto<br />
<strong>di</strong> ospiti per permettere<br />
loro un periodo <strong>di</strong> riflessione<br />
in piena libertà. Sono già<br />
<strong>di</strong>sponibili una serie <strong>di</strong><br />
appartamenti in grado <strong>di</strong><br />
ospitare <strong>di</strong>gnitosamente una<br />
decina <strong>di</strong> persone alle quali<br />
verrà garantito vitto, alloggio<br />
e gli spostamenti per<br />
andare, venire e conoscere<br />
l'Aspromonte.<br />
Parallelamente è <strong>di</strong>sponibile<br />
una grande struttura in<br />
grado <strong>di</strong> ospitare in modo<br />
spartano una cinquantina <strong>di</strong><br />
ospiti, in essa potrà essere<br />
ospitato chi potrà provvedersi<br />
in autonomia del vitto,<br />
che comunque sarà supportato<br />
per quanto possibile<br />
nella visita dei luoghi.<br />
L'Aspromonte si offre nel<br />
modo in cui si da alla sua<br />
gente, chiede fatica e rispetto<br />
in cambio <strong>di</strong> un'ospitalità<br />
frugale insita nella sua natura.<br />
L'invito, ovviamente, non<br />
è a un party ma a un parco<br />
pranzo che potrà riempivi lo<br />
stomaco e qualcos'altro più<br />
<strong>di</strong> quanto immaginiate.<br />
PISICO - CATASTROFE ARRIVA IL DIGITALE TERRESTE<br />
Non possiamo tollerare, però, la <strong>di</strong>sumana<br />
<strong>di</strong>ssennatezza con la quale si lede il<br />
<strong>di</strong>ritto alla vita. Si uccide. Ora, quanto<br />
accade, sta provocando una sorta <strong>di</strong> “millenarismo<br />
post-contemporaneo” per il<br />
quale si crede ad una fine del mondo o per<br />
cause fisiche o per follie umane. <strong>La</strong> psicosi<br />
della catastrofe, alimentata dalla velocità<br />
dell'informazione, ha atrofizzato le vite,<br />
nonostante eventi naturali e bestialità<br />
umane siano sempre esistiti in ogni era, in<br />
ogni stagione del mondo. Avremmo già<br />
dovuto essere consci della nostra con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> bambole <strong>di</strong> pezza, <strong>di</strong> pigotte destinate<br />
a saltare nonostante la tecnologia, la<br />
profeziologia e la gingillometria.<br />
Comprendere la piccolezza <strong>di</strong> cui siamo<br />
esseri finiti è segno <strong>di</strong> intelligenza. Usare<br />
l'intelligenza per attrezzare la nostra finitezza<br />
sarebbe un atto <strong>di</strong> coscienza civile.<br />
Da qualche giorno nelle case <strong>di</strong> parenti, amici, nonni<br />
e mondo lavorativo calabro il panico ha preso il<br />
sopravvento. <strong>La</strong> <strong>di</strong>fficoltà nel pronunciare “swicht<br />
off” si somma alla <strong>di</strong>fficoltà nel capire il nuovo utilizzo<br />
del <strong>di</strong>gitale terrestre.<br />
Ultimi ad arrivare anche al passaggio analogico-<strong>di</strong>gitale,<br />
mi è capitato in <strong>di</strong>verse case calabre <strong>di</strong> assistere<br />
alle spiegazioni su come dover usare il nuovo decoderino.<br />
<strong>La</strong> fase “doppio telecomando” è terrorizzante.<br />
Trovare “AV”, il tasto che negli ultimi venti anni non si<br />
era mai toccato nel vecchio telecomando, è una ricerca<br />
davvero <strong>di</strong>fficile, ma una volta trovato si passa alla<br />
fase della memorizzazione automatica che, a quel<br />
punto, <strong>di</strong>viene destabilizzante anche per chi è alle<br />
prese con l'insegnamento.<br />
<strong>La</strong> memorizzazione automatica dei canali ti trova<br />
telesatnordcalabriachannel con 24 ore <strong>di</strong> fisarmoniche<br />
e basi mi<strong>di</strong> su cui canta chiunque passi da quello<br />
stu<strong>di</strong>o, ma si <strong>di</strong>mentica i sei canali che hanno fatto la<br />
storia della tv. Rai uno, due, tre, rete 4, canale 5, italia<br />
1.<br />
Dobbiamo attendere il 14 giugno ci <strong>di</strong>cono (ma vorrei<br />
si ricordassero che c'è la seconda partita dell'Italia in<br />
quella giornata e dunque possano avere il buon senso<br />
<strong>di</strong> non farcela vedere a tratti e salti <strong>di</strong> immagine).<br />
Una volta fatto tutto questo l'insegnante tecnologico,<br />
forte <strong>di</strong> tutti questi proce<strong>di</strong>menti, prende le <strong>di</strong>stanze<br />
dal decoder e inizia a tentare <strong>di</strong> cambiare i canali illustrando<br />
all'alunno la meraviglia <strong>di</strong> alcuni canali locali.<br />
Il telecomando però, punta sulla tv e non sul <strong>di</strong>gitale<br />
e gli infrarossi non arrivano a destinazione, facendo<br />
rimanere lo schermo bloccato sulla televen<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> prodotti<br />
<strong>di</strong>magranti, canale 504, rendendo nervoso l'insegnante<br />
che non si capacità del perché non debba cambiare<br />
canale.<br />
E un po' come l'uomo che in<strong>di</strong>ca la luna e l'imbecille<br />
che ne guarda il <strong>di</strong>to, continuiamo a chiederci perché<br />
non cambia canale invece <strong>di</strong> domandarci ma che<br />
cazzo ci stiamo vedendo?<br />
DOMENICA 10 GIUGNO 2012 LA RIVIERA 21