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PARTONO I PLAY OFF: SI RIGIOCA IL CACIO GIÀ VINTO<br />
di Duccio Balestracci<br />
35<br />
Il basket è lo sport più impietoso; se preferite, <strong>il</strong> più<br />
sadico. Fai un campionatone, arrivi davanti alle altre<br />
di una caterva di punti, ti spolmoni a vincere a rotta<br />
di collo e quando arrivi in fondo ti battono una pacca<br />
sulla spalla e ti dicono “o bravo nini: ora si comincia a<br />
far sul serio”.<br />
È la legge spietata dei play off: si guarda la classifica<br />
della regular season a un soffio dalla sua fine e si resta<br />
strab<strong>il</strong>iati. Fra la Montepaschi Mens Sana e le inseguitrici<br />
non c’è un distacco. C’è una voragine. Al momento<br />
in cui stiamo scrivendo (29 apr<strong>il</strong>e: festa di santa Caterina<br />
dell’Oca) i biancoverdi viaggiano con 18 punti di<br />
distacco dalla seconda, avendo perso una sola partita (e<br />
come avranno fatto, contro quella Fortitudo-Bologna<br />
che annaspa per non retrocedere, lo sanno solo loro e <strong>il</strong><br />
Padreterno), e quand’anche ne perdessero una o più<br />
d’una di quelle che rimangono da giocare (mano sinistra<br />
al gioiello di destra subitissimo! persone eventualmente<br />
impedite dalla fisiologia si arrangino come possono in<br />
modalità suppletive ed equivalenti) sarebbe stata comunque<br />
una stagione da favola, di quelle che non rientrano<br />
soltanto negli annali di una società e di una città,<br />
ma che reclamano a buon diritto <strong>il</strong> loro posto nella storia<br />
del basket italiano di tutti i tempi.<br />
Fosse accaduto nel calcio, poniamo, la prima squadra<br />
sarebbe già da tempo in vacanza ai tropici, e in<br />
campo scenderebbero la Primavera o, addirittura, i Pulcini.<br />
Invece, adesso, c’è da ricominciare da capo. Il rito<br />
gladiatorio dei play off pretende sangue (metaforico, per<br />
fortuna), adrenalina a m<strong>il</strong>le fino all’ultimo, ansia e timore<br />
e tremore fino all’ultima sirena. In altri sport in<br />
cui sono previsti i play off, peraltro, quando <strong>il</strong> distacco<br />
è così marcato, nemmeno si procede e si riconosce la<br />
vittoria ex lege a chi ha vinto così tanto. Nel basket è<br />
diverso. Purtroppo e per fortuna.<br />
Purtroppo. Perché alla fine di una stagione mai vista<br />
prima – come questa – tutto quel che ti sei guadagnato<br />
è <strong>il</strong> vantaggio del fattore campo e del testa-coda che ti<br />
permette di affrontare per prime le squadre peggio piaz-<br />
zate. Poi, però, te la vedi di nuovo con quelle che ti<br />
hanno inseguito e lì è una tombola. Basta una giornata<br />
no e lo stesso fattore campo si ribalta (qualcuno ha ancora<br />
imbarazzanti tracce fisiologiche sull’abbigliamento,<br />
che nessun Vanish né Ariel è riuscito a<br />
rimuovere del tutto, lasciate dalla reazione di puro terrore<br />
che colse gran parte di noi – in altro campionato –<br />
quando una sconfitta in play off regalò <strong>il</strong> fattore campo<br />
alla squadra che poi, per fortuna, fu debitamente sculacciata<br />
in corso d’opera). Basta che la resa di qualche<br />
giocatore si abbassi rispetto agli standard abituali perché<br />
tutta la fatica di un anno possa rischiare di essere rimessa<br />
in discussione. Se non è sadismo questo; se non<br />
è circense eccitazione gladiatoria, ditemi voi cos’altro è.<br />
A monte di tutto questo, poi, ad aumentare <strong>il</strong> dispetto<br />
per quest’invenzione, c’è anche la consapevolezza che<br />
i play off fanno cassetta e che tutto questo accrocco è inventato<br />
anche (non solo: ma anche) per allungare <strong>il</strong><br />
campionato; moltiplicare le dirette televisive; far girare<br />
un altro bel po’ di quattrini. È la dura legge del basket,<br />
ragazzo: o così o pomì.<br />
E per fortuna. Perché i play off spettacolarizzano <strong>il</strong><br />
campionato; lasciano aperte le porte dello scudetto a più<br />
squadre, anche quando ce n’è una (ma è la nostra! ci<br />
pensate? stiamo parlando della Mensanina di Sienina!<br />
ma ve ne rendete conto gente?) che cannibalizza <strong>il</strong> campionato<br />
stesso. Insomma, quelli di Roma, di Bologna, di<br />
M<strong>il</strong>ano o di Teramo, senza i play off, avrebbero già cominciato<br />
ad andare al mare, la domenica. Invece sono<br />
ancora lì a guardare come va a finire, perché fino all’ultimo<br />
secondo <strong>il</strong> campionato di basket non finisce.<br />
Senza dire che l’invenzione dei fottutissimi play off, insieme<br />
all’assenza del pareggio (ma che s’aspetta a introdurre<br />
questa norma anche nel calcio? di che s’ha<br />
paura?), ha anche l’altro merito di rendere più diffic<strong>il</strong>i<br />
le combine: quando dai anche all’ottava la teorica possib<strong>il</strong>ità<br />
di arrivare al tricolore, aggiustare un campionato<br />
è parecchio, ma parecchio arduo.<br />
E allora prendiamola con f<strong>il</strong>osofia. Facciamo davvero<br />
finta che finora s’è scherzato perché tutto comincia<br />
adesso. Pianigiani l’ha già detto (e figurati se <strong>il</strong> Gatto<br />
di Lornano poteva dire qualcosa di diverso...): adesso<br />
arriva <strong>il</strong> bello, e col bello ci sarà da ridere poco e penare<br />
parecchio.<br />
Rassegnatevi gente: le farmacie hanno già fatto una<br />
scorta supplementare di ansiolitici: ricordatevi di dare <strong>il</strong><br />
codice fiscale, almeno un altr’anno le potete <strong>scarica</strong>re<br />
dalle tasse.•